da Redazione Theatron 2.0 | 13 Lug 2018 | Uncategorized
Sai chi sei. Sai cosa vuoi. Sai che puoi fare di più. Bene! Cosa puoi inventarti, allora, per uscire dal mare dell’anonimato e conquistare un pubblico che meriti? Siamo in Italia, non a Broadway dove fai tre provini al giorno. C’è di buono che… si, siamo in Italia e siamo solo 60 milioni (circa); mica come i quasi 200 milioni degli Stati Uniti!
Fortunatamente la tecnologia ci viene in aiuto: abbiamo i treni ad alta velocità e frequenza, cellulari che registrano in HD, reti Internet capillari che ci permettono di essere ovunque e subito. Non abbiamo proprio scuse per tirarci indietro dal gridare al mondo che esistiamo e che facciamo il mestiere più bello del mondo. E possiamo farlo economicamente dal divano di casa! Dal 2008 ad oggi sono tanti i colleghi che hanno conquistato il pubblico del Web, approdando poi al cinema e alla TV. Alcuni li definiscono egomaniaci, i tempi li hanno consacrati come youtuber e webstar; ora li chiamiamo “Influencer”, cioè quella precisa categoria umana che ha surclassato benzinai ed astronauti nelle fantasie di bambini e ragazzini.
Tuttavia, molti attori vedono i social come un nemico dell’arte, altri all’opposto come un prisma per riflettere la propria luce. Da Yutube al defunto Vine, passando per il sempreverde anche se un po’ ingiallito FB, o il guerriero Instagram, come veicolare al meglio la propria materia artistica senza fare troppi errori?
Perché SI: i casting usano i social per reperire informazioni sugli attori.
Fidiamoci allora di Benton Whitley – casting americano per il teatro e per il grande schermo – che afferma quanto sia fondamentale avere una buona presenza on line, consigliando di fare attenzione a:
- Negatività e sproloqui
- Gli inciuci
- I contenuti aggiornati
Tina Cipollari e Gianni Sperti, due capisaldi dell’inciucio all’italiana.
In poche parole a tutto quello che di appealing c’è sui Social.
Dunque: abbandonata la tentazione di “fare rumore”, ecco che si presenta un’altra questione. Infatti una cosa è avere una presenza professionale sui social network, altro è costruire online una figura professionale affidabile e utile (a noi e agli altri). A tal riguardo i dubbi non mancano. E a ben vedere non si hanno tutti i torti.
Allora oggi voglio provare a far luce su alcuni di questi quesiti con l’aiuto di amici attori, casting e influencer. Gli ho chiesto:
- Quali dovrebbero essere i primi passi da muovere on line?
- Che tipo di contenuti promuovere?
- Con quale frequenza dovrei creare contenuti?
- Quali domande dovrei chiedermi durante il processo?
- Sarò ancora preso sul serio come attore?
- Quali sono i vantaggi di avere successo sui Social?
- Quali sono gli aspetti negativi del successo su Web?
- Come faccio a sapere se quello che ho postato è giusto?
- Come posso portare la mia “influenza” al livello successivo?
# ZERO – PAROLA D’ORDINE: ONESTÀ
La prima cosa su cui dovremmo interrogarci è la nostra natura. Lavorare su la nostra essenza, su quello che veramente ci diverte, o ci appassiona, ci coinvolge, fa sì che saremo sempre onesti. È questa la base da cui partire, anche e soprattutto nella nostra proposta attoriale. Il web premia l’onestà, per quanto sciocca, imbarazzante o assurda possa essere.
Focalizza la tua essenza. La tua verità sarà quello che permeerà tutti i tuoi contenuti e che ti differenzierà dagli altri.
PROVA A… Perché non inizi dalla condivisione di una tua competenza (anche non artistica), sforzandoti di essere quanto mai coinvolgente ed empatico. Ho fatto questo esercizio recentemente durante un laboratorio condotto da Davide Iodice (ragazzi, se riuscite vivete un’esperienza con Iodice, Manfredini o Borrelli!!!) e popolato di anime belle. Il risultato è stato a tratti stupefacente e rivelatore, a tratti commovente. In tutti i casi ha permesso a molti di noi di riscoprire un lato assopito del proprio carattere. In fin dei conti si tratta di fare pratica con le emozioni, in modo da renderle condivisibili ed accessibili.
“Ti piace esibirti e ti piace <inserire qui il tuo interesse>. Esegui entrambi allo stesso tempo accendendo la fotocamera e includendo il pubblico nel tuo progetto”, ecco cosa dice Denise Simon (casting americana fortissima sui minori).
Per approfondire, prova a dare uno sguardo a questo suo articolo.
#1. QUALI DOVREBBERO ESSERE I MIEI PRIMI PASSI?
Innanzitutto, è necessario creare gli account; in secondo luogo è necessario renderli interdipendenti. Bada bene ad una cosa però: non tutti i social sono uguali. Ognuno ha le sue peculiarità, format che funzionano di più o di meno, orari e giorni in cui gli utenti sono più attivi.
In questo caso il primo passo è porsi un obiettivo. Rispondi onestamente al perché senti la necessità di condividere una parte di te con il Web. Ciò che ne seguirà diventerà la tua strategia di personal branding coerente, che ti aiuterà a generare valore.
