Da lunedì 20 a domenica 26 luglio torna a Sansepolcro il festival ideato da Luca Ricci e Lucia Franchi, direttori dell’Associazione CapoTrave/Kilowatt che promuove i linguaggi artistici contemporanei. Un appuntamento estivo che si rinnova ininterrottamente dal 2003 e viene confermato anche quest’anno, nonostante la complessità e l’incertezza del presente che attraversiamo. Ben 38 titoli in cartellone, messi in scena su palchi all’aperto e nei chiostri della città, con un maxischermo in piazza, per estendere la platea degli spettatori, vista la capienza di alcuni spazi ridotta a 80 posti per il distacco richiesto anche in platea.
Sarà un viaggio al termine della notte, come preannuncia il titolo scelto per questa diciottesima edizione che trae ispirazione dall’omonimo romanzo di Louis-Ferdinand Céline: una notte che non finisce, ma rimane dentro di noi, qualcosa con cui dobbiamo necessariamente convivere.
“Scriveva Céline che le abitudini si contraggono più in fretta del coraggio. E non v’è dubbio che dopo questi mesi complicati sarebbe stato più tranquillo attendere, per capire meglio, per non trovarsi in mezzo a regole e cavilli complessi, a responsabilità inedite e sempre maggiori. Ma chi – come noi – si occupa di innovazione ha anche il dovere di fare strada, non solo per ciò che attiene ai linguaggi, ma anche per le pratiche messe in campo. Per questo ci è sembrato giusto non lasciare nulla di intentato, per esserci, con un festival che faccia brillare alta la propria luce nel fondo della notte che stiamo attraversando” – dichiarano Franchi e Ricci.
Padrino di questa edizione è l’attore, autore e regista Roberto Latini che propone uno dei suoi spettacoli più apprezzati, ma meno valorizzati degli ultimi anni, Amleto + Die Fortinbrasmaschine, riscrittura del Die Hamletmaschine che il drammaturgo tedesco Heiner Müller compose alla fine degli anni ’70, liberamente ispirata all’Amleto di Shakespeare. Una riscrittura che è già classico del nostro tempo. L’opera di Latini è il punto di partenza dell’incontro pubblico del 21 e 22 luglio, dal titolo La tradizione dell’innovazione: un’occasione per discutere, insieme a critici e studiosi, del teatro d’innovazione che si fa tradizione, sviluppando una serie di stilemi e prospettive che a loro modo si sono consolidate e sono diventate dei solidi riferimenti per la creazione futura. Interverranno: Paolo Aniello, Antonio Audino, Elena Di Gioia, Katia Ippaso, Roberto Latini, Claudio Longhi, Massimo Marino, Flavia Mastrella, Andrea Porcheddu, Antonio Rezza, Clarissa Veronico. Completano l’omaggio al padrino del festival 5 movimenti scenici che punteggiano le giornate del 20, 21 e 22 luglio, con altrettante letture sceniche di inediti composti appositamente per Latini e per l’occasione dagli allievi del Corso di Perfezionamento in Dramaturg internazionale promosso da Emilia Romagna Teatro Fondazione, e Carta carbone, mostra sonora a doppio percorso drammaturgico: un’esposizione costruita dalla compagnia Fortebraccio Teatro con la cura di Roberto Latini, Gianluca Misiti e Max Mugnai, che presenta materiali d’archivio e reperti mancanti da altre definizioni, rimontati e decostruiti, per l’occasione, in nuove forme e nuovi suoni.
38 gli spettacoli in cartellone, tra i quali 16 in prima o anteprima nazionale e gli 8 della selezione visionari. Si segnalano i lavori di artisti consolidati del panorama teatrale e coreografico nazionale e internazionale, tra i quali, Soffiavento – Una navigazione solitaria con rotta su Macbeth (s-concerto per voce e suono), in anteprima, di e con Paolo Mazzarelli, uno degli interpreti più versatili del nostro teatro: uno spettacolo sulle fascinazioni del potere, ispirata al capolavoro di Shakespeare. Tabù – Ho fatto colazione con il latte alle ginocchia, dei riminesi Roberto Scappin e Paola Vannoni, anima dei quotidiana.com che si confronta con il proibito, tra folgoranti battute e situazioni surreali. Spezzato è il cuore della bellezza (anteprima) della Piccola Compagnia Dammacco, con il premio Ubu Serena Balivo, l’interprete Erica Galante e il regista Mariano Dammacco che esplora le diverse manifestazioni dell’amore attraverso il racconto di un triangolo sentimentale. E d’amore, filiale e incondizionato, si parla in C’est la vie (prima nazionale) del drammaturgo e regista franco-marocchino Mohamed El Khatib: una commovente guida all’uso della vita con gli attori Fanny Catel e Daniel Kenigsberg che raccontano la loro comune tragedia ovvero la perdita di un figlio. Rimbambimenti – dalla fisica quantistica al morbo di Alzheimer (primo studio) è una performance sul tempo, tra clownerie e musica contemporanea, che vede protagonisti il premio Ubu Andrea Cosentino e uno dei più apprezzati compositori e librettisti contemporanei, Fabrizio De Rossi Re. Isadora Duncan del coreografo francese e grande artista internazionale Jérôme Bel, con Elisabeth Schwartz, Chiara Gallerani: il ritratto della grande Isadora Duncan, basato sul lavoro autobiografico La mia vita. Sempre per la danza, dall’Olanda, il coreografo Benjamin Kahn con Sorry, but I Feel Slightly Disidentified, primo capitolo di una trilogia dedicata al tema del corpo e degli stereotipi, con la danzatrice Cherish Menzo, vincitrice del Fringe Award 2019. Punti di ristoro (prima nazionale) di e con la danzatrice e coreografa Stefania Tansini e con Miriam Cinieri, un lavoro che esplora la ricerca del piacere: un passaggio attraverso diversi stati che alterano il battito cardiaco, il respiro, la tensione muscolare, l’adrenalina, verso un desiderio di estasi. T.I.N.A. (There is no alternative) della coreografa Giselda Ranieri: un lavoro ironico sulla sindrome da iper-connessione dei nostri tempi.
