Superare l’ostacolo, ricominciare, guardare oltre. Incontrare il pubblico, lavorando a fianco degli artisti, alla ricerca di una nuova normalità. Danza, teatro e performance abiteranno il Supercinema di Tuscania (VT) dal 2 al 4 ottobre, con l’appuntamento annuale del Focus Giovani, tre giorni dedicati alla nuova autorialità in cui verranno presentati presso il Supercinema di Tuscania, a cura di TWAIN_Centro Produzione Danza, Vera Stasi_Progetti per la Scena e ATCL_Circuito Teatrale del Lazio, i lavori di sei giovani realtà artistiche under 35 e del coreografo Manfredi Perego, ospite d’eccezione riconosciuto e apprezzato in Italia e all’estero.
Focus Giovani 2020: 2 ottobre
Il weekend di danza si aprirà venerdì 2 ottobre con gli artisti presentati da TWAIN_Centro Produzione Danza: Sara Lupoli che presenterà Off-Cells, opera crossmediale che invita gli osservatori ad attivare la propria capacità cinestetica e percettiva attraverso un esperimento che investe i neuroni legati alla vista, una produzione Art Garage; Paglialunga/Mattogno con lo spettacolo Shape of moving waves, un dialogo tra danza e musica ispirato alla fisica del suono e alla sua propagazione molecolare nell’aria; Antonio Formisano con DependEsports primo studio, prodotto da Borderline Danza che si colloca al confine tra benessere e malessere derivanti dall’uso dei videogames. La performance racconta la fascinazione oscura per la relazione con il computer da gioco, in un’immersione totale nella dipendenza dalla realtà virtuale.
Focus Giovani 2020: 3 ottobre
La serata del 3 ottobre, organizzata da VERA STASI_Progetti per la Scena in collaborazione con Network Anticorpi XL, vedrà esibirsi la coreografa e danzatrice Barbara Berti con la creazione Bau#2, dalla serie BAU – Coreografia del pensare, in cui viene sviluppato un metodo di lavoro incentrato sull’esplorazione delle connessioni invisibili fra corpo e mente, tra subconscio e percezione cosciente del reale, una pratica in cui movimento e parola vengono creati in tempo reale durante la performance, traducendo le informazioni e i processi che intercorrono tra pubblico e performer.
La stessa sera il trio Zanni/Feltre/Cisternino, autore di DOYOUWANNAJUDGEME, presenterà una performance, prodotta da Company Blu, che concretizza i “frammenti coreografici” derivati da un’analisi visiva e puramente personale dell’affresco Giudizio universale di Michelangelo Buonarroti. Partendo da una serie di sperimentazioni suggerite dalla varietà di forme e dettagli che caratterizzano l’opera pittorica, il lavoro si sviluppa attraverso la costruzione di una partitura coreografica suddivisa in ‘frames’.
Focus Giovani 2020: 4 ottobre
Domenica 4 ottobre, Manfredi Perego e Paolo Rosini riscalderanno il pubblico di Tuscania con il loro estro creativo. Perego con Primitiva, produzione TIR Danza, coproduzione Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, proporrà al pubblico una ricerca sugli elementi primari che abitano la corporeità, un viaggio mnemonico all’interno della più antica percezione di sé, quella animalesca e al contempo impulsiva e fragile. Lo spettacolo è programmato in collaborazione con ATCL_Circuito Teatrale del Lazio. Mentre Rosini (vincitore Premio TenDance 2019) porterà in scena la performance Oriri, una meditazione sul fluire mutevole della vita e sulla sua inafferrabilità; un luogo dove l’abbandono allo scorrere degli eventi, diventa nuovo punto di partenza per un’esistenza apparentemente priva di sostegno, quasi abbandonata a se stessa.
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
Quest’anno, per le esigenze imposte dall’emergenza covid, a Viterbo non si terranno, come è tradizione antica, le manifestazioni legate alla Festa di Santa Rosa, tra cui la processione e il trasporto della celebre “Macchina di Santa Rosa”, evento unico al mondo riconosciuto dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità.