Butta un occhio a questo articolo d’introduzione al mondo del personal branding e dei Social.
Una domanda alla quale ti troverai a dover rispondere è “pseudonimo si, pseudonimo no”. Ovviamente dipende da quale sarà l’obiettivo da raggiungere e l’ambiente in cui deciderai di muoverti. Quello che posso dirti è che, in questo momento, il pubblico sembra fidarsi di più di nomi e facce più che di “alias”.
PROVA A… Butta giù una lista di 5 persone che segui sui Social. Se non ti ricordi come si chiamano, scrivi “quello/a che fa/dice questo…”
Alla fine controlla i nomi che non ricordi su Internet. In questo modo avrai un piccolo campione – se così possiamo chiamarlo – di nomi che per te hanno funzionato (perché li hai ricordati in qualche modo) e delle cose che a te interessano e che potrebbero interessare un tuo ipotetico pubblico. Da questa prima fase dovresti riuscire a tirare fuori: NAMING – CORE – TONE OF VOICE. In poche parole come vuoi essere riconosciuto, quale abilità stai mostrando e quale atmosfera vuoi ricreare (ironica, demenziale, emotiva, quotidiana, etc.) Quello che mostrerai sarà tuo figlio e parlerà della tua personalità e creatività.
#2. CHE TIPO DI CONTENUTI PROMUOVERE?
Le fasi precedenti rispondono in parte a questa domanda. Non esiste una regola su cosa generare per il Web. Esiste un momento, un modo e un pubblico. Se i tre ingredienti si incontrano nasce un contenuto efficace; contrariamente bisognerà fare qualche aggiusto strada facendo. L’importante è non gettare la spugna.
All’inizio sarà difficile trovare come parlare, come porsi, cosa tagliare a montaggio e cosa tenere (soprattutto nel caso di un progetto tutto tuo). Prova! Al massimo cambi strada. Puoi pubblicare un monologo o un dialogo periodicamente; puoi fare lo stesso ma riadattando le battute; puoi far recitare ai tuoi gatti le battute di Trainspotting; dare consigli su come truccarti in scena o studiare un copione… puoi fare quello che vuoi. Non esiste posto più bello (e terribile) del Web.
Certo: alcune cose (come gli animali e gli scherzi) funzionano più di altre, ma tu hai il tuo obiettivo! Vi ricordate del ridoppiaggio eccezionale di Fabio Celenza? È divertente, professionale e ha fatto grandi numeri.
[embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=CMKHQxvV7r8[/embedyt]
#3. CON QUALE FREQUENZA DOVREI CREARE VIDEO?
Idealmente, per costruire davvero una base di fan dovresti aggiungere ogni giorno un contenuto di qualità ai tuoi Social. Se ciò non è possibile, poiché alcuni tipi di video impiegano molto più tempo di produzione rispetto ad altri, e il pagamento dell’affitto è sempre la nostra spada di Damocle, non aggiungere contenuti solo per il numero.
Privilegia la qualità, perché sarà un tuo tratto distintivo.
Trova una routine che possa essere sostenibile per te. In questo io stessa ero partita bene: postavo un articolo completo una volta a settimana e due pillole, per un totale di tre pubblicazioni settimanali diversificate per ogni social. S/fortunatamente mi sono un po’ persa per la strada, ma spero di recuperare. Ricorda che ogni canale ha la sua specificità: le storie di Instagram sono brevi e più semplici.
PROVA A… Butta un occhio a come gestiscono una settimana di contenuti gli attori che ami o i gruppi Youtube based come The Jackal (e i singoli profili), iPantellas, i Casa Surace e i Soldi Spicci. Un buon modo per creare un piano editoriale efficace è proprio guardare al percorso di coloro che sono venuti prima di te. Vedi cosa ha funzionato per loro e provalo. Come dice il mio “sommo maestro” Paolo Fox, “Non credete. Verificate!”
#4. QUALI DOMANDE DOVREI PORMI DURANTE TUTTO IL PROCESSO?
Non smettere di farti domande, proprio come fai sul tuo essere da attore. Quali sono i miei obiettivi a breve termine? Quali sono i miei obiettivi a lungo termine? Sono in grado di raggiungerli? In caso contrario, cosa posso cambiare per migliorare le mie possibilità? Che cosa funziona bene e cosa ha bisogno di miglioramento? Il mio contenuto è professionale e di alta qualità?
Questo elenco di domande ti aiuterà a rimanere in pista e ti fornirà un modo coerente per valutare il tuo percorso, fuori e dentro i social.
#5. SARÒ ANCORA PRESO SUL SERIO COME ATTORE?
Questa è una domanda atavica. E la risposta è controversa. Quello che ho potuto capire io è che chi nasce sul Web ha difficoltà, in effetti, ad uscirne.
Non c’è da sentirsi ridicoli o si serie B se si lavora per il Web. Si tratta di uno strumento che fa molti più numeri dei tradizionali mezzi di comunicazione. Non importa il mezzo, ma il messaggio.
Io penso che i tempi siano leggermente mutati: l’integrazione tra le piattaforme è sempre più effettiva, non esiste più un unico modo di fruire contenuti video e, certe volte, alcune cose fatte per il Web superano in qualità quelle dello streaming domestico. In attesa delle risposte di chi ha una fan base solida, provo a rispondere così.
