Essere un attore e non fare l’attore è una strada lunga. I giusti incontri e consigli ci possono far fare dei bei salti in avanti. Nessuna scorciatoia, solo qualche giro di motore un po’ più alto per macinare dei metri più velocemente. Prendo spunto da un recente listicle di Michael Abercromby su Stage Milk per condividere le 7 “lezioni” che avrei voluto imparare prima:
# 1 SEI UNICO
Questa è una delle cose più difficili da comprendere. Davvero! Tutti vogliamo essere unici, e tutti pensiamo di esserlo, ma cosa significa usare la nostra specifica unicità ai fini attoriali? È questo il quesito. Perché si tratti di una strategia poco efficace, ce lo spiega in poche parole proprio Michael Abercromby. “Troppo spesso gli attori a inizio carriera cercano di emulare un altro attore più famoso o cambiano il loro stile per adattarsi a uno stampo a cui pensano di appartenere. Questo è un errore enorme. Supponi di essere abbastanza fortunato da sembrare, per esempio, Margo Robbie. Supponiamo che tu possa comportarti come Margo Robbie e al provino spacchi. Sai chi avrà quel ruolo? Margo Robbie. Perché lei è l’originale e tu sei la copia”.
Il risultato? Nel peggiore dei casi una forma vuota, nel migliore tanto shopping, parrucchiere e infinite discussioni con gli amici/colleghi. Bisogna ricordarsi che le tendenze e le mode cambiano continuamente. Quindi sii solo tu. È pesante aspettare il tempo che arrivi il ruolo fatto proprio per noi, ma se siamo troppo occupati ad essere qualcun altro, perderemo l’occasione per fare quello che sappiamo fare meglio: essere noi stessi.
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# 2 LA NATURA PARLA
Va bene mettersi alla prova. Va bene cercare di entrare nel profondo del personaggio. Va bene calarsi in panni che non vestiremmo mai. In fondo recitare non è questo?! Ma c’è un ma! Sfortunatamente agli inizi di carriera sarà più facile prendere piccoli ruoli. Sto parlando di “AMICA 1”, “CASSIERA” o “POLIZIOTTO”. In questi casi i tempi di lavorazione saranno, probabilmente, molto stretti e lavorare sul personaggio potrebbe addirittura essere controproducente. Nella maggior parte dei casi siete scelti perché siete già giusti e la vostra energia naturale è giusta. Cercare di fare troppo può sabotare un piccolo ruolo e potenzialmente infastidire la squadra che ti circonda, nella peggiore delle ipotesi, finirai per essere modificato. Salva la performance vincitrice dell’Oscar per quando hai il supporto, tempo, regista e denaro per farcela.
Per saperne di più: Attenzione al personaggio
# 3 NON GUARDARMI NON TI SENTO
All’inizio della mia carriera ho molto lottato con la mia voce. Non mi piaceva e gli altri mi dicevano sempre di alzare il volume, di portare di più, di diventare “grossa” in scena. Non grido, ho una tonalità diffusa a molte attrici e la cassa toracica di un gattino. Cominciai ad andare in paranoia. “Come posso a fare a farmi sentire di più?” era la domanda di rito in workshop e seminari. La risposta più pittoresca fu “Immagina di sputare in faccia a quello che sta seduto nell’ultima fila”. Non mi aiutò. Fortunatamente un giorno venne Danio Mafredini che mi folgorò con la respirazione intercostale; poi venne la conoscenza con Anna Marsicano – logopedista e direttrice del centro Voce & Dintorni, nuovo Centro di Didattica e Riabilitazione della voce artistica con sede a Napoli – che riuscì a farmela capire con una semplice cannuccia.
Segui gli esercizi su LA VOCE DELL’ATTORE sulla Pagina di Tips 4 Actors
# 4 LA VERGOGNA PUZZA
Se ho vergogna a mettermi in gioco non rischio, e se non rischio non mi espongo, e se non mi espongo non mi impongo. È una roba tosta da metabolizzare, per diversi motivi. In primo luogo non vogliamo fare figuracce o comunque non vogliamo rischiare di essere fraintesi se ci concediamo di sperimentare qualcosa che possa andare parecchio sopra le righe; in secondo luogo – almeno questa è la sensazione che ho io – il più delle volte all’attore non è concesso l’errore in fase di montaggio e prova. E così si alimenta (nelle menti deboli come la mia) la sensazione di inadeguatezza. Basta! La tua performance dovrebbe essere una collaborazione tra te e il regista. Smetti di pensare e inizia a donare. Se non stai dando niente, o stai facendo sempre la stessa cosa, non stai facendo il tuo lavoro.
# 5 STANCATI
Qualche tempo fa ebbi la possibilità di partecipare ad un meraviglioso laboratorio con Mimmo Borrelli. Tre giorni di full immertion sciamanica, con una performance finale di svariate ore, in cui eravamo tutti contemporaneamente e sempre in scena. Salto in avanti. L’anno scorso, incinta, andai a vedere una radio edit. di Roberto Latini. Cosa hanno in comune Borrelli, Latini e il mio pancione? La stanchezza! In entrambe le circostanze gli attori arrivavano alla fine della performance distrutti, ma felici. Lavorare con il freno tirato non ha un gran senso. Ci si diverte anche poco.
# 6 RISCALDA IL MOTORE
Trova la tua routine di riscaldamento, sia fisico, sia vocale. Ti aiuterà a mantenere sempre attivo e sano il tuo strumento attoriale, ma anche a trovare la giusta concentrazione per iniziare a lavorare o ad esibirti.
#7 RITMO NON È VELOCITÀ
Spesso ho sentito dire agli attori cose tipo “più ritmo in battuta”, “hai fatto sedere la scena”, etc. Il più delle volte questo l’ho visto tradurre con una corsa furiosa alla fine della battuta. Aiuto!!! Il ritmo non è velocità. Il più delle volte è assimilabile al livello di energia che abbiamo in corpo. Anche in questo caso, non parlo di stanchezza o di riposo, ma di quello stato di vitalità che emaniamo quando facciamo le cose. Cercate di lavorare su questa energia. La filosofia orientale è piena di spunti a riguardo. Trovate il vostro modo, qualunque sia, basta che funzioni (la mia sintesi assomiglia allo sforzo per fare la cacca). Provate… e ditemi se poi la gente non se ne accorge.
Insomma: la fortuna di una buona carriera attoriale, il più delle volte, è data dagli incontri e dai buoni consigli. Questi io li ho trovati molto utili. Spero possano aiutare anche voi. Fatemi sapere che ne pensate.
E come sempre…
Stay Tipper & Go Deeper

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