Tornano a Kilowatt Festival Leviedelfool con l’anteprima di BACCANTI – Βάκχαι, ideato, diretto e interpretato da Simone Perinelli che porta in scena le storie del mito, di donne e uomini prede di Dioniso. Liberamente ispirato a Euripide, Ercole l’invisibile (prima nazionale), creato e diretto da Gianpiero Borgia, drammaturgia di Fabrizio Sinisi, con Christian di Domenico: una performance immersiva che si svolge in una tenda, per 25 spettatori alla volta, in doppia replica per 3 giorni. La storia di un uomo come tanti, un buon padre di famiglia, un marito felice, la cui vita inciampa in un evento imprevisto e si sgretola. Teatro delle Ariette, la compagnia di attori-contadini che fa il pane in Valsamoggia, propone Trent’anni di grano – autobiografia di un campo, per raccontare attraverso il grano il nostro presente. Gli spettatori seduti attorno a un grande tavolo: si preparano le tigelle e si mangiano insieme.
Di presente si continua a parlare con Un chant d’amour – come mettere in scena l’odio? (anteprima) della compagnia Teatro Rebis fondata da Andrea Fazzini e Meri Bracalente: le inquietanti vicende di Macerata del 2018 – l’omicidio di Pamela Mastropietro per mano di Innocent Oshegale e l’attentato di matrice razzista di Luca Traini – incontrano I Negri di Jean Genet e danno vita a un teatro d’arte intimista, onirico e politico, per attori e burattini.
L’incidente è chiuso della compagnia Menoventi, tratto da Il defunto odiava i pettegolezzi di Serena Vitale (ed. Adelphi 2015), un giallo sul misterioso suicidio del poeta Majakovskij.
Freschi di premi, Kilowatt Festival ospita la Frantics Dance Company, vincitrice di Danza Urbana XL 2020, e Angelo Campolo, vincitore di In-box. La compagnia di danza nata a Berlino nel 2013 presenta Last Space, performance di pura danza urbana tra la break dance e l’hip-hop. Angelo Campolo, direttore artistico della compagnia DAF, porta in scena Stay Hungry – Indagine di un affamato, progetto sui temi dell’integrazione nato a partire dai laboratori teatrali tenuti in riva allo Stretto di Messina con un gruppo di giovani migranti.
Tra i lavori più interessanti del panorama emergente, Manbuhsa prima performance del coreografo Pablo Girolami, della compagnia italo-svizzera Ivona: selezionato dalla rete Anticorpi, lo spettacolo è vincitore del premio Twain direzioni-Altre e del premio del pubblico al Certamen coreografico di Madrid. Stretching One’s Arms Again (prima nazionale) di e con la coreografa e danzatrice Lucrezia C. Gabrieli che trae ispirazione da Untitled (Blue, Yellow, Green on Red) del pittore Mark Rothko. Ionica di e con l’abile narratore umbro Alessandro Sesti alle prese con la storia dell’ ex ‘ndranghetista e collaboratore di giustizia Andrea Dominijanni. E ancora di pentiti si parla in Alla Furca! della compagnia siciliana Condorelli_Tringali: un’amara fotografia su presente e potere in salsa rock.
EVE #2 (anteprima) ideato per la Biennale Teatro Atto IV Nascondi(no) dal performer Filippo Michelangelo Ceredi che indaga le derive della comunicazione politica.
Petit Bal, spettacolo di arte circense di Contraerea, una realtà aretina che promuove la contaminazione tra la drammaturgia dei corpi e le discipline aeree. Almeno Nevicasse – Le parole che hai dentro, esito del laboratorio di parole e cucito tenuto con i cittadini di Sansepolcro dall’attrice Francesca Sarteanesi, tra le fondatrici del gruppo teatrale Gli Omini.