Se stai cercando di promuovere la tua carriera di attore, tutto si riduce al branding e alla professionalità. YouTube, Vimeo (che ti permette anche di fa scaricare il tuo CV) e lo stesso FB sono grandi piattaforme per promuovere il tuo demo reel, singole clip o intere serie web online; inoltre sono accessibili a un vasto numero di persone in tutto il mondo.
Certo: per sviluppare la tua carriera di attore, i social non dovrebbero essere la tua unica piattaforma di lavoro, ma creare contenuti di qualità e condividerli non ti impedirà di essere preso sul serio come attore.
#6. QUALI SONO I VANTAGGI DEL SUCCESSO SUI SOCIAL?
Come con qualsiasi piattaforma, la tua voce sarà amplificata. Se riuscirai nel tuo intento potresti diventare un “influencer” e sarà prezioso un tuo parere. Ecco perché potresti trovarti nella condizione di recensire prodotti, provarli gratuitamente. Potrebbe essere una bella opportunità per portare avanti i tuoi valori e di far luce su cause o problemi che ti stanno a cuore.
#7. QUALI SONO GLI ASPETTI NEGATIVI DEL SUCCESSO SU WEB?
Riassumo con due parole: haters e troll. Dovrai imparare a gestire il fatto che l’anonimato del Web rende gli utenti meno educati, per usare un eufemismo. Non sarà facile controllare la rabbia e la frustrazione che deriveranno dal leggere i commenti offensivi o negativi. L’altro svantaggio di rendere i tuoi contenuti liberi e facilmente accessibili sul Web è che potresti essere plagiato, ma questo è il problema eterno della proprietà intellettuale.
Le ultime due domande vorrei venissero esaurite da chi ha maggiore competenza di me, perciò rimando al prossimo articolo in cui le star risponderanno a questi quesiti. Se avete altre domande da fare loro, scrivete a Tips 4 Actors o alla redazione di Theatron. Per me sarà solo un onore fare da portavoce.
Nel complesso, il successo Web richiede dedizione e coerenza. La gestione del tempo non è affatto secondaria; bisogna essere consapevoli di quanto tempo si ha e di quanto tempo si necessita per creare i propri contenuti. Solo così si può decidere se investire le proprie risorse in questa avventura.
Qualche consiglio più tecnico nel prossimo articolo. Intanto attendo i vostri pareri e domande.
Voi ricordate sempre di
Stay Tipper & Go Deeper!
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La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
da Redazione Theatron 2.0 | 3 Giu 2018 | Uncategorized
Nella fantasia popolare il buco nero è un pozzo senza fine, dove l’ipotetica astronave in missione esplorativa è inghiottita, senza più speranza di ritorno. A me piace di più la versione in cui il buco nero è visto come porta su un altro universo, o ponte per infiniti viaggi nel tempo. Buco nero si definisce anche lo stato depressivo.
Tutti gli attori attraversano dei momenti di grande stress psico-fisico. Come riconoscerlo è abbastanza facile, ma come affrontarlo per passarci dentro e crearne qualcosa di utile è quello su cui mi sto interrogando.
Qualche giorno fa scrollavo Facebook e sono capitata sui sempre lucidi e pungenti meme de L’Attore Dinamico – #ilmestierepiùbellodelmondo. Nell’immagine una donna domandava “Ah, sei un attore. E com’è?”. La risposta, quanto mai efficace, diceva “È come un eterno alternarsi di sabato sera e lunedì mattina”.
In effetti molto spesso gli attori, soprattutto quelli noti, sono famosi anche per le loro fragilità e intemperanze. C’è chi ha dichiarato di essere spesso depresso, chi ha chiesto aiuto ad alcol o droghe, chi è andato incontro ad altre dipendenze.
Mi piacerebbe sconfessare il mito che per creare, per essere artisti, si debba necessariamente soffrire. Non ho abbastanza argomentazioni a riguardo se non che, per essere artisti generosi, ci si dovrebbe augurare di riuscire a fare tesoro della più vasta gamma di esperienze, ma anche questo sarebbe una banalità. Più probabilmente la verità è che non esiste un modo “giusto” di praticare la vita da artista, e che ci sono tanti modi diversi per lavorare e mantenersi in salute attoriale. Ma non si può negare che l’autogestione e la cura di sé, nell’affrontare le esigenze del nostro mestiere, siano aspetti cruciali per la longevità della nostra carriera.
Ecco dunque qualche consiglio personale (e non) per affrontare i momenti di stallo emotivo, venirne fuori e trovare nuovi stimoli di crescita e miglioramento.
#1 – CURA L’ALIMENTAZIONE
Il blue mood, la tristezza, quel senso di stanchezza e apatia che spesso si accompagnano ai nostri più memorabili momenti di buio cosmico, possono essere dovuti alla carenza di alcune sostanze. Perciò, una delle prime cose da fare quando ti senti giù è provare a integrare nella tua dieta alcuni di questi alimenti:
- vitamine del gruppo B, fondamentali per il tono dell’umore. Le trovi nella verdura a foglia verde, crusca, carni rosse, frutti di mare, prodotti di soia fortificati e banane
- magnesio, che incide sul nervosismo. È contenuto in lenticchie, soia, cereali integrali, latticini magri e frutta secca
- zinco, utile a tutto il corpo, cervello incluso. Lo trovi nel cioccolato fondente (yeeeeh!), nella carne di manzo magra, germe di grano, spinaci e semi di zucca
- iodio. Anche questa sostanza è una preziosa alleata del nostro organismo. Rafforza il sistema immunitario e migliora la memoria, e chi più di noi ne ha dunque bisogno? Si può trovare in formaggi, sale iodato, patate, mirtilli, pesce e gamberetti.
