Non c’è alternativa.
M. Thatcher

FF«Quando Omero concepì l’idea della Chimera si limitò a unire in un solo animale parti di animali diversi, la testa di un leone, un corpo di capra e una coda di serpente» (Alexander Gerard, Saggio sul genio, 1774). Ciò che c’è nella nostra mente, o ciò che possiamo immaginare, proviene da materiale percettibile: senza sensi niente immaginazione. L’utopia è ormai solo questo sentimento inconsapevole, un insieme vuoto (Ø) che coincide a tutti gli effetti con la realtà.

Come la quinta del Sordo (che raccoglieva il ciclo delle pinturas negras di Goya), Utøpia è più di un luogo, è uno spazio che contiene molti luoghi. Molti luoghi significano situazioni eterogenee, storie diverse accomunate da un doppio filo conduttore: tutti i personaggi delle varie linee narrative si conoscono o si sono incrociati almeno una volta; ogni linea rappresenta una scrittura teatrale diversa (drammaturgica, post-drammaturgica, installativa). È difficile ormai giustificare lo spazio semantico delineato da un testo, impossibile darne una formula univoca: ci si può limitare a tracciarne i limiti, con la stessa cura di coloro che – in altri tempi – si dedicavano a disegnare le mappe geografiche di continenti sconosciuti rasentandone i confini a bordo di una nave.

Tutto inizia con la Fine del mondo, anche se la catastrofe non è immediata e non esiste più l’Armageddon come tradizionalmente ce lo rappresentavamo. La fine del mondo è immobilità statica, mancanza totale di movimento. Non c’è una scomparsa assoluta, nessuna bomba atomica che, conflagrando, ci permetta di diventare dei martiri, ritagliandoci uno spazio nella memoria di una catastrofe più o meno consapevolmente voluta. La fine non è più il termine di qualcosa, non è più la morte (ossia smettere di respirare). 

È una dissolvenza infinita, uno sfumare senza tregua, il continuo fare/farsi a pezzi.

Utøpia è quel luogo in cui non si possono chiudere gli occhi.

(Stefano Fortin)

Anno di stesura: 2021

i

Numero pagine: 153

Numero personaggi: 27 circa (numero puramente indicativo)

R

Testo già rappresentato: NO

SINOSSI

Sette storie all’interno di uno spazio chiamato Utøpia. Non si tratta però di una cornice ideale, di un non luogo, bensì di un universo che affonda nella realtà e si relazione con il Reale. A partire da un prologo che parla di un mondo che sembra sul punto di finire (e non riesce a farlo), si dipanano sette quadri diversi: una voce che cerca di comunicare attraverso le parole di Steve Jobs; un operaio cinese che muore e risorge senza fine; un negozio di videoregistrazioni che prende vita; il viaggio di una donna in un deserto ai confini del mondo; un prete che prende una decisione irrevocabile; una donna che sta attendendo l’arrivo del padre per comunicargli la nascita del proprio figlio; l’autobiografia non richiesta dell’autore-personaggio. Utøpia è un luogo in cui questi accadimenti sono possibili, allo stesso modo della Quinta del Sordo per le pinturas negras di Francisco Goya.

WORDLIST UTØPIA

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