L’ARTE DEL BUFFONE – Laboratorio intensivo di recitazione intorno all’Arte del Buffone medievale

L’ARTE DEL BUFFONE – Laboratorio intensivo di recitazione intorno all’Arte del Buffone medievale

Alle radici del teatro rinascimentale e della Commedia dell’Arte troviamo alcune figure ibride di performer, solisti dell’arte attoriale impiegati nel ruolo di intrattenitori di piazza e di palazzo. Il loro repertorio era vasto e articolato: ballavano, si travestivano, recitavano, cantavano in falsetto, imitavano suoni, rumori, voci di animali, uomini, donne, bambini, stranieri, e a ciò affiancavano una gestualità oscena, salti e acrobazie.

Il laboratorio L’ARTE DEL BUFFONE si propone di indagare, a partire dall’improvvisazione e dai meccanismi comici, l’arte dell’intrattenitore per antonomasia: il buffone. Ogni partecipante costruirà il proprio oratore, a partire dalle capacità individuali di ciascuno, attitudini al movimento, al canto, alla danza, ai dialetti, al suono di uno strumento. Nel teatro popolare ognuno sfrutta al meglio le proprie qualità, sviscerandole, esplorandole ed esaltandole per farle poi vivere nella scena. I partecipanti saranno condotti a mettere in gioco le loro caratteristiche nella creazione di un linguaggio comune. A partire dal proprio buffone si costruirà poi una nuova drammaturgia, “monologante” o d’insieme, dove storie popolari, stornelli, novelle e motivi della tradizione folkloristica verranno rimasticati e riportati sul palcoscenico. Il gruppo di lavoro, tramite gli esercizi, sarà portato a sfruttare i punti di forza di ognuno.

Partendo dalla lezione del Maestro Dario Fo, perseguiremo l’idea di un teatro popolare stratificato, sacro e profano, universale e proprio per questo capace di parlare a tutti/e. Il gruppo dei buffoni incontrerà poi il pubblico, all’interno del Festival Be Popular, in una restituzione finale tra storia e contemporaneità.

INFORMAZIONI GENERALI

Da lunedì 19 agosto a domenica 1 settembre 2024, il lavoro si svolgerà per sei giorni a settimana a Vicenza, dalle ore 10.00 alle 13.00, e poi dalle 14.00 alle 17.00. È inoltre prevista una restituzione spettacolare al pubblico, all’interno delle serate del festival Be Popular.

Il corso, guidato da Michele Mori e Marco Zoppello, si avvarrà di insegnanti interni ed esterni a StivalaccioTeatro, con lezioni complementari di movimento, danza, e canto. Si rivolge ad attori e allievi attori, giovani con esperienza minima pregressa che intendano esplorare il mondo del teatro popolare. Le richieste di partecipazione saranno accolte fino al 15 maggio.
Il costo intero del corso è di €450, con termine ultimo di pagamento il 15 luglio; il costo si riduce a €400 se saldato entro l’1 luglio. Pagamento da effettuare tramite bonifico, al quale si aggiungeranno €5.00 di iscrizione associativa, da pagare in contanti ad inizio laboratorio.

Mattina
Esercizi di propedeutica. Dinamiche di movimento da Commedia dell’Arte. Punto di “fuoco”, emozione in relazione al “fuoco” e interazione con l’osservatore esterno (pubblico).
• Improvvisazione. Sulla costruzione degli “incidenti” e sulla progressione drammatica. Improvvisazioni su narrazioni con pantomima. Improvvisazione a due o a tre con progressione.
• Creazione del proprio Buffone. Chi sono? Da dove vengo? Come parlo? Come mi muovo? Creazione del linguaggio specifico: rima, dialetto, suono, canto, ritmo

Pomeriggio
Drammaturgia.
• Inizio del racconto: Situazione. Dove e a chi parliamo. Attrarre l’uditorio.
• Soggetto del racconto: ricerca, analisi e lettura di storie e racconti della tradizione popolare. Quale storia vogliamo raccontare. Trama.
• Costruzione del monologo/dialogo: presentazione dei personaggi del racconto. Antagonista. Creazione dei climax, rottura drammatica, risoluzione dei conflitti.
Creazione del momento poetico.