Ovviamente i miei consigli sono e restano tali. In caso di stanchezza prolungata il medico è sempre la strada migliore.
#2 – GRATIFICATI
Altro motivo di tristezza può venire semplicemente dalla fine di un lavoro bello, che ci ha impegnato per lungo tempo; o dal suo opposto, cioè da un periodo prolungato d’inattività; oppure da un periodo di forte stress e tensione, dal quale siamo usciti molto affaticati; oppure ancora, abbiamo ricevuto qualche feedback spiacevole che ha intaccato la nostra autostima (succede!).
Qualunque sia il caso, un mio amico e collega – saggio e istrionico – una volta mi ha consigliato di “fare qualcosa che ti gratifichi”. In effetti, può capitare di perdersi un po’ nel flusso delle mille cose da fare e, alla fine, ritrovarsi svuotati e smarriti. Che sia attività fisica, meditazione, un aperitivo con gli amici, una giornata di mare… dopo avrai più energie per rimetterti a lavorare su te stesso. Un po’ come dire “aiutati, che il ciel ti aiuta”, insomma. E da qui mi viene il successivo punto.
#3 – SPOSTA LO SGUARDO
Certe volte, a causa dei cattivi pensieri, entriamo in un loop paranoide che ci fa andare ancora più giù. Appena ti viene in mente un pensiero negativo, prova a capovolgerlo.
Il blue mood ci fa distogliere l’attenzione dai nostri veri obiettivi.
Un esempio? Se ti viene in mente una roba tipo “Io non sono bravo abbastanza”, prova a dirti “voglio essere bravo come (che ne so) Viola Davis”. Provare per credere: il macigno che ti rende pesanti i piedi lascerà un po’ di spazio a una piccola carica energetica. Tu cavalcala. Quello che succede, secondo me, è molto semplice. Laddove prima c’era un mare magnum di confusione, improvvisamente, viene lanciato un indizio per seguire una strada. Un qualcosa su cui lavorare. Voglio arrivare là, ho bisogno di fare questi passi…
E ancora, salto al punto successivo.
> Se vuoi sapere di più su come trasformare una credenza negativa in una potenziante, butta un occhio qui.
#4 – ORGANIZZATI
Nei momenti di depressione è facile lasciarsi andare. Fai un piccolo sforzo per cercare di non vanificare quello che hai fatto fino a quel momento. Butta giù una lista di obiettivi a breve-medio periodo. Cambiare stile, rifare il book, aggiornare il tuo materiale, preparare due nuovi monologhi, etc.
Inserisci qualcosa per il corpo, qualcosa per lo spirito, qualcosa per la tecnica e qualcosa per te.
Ad esempio: fai un piccolo work out di 15 minuti al mattino; leggi ogni giorno qualcosa (una poesia, un saggio breve, un aforisma, etc.); riscalda la voce e giocaci, oppure inventa una storia e provala, oppure scegli una scena e giratela con il cellulare; esci a prendere un caffè con un amico e magari gli fai leggere quello che hai scritto. Chi lo sa… potrebbe nascerne una collaborazione! Attento solo a fare una pianificazione sostenibile e a non tradirla.
#5 – RITORNA ALL’ORIGINE
Queste fasi sono molto utili per interrogarsi sullo stato della tua arte. Se ti senti smarrito, frustrato, demotivato, ritorna alla domanda di base “Perché lo fai?”. Potresti scoprire di avere una nuova necessità da soddisfare. E allora ecco spiegato perché non andassi più d’accordo con te stesso. Potresti, invece, trovarti a confermare le tue motivazioni di sempre. E allora buon lavoro!
#6 – GUARDA FILM IN LINGUA
E questo è un consiglio che sicuramente già seguirete, ma provate a prenderlo come un esercizio diverso. A segnalarlo è niente po’ po’ di meno ché James Sweeny (Neighbors, Love Child, Secret Daughter). “Guarda film stranieri. Andare al cinema a guardare qualsiasi film non è solo catartico per un attore, ma aiuta anche a ricordare perché lo facciamo. Trovo che guardare film stranieri possa separare l’attore dal film. Possiamo considerarlo come una forma d’arte più pura. Senza una solida conoscenza della lingua, possiamo tornare a studiare l’atto attoriale senza pregiudizio. Lo stesso si può dire con l’arte visiva, la musica e il linguaggio stesso.”
Se vuoi provare a vedere qualche film in lingua originale, Youtube a parte, ecco un articolo del preziosissimo Aranzulla che raccoglie un po’ di portali su cui trovate film originali legali.
