Un pallido puntino azzurro è un monologo. L’ho scritto nel 2017 e quando ho digitato la prima parola, non potevo minimamente pensare che qualche mese dopo sarei finito in finale al Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli”. Avevo 27 anni, ed è stato un viaggio indimenticabile.
Il testo propone un racconto di genere fantastico che, giungendosi necessariamente a un rigoroso approfondimento di alcuni temi scientifici (nella fattispecie, astronomici e astrofisici), narra le vicende di un singolare astronauta.
Italo Calvino, Raymond Queneau, Jorge Luis Borges, Primo Levi, sono soltanto alcuni rappresentanti, certo per la letteratura narrativa, di un particolare approccio creativo che ha da sempre tratto stimoli dalla combinazione tra fantasia e scienza al fine di analizzare gli aspetti dell’animo umano.
Riflettendo dunque sugli insegnamenti di queste guide, Un pallido puntino azzurro è una drammaturgia che aspira a calare nella magica scatola teatrale il percorso umano di un personaggio, trasfigurando lo spazio infinito in un viaggio avventuroso.
(Christian Di Furia)
Anno di stesura: 2017
Numero pagine: 19
Numero personaggi: 1
Testo già rappresentato: SI
Finalista al Premio Riccione "Pier Vittorio Tondelli" 2017
SINOSSI
H3+ è lo ione triatomico di idrogeno, ed è l’elemento chimico alla base dell’Universo. Tutto nasce da questa molecola: le stelle, le galassie, l’acqua. La vita.
Esplorare l’Universo, quindi, significa esplorare una parte di se stessi.
Nel suo viaggio spaziale verso Giove e Saturno, Franchino Accatagliato scopre il proprio mondo: un pianeta che, in effetti, aveva sempre avuto paura di conoscere.
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