INFORMAZIONI GENERALI

Ufficio StivalaccioTeatro
cell. 3711984391
tel. 0444 534321
formazione@stivalaccioteatro.it
www.stivalaccioteatro.it

#TheatronConsiglia: Workshop “The String of the Body”, dal 21 al 25 Novembre a Roma

#TheatronConsiglia: Workshop “The String of the Body”, dal 21 al 25 Novembre a Roma

Dal 21 al 25 Novembre presso il Teatro Italia – Sala Quadrata (Via Bari 18, Roma) torna “The String of the Body”, workshop condotto da Jakub Gontarski e Agnieszka Rybak del Grotowski Institute di Wroclaw (PL).

Il programma del workshop “The String of the Body” è il risultato di più di 20 anni di pratica all’interno di un percorso che ha sperimentato vari settori: arti marziali, sport, ginnastica, danza, teatro e fisioterapia. Con lo sviluppo dell’esperienza attraverso il lavoro, il percorso formativo tende a sviluppare il processo creativo conducendo intense ricerche riguardanti la comunicazione, l’adattamento, la presenza, le relazioni, l’identità, l’espressione, il potenziale e la creatività.

Il Rito, le arti marziali e la danza sono sempre state parte integrante della vita e della storia dell’uomo dall’alba dei tempi. I processi di osservazione, adattamento e comunicazione con la natura e gli innumerevoli eventi naturali che hanno accompagnato l’evoluzione della specie umana ne hanno determinato anatomia, funzioni psico-fisiche e sviluppato processi coscienti e incoscienti. Gradualmente tutto questo, posto all’interno di una rete di relazioni umane organizzate, ha cominciato a definire specifici comportamenti e specifiche interazioni nei processi di comunione e correlazione.

Come possono, le informazioni acquisite, diventare incorporate e vitali per noi stessi e per l’allenamento? Come può il nostro corpo diventare una storia che riguarda ciò che già conosciamo e ciò che ancora non abbiamo scoperto su noi stessi? Come risvegliare le nostre radici e quelle regole e quei principi che ci orientano inconsciamente?

Attraverso un processo di training e di valutazione di nuovi stimoli tradotti in necessità per l’Essere Umano, che nella nostra ricerca è anche Guerriero e Interprete: per questo l’allenamento si articola in esplorazione e pratica costanti.

> PER MAGGIORI INFORMAZIONI SUL WORKSHOP CONSULTA L’EVENTO FACEBOOK

 

Jakub Gontarski

Jakub Gontarski collabora col Grotowski Institute nel programma di ricerca “Body Constitution”. Ha avviato il programma “The String of the Body” ponendo come obiettivi del lavoro espressività, presenza, drammaturgia attoriale e creatività partendo dalle arti marziali nel sentiero del Guerriero-Interprete. Viaggia in Brasile per acquisire nuove ispirazioni: documenta e prende parte attiva nei riti dei Candomble ne Egungun. Per un periodo di tempo lavora al progetto “Deus ex Machina” con l’attore Jacek Zawadzki. È co-creatore delle produzioni “Animan – I Am That”, “Madhouse” e di molte altre. Lavora a performance d’improvvisazione fisica su musica dal vivo. È laureato presso la “13 Film Stunt School” di Wroclaw. È co-organizzatore dei festival “CYRKULACJE” e “Planet Kids” di Wroclaw (www.cyrkulacje.wroclaw.plhttp://cyrkulacje.wroclaw.pl/festiwal-cyrkulacje-2016-opowiesci-ciala-glebiej/planet-kids-2016/) e presidente di “Momentum Association of Creative Initiatives”. Ha praticato Judo e Capoeira in Brasile e in molti paesi europei. Ha studiato movimento con illustri Maestri in Polonia e in tutto il mondo. Si ispira allo jiu-jitsu, alla boxe, al mondo dello sport e alla biomeccanica. Ha lavorato per la “Krzyżowa Foundation for Mutual Understanding in Europe” dirigendo numerosi workshop e allestendo coreografie e performance con giovani di tutto il mondo. Conduce workshop a Wroclaw con ragazzi con problemi di natura socio-relazionale all’interno del progetto “Thought in Motion” sotto la direzione dell’Istituto di Musica e Danza. Ha insegnato movimento presso “Ente private kindergarten” (European Cooperation Centre). Suona strumenti musicali afro-brasiliani ed è autore della raccolta di poesie “death and rebirth”.