#7 – TORNA ALL’ASCOLTO
Anche questo può sembrare un consiglio banale, invece la chiusura è quello che sperimentiamo nei momenti tormentati. Ci attorcigliamo sul malessere, sulle convinzioni distorte che abbiamo, e ritardiamo il momento in cui imbocchiamo la nuova strada. Perciò ascolta con il corpo quanto con le orecchie e ricorda di respirare ciò che hai intorno, prova veramente a farle entrare dentro di te. Anche se si tratta di una critica. Sarà utile a tracciare una strada per superare un ostacolo.
L’ascolto è da sempre una delle qualità principe per un attore. Ricordarcelo è sempre utile, soprattutto se non è un talento naturale, ma uno strumento acquisito con lavoro e dedizione.
Un momento di debolezza spesso può diventare l’anticamera di un cambiamento importante. Fa’ in modo che sia così. Infatti, preso in esame tutto ciò, rimettiti a studiare. Workshop e seminari sono il Glassex dello spirito. Alcuni saranno su selezione e non passerai (questa volta), altri sono a pagamento, quindi organizzati.
Io, personalmente, faccio in modo da avere una piccola riserva invernale ed estiva per potermi fermare un paio di volte l’anno (se e quando posso) a studiare. Altri sono una via di mezzo. Tutte sono delle esperienze umane e artistiche indimenticabili. Tra quelle che porto dentro con dolcezza e riconoscenza c’è il seminario residenziale di Danio Manfredini al Centro Teatrale Umbro. Prova a dare un occhio alle loro classi di questa estate o ai seminari del CTR Teatro di Venezia. Altro riferimento d’eccellenza per la formazione d’alto profilo è il Centro Teatrale Santacristina.
Insomma, il blue mood c’è e può esserci amico, ma non perdiamoci di vista. Perché quando i nostri bisogni di base escono dalla finestra, tutto il resto soffre.
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La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
da Redazione Theatron 2.0 | 8 Feb 2018 | Uncategorized
Anche questa settimana continua il cammino nell’intricato bosco del book fotografico. La settimana scorsa abbiamo visto come arrivare preparati al momento dello shooting. Adesso che sei brutalmente onesto, hai fatto ginnastica, bevuto e dormito a sufficienza, ti sarai sicuramente posto una domanda: cosa NON devo fare mentre poso per il book?
In effetti arrivare preparati e poi sbagliare alla fine della partita fa sempre rodere un po’. Ecco, perciò, alcuni tips per non vanificare il tuo investimento economico. Ovviamente si tratta di consigli che derivano dalla mia esperienza, o che mi hanno dato e che ho trovato utili. Quindi, come dice sempre Paolo Fox – un alleato prezioso nella vita di ogni attore – “Non credete, verificate!”.
Parti da una riflessione: il book serve a mostrare a casting e registi come staresti in un ruolo. Esatto! Non serve a far vedere come sei figo e fotogenico. Lo so che già lo abbiamo detto, ma è il punto fondamentale da tenere sempre in mente (come l’obiettivo di scena della Chubbuck).
Per prima cosa prova a rispondere a queste domande:
- Cosa emerge di me dalla foto?
- Che sensazione resta in chi mi guarda?
- A chi assomiglio?
Se non sai rispondere a queste domande, ti consiglio un piccolo esperimento che uso nel mio seminario di Personal Branding per attori.
- scegli lo scatto che senti ti rappresenti meglio;
- raduna un gruppo di amici/colleghi;
- dai loro carta e penna e chiedi di rispondere alle domande scritte sopra;
- chiedi di fare lo stesso guardandoti in quel momento, dal vivo.
Il nostro lavoro non può prescindere dall’immagine che diamo di noi; con questo semplice esercizio potresti scoprire di dover allineare quello che sei con quello che proponi.
Quando non hai chiaro che attore sei, non sai cosa puoi fare e dove puoi arrivare. L’allineamento tra quello che sei e quello che mostri è fondamentale per la tua carriera. Photo by Brendan Church on Unsplash
Benissimo! Adesso ti trovi davanti alla fotocamera. Sei abituato (o quasi) a stare davanti un obiettivo, nel tuo flusso emotivo; ma quando devi posare per una foto ti senti come a inizio carriera, quando non sapevi nemmeno dove tenere le mani.
Esaminiamo alcune regole generali per la posa in primo piano, e alcune COSE CHE DEVI EVITARE:
- tenere le mani sul viso
- alzare le spalle
- metterti troppo di tre quarti o, addirittura, di profilo
- sporgerti troppo in avanti, perché perderai la lunghezza del collo (se, invece hai un collo troppo lungo, questo potrebbe aiutarti, ma se è un tuo tratto caratteristico non vedo perché dovresti nasconderlo)
- inclinare la testa troppo in alto (farai fare l’inventario del contenuto delle tue narici)
- inclinare la testa troppo in basso (il bianco sotto l’iride dell’occhio è un po’ inquietante, ma se sei inquietante potrebbe aiutare)
- non tenere le mani sui fianchi alla stessa altezza
- non stare a braccia conserte
Se proprio non sai come posare, parti da un semplice presupposto: non metterti in una posizione che non assumeresti durante una qualsiasi conversazione.
