Teatro, musica e danza: i programmi della Biennale di Venezia per il 2020

Teatro, musica e danza: i programmi della Biennale di Venezia per il 2020

I programmi di Danza Musica Teatro della Biennale di Venezia si svolgeranno quest’anno senza soluzione di continuità:

  • dal 14 al 25 settembre il 48. Festival Internazionale del Teatro, quarto atto del progetto del Direttore Antonio Latella, quest’anno pensato come una sorta di “collettiva” di artisti italiani, sollecitati a comporre tutte nuove opere attorno all’unico tema della censura
  • dal 25 settembre al 4 ottobre il 64. Festival Internazionale di Musica Contemporanea, che il Direttore Ivan Fedele ha focalizzato sul dialogo tra generazioni, grandi personalità della musica del passato recente in dialogo con autori della più stringente contemporaneità
  • dal 13 al 25 ottobre il 14. Festival Internazionale di Danza Contemporanea diretto da Marie Chouinard, che completa il suo quadriennio di direzione perseguendo un’idea di danza inclusiva, praticata come un territorio senza limiti.

“La collaborazione virtuosa fra Teatro, Danza e Musica rappresenta l’esempio più calzante di un progetto più ampio che prevede di sviluppare il dialogo fra le arti che costituiscono l’anima della Biennale” afferma Roberto Cicutto, Presidente della Biennale di Venezia. E prosegue: “Le condizioni imposte dalla pandemia hanno dato anche qualche frutto involontariamente positivo. E’ infatti una buona cosa che in un periodo concentrato da fine agosto a fine novembre si svolgano la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica seguita, come in un passaggio di testimone, dai Festival di Teatro, Musica e Danza. E che ciò avvenga attraverso un legame profondo con Architettura e Arte che, se pur rinviate al 2021 e al 2022, saranno presenti nella Mostra curata dai sei direttori (Hashim Sarkis, Cecilia Alemani, Alberto Barbera, Antonio Latella, Ivan Fedele e Marie Chouinard) che al Padiglione Centrale dei Giardini racconterà i momenti chiave della storia della Biennale lunga 125 anni (1895-2020). In questo modo la Biennale si ripresenta al mondo dando un segnale importante e forte di unità e compattezza nella promozione della ricerca nel campo delle arti contemporanee”.

Osserva ancora Cicutto: “Teatro Musica e Danza hanno mantenuto i loro programmi (salvo qualche cambiamento per Danza che contava su presenze internazionali provenienti da Paesi che non possono ancora garantire la totale mobilità) allineandosi alla conferma di date e programmi della Mostra del Cinema. Da subito è stato chiaro che non ci saremmo “accontentati” di Mostre e Festival on line, ritenendo la presenza fisica un elemento fondamentale e insostituibile della piena fruizione dell’offerta della Biennale. Una scelta dettata anche dal rispetto per il grande lavoro fatto in questi anni con dedizione e passione dai Direttori Artistici delle tre discipline che oggi presentano i loro programmi”.

BIENNALE TEATRO

Con 27 artisti, 28 titoli – tutte novità assolute – per un totale di 40 recite, Antonio Latella allestisce il suo “Padiglione Teatro Italia che costituisce il 48. Festival Internazionale del Teatro (14 > 25 settembre). Dichiara il Direttore Antonio Latella: “Abbiamo cercato di costruire una mappatura di artisti che sono al di fuori di queste leggi e che raramente vengono programmati dai teatri istituzionali, ma che si stanno imponendo all’attenzione della critica e degli operatori; artisti che, soprattutto, stanno costruendosi un loro pubblico, fortemente trasversale e che esce dalla costrizione dell’abbonamento. Molti artisti invitati sono giovani, alcuni giovanissimi usciti dal College di Regia della Biennale(per valorizzare il percorso fatto in questi anni, che si è preso la responsabilità di provare a lanciare nuovi talenti italiani), altri più grandi ma solo per questioni anagrafiche”.