Il Festival Quartieri dell’Arte ha voluto trasformare il primo dei progetti teatrali presentati in questa XXIV edizione in un omaggio ai viterbesi e alla festività a loro più cara. Centrale nel programma 2020 sarà infatti la commissione al pittore Francesco De Grandi – esponente di spicco della scuola palermitana contemporanea – di 9 disegni che facciano fare al pubblico un’esperienza connessa al passato remoto della Macchina e della Festa di Santa Rosa. A De Grandi è stato chiesto di riprodurre attraverso l’intensa drammaticità della sua pittura e del suo tratto, alcuni momenti del trasporto della Macchina del 1690 (il primo di cui si abbia una rappresentazione grafica). L’artista palermitano – che vanta un curriculum internazionale consolidato, con alcune esposizioni alla Biennale dell’Arte di Venezia – ha immaginato una sorta di corteo grafico ideale che riassumesse in sé gli elementi distintivi della Festa di Santa Rosa.
“Francesco De Grandi è palermitano” – dichiara il drammaturgo Gian Maria Cervo, direttore artistico di Quartieri dell’Arte – “e Palermo e Viterbo sono legate da due feste sacre di grande spettacolarità, in cui cultura popolare e fede si fondono: Santa Rosalia e Santa Rosa. Per questo vorremmo che l’apertura della mostra a Viterbo, il cui titolo “Vago fiore” cita un inno elevato alla Santa e alla sua Macchina, possa essere anche occasione simbolica di incontro tra due comunità. De Grandi colloca le sue opera all’interno di un’installazione che rappresenta la versione postmoderna di una biblioteca rinascimentale o barocca. E per questo spazio ho creato un tappeto vocale-sonoro per cui hanno prestato la loro voce star del cinema e del teatro italiano che hanno calcato i palcoscenici del festival nel corso degli anni. E’ questa un’ulteriore contestualizzazione dell’ opera che riproduce voci da fiera e espressioni di incitamento usate nel Seicento desunte in gran parte da un ciclo di commedie di Michelangelo Buonarroti jr. andate in scena prima di questa riproposta in forma di riscrittura, solo a Firenze, agli Uffizi, nel 1617.”
La mostra andrà a costituire un ambiente all’interno del quale ci saranno interventi performativi di teatro e danza, costituirà dunque una esperienza sensoriale a 360 gradi. Alla mostra, con curatela di Marcello Carriero, cui aderiscono anche il Monastero di Santa Rosa e il Centro Studi intitolato alla Santa, con l’apporto della studiosa Eleonora Rava e a cui ha dato il patrocinio il Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa, è abbinato anche un catalogo esclusivo, realizzato in 400 esemplari con interventi originali di Francesco De Grandi. Una parte consistente del ricavato degli ingressi alla mostra sarà donato al Monastero di Santa Rosa e al Sodalizio dei Facchini per la realizzazione di iniziative benefiche. I cataloghi numerati potranno essere acquisiti, oltre che attraverso il semplice acquisto, per eventuali aziende che volessero contribuire, anche attraverso il meccanismo dell’Art Bonus che dà diritto di recuperare il 65% delle donazioni effettuate in favore del Festival come credito di imposta.
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
A due settimane dalla sua conclusione,Piccoli comuni incontrano la cultura, la rassegna organizzata da Atcl Lazio e Regione Lazio, propone nel week-end tre spettacoli per l’intrattenimento di adulti e bambini. Ogni tappa di questo tour territoriale, prevede il supporto dei Comuniospiti, attivando un percorso virtuoso di sostegno alla cultura.
La riscossa dei Clown della compagnia Madame Rebiné a Frosinone
Il 16 novembre alle ore 18:00 al Centro Studi Pasquale Mastroianni di CAMPOLI APPENNINO (FR), la compagnia Madame Rebiné presenta La riscossa dei clown: uno spettacolo in cui sono utilizzate tecniche di giocoleria, beat-box, rumorismo, commedia dell’arte, mimo, acrobatica, clown, tip tap e roue Cyr.
