“Trilogia della fine” è un testo composto da tre testi brevi: “La mia fine”, “La fine degli altri”, “La fine di tutto”. Il testo è stato ideato all’interno di un progetto del Teatro Stabile del Veneto, “Teatro postumo”, nel quale cinque artisti (io, Tatjana Motta, Francesca Macrì, Alessandro Businaro, Stefano Fortin) erano chiamati a creare due opere che riflettessero sul trauma lasciato dalla pandemia. E il testo parla proprio del trauma della scoperta della morte, della fine.
Sviluppato in tre testi, è la discesa nell’inconscio di una giovane donna, una scrittrice, in un mondo che stra tra l’onirico e il reale. Una riflessione sul rimosso, sulla morte e sul rapporto dell’umano con la fantasia, con l’invenzione letteraria.

(Tommaso Fermariello)

Anno di stesura: 2021

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Numero pagine: 55

Numero personaggi: 5

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Testo già rappresentato: SI

SINOSSI

Un gruppo di bambini si ritrova in un bosco per giocare agli adulti, una donna torna a casa dopo la morte improvvisa del padre, un gruppo di amici che vive isolato riceve la visita di una ragazza che si è persa nel bosco.
Queste sono le tre storie de “La trilogia della fine”: apparentemente slegate, tutte e tre le vicende sono collegate dalla figura di Valentina, una scrittrice. Mano a mano che la narrazione procede, capiamo che queste storie forse non sono reali: forse stanno nell’inconscio di Valentina, forse nella sua mente, forse sono dei ricordi, o forse sono successe davvero.
Tramite gli occhi di Valentina assistiamo a un omicidio, a molestie, a fenomeni paranormali, mentre cerchiamo di ricomporre i pezzi della sua esistenza.

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