Provengono dal vivaio di Biennale College: Leonardo Lidi, Fabio Condemi, Leonardo Manzan, Giovanni OrtolevaMartina Badiluzzi, vincitrice dell’edizione 2019/2020 di Biennale College Registi Under 30 con The Making of Anastasia, frutto di un percorso biennale che vede il tutoraggio di Antonio Latella, e  Caroline Baglioni, vincitrice di Biennale College Autori Under 40 con Il lampadario, che debutta nel Festival dopo un percorso lungo l’arco di un triennio (2018/2019/2020) con il tutoraggio di due importanti autrici del panorama nazionale: Linda Dalisi e Letizia Russo. Vicini, per generazione, sono anche Pablo Solari e Alessandro Businaro. Mentre alla generazione immediatamente precedente (primi anni ’80) appartengono Daniele BartoliniFilippo CerediLiv Ferracchiati, Antonio Ianniello, Giuseppe Stellato. Fra le compagnie, nate tutte nel nuovo millennio, ci sono: AstorriTintinelliBiancofangoIndustria IndipendenteBabilonia TeatriNina’s Drag QueensTeatro dei GordiUnterWasser. E ancora: figure consolidate nel panorama nazionale come Fabiana IacozzilliGiuliana MussoJacopo Gassmann. Infine, Mariangela Gualtieri, poetessa, attrice, autrice, cui è affidata l’inaugurazione del 48. Festival Internazionale del Teatro con uno dei suoi preziosi “riti sonori”, come sempre guidato da Cesare Ronconi, un rito pensato come inaugurale.

A tutti gli artisti – scrive Latella – è stato proposto di lavorare sul tema della censura, cercando di uscire dall’ovvietà di questa proposta per pensarla come valore “alto” da proporre al pubblico e agli operatori, pensando che i teatranti italiani faticano a entrare in un mercato internazionale e che quindi, in qualche modo, vengono censurati o nascosti, per il solo fatto di essere teatranti italiani”. Da autori come Fassbinder, D’Annunzio e Nabokov a personaggi storici come George W. Bush o il regista Elia Kazan, tantissime, diversificate e sorprendenti sono state le risposte che gli artisti hanno dato alla sollecitazione del tema.

Come ogni anno, le masterclass di Biennale College sono parte integrante del festival, pensate in funzione del tema comune affrontato. Una mastercalss sarò dedicata alla direzione artistica con Umberto Angelini e una sulla critica teatrale con  Claudia Cannella. Avrà esito pubblico la terza masterclass tenuta dal regista, coreografo e pedagogo Alessio Maria Romano, Leone d’argento di questa edizione del festival. 

Il bando di Biennale College – Masterclass è on line all’indirizzo: www.labiennale.org/it/biennale-college  fino al 12 luglio.

I Leoni del Teatro quest’anno vogliono premiare “artisti che danno e fanno tantissimo per il teatro ma che spesso restano in seconda linea, anche per responsabilità del regista, troppo spesso accentratore, che dimentica quanto il risultato finale sia spesso legato ai collaboratori che sceglie” (A. Latella). Il premio alla carriera è attribuito a Franco Visiolisound designer al fianco di Thierry Salmon, Peter Stein, Massimo Castri, Antonio Latella, autore di drammaturgie sonore che diventano parte essenziale di uno spettacolo sempre più polifonico, dove ogni elemento concorre ugualmente alla sua definizione. Il Leone d’argento è assegnato ad Alessio Maria Romano, regista e coreografo che ha lavorato ai movimenti scenici di spettacoli di Luca Ronconi, Carmelo Rifici, Valter Malosti, Sonia Bergamasco, fra gli altri, oltre a impegnarsi nella pedagogia del movimento per la formazione degli attori. 

BIENNALE MUSICA

10 giorni con 18 appuntamenti che riservano 28 novità, di cui 15 in prima assoluta (7 commissionate dalle Biennale) e 13 in prima nazionale compongono il 64. Festival Internazionale di Musica Contemporanea.

Il Direttore Ivan Fedele ha voluto ricordare gli anniversari di Bruno MadernaLuigi NonoFranco DonatoniLudwig Van Beethoven. Con il FontanaMix e il Collettivo In.Nova Fert, autori e interpreti di Sette Canzoni per Bruno; con il violino di Francesco D’Orazio, il pianoforte di Francesco Prode e la tuba del giovanissimo Arcangelo Fiorello per tre brani di Nono per strumento solo ed elettronica; il Divertimento Ensemble di Sandro Gorli per Donatoni; i pianisti Leonardo ColafeliceWilliam GrecoPasquale Iannone per i tre concerti dove “trait d’union” è l’opera di Beethoven, proposta in un gioco di scambi con pagine della letteratura pianistica del secondo novecento di Karlheinz Stockhausen, Pierre Boulez, Franco Donatoni.