Racconta la compagnia: «La riscossa del clown nasce dal desiderio di tornare a sperare in un mondo che possa trasformarsi e in cui grazie all’impegno e alla partecipazione, anche i clown possano vincere. Tutto ciò al servizio di uno spettacolo comico in cui all’arte circense si unisce la spontaneità degli attori».
Dopo novant’anni di sfortuna, delusione e scivoloni un vecchio clown torna a cavallo della sua sedia a rotelle per farsi giustizia. Sarà un’impresa impossibile dove renne acrobate, giocolieri miopi e mosche assassine cercheranno di impedirglielo. A colpi di naso rosso, lotterà fino all’ultimo respiro per difendere la sua dignità. Se ci riuscirà sarà solo grazie al sostegno degli spettatori. Uno spettacolo di circo e teatro al servizio della leggerezza e del divertimento. Un cabaret alla riscossa in un cui il clown trionfa.
La compagnia Madame Rebiné racconta storie impregnate di una profonda coscienza ironica che permettono di giocare con le debolezze dell’essere umano. Convinti che le più grandi libertà nascano dall’accettazione dei propri limiti, hanno fatto della risata il proprio logo e della poesia lo strumento con cui trasmettere la piena fiducia in tutto ciò che di bello c’è nel mondo.
L’albero di Rodari del Laboratorio integrato Piero Gabrielli a Viterbo
Il Laboratorio integrato Piero Gabrielli presenta L’albero di Rodarial Teatro Comunale di Canepina (VT), il 16 novembre alle ore 18:00. Le letture di fiabe e filastrocche drammatizzate dalla regia di Roberto Gandini e adattate da Attilio Marangon prendono vita per la gioia dei più piccoli che, insieme al pubblico dei più grandi, potranno lasciarsi rapire da un universo di fiaba, magici incanti e ricordi lontani. Storie di gioia e felicità, ma anche di solidarietà estrema.
Soffici riflessioni sul rispetto dei diritti dei più piccoli, come quella di un tenero nonno alla ricerca dei giocattoli per i suoi nipotini, che si imbatterà in un ambiguo Mefistofele alle prese con un marchingegno che fa scomparire oggetti e persone non graditi ai bambini. O la tenera parabola di un presepe in cui verranno catapultati Toro Seduto, un tamburino e un aviatore con tanto di aereo. E ancora, il racconto della rivolta dei personaggi classici del presepe, pastori e vecchine delle caldarroste, con tre possibili finali a scelta, in un divertente gioco del destino nelle mani dei desideri dei bambini.
Letture recitate sotto l’albero, alla scoperta dei tesori che le fiabe e le filastrocche di Gianni Rodari raccontano e continuano a conservare, affascinando il pubblico con l’ironia, la fantasia e la capacità di immaginare un mondo migliore.
Debora Caprioglio in Callas d’incanto a Rieti
Debora Caprioglio è la protagonista di Callas d’incanto, scritto e diretto da Roberto D’Alessandro, in scena il 16 novembre ore 21:00, presso il Teatro S. Michele Arcangelo di Montopoli (RI).
Bruna, fedele governante, è stata l’ombra della Callas e come una Vestale ne custodisce la memoria, i ricordi, l’idea di una donna che ha rappresentato tutta la sua esistenza. Così ascoltiamo la storia che Bruna ci racconta e ci troviamo al suo fianco a spiare, quasi con vergogna, i palpiti di quel cuore, la sua felicità, il suo tormento, tutta la tristezza del mondo.
Cos’è un mito? Nelle religioni, è la narrazione sacra di gesta e origini di Dei ed Eroi. Può essere l’esposizione allegorica di un’idea, o il racconto di un’illusione. Per estensione, è l’immagine idealizzata di un evento o di un personaggio che svolge un ruolo determinante nel comportamento di un gruppo umano. Una leggenda.
