Tragedia Automatica prende dichiaratamente le mosse dal mito di Elettra (ispirandosi particolarmente alle riscritture di Hugo von Hofmannsthal e Marguerite Yourcenar), trasportandolo però in una contemporaneità nella quale trova una sua trama e un suo sviluppo decisamente diversi rispetto al mito originario. Il testo, ambientato in un futuro estremamente prossimo, si divide in due parti, rappresentanti rispettivamente la vita familiare prima e dopo il “ritorno” di Agamennone sotto forma di Automa, ovvero un sistema di intelligenza artificiale che può assumere le sembianze di una persona specifica, a seconda della volontà del proprietario, in questo caso Elettra. L’uso che ne farà la stessa sconvolgerà le dinamiche interne sia alla relazione madre-figlia che a quella coniugale (Clitemnestra – Egisto) ma anche gli equilibri interni ad ogni personaggio, che si troverà a fare i conti con un passato irrisolto e con un nuovo e imprevedibile presente. Il ritorno del padre-marito, infatti, prenderà una svolta differente rispetto a quella che Elettra sperava e gli effetti percorreranno l’intera pièce, dimostrando in qualche modo la tesi affermata dalla scena iniziale: la tragedia non può far altro che ripetersi. La sua caratteristica costitutiva, criticizzata all’interno del testo, è proprio la sua insovvertibile inevitabilità.
Anno di stesura: 2020
Numero pagine: 65
Numero personaggi: 4
Testo già rappresentato: NO
Segnalazione al Premio Hystrio - Scritture di Scena 2021
SINOSSI
L’opera prende le mosse dal famoso mito di Elettra e dalle varie riscritture storiche per situarsi in una contemporaneità a metà tra un presente distopico e un futuro imminente. Agamennone, autore cinematografico in rapida ascesa, viene assassinato nel bagno di casa sua nel giorno del compleanno di sua figlia Elettra, adolescente. Il testo si situa quindici anni dopo la sua morte, all’interno di una società nella quale è consuetudine l’esistenza di Automi, ovvero sistemi avanzati di intelligenza artificiale che hanno sembianze e funzioni tipicamente umane e che vengono configurati per i più disparati scopi e necessità. La vicenda prende avvio dal giorno del trentesimo compleanno di Elettra, ragazza alle soglie dell’età adulta ma ancora fortemente traumatizzata dalla morte del padre, della quale incolpa quotidianamente sua madre Clitemnestra e il suo compagno Egisto sottoponendoli a vessazioni ed umiliazioni continue usando il suo particolare linguaggio come un’arma (ha un modo di esprimersi simile a quella che sarebbe una sceneggiatura o un’inquadratura cinematografica). I due coniugi, conosciutisi sul lavoro poiché Clitemnestra recitava spesso nei film di suo marito ed Egisto era l’assistente del famoso cineasta, sono diventati una coppia poco dopo la morte di Agamennone e negli ultimi quindici anni hanno collaborato anche professionalmente.
Per il trentesimo compleanno di Elettra, la coppia decide di regalarle un Automa così da porre fine alla sua volontaria solitudine ma la ragazza decide di configurare il suo regalo come fosse suo padre. Da qui la divisione della vicenda in due parti: la descrizione della vita familiare precedente al “ritorno” di Agamennone e la nuova quotidianità, successiva all’arrivo dell’Automa. L’intera seconda parte del testo, poi, culminerà nell’estremo atto della protagonista del mito: Agamennone e Clitemnestra, ritrovata la passione e l’intesa di un tempo, annunceranno la partenza per un breve viaggio, scatenando la gelosia di Elettra che in preda alla rabbia disattiverà suo padre, rendendolo un dispositivo senza vita. Il gesto della figlia scatenerà una rivelazione fondamentale da parte della madre e questo porterà ad una catena più o meno realistica di eventi, descritti nei tre possibili finali, Per il trentesimo compleanno di Elettra, la coppia decide di regalarle un Automa così da porre fine alla sua volontaria solitudine ma la ragazza decide di configurare il suo regalo come fosse suo padre. Da qui la divisione della vicenda in due parti: la descrizione della vita familiare precedente al “ritorno” di Agamennone e la nuova quotidianità, successiva all’arrivo dell’Automa. L’intera seconda parte del testo, poi, culminerà nell’estremo atto della protagonista del mito: Agamennone e Clitemnestra, ritrovata la passione e l’intesa di un tempo, annunceranno la partenza per un breve viaggio, scatenando la gelosia di Elettra che in preda alla rabbia disattiverà suo padre, rendendolo un dispositivo senza vita. Il gesto della figlia scatenerà una rivelazione fondamentale da parte della madre e questo porterà ad una catena più o meno realistica di eventi, descritti nei tre possibili finali, che hanno in comune l’inevitabilità della tragedia, la sua necessaria ripetizione.
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