Sul fronte del teatro musicale: I Cenci di Giorgio Battistelli, opera che trova la sua prima versione in italiano a oltre 20 anni dal suo debutto con l’Ensemble900 del Conservatorio della Svizzera Italiana diretto da Francesco Bossaglia; e il visionario teatro di suoni di Instrumental Freak Show di Giovanni Verrando, ideatore di nuovi strumenti che vanno oltre l’orchestra acustica occidentale, interpreti i componenti dell’Interface Ensemble di Francoforte diretti da Francesco Pavan

Fra gli ensemble, gli undici elementi del Cairn Ensemble, fondato nel 1998 dal compositore Jérôme Combierl’Ensemble Fractales, nata a Bruxelles nel 2012, fra le più giovani e dinamiche formazioni della scena europea; l’Oktopus Ensemble che la compositrice, direttrice d’orchestra e docente Konstantia Gourzi ha avviato nel 2003 alla Hochschule für Musich und Theater di Monaco. 

Infine, l’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Marco Angius per il concerto inaugurale dedicato a Luis De Pablo e l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento diretta da Timothy Redmond, con un trittico di autori di prestigio (Fabio Vacchi Fabio NiederDai Fujikura).

Per Biennale College – Musica, quest’anno debutteranno 4 composizioni multimediali originali, grazie all’attività inaugurata lo scorso anno dal CIMM – Centro di Informatica Multimediale Musicale della Biennale di Venezia. Opere originali firmate da compositore e video artista: Matteo Gualandi e Silvio PetronzioLuca Guidarini e Andrea OmodeiMatteo Tomasetti Filippo Gualazzi, Francesco Pellegrino e Roberto Cassano

Sempre per Biennale College, sono in corso al CIMM di Mestre – Bissuola, l’infrastruttura che la Biennale, dallo scorso anno, ha dedicato alla multimedialità e alle tecnologie digitali, workshop dedicati a dj e producer di base, cui si aggiunge per la prima volta quest’anno un workshop per producer – performer.

Per la Musica il Leone d’oro alla carriera va al magistero del più grande compositore spagnolo vivente, Luis De Pablo, classe 1930, autore onnivoro e originalissimo, determinante nel rinnovamento musicale del suo Paese; e il Leone d’argento al compositore francese Raphaël Cendo, classe 1975, fondatore di un vero e proprio movimento estetico, il “saturazionismo”, che ha rivoluzionato il modo di concepire e scrivere musica attirando tanti giovani compositori. A De Pablo è dedicato il concerto inaugurale con la prima assoluta di Concierto para viola y orquesta e la prima italiana diFantasíasUn’altra prima italiana per Raphaël Cendo: Delocazione.

BIENNALE DANZA

Due settimane (13 > 25 ottobre) di spettacoli per il 14. Festival Internazionale di Danza Contemporanea diretto da Marie Chouinard con 19 coreografi autori di 23 titoli (7 in prima assoluta e 5 in prima nazionale), ma anche incontri e film.

Nel solco delle edizioni passate, i coreografi invitati, fra cui molti appartenenti alle generazioni degli anni ’80 e ’90, fanno della danza un territorio senza limiti, fra i più permeabili all’ibridazione, una danza che trova spazio in teatri, gallerie, musei e anche fiere. 

Il Festival vedrà ospiti: Olivier Dubois con Pour sortir au jour, un assolo intimo sulla memoria del corpo in cui si inscrive la storia stessa dell’arte della danza; la catalana Maria Campos e il libanese Guy Nader, con Times Takes the Time Time TakesNoè Soulier, apripista di una nuova generazione di coreografi,  con The Waves e Portrait of Frédéric Tavernini,; Lisbeth Gruwez, proveniente dal laboratorio artistico di Jan Fabre dopo una formazione nel classico, con Piano Works Debussy Lisbeth Gruwez dances Bob Dylan; la basca Jone San Martín conLegitimo/Rezo, il suo personale “diario di appunti” degli oltre vent’anni di lavoro con William Forsythe; Claudia Catarzi, interprete per i maggiori coreografi ma anche autrice di raffinati assoli e duetti, come Posare il tempo.