Maria Callas è tutto ciò. La sua statura artistica ha diviso il mondo dell’opera “in prima e dopo la Callas”. La sua capacità di interpretazione ha strappato la scena operistica all’artificio dei gorgheggi fini a se stessi, riuscendo a dare un’armonia ai personaggi del melodramma. La Callas nel nostro racconto non è una voce in una donna, bensì una donna con una voce. La sua vita, al di là della legenda, si consumò nella tragedia.
Bruna racconta con fervore e passione quasi religiosa il tormento di Maria Callas per una grande storia d’amore, quella con Aristotele Onassis. La loro relazione e il suo triste epilogo concorrono ancor di più a dare alla vicenda una sacralità mitica. Bruna durante tutto lo spettacolo attende il ritorno della sua Madame. Alla fine il desiderio di veder rientrare Maria Callas si fa irresistibile. La divina non può tornare: Il suo corpo non c’è più ma il suo mito continua ad aleggiare in mezzo a noi.
Nasce a Napoli nel 1993. Nel 2017 consegue la laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo con una tesi in Antropologia Teatrale. Ha lavorato come redattrice per Biblioteca Teatrale – Rivista di Studi e Ricerche sullo Spettacolo edita da Bulzoni Editore. Nel 2019 prende parte al progetto di archiviazione di materiali museali presso SIAE – Società Italiana Autori Editori. Dal 2020 dirige la webzine di Theatron 2.0, portando avanti progetti di formazione e promozione della cultura teatrale, in collaborazione con numerose realtà italiane.
Nel prossimo week-end Piccoli comuni incontrano la cultura farà tappaa Roma, Viterbo e Frosinone con tre eventi di teatro e letteratura. Durante il primo mese di attività, la rassegna organizzata da Atcl Lazio e Regione Lazio, ha coinvolto l’intero territorio regionale regalando eventi artistici di grande interesse.
La chitarra tra sogno e gioia: il Conservatorio di Santa Cecilia in concertoa Poli (RM)
Lo scorso 18 ottobre, nella piccola cittadina di Poli (Rm) si è tenuto il concerto La chitarra tra sogno e gioia, eseguito dai musicisti laureandi del Conservatorio di Santa Cecilia di Roma. Un antico organo svetta tra gli affreschi della Chiesa di San Pietro Apostolo, uno strumento musicale che diventa simbolo di speranza per l’intera comunità: nel dare il benvenuto ai cittadini accorsi per l’evento, il Sindaco Federico Mariani ricorda il lavoro di restauro cui l’organo della Chiesa è sottoposto da alcuni mesi.
La musica, che da quella cassa armonica tornerà a risuonare, si farà portavoce e metafora di una rinascita culturale che luoghi come Poli tentano faticosamente di ottenere. Un’azione rilevante che si fa sintesi concreta delle volontà perseguite dal progetto Piccoli comuni incontrano la cultura: far rivivere cittadine di grande fascino, puntando sui processi culturali su di esse innestati.
Il quartetto di chitarre classiche ha invaso la navata della Chiesa di San Pietro Apostolo con l’esecuzione di brani di grandi compositori come Hendel, Bach, Pachelbel, Giuliani, fino ad arrivare a Vivaldi e Piazzolla regalando una serata dalle atmosfere raffinate, a tinte barocche. Federico Attanasio, Marco Caponegro, Riccardo Colini e Federica Sanzolini, i quattro giovani chitarristi del Conservatorio di Santa Cecilia, riproporranno il loro repertorio il 27 ottobre alle ore 18:00, presso la Chiesa di S. Lucia di Castrocielo (FR).
Paola Quattrini a Sant’Oreste (RM) con Oggi è già domani
Il 26 ottobre alle ore 21:00, al Teatro Comunale di Sant’Oreste (RM), Paola Quattrini sarà protagonista di Oggi è già domani. Lo spettacolo racconta di una casalinga, Dora, con un marito distratto e quasi sempre assente, due figli egoisti che si ricordano di avere una madre soltanto quando hanno bisogno di aiuto. Quella di Dora sembrerebbe un’esistenza grigia ma, invece, non è così, perché Dora è una donna dotata di eccezionali risorse e riesce a vincere la solitudine sfogandosi con un’amica che sa ascoltare: il muro della cucina. Al muro, Dora confida sogni, desideri e felici ricordi.
