TITOLO TESI > Professionalità e disabilità in Disabled Theater di Jerôme Bel
ISTITUTO > Università Ca’ Foscari di Venezia – Corso di laurea in Conservazione e Gestione dei Beni e delle Attività Culturali
AUTORE > Andrea Bucciarelli
INTRODUZIONE DELL’AUTORE
Nell’immaginario collettivo i termini professionalità e disabilità si pongono in una condizione decisamente contrastante, complici le diverse narrazioni che hanno contribuito all’idea che le due nozioni non potessero coesistere, ma che l’una escludesse necessariamente l’altra. Le persone con disabilità si sono mosse affinché venissero concessi loro gli stessi diritti degli altri individui e conseguentemente la problematica ha potuto godere di una maggiore attenzione da parte della società. Il modello della disabilità come condizione che preclude qualsiasi altra attività è stato progressivamente messo in discussione in diversi ambiti: politico, giuridico, sociologico e non per ultimo quello artistico, nella sua declinazione squisitamente sociale.
La tesi affronta questo percorso di sensibilizzazione collettiva nel campo delle arti performative e in particolare della danza contemporanea, che si sta dimostrando particolarmente ricettiva. Nello specifico, la tesi analizza lo spettacolo Disabled Theater creato dal coreografo francese Jerôme Bel nel 2012 in collaborazione con Theater HORA, una compagnia di danza e teatro di Zurigo composta da attori con disabilità cognitive. Bel è uno dei più noti coreografi contemporanei e il suo lavoro ha contribuito a rinnovare radicalmente il linguaggio della danza e del teatro e a riflettere sul ruolo storico del regista teatrale e su quello dell’autore. La sua poetica si basa ampiamente sul pensiero del semiologo francese Roland Barthes e del suo concetto di “grado zero della letteratura”. L’opera di Bel risulta, in ogni caso, difficilmente collocabile in una corrente artistica precisa e tuttavia la critica tende ad identificare il suo lavoro, spesso molto provocatorio nei confronti dello spettatore e dell’istituzione teatrale, come espressione della “danza concettuale”.
Ed è proprio seguendo questo sentimento di rottura che Bel ha deciso di realizzare Disabled Theater in collaborazione con una compagnia di artisti con disabilità che, storicamente, hanno avuto poco spazio a disposizione nelle rappresentazioni internazionali. Lo spettacolo si inserisce in quella che possiamo definire “seconda fase” della carriera di Jerôme Bel, caratterizzata da un maggiore interesse verso tematiche politiche e sociali, pur mantenendo delle linee poetiche ben precise e consolidate. Disabled Theater si discosta da altre produzioni di compagnie inclusive, in quanto la disabilità viene trattata con un approccio riduttivo, che non esalta a pieno le capacità performative degli attori, ma proprio in questo modo si scopre portatore di un’ampia gamma di significati e catalizzatore per un dibattito profondo e articolato.
La tesi è strutturata in tre capitoli, ciascuno diviso in due parti. Il primo capitolo tratta dell’evoluzione del concetto di disabilità e delle conseguenze che ha avuto all’interno della società. La prima parte ha una funzione manualistica: riesaminando le classificazioni, per arrivare alla Convenzione ONU, ci è permesso di comprendere il punto di partenza del percorso di raggiungimento dei pari diritti della persona con disabilità. Il traguardo ideale, invece, viene trattato nella seconda parte, dove si espone il concetto di inclusione sociale, con i suoi limiti ma soprattutto con le sue potenzialità.
Il secondo capitolo è dedicato alla figura di Jerôme Bel, di cui si presenta la poetica tramite l’analisi dei suoi primi spettacoli: Nom donné par l’auteur (1994), Jerôme Bel (1995), Shirtology (1997), Le dernier spectacle (1998), The Show Must Go On (2001), essenziali per la sua formazione personale. Il capitolo presenta inoltre le produzioni più recenti del coreografo, che sviluppano la sua poetica ma restano in linea con le precedenti performances.
Nel terzo capitolo, infine, viene proposta un’analisi approfondita di Disabled Theater, a partire dalle dinamiche con cui è nato lo spettacolo, per arrivare all’accoglienza della critica. Proprio sulla base del parere di alcuni esperti del mondo della danza, la tesi si conclude con una serie di considerazioni personali che, se non mettono un punto definitivo alla questione, mirano a fornire alcuni indizi per una chiave di lettura dello spettacolo e, ampliando gli orizzonti, hanno l’obiettivo di contribuire ad una pratica, quella della danza e del teatro inclusivo, fondamentale se crediamo al ruolo sociale dell’arte.
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Andrea Bucciarelli nasce a Belluno nel 1997. Nel 2020 si laurea in Conservazione e Gestione dei Beni e delle Attività Culturali presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Dal 2018 assiste e partecipa ai progetti artistici di Tib Teatro, compagnia di residenza teatrale. Da diversi anni svolge attività di volontariato rivolte a persone con disabilità. È iscritto al corso di Organizzazione dello spettacolo presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi.
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