E ancora saranno ospiti del Festival: Matteo Carvone che rivisita un classico della danza con (Faun); Silvia Gribaudicon il successo di Graces, un’apoteosi della potenza liberatoria dell’imperfezione; Chiara Bersani, artista attiva nell’ambito delle arti performative e visive, con Gentle Unicornspettacolo manifesto della sua ricerca sul corpo politico; Marco D’Agostin, attivo in proprio dal 2010,  alla Biennale con Avalanche, che ha debuttato ai Recontreschorégraphique internationale de Seine-Saint-Denis.

Dopo l’esordio dello scorso per Biennale College, tornano sul palcoscenico del Festival Sofia Nappi e Adriano Bolognino, autori di una commissione della Biennale per due nuove opere, rispettivamente Ima Your Body is a Battleground.

Diversi sono gli appuntamenti di quest’anno con Biennale College – Danza. Silvia Giordano,  Emese NagyMelina Sofocleous, vincitori del bando coreografi, presenteranno tre creazioni libere e originali a conclusione di due mesi di lavoro, ricerca ed elaborazione con 7 danzatori professionisti e il confronto con esperti del settore. Tre i lavori presentati anche dai 12 danzatori del relativo College, al termine di un percorso intensivo di oltre tre mesi: una nuova creazioneideata da Marco D’Agostin, In Museum dal repertorio di Marie Chouinard e una nuova versione, ideata appositamente per i danzatori del College, del celebre Sacre du printemps di Xavier Le Roy. 

Infine, i Leoni della Danza premiano la dinamicità e la permeabilità di questa disciplina, con il Leone d’oro alla carriera all’artista ispano-elvetica La Ribot, personalità unica nel mondo dell’arte coreografica in cui si è imposta costruendo pezzo dopo pezzo, nell’arco di oltre un ventennio, quei Piezas distinguidas che la imporranno dalla Tate Modern al Théâtre de la Ville di Parigi, passando per il Museo Reina Sofia, il Centre Pompidou e tutti i maggiori festival. Il Leone d’argento premia Claudia Castellucci, drammaturga, coreografa e didatta che ha costruito un’architettura teorico-pratica di assoluto rigore. La Ribot presenterò in prima italiana Panoramix e Another Distinguée; Fisica dell’aspra comunione è il titolo presentato da Claudia Castellucci in prima assoluta.

Biennale Teatro 2019: focus sulle drammaturgie

Biennale Teatro 2019: focus sulle drammaturgie

Il 47. Festival Internazionale del Teatro diretto da Antonio Latella e organizzato dalla Biennale di Venezia presieduta da Paolo Baratta si svolgerà a Venezia dal 22 luglio al 5 agosto: 14 gli artisti in programma, ognuno con più titoli in una sorta di breve “biografia artistica”; 28 gli spettacoli con 23 novità, di cui 2 in prima europea e 6 in prima assoluta.

Dopo il focus sulle registe europee e l’indagine sul rapporto attore/performer, il 47. Festival Internazionale del Teatroaffronta il suo terzo atto con Drammaturgie, “titolo volutamente lasciato al plurale – spiega il Direttore Antonio Latella – proprio perché crediamo che, nel ventunesimo secolo, sono tante e differenti le drammaturgie per la scena e, direi, per tutto ciò che concerne lo spettacolo dal vivo. (…) In questo terzo atto cercheremo quindi di evidenziare diversi tipi di drammaturgia e dell’essere drammaturghi, dal ruolo drammaturgico rivestito dalla Direzione Artistica al regista autore o autrice che mette in scena i propri testi; dal gemellaggio tra registi e autori che scrivono per loro e per gli attori di un ensemble all’artista-performer che traccia percorsi scrivendo per la scena; dalla scrittura propria del teatro visivo a quella del teatro che ha una matrice musicale o che è a stretto contatto con il teatro-danza. Citando per ultima, ma forse prima per importanza, la drammaturgia destinata al teatro-ragazzi, nata per creare un nuovo pubblico, crescerlo e proteggerlo dall’ovvietà, proponendo grande teatro non rivolto soltanto a un pubblico giovane o molto giovane”.