Racconta gli accadimenti delle sue giornate ed alcuni divertenti incontri con una antipatica vicina di casa, una sorprendente compagna di scuola, un cane forzatamente vegetariano e con Pia la sua unica amica femminista. Se un muro potesse ridere e commuoversi, non c’è dubbio che il “suo” muro lo farebbe perché Dora esprime tenerezza, fantasia ed un irresistibile umorismo. Grazie a queste doti, Dora riesce ad evadere dalla prigione domestica e non solo metaforicamente. Perché, un bel giorno, ritrova tutto il suo coraggio: pianta la famiglia ingrata e si tuffa in una esotica avventura partendo per la Grecia insieme con l’amica Pia.
E non importa se anche l’amica si rivela un’egoista e la lascia sola per godersi un’avventura amorosa. Uno scoglio in riva al mare diventa il nuovo confidente di Dora. Allo scoglio, come prima al muro della cucina, Dora parla con la sincerità e libertà di linguaggio, senza mai perdere la fiducia nella gente e nella vita.
Radio Maigret: Settimo Cielo in scena a Carbognano (VT)
A Carbognano (VT), nello spazio culturale Ex Chiesa di S.Maria, il 27 ottobre alle ore 21:00, Piccoli comuni incontrano la cultura porterà in scena Radio Maigret di Settimo Cielo, ideazione e testo di Gloria Sapio e Maurizio Repetto.
Radio Maigret nasce da uno studio progressivo sulla scrittura di Simenon, sul clima dei suoi romanzi, del genere poliziesco, dalle immagini d’antan di un certo cinema francese e di sceneggiati nostrani entrati nell’immaginario collettivo, come certe indimenticabili modulazioni della voce che ci riconducono a un teatro d’attore “che non si fa più”.
I chiaro scuri d’epoca inducono a immaginare una scansione recitativa da vecchia radio, dove ritmi sincopati si accendono in prossimità dei microfoni. Ma la teoria dei rumori, quelli archetipici della paura, del brivido notturno, lo scricchiolio delle scale, della porta che si apre, i passi dell’inseguitore, lo sparo, sono qui distorti e giocati su una resa anche visiva che li strania e li deforma, spesso cogliendo di sorpresa l’attore con dei riverberi in differita e inquietanti fuori onda. Un tappeto sonoro che allude alla vecchia postazione del rumorista ma ha i suoi riferimenti nella musica contemporanea e si intreccia con le voci, le sostiene, le annulla, le porta lontano.
Al doppio binario di questo Maigret, si aggiunge la teoria dei personaggi, colpevoli e innocenti, tutti “sotto il cielo di Parigi” confusi tra gli amanti di sempre e quel corollario di immagini che Simenon e il mito ci hanno reso consuete. Ma la proverbiale umanità del commissario, la penna empatica di Simenon, non riescono a dissimulare la ferocia di una caccia che spinge il commissario (con la complicità del pubblico che viene invitato a entrare nel vivo del plot) a braccare i colpevoli, bestie sanguinose, sospinte dalla miseria verso l’emarginazione e quindi alla delinquenza. Sono la folla di immigrati che già preme alle porte di Parigi e colpisce con determinazione cieca una società che li ghettizza e respinge. Una storia che prelude e allude al presente, tanto da confondersi con esso.
Radio Maigret è anche un omaggio a Parigi attraverso le parole suggerite da un autore belga che amava quella città con la tenerezza di un esule. Lo spettacolo rievoca uno dei romanzi più nostalgici di Simenon – Maigret et son mort – che, lontano da Parigi, in America, chiude gli occhi e enumera le strade, le piazze, i quai e i boulevard con la nitidezza ossessiva del ricordo.