Agnieszka Rybak

Agnieszka Rybak è un’insegnante e performer che collabora col Grotowski Institute nel programma di ricerca “Body Constitution” e che, insieme a Jakub Gontarski, ha creato il format di workshop “The String of the Body”. Ha praticato Capoeira per molti anni, compresa un’esperienza in Brasile nel 2008, e vinto una borsa di studio presso la “Alternative Dance Academy” di Poznań. Si è diplomata presso la “Academy of New Dance and Improvisation” e completato numerosi corsi da istruttore nei campi della terapia, della danza e del movimento lavorando poi in Polonia e all’estero. È praticante e insegnante di un metodo di lavoro sul corpo di origine hawaiana e praticante del metodo “Life Impression Bodywork” e di “Thai Yoga Massage Sacred Dance” della “Sunshine House School” di Chiang Mai. È membro di ECITE (European Contact Improvisation Teachers Exchange) e iniziatrice del movimento di improvvisazione di Wroclaw. È inoltre co-creatice del “Cyrkulacje Festival” e di “Planet Kidsproject”.

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#THEATRONCONSIGLIA: TRAMAEDRAMA workshop di scrittura e recitazione diretto da Sergio Basile

#THEATRONCONSIGLIA: TRAMAEDRAMA workshop di scrittura e recitazione diretto da Sergio Basile

Dal 1° all’ 8 Agosto 2017 a Roma (Via Appia Antica, 18) si terrà il workshop TRAMAEDRAMA diretto da Sergio Basile ed organizzato da Imprenditori di Sogni in collaborazione con Il Gruppo Storico Romano (maggiori info sul workshop).  Il progetto è patrocinato dalla Regione Lazio. In un precedente articolo abbiamo scoperto il lavoro che da anni svolge l’associazione culturale Imprenditori di Sogni ( leggi il #FocusOn ).

Per approfondire le peculiarità della proposta formativa, la redazione di Theatron 2.0 ha intervistato il conduttore del workshop Sergio Basile:

Sergio Basile, attore, regista e drammaturgo. Quali sono stati gli incontri fondamentali della tua carriera artistica?

Se guardo al mio passato artistico (cosa che non faccio molto spesso perché mi provoca nostalgia, un sentimento per me paralizzante…), al mio “magnifico avvenire dietro le spalle”, per citare ironicamente il titolo della autobiografia di Vittorio Gassman, e per rispondere alla domanda circa gli incontri fondamentali della mia carriera artistica, penso soprattutto ad un luogo, dove molti di quegli incontri avvennero: la Bottega Teatrale di Firenze. Ero poco più che ventenne, ci entrai dopo due memorabili audizioni  (eravamo in più di settecento a parteciparvi), una  con Giorgio Albertazzi e l’altra con Vittorio Gassman, nel 1981. Lì, alla Bottega,  ho fatto alcuni di quegli incontri “stellari” – come dice Stepan Zweig – che hanno cambiato totalmente la mia vita: Gassman, appunto, che dopo l’esperienza didattica fiorentina, mi volle poi nella sua Compagnia, e Giorgio Albertazzi, di cui parlerò più diffusamente dopo. Ma oltre a loro, a Firenze, ho avuto come Maestri, Orazio Costa che mi fece apprendere  il suo “sistema mimico”, e poi il  divo hollywoodiano  Antony Quinn (venuto ad insegnare  “il Metodo” appreso da Lee Stasberg e Michel Cecov’) e tanti altri; voglio ricordare Gigi Proietti, Luciano Salce  e soprattutto Adolfo Celi, un Maestro e un uomo eccezionale. Fondamentale, per la mia crescita artistica, è stato anche l’incontro con i grandi registi come Luigi Squarzina, Mario Missiroli, Franco Zeffirelli  ed Egisto Marcucci; e anche i poeti-registi come Giovanni Testori.  L’avanguardia romana, quel teatro fatto di immagini e luci, di sintesi pittoriche, di invenzioni spiazzanti  l’ho conosciuta attraverso Memè Perlini, recentemente e tragicamente scomparso,  con il quale ho collaborato lungamente e al quale rivolgo un pensiero affettuoso. Importantissimo poi per  me l’incontro con Enrico Maria Salerno che mi volle nel ruolo del Capocomico nei Sei personaggi di Pirandello; un attore eccezionale, superbo. Recitare ogni sera con lui era un’esperienza unica,  come fare in tre ore di spettacolo un seminario di recitazione di un mese… Altro incontro importante è stato quello con Pietro Carriglio, che mi ha voluto  nella Compagnia Stabile del Teatro Biondo da lui diretta  per circa 8 anni. Recentemente sono stato diretto da Peter Stein: da lui, benché io non sia più giovanissimo… e sia ormai un attore, come dire… formato, ho imparato moltissimo. Credo e spero comunque che di incontri  fondamentali ne verranno altri…