La tentazione dello scatto glam può venire. Ricordati il tuo obiettivo e tieni sempre in mente che il tuo volto deve sempre essere ben visibile. Qualsiasi cosa ne alteri i tratti non ti è utile. Photo by Jez Timms on Unsplash
Anche in questo caso ti ricordo che il tuo moodboard può tornarti molto utile. Se non ti ricordi cosa sia, butta un occhio all’articolo scorso Tips 4 Actors #06
Colgo l’occasione di questo post per cominciare a dirti “Grazie!”. La settimana scorsa mi sono arrivati alcuni messaggi da Tippers come te, che mi hanno scaldato il cuore e motivata ulteriormente ad andare avanti in questa avventura di Tips 4 Actors. Spero che i miei consigli ti portino presto dei risultati.
Tienimi aggiornata e, come sempre, Stay Tippers &Go Deeper
P.S. Si faccio un seminario di Personal Branding per attori. Cosa significa? Significa capire come valorizzarti al meglio e come sfruttare i Social per crearti delle nuove occasioni di contatto e di lavoro. Se vuoi partecipare, scrivi a me o a Theatron 2.0
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
da Redazione Theatron 2.0 | 27 Gen 2018 | Uncategorized
Ti sei mai chiesto perché i tuoi colleghi vengono chiamati per i casting e tu no? Che cosa arriva di te a chi è incaricato di scegliere un interprete per un ruolo?
È giunto il momento di capire come promuoversi al meglio per ottener più provini e più callback. In una parola, come fare personal branding.
Senza scendere troppo nei dettagli personali (anche se un check di quello che fai per essere attore non è mai tempo perso), la prima cosa da fare è rispolverare il materiale con cui ti presenti al mondo. Già ad agosto ho dato qualche suggerimento su come impostare il materiale da inviare ai casting.
Adesso però inoltriamoci nell’annosa, quanto economicamente onerosa, questione del book. Si tratta della prima finestra sulla tua attorialità. Infatti, la maggior parte delle audizioni inizia con qualcuno che scorre sul tuo volto da un computer, o sul proprio cellulare. Quindi devi assicurarti che quell’immagine rispecchi veramente ciò che vuoi proporre come artista.
> Vedi anche Come impostare il materiale per presentarsi al meglio
L’ultima cosa da fare è scegliere il fotografo. “Come l’ultima?” ti starai chiedendo. In effetti, ci sono alcune cose alle quali devi prestare attenzione prima di arrivare alla sessione di shooting. È qualcosa che abbiamo già detto in tante occasioni, ma la prima cosa importantissima è conoscere la tua essenza come attore.
Se non sai cosa puoi fare, qual è la tua proposta al mondo, di certo è difficile che potrà suggerirtelo chi ti deve fotografare. C’è quindi, anche in questo caso, da lavorare un po’ sulla consapevolezza e sulla sincerità. Ecco quello che cerco di fare io, da qualche anno a questa parte, quando devo rifarmi il book. Pronto per i tips?
# 1. ESSERE BRUTALMENTE ONESTI
Esatto! Non è importante quanto tu possa essere figo, magro e con i denti bianchi. Conta cosa puoi raccontare. Se sei carino, ma non strafigo (come nel mio caso), forse non è questo il modo più utile per te per presentarti. Io ho iniziato a fare un’analisi delle volte in cui i provini mi hanno dato dei feedback positivi e sono partita da quei caratteri per strutturare la mia offerta attoriale. Certe volte non siamo consapevoli di quello che gli altri – casting director inclusi – vedono e ci ostiniamo a proporci in un modo che non ci appartiene. Questo perché magari vorremmo assomigliare a un determinato attore, o recitare in un certo modo.
Prendo ispirazione da una nota, quanto mai alta e appropriata citazione… “perché io sono io e voi non siete un cazzo!”. Questo solo per dire che tu sei unico e su questo devi fare leva.
# 2. SII CONSAPEVOLE
Un fotografo non vale l’altro, premesso che ogni professionista è più che capace di ritrarvi. Più costoso non vuol dire necessariamente migliore. Prima di investire denaro, investi tempo a fare una ricerca sui fotografi che lavorano con gli attori. Individua chi per stile, tagli e atmosfere sembra essere più adatto a te.
Prova a cercare su Google, ma chiedi anche ai tuoi colleghi e sbircia sui loro profili e su quelli dei fotografi. Così sarai libero di scegliere chi per estetica e filosofia ti convince di più. Vedrai che alla fine il risultato ti convincerà. Sappi che sulla pagina di Tips 4 Actors sto cercando di realizzare una mini vetrina dedicata proprio ai fotografi che lavorano con gli attori, così da semplificarti un po’ il compito. Tienici d’occhio.
Mettere a fuoco la tua proposta attoriale ti aiuta a essere più efficace durante lo shooting del tuo book.
# 03. PREPARATI
Scegli un look che ti valorizzi, ma che non sia troppo caratterizzato (a meno che non voglia presentarti esattamente in quel modo). Infine presentati al fotografo con un look ordinato e pulito. Anche il trucco deve essere discreto, quasi invisibile. Così sarai tu e il tuo sguardo al centro dello scatto.
# 04. ELABORA UN MOODBOARD
Prova a elaborarne uno anche per i tuoi scatti. Da buona indecisa cronica, il moodboard mi aiuta molto a orientarmi. Richiede un tempo minimo di aggiornamento, ma poi mi velocizza tutta la preparazione (certe volte anche di un personaggio).