SCONTI PER I LAVORATORI DELLO SPETTACOLO > SCOPRI LA THEATRON CARD

Proprio dal teatro-ragazzi dell’olandese Jetse BatelaanLeone d’Argento, prende il via il 22 luglio il Festival, riallacciandosi a una tradizione della Biennale che in passato aveva dato ampio spazio a questo settore, oggi forte di un rinnovamento linguistico che lo rende partecipe degli sviluppi della ricerca teatrale. War e The Story of the Story, presentati alla Biennale, rappresentano lo stile visionario che questo regista e autore intreccia a una vena filosofica affrontando miti e temi di oggi. Ma è anche nel segno di Heiner Müller che si apre il 47. Festival Internazionale del Teatro. Con il più osannato, controverso e imprescindibile degli scrittori tedeschi si misurano infatti la scrittura registica, la biografia e la storia di due nomi di punta della scena europea e dei loro ensemble: dai Balcani Oliver Frljić, autore di una graffiante e provocatoria messinscena di Mauser, e dalla Germania Sebastian Nübling, che realizza TheHamletmachine con l’Exile Ensemble. Il nome di Sebastian Nübling – in questo ideale gemellaggio fra registi e autori proposto dal Festival – si associa anche a quello di Sibylle Berg, autrice di culto tradotta in più di trenta lingue, per The So-Called Outside Means Nothing to Mepremiato da Theater Heute come testo dell’anno nel 2014.

Per la prima volta in Italia arrivano alla Biennale Teatro le australiane Susie Dee – regista, attrice, direttrice di teatro – Patricia Cornelius – una delle voci più forti della drammaturgia di lingua inglese – che da trent’anni costituiscono un inossidabile sodalizio artistico votato al teatro indipendente e militante. Coraggioso nei temi, tra degrado morale e critica sociale, tutti improntati all’oggi e spesso affidati programmaticamente a team di sole donne. Da questo retroterra nascono anche i due spettacoli presentati alla Biennale: Shit e Love. Cerca invece il “timbro riconoscibile” di un classico del teatro come Il giardino dei ciliegi di Cechov Alessandro Serra, artigiano della scena che della scrittura cura ogni aspetto – costumi, luci, scene, musiche – e che da più di vent’anni persegue una sua idea di teatro-laboratorio con la compagnia Teatropersona. Atteso in questa prova dopo il successo internazionale di Macbettu.

Tra gli autori che mettono in scena i propri testi, il Festival ospita la cilena Manuela Infante, scrittrice di primo piano della scena sudamericana ma anche direttrice del prestigioso Teatro de Chile oltre che regista, i cui spettacoli sono stati presentati in tutta Europa e negli Stati Uniti e i testi tradotti in inglese e in italiano. Della Infante si vedranno due spettacoli, due esilaranti ma profonde riflessioni – suffragate dalle più moderne correnti di pensiero – per un teatro non antropocentrico: Estado Vegetal, un one-woman-show che prende spunto dalle teorie rivoluzionarie sulla vita e l’intelligenza delle piante del filosofo Michael Marder e del neurologo Stefano Mancuso; e Realismo, ispirato alla corrente filosofica del realismo speculativo che “ricolloca” il mondo degli oggetti stravolgendo le abituali gerarchie. Anche Paola Vannoni e Roberto Scappin, noti come Quotidianacom, lavorano sul linguaggio facendo del meccanismo dialogico, quello sinteticamente indicato come Q/A, una cifra stilistica, tra folgoranti battute e siparietti surreali intinti nel curaro, o incongrui al limite dell’assurdo. A Venezia presentano segmenti della loro biografia artistica con L’anarchico non è fotogenico, Sembra ma non soffro e la novità Il racconto delle cose mai accadute.