Va l’aspro odor dei vini l’anime a rallegrar: Edoardo Siravo e Gabriella Casali a San Donato Val di Comino (FR)
Edoardo Siravo sarà protagonista insieme a Gabriella Casali di una serata letteraria, Va l’aspro odor dei vini l’anime a rallegrar, dedicata al nettare degli dei, il vino, presso il Teatro di San Donato Val di Comino (FR), il 27 ottobre alle 18:30 in cui racconta di come il vino sia da sempre protagonista della letteratura, tanto che numerosi poeti e scrittori della storia hanno dedicato proprio a questa bevanda alcuni dei loro più importanti passi.
“Mescete, o amici, il vino. Il vin fremente / scuota da i molli nervi ogni torpor, / purghi le nubi de l’afflitta mente, / affoghi il tedio accidioso in cor”. Così cantava Giosuè Carducci, inneggiando a quella salutare e schietta bevanda che fa decisamente buon sangue, che ormai ha assunto un posto d’onore sulle tavole della buona borghesia, e non più solo su quelle aristocratiche, come lamentava l’abate Parini, il quale per le sue origini prediligeva il vino ugualitario al più raffinato e blasonato caffè. Un dualismo che diventa anche contrapposizione fisica di luoghi, di comportamenti, tra il caffè degli illuminati fratelli Verri e le taverne popolari. Queste ultime in particolare celebrate da Giuseppe Gioacchino Belli, per il quale il vino è forza, salute, vita, compagno di bisbocce e di invettive, e anche animatore di risse feroci.
Anche nelle opere di Giovanni Verga il vino assume un posto particolare, insieme al pane. Anche simbolico. Non solo per i derelitti dei Malavoglia. Pensiamo a Cavalleria rusticana. Turiddu ha una colpa da espiare: un’ultima cena, un bicchiere di vino rifiutato, il bacio del tradimento. Una “passione” laica dove vino e sangue si mischiano.
Per gli Scapigliati, invece, il vino diventa trasgressione e assume i colori dell’autodistruzione in compagnia del verde assenzio, riecheggiando solo alla lontana le esaltazioni di Baudelaire e di Rimbaud.
E potrebbe continuare a lungo questo viaggio sulla presenza di Bacco nella letteratura, un viaggio che comincia da Alceo, Anacreonte, Euripide, Omero, Virgilio e Ovidio, passando tra le opere di Parini e Carducci, Trilussa e Campanile e altri grandi autori.
Nasce a Napoli nel 1993. Nel 2017 consegue la laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo con una tesi in Antropologia Teatrale. Ha lavorato come redattrice per Biblioteca Teatrale – Rivista di Studi e Ricerche sullo Spettacolo edita da Bulzoni Editore. Nel 2019 prende parte al progetto di archiviazione di materiali museali presso SIAE – Società Italiana Autori Editori. Dal 2020 dirige la webzine di Theatron 2.0, portando avanti progetti di formazione e promozione della cultura teatrale, in collaborazione con numerose realtà italiane.
È l’opera collettiva And So My Face Became My Scar, a metà tra teatro, serie tv e mostra d’arte firmata da alcuni dei più interessanti drammaturghi emergenti europei (l’italiano Joele Anastasi, l’inglese Danielle Pearson, il turco Rasim Erdem Avsar, l’irlandese Emily Gillmor Murphy), ad aprire i XXII Quartieri dell’Arte (Viterbo, 26/8-24/10), anche quest’anno sul ciclo Ricostruzione di una Città. “QdA 2018 – dice il direttore Gian Maria Cervo – esplora i legami di Viterbo e Lazio con grandi movimenti, dal francescanesimo al caravaggismo, dalle cantine-teatro alle sofisticate tecniche polivocali del XXI secolo, con spettacoli in luoghi storici e formazioni leggendarie come il Teatro Reale di Zetski Dom del Montenegro, La Fura dels Baus, Westerdals, Taide Yliopisto, il Mozarteum di Salisburgo e l’Accademia Teatrale di Varsavia. Un unico palcoscenico per narrare le avanguardie artistiche del Lazio degli ultimi 800 anni”. Tra le prime, Combattimento di Muta Imago. Omaggi a Mario Fratti e Juan Rodolfo Wilcock
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