Scegli come vuoi presentarti; seleziona pose che ti comunicano quello che cerchi da riviste/internet/etc; stesso dicasi per l’abbigliamento. Alla fine confrontati con il fotografo. Sicuramente saprà indicarti cosa indossare e cosa no. Io ci metto anche riferimenti a brani musicali o poesie. Sono tutti elementi che mi aiutano a evocare una narrazione davanti alla fotocamera.
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# 05. ATTENZIONE ALL’ABBIGLIAMENTO
Il fotografo che sceglierai sicuramente te lo dirà: evita scritte, fantasie troppo piccole, righe, colori troppo accessi e troppo spenti.
Cerca di tenere sempre a mente che al centro di tutto devi esserci tu e le tue specifiche peculiarità interpretative. Metti in risalto quelle!
Ricorda, inoltre, di dare “aria” al volto. Quindi attenzione a collane, sciarpe, colli alti, cappelli, etc.
# 06. IL GIORNO PRIMA
Bevi molta acqua il giorno prima, e fai un po’ di esercizio: ti aiuterà ad avere la pelle idratata e a dormire meglio, grazie alle endorfine sviluppate con l’attività fisica. Prepara i cambi, almeno tre. Per gli uomini, valutare l’opportunità di lasciarti la barba un po’ incolta e di togliertela durante lo shooting. Così avrai la versione bel tenebroso e faccia d’angelo.
# 07. ALLO SHOOTING
Portati un pettine o una spazzola, delle forcine per capelli e della cipria (magari quella trasparente, così da tamponare il lucido. Se hai fatto tutto quello che era in tuo potere, non ti resta che una cosa da fare: rilassati. Lasciati guidare dal fotografo. Divertiti! Come quando reciti.
Riassumendo quindi: IDEE CHIARE E ONESTÀ. Ci sono anche delle cose da evitare, ma le vediamo più avanti. Mi farebbe piacere sapere tu come ti prepari per il tuo book. Per ora ti rinnovo l’invito a contattarmi tramite la pagina Tips 4 Actors se hai dubbi o domande, oppure se hai bisogno semplicemente di un suggerimento su fotografi e truccatori. Per il resto, come sempre,
Stay Tippers &Go Deeper
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
da Redazione Theatron 2.0 | 12 Gen 2018 | Uncategorized
Il tuo agente, o direttamente il casting, ti ha chiamato. Vogliono incontrarti.
Fantastico!
Protagonista di puntata.
Eccezionale!
Il tuo personaggio non muore.
Mitico!
E non viene nemmeno arrestato!!!
Se foste entrambi nella stessa stanza iniziereste a saltare abbracciati come due indiani in una danza propiziatoria. La fortuna vuole che tu sia da solo e possa conservare intatta la tua dignità. Metti giù. Apri l’allegato e… ti metti a lavoro. Hai poco meno di due giorni per prepararti al meglio.
Bene. Da dove inizi? Sale l’ansia.
La verità è che situazioni del genere dovrebbero essere la normalità. Dovremmo poter essere talmente persi tra la preparazione di un provino e un altro, e un altro ancora, da non avere tempo per la sperimentazione personale. La realtà parla di altre statistiche, e lo sappiamo. C’è una verità di fondo però: sostenere un’audizione è un talento ma anche qualcosa che può essere raffinato con esperienza e duro lavoro. Tutti dobbiamo fare delle audizioni audaci prima di iniziare a sentirci a nostro agio, ma, per quanto familiare potrà esserti questa situazione, sarai sempre emozionato e teso prima di un casting.
Una sola arma aiuta in questi casi. LA PREPARAZIONE.
E allora ecco alcuni consigli, che ho sperimentato in prima persona e che negli ultimi anni mi hanno portato risultati concreti. Ogni attore ha la propria tecnica perciò sarei felice se mi deste anche i vostri suggerimenti. Iniziamo con i Tips su come preparare un provino e scacciare le nubi dell’ansia.
# 1 – UNA SPOLVERATA
Leggi tutto. Ma proprio tutto tutto tutto. Anche due o tre volte. Non ti curare in questo momento dell’interpretazione. Cerca solo di farti un’idea di insieme priva di un pregiudizio iniziale.
Più vai avanti nelle letture, più ti sarà facile evidenziare punti chiave del flusso dello stralcio. Individuane la dinamica, intesa proprio come “movimento” della tensione della scena.
Immagina lo stralcio come una strada: in alcuni momenti va dritta, in altri sale o scende, o ti costringe a sterzare bruscamente.
Più spolveri il tuo testo, più sarai in grado di leggere anche la strada. Allora comincia ad appuntarti dove cambia. Cerca di individuare il climax.
Io traccio una linea, per divedere il mio stralcio in blocchi e uso un triangolo con un punto esclamativo all’interno per indicare il climax. Ma, ovviamente, fate vobis.
# 2 – CLUEDO
Ora sei pronto per fare un passo nel testo. E indovina? Leggi!
Sicuramente conoscerai Cluedo, il gioco di investigazione. Sicuramente, quando ci giochi, provi a carpire indizi ai tuoi avversari da ogni minimo atteggiamento, micro-movimenti del volto, riflesso negli occhiali.
Fai lo stesso con il tuo stralcio. Ti viene dato così poco per aiutarti a capire un personaggio, che è folle non leggere tutto ciò che ti viene inviato.