Già apprezzato ma meno conosciuto al grande pubblico, il regista e autore Pino Carbone alla Biennale Teatro propone ProgettoDue, che mette in rapporto due lavori distanti nel tempo ispirati al mondo della fiaba e del mito. Si tratta di BarbabluGiuditta scritto con Francesca De Nicolais e di PenelopeUlisse con Annacarla Broegg: due testi che operano un rovesciamento dei punti di vista nella scrittura (sono le due autrici a dare voce a Barbablu e Ulisse mentre il regista scrive le battute dei personaggi femminili) e che si strutturano drammaturgicamente sull’esempio del melodramma. Infine, Pino Carbone presenta la novità assoluta Assedio da Cyrano de Bergerac: riscrittura che trasporta l’eroe romantico ai nostri giorni, sullo sfondo dell’assedio di Sarajevo, quando la guerra irrompe nella vita con le sue devastazioni mutando per sempre i nostri destini. Lucia Calamaro è riconosciuta autrice di un teatro fondato sulla lingua, un teatro di parola che nasce sulla scena e che richiede ai suoi attori di essere “atleti della parola” (Christian Raimo), affrontando temi universali attraverso storie personali. Alla Biennale Lucia Calamaro presenta il suo nuovo lavoro: Nostalgia di Dio.

PenelopeUlisse - Regia di Pino Carbone

PenelopeUlisse – Regia di Pino Carbone

Il Festival ospita anche nomi che sono punta avanzata fra gli artisti-performer: il tedesco residente ad Amsterdam Julian Hetzel, formato alle arti visive e alla musica, la belga Miet Warlop, con studi nelle arti multimediali, l’ensemble di teatro musicale Club Gewalt da Rotterdam. Invitati nei contesti più diversi, sono figure poliedriche che spostano i confini delle diverse discipline mettendo in gioco le reciproche influenze e proponendo nuovi linguaggi drammaturgici dove la scrittura è per lo più scrittura scenica e non testuale. Per la prima volta in Italia, Julian Hetzel, autore di performance dal segno politico, è invitato alla Biennale con tre opere. All Inclusive è stato paragonato alla versione teatrale del film di Ruben Ostlund The Square: al centro l’estetizzazione della violenza che un cumulo di macerie provenienti dall’area del conflitto siriano rappresenta, sollevando il velo sulla linea sottile e ambigua tra sfruttamento e impegno nel processo artistico. The Automated Sniper riflette sull’oscillazione tra reale e virtuale, sulla “ludicizzazione” della violenza, quando le guerre sono combattute sempre più a distanza, attraverso i droni, per cui guardare in uno schermo equivale a uccidere. I’m Not Here Says the Void è un “poema” sull’assenza tra teatro visivo, danza, scultura, musica elettronica, un lavoro sull’immaginazione e sulla realtà come creazione dello spettatore.

Ha fatto il giro del mondo Mystery Magnet di Miet Warlop, oltre ad aver vinto il premio Stuckemarkt Theatertreffen nella sezione per nuovi modi di teatro, con la sua trama di colori, forme e figure che prendono vita in un universo allucinato e stravagante. Di Miet Warlop si vedrà anche Ghost Writer and the Broken Hand Break, performance fondata sull’ossessione per il movimento concentrico: tre performer danzano sul proprio asse come dervisci rotanti, fanno esplodere la loro potenza nascosta propagando negli spettatori un senso di libertà. Monteverdi e David Bowie, Wagner, Skrjabin e Kaynee West, ma anche Andy Warhol e Marcel Duchamp: è l’energia esplosiva (questo significa Gewalt) del collettivo di sette performer, cantanti, musicisti, attori che offrono una vitale e anticonformista alternativa al mondo dell’opera. Alla Biennale, che li ospita per la prima volta in Italia, si vedranno Yuri, ovvero ascesa e caduta del “signore degli anelli”, il ginnasta olandese Yuri Van Gelder, e la techno-opera Club Club Gewalt 5.0 Punk, un night club folle ed eclettico con le sue esplosive esibizioni musicali e un bar che non chiude mai.

È infine Jens Hillje, premiato con il Leone d’Oro alla carriera, a compendiare in varia misura tutte le declinazioni del drammaturgo oggi. Per anni condirettore artistico della Schaubühne di Berlino che ha rivoluzionato insieme a Thomas Ostermeier e Sasha Waltz, Hilljie rappresenta il drammaturgo che non è più solamente artefice della scrittura o dell’elaborazione di testi teatrali. Oggi Hillje è condirettore artistico del Gorki Theater, che ha contribuito a rendere fulcro della nuova scena berlinese, collaborando con i più importati nomi della scena internazionale ma anche cercando sinergie fra giovani artisti, autori, registi, scoprendo nuovi talenti e creando anche un nuovo pubblico.

