TITOLO TESI > Gli equilibri di genere nelle produzioni teatrali italiane. Modelli, approcci, interventi
ISTITUTO > Università Cattolica del Sacro Cuore – Corso di Laurea in Comunicazione per l’Impresa, i Media e le Organizzazioni Complesse
AUTRICE > Lidia Margiotta
INTRODUZIONE DELL’AUTRICE
Gli equilibri di genere nelle produzioni teatrali italiane è il titolo di tale progetto di tesi. L’obiettivo del lavoro svolto è stato quello di portare alla luce e rendere evidenti i numeri e le percentuali che dominano il panorama teatrale italiano, realizzando dunque quello che potremmo definire un bilancio di genere: quest’azione ha avuto lo scopo di individuare i divari e le problematiche di partenza, creando un modello (in continua evoluzione) necessario ad una mappatura costante in tutti i teatri d’Italia.
Prima di iniziare con i dati numerici, è stata necessaria una breve introduzione relativa alle problematiche e agli stereotipi legati all’identità di genere: il primo capitolo si occupa infatti di avviare la discussione a partire da materiali e studi precedenti relativi alla materia. Il secondo capitolo invece costituisce un approfondimento sul panorama legislativo europeo e italiano relativo alle donne e alle arti performative, con una digressione sul delicato tema della maternità. Con il terzo capitolo si entra poi nel vivo della ricerca: è stata svolta prima un’analisi all’interno dei Teatri Nazionali e dei TRIC (Teatri di Rilevante Interesse Culturale) per calcolare il numero di donne presenti nei ruoli apicali (dirigenza e consiglio di amministrazione) e successivamente il focus si è spostato sulle produzioni dei Teatri Nazionali per la Stagione 2021/2022, conteggiando il numero di donne coinvolte nei diversi settori artistici e tecnici (Regia, Drammaturgia, Assistenza alla Regia, Scenografia, Costumi, Luci, Audio e Interpretazione). Si è notata la totale assenza di dirigenze femminili tra i Teatri Nazionali (sono solo cinque i teatri diretti da una donna, appartenenti però alla categoria dei TRIC – Teatri di Rilevante Interesse Culturale), oltre che un forte sbilanciamento a favore degli uomini in quasi tutti i consigli d’amministrazione (hanno fatto eccezione – fra i Teatri Nazionali – l’Emilia Romagna Teatro e il Teatro Stabile di Torino, invece per quanto riguarda i TRIC, il Teatro Stabile del Veneto, il Centro Teatrale Bresciano, il Teatro Due di Parma e il Teatro di Sardegna). I risultati relativi all’occupazione femminile nei settori tecnici e artistici delle produzioni teatrali sono altrettanto preoccupanti: in tutti i Teatri Nazionali la percentuale delle donne nel complesso si aggira attorno al 30-35% in media contro un 60-65% di uomini. Discorso a parte riguarda le singole categorie che presentano percentuali molto diverse fra loro, ad esempio nel reparto Costumi le donne sono ben il 67% contro il 33% di uomini, ma nel settore del Sonoro le donne sono solo il 9%. Ovviamente tali indagini sono frutto solo dell’osservazione e dell’analisi relativa ai dati reperibili in locandina, ma purtroppo ignorano ad esempio altri comparti tecnici come la sartoria e il settore di macchinisti ed elettricisti poiché non facilmente accessibili. Incrociando poi alcune variabili, si è cercata la correlazione tra alcuni fenomeni: si è infatti notato che le produzioni dirette da almeno una donna, hanno la tendenza a coinvolgere più figure femminili nel cast e nelle maestranze.
Infine nell’ultimo capitolo il focus si è spostato sull’analisi intensiva svolta all’interno del Teatro Stabile di Torino, attraverso l’incontro diretto con dei professionisti del settore. Le tematiche affrontate durante le interviste riprendono e approfondiscono quanto discusso nei capitoli precedenti. Si è potuto accedere ai settori nascosti del teatro, quelli non rappresentati in locandina, riuscendo a trovare un riscontro concreto dei dati interni. Anche l’incontro con le figure artistiche ci ha dato la possibilità di conoscere il processo creativo e le scelte che precedono la realizzazione dello spettacolo in sé. Sono emerse inoltre le numerosissime falle presenti nel sistema legislativo: come la scarsità di garanzie nella gestione della maternità, le enormi disuguaglianze emerse in fatto di avanzamento professionale, temi affrontati nel secondo capitolo.
LEGGI LA TESI DI LAUREA > Gli equilibri di genere nelle produzioni teatrali italiane
Lidia Margiotta nasce a Trani, città pugliese, nel 1999. Nel 2017 si trasferisce a Milano per studiare Lettere moderne con indirizzo artistico-teatrale presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove si laurea nel 2020 con il massimo dei voti. Prosegue i suoi studi frequentando l’interfacoltà di Lettere ed Economia – Comunicazione per l’Impresa, i Media e le Organizzazioni complesse, sempre presso l’Università Cattolica, terminando il percorso nel luglio 2022 a pieni voti e con la vittoria del Premio di Laurea istituito da Carlo Dell’Aringa per il suo lavoro di ricerca. Da sempre il teatro ha fatto parte della sua vita e continua parallelamente il suo percorso di formazione attoriale; recentemente ha avuto l’occasione di studiare con Stefano Randisi, Enzo Vetrano, Mauro Avogadro, Leonardo Lidi e molte altre personalità di spicco del teatro italiano.
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