Inizia dall’intestazione. Numero di scena, ambientazione e tempo sono lì e sono i tuoi primi indizi.
# 3 – SIGNOR SI, SIGNORE!
Comincia a individuare la gerarchia tra i tuoi personaggi. Dopodiché inizia a ragionare su gli obiettivi:
- Cosa vuole il tuo personaggio dall’altro?
- Cosa lo muove durante la scena?
In questo modo non rischi di perderti lungo la strada.
# 4 – ALZA IL TAPPETO
Ora, in genere, io sono pronta per alzare il tappeto e andare a scavare a fondo nel testo. Spulcio parola per parola senso e sottotesto. Generalmente, nel vostro stralcio le battute sono formattate con un ampio margine sia a destra sia a sinistra.
A destra io segno la linea delle azioni, cioè le emozioni che con ogni battuta devo restituire; a sinistra, invece, segno tutti i sottotesti. La formulazione deve essere molto facile. Una semplice frase: soggetto-verbo-complemento. Se non riesco a semplificare il pensiero, non riesco ad esprimerlo attorialmente (mi ci sono dovuta allenare un po’, ma mi ha molto aiutato a focalizzare i pensieri e di conseguenza le emozioni).
# 5 – IN PRINCIPIO ERA IL VERBO
Arrivata a questo punto, memorizzo prima la sequenza dei sottotesti a cui associo la linea delle azioni.
Già così riesco a farmi un’idea del tempo della scena e a capire se è troppo lento e se il climax l’ho messo nel punto giusto.
Fatto questo, memorizza le battute.
Se senti la necessità di modificare qualche parola, in genere non è un problema per i casting. L’unica cosa importante: tenete presente che un testo è frutto del lavoro di una persona o di una squadra. Rispettatelo!
# 6 – A BEAUTIFUL MIND
Torno a dire che tutto quello che ti serve sapere è nel tuo stralcio. Ora puoi dare sfogo alla tua immaginazione. Di solito una stanza delle audizioni assomiglia a una cosa del genere: un muro bianco, luci ovunque (forse), una sedia e una telecamera puntata su di te. Non è esattamente il meglio per esprimerti. Eppure tu devi fare in modo da restituire un intero ambiente. Perciò cerca di farlo rivivere rispondendo a tutte le domande che ti vengono in mente. Domande tipo: dove sono? C’è rumore? Che ore sono? Dov’è il mio interlocutore? Com’è fatta la stanza? etc.
Più è dettagliato il mondo nella tua testa, più puoi trascenderlo nel ruolo. Questo lavoro si leggerà nella macchina da presa.
# 7 – ALICE ATTRAVERSO LO SPECCHIO
Adesso recita! Ma registrati. In questo modo potrai vedere tu stesso se quello che fai funziona o no. Potrai controllare la tua maschera e nel caso asciugare i movimenti di troppo.
Una volta Danio Manfredini mi disse che il pubblico dovrebbe poter capire una scena anche se tra te e lui c’è una parete di vetro insonorizzante. Perciò una cosa molto utile è rivedere le scene che hai girato, ma senza audio. Questo esercizio l’ho svolto durante un’esperienza molto bella ed efficace (e che sinceramente rifarei e consiglio sempre), grazie alla quale ho imparato molto (e in seguito alla quale ho preso diversi ruoli). Si tratta della Masterclass Audition, una realtà altamente professionalizzante – diretta da Francesca Romana de Martini – che lavora in partnership con l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico.
Fatevi aiutare da un collega: un occhio esterno fa sempre bene.
Senza audio riuscite veramente a capire se le scelte che avete fatto funzionano o meno. In media io faccio tra le 20 e le 50 clip. Perciò armati di santa pazienza!
A questo punto la tua scena dovrebbe essere pronta per il suo pubblico e tu dovresti aver acquisito la sicurezza necessaria a non farti fare lo sgambetto dall’emozione. Tuttavia c’è una piccola premessa che dovresti soddisfare. Si tratta, in realtà, di una buona pratica che vale anche per la vita quotidiana e che riassumerei con un poco laconico # ZERO – CONOSCI IL TUO NEMICO.
Che si tratti di un’audizione teatrale, di un casting per il cinema o la tv, ma anche di un colloquio di lavoro “normale” devi informarti su chi hai davanti. Se il provino è per un programma TV esistente, guarda le serie precedenti. Oppure, se il regista del film per il quale dovresti lavorare ha crediti precedenti, butta un occhio ai i suoi lavori.
Guarda il più possibile per ottenere un riferimento di registro per la scena.
È importante comprendere il tono di un progetto se si desidera prendere il ruolo. Un’audizione per un sapone è molto diversa da un film indipendente drammatico.
Più sai, più fai; più fai, più farai; più fai, più sai e più restituirai. E ti divertirai. Sembra una canzone della Disney, ma alla fine è solo una sequenza logica di causa-azione.
Insomma, questo è il mio metodo per arrivare preparata ad un casting. Quando sono riuscita a metterla in pratica bene, sono sempre uscita dalla casting room con il sorriso. Qualche volta con un contratto, ma mai con un feedback negativo.
Spero che possa esserti utile e mi farebbe molto piacere sapere che ne pensi. Insomma: in bocca al lupo per i tuoi prossimi casting! Per il resto…
Stay Tipper & Go Deeper
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