Che rilevanza ha avuto il tuo incontro con Giorgio Albertazzi?

La collaborazione e l’amicizia con Giorgio Albertazzi è durata più di trent’anni: è iniziata alla Bottega Teatrale di Firenze ed è finita l’anno scorso quando Giorgio ci ha salutato. Che cosa posso dire… Giorgio è stato un costante punto di riferimento nel mio itinerario artistico, nella mia vita (anche privata) una voce con cui confrontarmi e dibattere sul teatro, sulla politica a volte anche aspramente, sempre appassionatamente. La sua capacità di analizzare una scena, le relazioni tra personaggi era impressionante, come la sua vorace curiosità. Fare un elenco di tutte gli insegnamenti (mai fatti ex cathedra)  per cui gli sono grato e debitore sarebbe lunghissimo ma uno almeno voglio ricordarlo: mi ha trasmesso  (come anche Gassman) l’amore per la poesia, l’amore di “dire” la poesia. Mi ha insegnato a privilegiare l’aspetto metrico a quello sintattico e a lavorare sulle sonorità, sugli aspetti ritmici,  individuando il “sound” particolare che ha ogni poeta…Il “sound” di Dante non è quello di Cardarelli, per esempio.    Mi manca molto la sua straordinaria passione teatrale e la sua amicizia, mi mancano le sue lunghe telefonate. Mi sono congedato da lui in un bruttissimo Mercante di Venezia, dove io recitavo Antonio, diretto da un povero sciagurato: vedere Giorgio eseguire le indicazioni più strampalate e demenziali di un vero e proprio debuttante allo sbaraglio  mi faceva tristezza. Perché Giorgio aveva accettato quella regia? Ma lui era fatto così: generoso e pronto a dare fiducia a tutti…salvo pentirsene amaramente quando era troppo tardi. Una costante del suo carattere portato allo sperpero… Comunque, nonostante l’età e gli acciacchi, aveva momenti grandiosi; faceva uno Shylock da brividi…Recitare insieme la scena della “libbra di carne” era sconvolgente…E’ stata l’ultima volta che ho calcato il palcoscenico insieme al mio Maestro.  Ma c’è un aspetto, molto importante per me,  che voglio assolutamente ricordare: quando lavorammo con Giorgio in Bottega, preparammo il saggio di fine corso su Amleto (che lui, forse il più grande Amleto italiano, conosceva bene). Ci divise in vari gruppi di lavoro e  ci fornì tutta una serie di materiali (scritti critici, drammaturgie)  “intorno” ad Amleto; poi ci invitò a ri-scrivere delle singole scene, ad elaborare dei  trattamenti autonomi (cioè non legati completamente alla scrittura scespiriana), a focalizzare e verbalizzare le emozioni che avevamo provato leggendo l’originale di Shakespeare. Insomma, riscrivemmo e recitammo alcune sequenze dell’Amleto di Shakespeare, con risultati estremamente interessanti. Giorgio voleva formare un attore-autore moderno(come lui è sempre stato), colto, preparato un attore “libero” di fronte al testo, capace anche di riscriverlo, di aggiornarlo criticamente…Una lezione grandiosa di cui ho fatto tesoro.   

TRAMAEDRAMA, a cura di Imprenditori di Sogni, sarà il prossimo workshop di scrittura e recitazione da te diretto insieme ad Auretta Sterrantino. Quali saranno le linee guida e gli obiettivi perseguiti? 