Il tema drammaturgie sarà sotto i riflettori di un simposio con alcuni esponenti delle migliori riviste internazionali di teatro; il tema sarà, inoltre, oggetto degli incontri quotidiani con gli artisti del Festival, moderati da Claudia Cannella, critica di teatro e direttrice della rivista “Hystrio”, con la traduzione simultanea di Ilaria Matilde Vigna.

Biennale di Venezia: Leone d’oro alla carriera per il teatro a Jens Hillje

Biennale di Venezia: Leone d’oro alla carriera per il teatro a Jens Hillje

È Jens Hillje, drammaturgo tedesco e condirettore artistico del Maxim Gorki Theater, fulcro della nuova scena berlinese, il Leone d’oro alla carriera per il Teatro 2019. Al regista-autore olandese Jetse Batelaan, creatore di innovativi spettacoli per ragazzi e non solo, va il Leone d’argento per il Teatro 2019. Lo ha stabilito il Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia, presieduta da Paolo Baratta, accogliendo la proposta del Direttore di settore Antonio Latella. Il Leone d’oro e il Leone d’argento verranno consegnati nel corso del 47. Festival Internazionale del Teatro che si svolgerà a Venezia dal 22 luglio al 5 agosto.

Cresciuto tra Italia e Germania, per anni condirettore artistico della Schaubühne di Berlino con Thomas Ostermeier e Sasha Waltz, prima di approdare al Gorki Theater, Jens Hillje, secondo la motivazione, “riassume nella sua figura professionale tutte le caratteristiche che oggi definiscono il ruolo del drammaturgo, non più solamente artefice della scrittura o dell’elaborazione di testi teatrali come in un recente passato.

Hillje ha ricoperto negli anni gran parte dei ruoli che qualificano un drammaturgo contemporaneo, partecipando alla programmazione di importanti teatri, creando sinergie tra attori, autori e registi, collaborando con i più importati nomi della scena internazionale nella proposta di inedite tematiche di lavoro, in grado di orientare le scelte di una direzione artistica. Con grande coerenza, ha cercato di scoprire e lanciare nuovi autori per la scena, occupandosi di scegliere, per i teatri nei quali ha lavorato e lavora, attori giovanissimi, affiancandoli a registi altrettanto giovani o già affermati. Grazie al suo operato, ha contribuito alla creazione di un nuovo pubblico, proveniente da differenti ceti sociali ed aree geografiche, un risultato sorprendente ed esemplare, capace forse di mettere in discussione la logica commerciale a cui spesso si piega il teatro di oggi”.

Poco più che quarantenne, il regista Jetse Batelaan, secondo la motivazione, “si è imposto nel panorama internazionale come artista singolare e innovativo, artefice di un teatro dalla forte e riconoscibile impronta personale. Proponendo opere di forte impatto visivo, Batelaan rilegge i miti contemporanei creando una magia scenica in grado di sedurre anche lo spettatore più scettico. Grazie a un uso sapiente della macchina teatrale, il regista olandese, che, per scelta, rivolge le sue opere principalmente a un pubblico di adolescenti o bambini, riesce a coinvolgere persone di ogni età, caratteristica che è propria del grande teatro popolare. Con Batelaan il teatro per ragazzi, che spesso viene a torto considerato di serie B o comunque di una categoria inferiore rispetto a quello ‘ufficiale’, torna a rivestire l’importanza che merita e che ha avuto in passato, come peraltro insegna la storia della Biennale Teatro”. Due gli spettacoli che Jetsi Batelaan presenterà nel corso del 47. Festival Internazionale del Teatro a Venezia (22 luglio > 5 agosto): The Story of the Story, un’archeologia del racconto, e War, che affronta temi tragici con inaspettata e profonda leggerezza.