Arricchisce il programma del festival la selezione dei Visionari, i cittadini non addetti ai lavori che partecipano alle attività di Kilowatt scegliendo, attraverso un accurato e condiviso processo, alcuni spettacoli per il cartellone. La selezione 2020 comprende 8 spettacoli: per il teatro, Padre d’amore Padre di fango (prima nazionale) di e con l’artista e performer digitale veneta, Cinzia Pietribiasi che racconta la storia di una relazione a tre tra padre, figlia ed eroina; Un onesto e parziale discorso sopra i massimi sistemi (prima nazionale) di e con Pietro Angelini che porta in scena le vicissitudini personali di un giovane attore e una riflessione generale sul rapporto tra economia e arte. Con questo suo primo lavoro Angelini si è aggiudicato il Premio PIMOFF per il teatro contemporaneo. Polvere (anteprima), primo progetto di teatro di figura del Collettivo Superstite: un’invasione di polvere, un gioco di immagini senza parole sulla vanità dell’esistenza. Troia City, la verità sul caso Aléxandros del collettivo napoletano Teatro in Fabula, che riprende l’omonima tragedia di Euripide, per raccontarla come se fosse un giallo; uno spettacolo con Antonio Piccolo diretto dal premio Ubu Lino Musella. Tre, della compagnia di Chiavari ScenaMadre, indaga il rapporto tra genitori e figli adolescenti. Selezionati anche uno spettacolo di danza e due di circo: Oriri (anteprima), dal latino “oriri” sorgere, un progetto sul tema della nascita, della compagnia Bambula Project fondata da Gabriella Catalano e Paolo Rosini che, con questo lavoro, si sono aggiudicati il premio TenDance 2019. Per il circo, Un po’ di più, di e con Zoé Bernabéu e Lorenzo Covello, vincitore dei premi Speciale OFF, della Critica e Spirito Fringe al Roma Fringe Festival 2019: una performance che porta in scena la quotidianità di una coppia in bilico tra tensioni e desideri. Piume, un viaggio attraverso gli stati emotivi dell’attesa e della solitudine, di e con la performer Elena Burani, fondatrice del Collettivo320chili e del DinamicoFestival.
Chiuderà il festival Outdoor Dance Floor, in collaborazione con Anghiari Dance Hub, del coreografo e performer Salvo Lombardo: un’azione coreografica sostenuta dalla relazione con la pulsazione musicale, sonora e visiva di un live set multimediale.
Da lunedì 20 a domenica 26, si rinnova l’appuntamento con i concerti del dopofestival, a cura di Mearevolutionae che opera da anni nel panorama culturale valtiberino con proposte musicali che guardano a novità e sperimentazioni. 5 i concerti in programma che vedranno protagonisti i Flame Parade, quintetto di new folk alternative aretino; Ricordati di Rimini, duo sperimentale dal sapore retrò; Lovesick Duo che fonde il rock e il country americano con lo stile del cantautorato italiano; Yoy, trio dalle atmosfere oscure e sognanti; Maestro, progetto che unisce la musica elettronica con la visual art.
È nel DNA di Kilowatt Festival organizzare dei momenti di incontro e dibattito su questioni attuali e urgenti che attraversano la comunità teatrale contemporanea. Sabato 26 luglio l’appuntamento è con Visionari d’Italia, unitevi!, incontro pubblico con alcuni degli oltre 400 visionari che partecipano alle attività di co-programmazione artistica negli 11 gruppi creati all’interno del network L’Italia dei Visionari, i cui partners sono: CapoTrave / Kilowatt nell’ambito del progetto europeo “Be SpectACTive!” (Sansepolcro AR), Festival Le Città Visibili (Rimini), Pilar Ternera/Nuovo Teatro delle Commedie (Livorno), TiPì Stagione di Teatro Partecipato (San Felice sul Panaro, MO), Utovie Teatrali (Macerata), Associazione Sosta Palmizi (Cortona AR), MTM-Manifatture Teatrali Milanesi gestito da Fondazione Palazzo Litta per le Arti Onlus (Milano), Progetto Fertili Terreni Teatro (Torino), POLIS Teatro Festival (Ravenna), Spazio Off (Trento), Teatro TRAM (Napoli).
Giovedì 23 luglio sarà presentato il libro Lo Spettatore è un Visionario di Lucia Franchi e Luca Ricci, ideatori di Kilowatt Festival, che raccontano la loro esperienza di sviluppo delle pratiche di audience development e audience engagement. Interverranno Marco De Marinis (Università di Bologna), Roberto Ferrari (Regione Toscana), Maximilian La Monica (Editoria & Spettacolo).
Domenica 26 luglio, focus sulla danza con l’incontro pubblico Micro e macro drammaturgie della danza, organizzato con Anghiari Dance Hub: un appuntamento che si interroga sul ruolo che può avere la scrittura per la danza e si propone di individuare una “via italiana” alla drammaturgia della danza e all’attivazione di momenti di trasmissione del materiale corporeo, chiamando a discuterne ospiti italiani e stranieri tra studiosi, dramaturg e coreografi. Interverranno: Fabio Acca, Gaia Clotilde Chernetich, Salvo Lombardo, Roberta Nicolai, Alessandro Pontremoli, Cristina Kristal Rizzo, Stefano Tomassini, Gerarda Ventura.
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