In un certo senso, credo di aver già risposto a questa domanda, precedentemente. Vorrei trasmettere a chi parteciperà a questo workshop quella stessa esperienza vissuta da me a Firenze tanti anni fa con Albertazzi. Vorrei contribuire alla crescita e alla formazione di attori con la capacità di scrittura, capaci di leggere approfonditamente un testo, confrontarne le traduzioni (se necessario), formarsi un punto di vista critico sull’argomento, ri-scrivere una scena, concepire una drammaturgia (magari derivata da romanzi, fonti storiche, articoli giornalistici, saggi);  attori “autonomi”, non “etero- diretti”  (nell’assoluta mancanza sulla scena italiana contemporanea di figure registiche di alto spessore culturale nemmeno lontanamente paragonabili ai maggiori  esponenti italiani del cosiddetto “teatro di regia” come Streheler, Squarzina, Missiroli, Ronconi, Castri) attori cioè in grado di elaborare, ribadisco, autonomamente,  un “progetto” interpretativo complesso. Questo l’obiettivo del workshop che terrò con Auretta Sterrantino, una giovane regista e drammaturga di grande valore.

I partecipanti più meritevoli avranno poi anche la possibilità di poter essere coinvolti nelle prossime produzioni di Imprenditori di Sogni, tra cui la realizzazione di uno spettacolo da te scritto e diretto, che andrà in scena al Teatro antico di Tuscolo, prodotto da Imprenditori di Sogni. Quali maggiori info puoi rilasciarci in merito a questo progetto?

Nel 2004, Albertazzi, allora Direttore del Teatro Stabile di Roma, mi affidò un progetto un po’ folle… Scrivere e rappresentare una drammaturgia originale  su una controversa e importante figura storica, legata a Tuscolo (dove aveva una bella villa…),  quel Marco Tullio Cicerone, mai assurto alle glorie del teatro come i suoi grandi avversari Giulio Cesare e Marco Antonio…:nel  Giulio Cesare, per esempio, Shakespeare, gli assegna solo due o tre battute, brevi e di servizio. Individuammo (attraverso provini pubblici) una dozzina di attori che sapessero anche elaborare un testo scritto e ci immergemmo in una full immersion nelle  opere ciceroniane, da quelle retoriche a quelle filosofiche; leggemmo biografie romanzate e saggi filologici, Plutarco e Appiano…Insomma ci facemmo un’idea della immensa produzione dell’Arpinate e della sua controversa personalità. Poi individuati alcuni temi (giudicati interessanti) e divisi i partecipanti in piccoli gruppi di lavoro, li incoraggiai a scrivere su quei temi e ad inventare o re-inventare (quando si trattava di figure  storiche) alcuni personaggi. Ne venne fuori una imponente produzione letteraria da cui poi selezionai gli scritti più interessanti; come un buon artigiano falegname… li “incastrai” tra di loro, ne sviluppai qualche aspetto, e scrissi finalmente una drammaturgia definitiva, quella Lingua Pugnalata che andò in scena al teatro romano di Tuscolo e poi in tournee nel 2004… A distanza di più di dieci anni, vorrei ripetere quell’esperienza, con i meravigliosi ragazzi selezionati nelle scuole del territorio della Comunità Montana (Frascati, Grottaferrata…) ed alcuni attori professionisti. Vorrei approfondire alcuni aspetti drammaturgici che allora tralasciai, soprattutto ispirati dalla lettura delle  Tusculane Disputationes, composte da Cicerone proprio nella sua villa di Tuscolo, lettura che ho trovato  molto stimolante (contrariamente a quanto si pensa), piena di ironia,  e capace, a mio giudizio, di costituire materiale per il teatro: in fondo si parla della felicità.

Che consiglio puoi dare a Imprenditori di Sogni e a tutte le realtà giovani che, oggi, investono nella cultura?

Solo la cultura può salvare questo paese da un inesorabile declino e imbarbarimento. E’un’ovvietà. Perciò investite nella cultura per il bene di tutti.

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Imprenditori di Sogni – Appuntamento a Tusculum (Progetto di Sergio Basile)