Mediterri-amo: progetto in tre tappe tra Roma, Firenze e Venezia, lanciato da Maurizio Scaparro

Mediterri-amo: progetto in tre tappe tra Roma, Firenze e Venezia, lanciato da Maurizio Scaparro

‘Che il Mediterraneo sia quella nave che va da sempre navigando tra Nord e Sud, tra l’Oriente e l’Occidente’. Sono le parole di ‘Che il Mediterraneo sia’ intonate da Eugenio Bennato in chiusura del lancio del nuovo progetto internazionale del regista e critico teatrale italiano Maurizio Scaparro ‘Mediterri-amo’

E il Mediterraneo come centro del mondo, crocevia di culture, lingue, conoscenze, cerniera tra Oriente e Occidente, sara’ l’oggetto della rassegna itinerante di Scaparro, che si snodera’ in tre tappe: Roma, il 27 settembre alla Casa del Cinema; Firenze, il 12 e 13 ottobre al Teatro della Pergola; e Venezia, il 5 dicembre all’Ateneo Veneto.

Tre citta’ che, ognuna per un motivo diverso, con il Mediterraneo hanno a che fare, e hanno a che fare anche con momenti fondamentali della vita artistica di Scaparro: “Negli anni Cinquanta- spiega Scaparro- a Firenze Giorgio La Pira faceva nascere i Dialoghi del Mediterraneo, legati a poesia, economia e politica. A Venezia, dove per molti anni ho diretto la Biennale, molte volte abbiamo parlato di Mediterrano. E poi Roma, per quello che ho fatto al Teatro Argentina, ‘Caligola’, ‘Don Chisciotte’, ‘Le memorie di Adriano’. Adriano nato a Italica in Spagna, che ha studiato ad Atene, si e’ innamorato in Siria, ha fatto la sua vita politica e civile tra Roma e Napoli. É questo il Mediterraneo, non quello della Brexit e noi non possiamo voltargli le spalle”. Mediterri-amo nasce il 13 novembre 2015, mentre Scaparro guardava in televisione la serie di attentati di Parigi, dove qualche giorno dopo avrebbe dovuto incontrare il poeta siriano Adonis, proprio per parlare di ‘Dialogo’ e ‘Mediterraneo’: “Abbiamo annullato l’incontro e aspettato tempi migliori- racconta Scaparro-. Ma subito abbiamo sentito un vuoto dentro, che andava colmato parlando di Mediterraneo in modo diverso, non quello delle banche, ma quello della cultura”.

Si partira’ il 27 settembre con il laboratorio aperto ai bambini ‘Clara la Rinoceronte’, dove, partendo dal racconto ‘Prestami le ali’ di Igiaba Scego, si ragionera’ di diversita’ in un viaggio tra geografia, storia, storia dell’arte e scienza. A concludere il laboratorio, letture e illustrazioni, che continueranno anche nel pomeriggio, quando studiosi, artisti e intellettuali racconteranno al pubblico il loro Mediterraneo, per ricavare un ritratto che nasca dall’esperienza concreta di uomini e donne che a questo mare appartengono. A Firenze il 12 ottobre attenzione ancora una volta rivolta ai giovani, con proiezioni e letture in ricordo del sindaco La Pira, per concludere il 13 con una serata omaggio ad Adriano e Giorgio Albertazzi, tra immagini, parole e musiche del nostro mare, con Eugenio Bennato e Peppe Servillo tra gli animatori dello spettacolo. Parte dell’incasso della serata verra’ devoluto al progetto Unhcr ‘Educate a child’.

Chiudera’ questa prima edizione di Mediterri-amo, che gli ideatori stanno programmando in un ciclo triennale, ‘Il mare di Shakespeare’, un incontro che partira’ dallo sfondo mediterraneo de ‘La Tempesta’ per rileggere le opere del bardo con studiosi e artisti, alla ricerca tra le righe del fascino che il nostro mare ha sempre esercitato nella cultura europea. “Maurizio ha aperto il suo intervento dicendo: ‘Volevamo fare l’Europa e abbiamo fatto l’Europa delle banche’. Noi- dichiara Onofrio Cutaia della direzione generale dello Spettacolo dal Vivo del Mibact- come istituzione possiamo cercare di sostenere progetti che hanno un senso e sono importanti, come questo, vista la qualita’ e la quantita’ di collaborazioni che Scaparro riesce a mettere insieme, che sono da considerare anche un bene economico. Possiamo far parlare di questo progetto e dunque di un tema che ci attanaglia- prosegue-. Possiamo esserci dentro, anche se con risorse a volte limitate. Ma abbiamo di fronte il prossimo triennio, vediamo se questo progetto- conclude- potra’ avere un sostegno nel tempo”.