Il Premio nazionale di drammaturgia Omissis, rivolto ad autori e autrici under 35 e ideato dall’impresa culturale Theatron 2.0 in collaborazione con il Teatro Bellini di Napoli, ha registrato una grande partecipazione alla sua prima edizione.
La giuria composta da Liv Ferracchiati, Rita Frongia, Michele Panella, Ornella Rosato, Daniele Russo, Laura Tedesco e Alessandro Toppi ha assegnato il premio all’opera Mosca cieca di Silvia Guerrieri e attribuito una menzione speciale all’opera Cnosso di Eleonora Fedeli.
Per rafforzare l’azione di promozione della drammaturgia contemporanea presso un target di giovani lettori e lettrici, inoltre, è stato costituito un comitato di studenti e studentesse under 30 provenienti dall’Università degli Studi di Napoli Federico II, dal Conservatorio di San Pietro a Majella e l’Università degli Studi Suororsola Benincasa, che dopo un percorso di accompagnamento alla lettura ha preso in esame i cinque testi finalisti attribuendo un premio in denaro all’opera Sangue Tuo di Marta Polidoro.
Sono risultati finalisti, inoltre, i testi Trittico delle bestie di Niccolò Matcovich e Contronatura del collettivo di autori Emanuele Giorgetti, Sara Setti, Edoardo Rivoira e Ivo Randaccio.
Il Premio nazionale di drammaturgia Omissis è ideato dall’impresa culturale Theatron 2.0, con la direzione generale di Cesare D’Arco e Ornella Rosato e realizzato in collaborazione con il Teatro Bellini di Napoli. Sono partner dell’iniziativa la casa editrice Editoria & Spettacolo, il network nazionale Risonanze, Patamu e CASA
PREMIO OMISSIS 2023
Mosca Cieca di Silvia Guerrieri
Con un meccanismo di sottrazione, Silvia Guerrieri ci mette in contatto con l’oscurità dell’abuso senza mai mostrare l’orco. La cattiveria che investe la vicenda umana delle tre sorelle è una presenza senza volto di cui è rinvenibile il cascame nel testo, pur rimanendo sul fondo.
Il tempo e lo spazio appaiono limpidamente definiti, determinati come sono dalla successione degli eventi e dalla relazione tra i personaggi.
Il tradimento del classico è perpetrato dall’autrice alla ricerca di punti di contatto: insieme ai nomi, le sorelle di Mosca cieca prendono in prestito da Cechov la relazione strettissima tra loro, il bisogno di pace e di libertà e l’incapacità e la speranza di riuscire a sottrarsi a un destino che qualcun altro gli impone o ha deciso per loro.
Mosca cieca può essere letto a un tempo come una riscrittura checoviana e come drammaturgia inedita, che deve la sua esistenza alla realtà, e che ha assunto la forma di una tessitura lacerante, fatta di attese e silenzi, e di pieni e di vuoti, gestiti sapientemente.
PREMIO COMITATO UNDER 30
Sangue Tuo di Marta Polidoro
Sangue tuo con la sua autonomia linguistica, nonché autoriale, riesce a rielaborare e trasformare poeticamente un trauma che colpisce non solo la sfera personale ma anche quella generazionale. E lo fa fissando un preciso momento storico e un preciso rapporto padre-figlia, eco di una mentalità riconosciuta e cristallizzata ancora oggi. Vediamo come, metaforicamente, l’autrice sia riuscita a sintetizzare la ferita comune di una generazione mettendo in scena il riconoscimento della hyubris, con un approccio storico, di cui in questo momento si ha estremamente bisogno per comprendere le cause e gli effetti di un rapporto edipico non banalizzato. Questo viene fatto tramite un locus amoenus in cui ci si riconosce, un lago che rappresenta l’incantesimo di un rapporto familiare magico e che però, a contatto con la realtà storica e personale dei personaggi, viene a rompersi in maniera irreparabile, facendo cadere così l’idealismo e dando voce al dolore straziante di una donna che prova a reagire e ad avere un’identità autonoma all’interno del testo.
L’autrice, attraverso una scrittura organica, materica e simbolica che colpisce al cuore, riesce a dar voce al dolore di aver perso i due baricentri portanti della sua vita, l’amore e il padre. Ritornando nel luogo d’infanzia lascia aperta una strada possibile che evoca coraggio e forza. Per queste ragioni, Sangue tuo incarna lo spirito di una società contemporanea che si arrovella su come affrontare il divario generazionale tra padre e figlia.
MENZIONE SPECIALE
Cnosso di Eleonora Fedeli
Per aver saputo riscrivere un mito, e i suoi archetipi, senza limitarsi a un brandello della storia ma confrontandosi invece con la sua complessità, le sue molte figure, gli intrecci, i temi che porta. Per averci posto dinnanzi al rapporto col mostruoso, inteso come altro da sé e come parte di se stessi. E per aver raccontato la tenerezza che si cela nella mostruosità dei nostri vincoli più stretti. Per aver scritto di un nucleo familiare, per aver detto del rapporto che c’è tra una madre e una prole, per aver costruito un luogo nel quale emergono netti i rapporti di dipendenza, da cui si tenta comunque la fuga, per quanto illusoria. Per aver saputo innervare la fedeltà con l’innovazione, il personale col politico e la tragicità con il comico, a Cnosso va la menzione speciale della giuria del Premio Omissis.
OPERA FINALISTA
Trittico delle bestie di Niccolò Matcovich
OPERA FINALISTA
Contronatura di Emanuele Giorgetti, Sara Setti, Edoardo Rivoira e Ivo Randaccio
OMISSIS – OSSERVATORIO DRAMMATURGICO
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