Teste Inedite: intervista ai registi Chiara Callegari e Clio Scira Saccà

Teste Inedite: intervista ai registi Chiara Callegari e Clio Scira Saccà

Teste Inedite è la rassegna teatrale organizzata dalla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi in collaborazione con Teatro Franco Parenti

Il 28 e 29 giugno gli spazi del teatro ospiteranno gli ultimi due spettacoli inediti scritti e diretti dagli Autori e dai Registi del Terzo Corso. In scena OVEꓷEVO di Bruna Bonanno con la regia di Clio Scira Saccà e MoncrHomo – Composizione su Bianco di Francesca Mignemi con la regia Chiara Callegari.

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Per l’occasione abbiamo intervistato i due registi Clio Scira Saccà e Chiara Callegari:

Parlaci in breve del tuo percorso artistico.  C’è un regista che ha segnato fortemente la tua poetica?

Clio: Mi sono diplomata come attrice alla scuola del Teatro Stabile di Catania e ho lavorato in diversi spettacoli. Ho deciso di proseguire i miei studi alla Scuola di Teatro Paolo Grassi per scoprire cosa significa stare dall’altra parte, ovvero dalla parte del regista. Non c’è un regista che mi ha influenzato particolarmente, mi interessano gli spettacoli di registi/attori come Fausto Russo Alesi e Tony Servillo, ma anche di compagnie, come la Compagnia del Carretto, e tra i registi, primo fra tutti, Ostermeier.

Chiara:  Mi sono avvicinata al teatro a dodici anni. Ero una bambina timida e i miei genitori hanno pensato che un corso di teatro potesse aiutarmi. Da quel momento non me ne sono più separata. Ho iniziato, come molti, a recitare in una compagnia teatrale amatoriale, poi grazie al mio primo insegnante, Stefano Capovilla, mi sono avvicinata al teatro ragazzi occupandomi di spettacoli e laboratori teatrali per bambini. Avevo diciotto anni e tanta voglia di imparare così, accanto al corso di laurea in Storia dell’Arte, ho frequentato corsi e laboratori teatrali in Italia e in Francia (approfittando dell’Erasmus) e mi sono diplomata a Bologna al corso di alta formazione “Il Teatro per le professionalità educative”.
Il mio interesse per il teatro sociale mi ha portata ad incontrare artisti quali Gigi Gherzi e Giuliana Musso da cui lasciarmi ispirare, ma è stato di fronte a “La Vita Cronica” di Eugenio Barba che ho avuto la folgorazione.  

Teste Inedite: un progetto della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi in collaborazione con il Teatro Franco Parenti che vede il coinvolgimento di giovani scenografi, compositori, drammaturghi ed organizzatori. Cosa ha significato per te questa esperienza?

Clio: Teste inedite è stata l’occasione per seguire l’intero percorso di uno spettacolo, dall’ideazione alla realizzazione concreta e per unire il teorico con la realtà, l’arte con l’artigianalità del mestiere. Inoltre Teste Inedite mi ha permesso di proseguire il mio studio sia da attrice che da regista, dal momento che anch’io sarò in scena.

Chiara: Il progetto Teste Inedite è una grande occasione di incontro e di crescita. Accanto a drammaturghi e registi è stato formato un team di giovani studenti o ex studenti delle Scuole Civiche di Milano, ognuno con una propria specializzazione. La forza del progetto sta proprio nella contaminazione di linguaggi e nello scambio di punti di vista, magari non sempre facili, ma sicuramente arricchenti. Nessuno dei quattro spettacoli che avete visto o che presto vedrete al Teatro Franco Parenti sarebbe nato senza questi incontri.

Qual è stato il tuo approccio al testo e che linea registica hai adottato?

Clio: Il mio approccio al testo all’inizio è stato molto istintivo e viscerale, emotivo e caldo. Poi ho rintracciato al suo interno alcuni elementi che mi piace molto vedere a teatro: il testo può essere considerato una fiaba, che porta uno sguardo, non necessariamente politicamente corretto, sulla realtà. Nel testo si intrecciano inoltre molti linguaggi: la musica, la danza, il canto e la performance. La sfida più interessante è stata “mettere in piedi” da zero un’opera prima, mai pubblicata né messa in scena, cercando di rispettarne la freschezza e la novità.

Chiara: “MonocrHomo. Composizione su bianco”, il testo scritto da Francesca Mignemi intreccia tematiche profonde quali la creazione artistica, la dipendenza affettiva, il recupero di un ricordo rimosso… il tutto attraverso un linguaggio poetico ed evocativo. Per questo motivo ho scelto di lavorare sulla concretezza per rendere visibile ciò che altrimenti rimane impalpabile.In questo, la tecnologia mi è venuta in supporto. Attraverso immagini video e suoni spazializzati ho cercato di rendere manifesto ciò che si affastaglia nella mente di un’artista alla ricerca di un’ idea.

Un giovane regista che dirige degli attori professionisti: che relazione si è instaurata tra di voi e quali insegnamenti conserverai di questo incontro?

Clio: Credo che la relazione tra regista e attore, insieme alla bellezza del testo, sia una componente fondamentale. Ho scelto gli attori, Marta Allegra e Marcello Montalto, perché sapevo che i personaggi, molto diversi fra loro, potevano essere nelle loro corde e mi sono confrontata con le loro esigenze e qualità specifiche. Trattandosi di attori professionisti, inoltre, mi sono affidata ai loro suggerimenti, perché l’attore in scena riesce a mostrare cose che il regista da solo non potrebbe neanche immaginare. Infine un altro mio compito è stato quello di presentare il testo agli attori e fare in modo che questo incontro avvenisse nel modo più dialettico e fruttuoso possibile.

Chiara: Lavorare con Lucia Cammalleri e Angelo Campolo è una bellissima esperienza. Oltre ad essere due attori molto bravi, sono due professionisti estremamente generosi: hanno preso a cuore il testo e si sono messi totalmente a disposizione del lavoro. Il mio progetto iniziale si è modificato e arricchito grazie al dialogo con loro e alle loro proposte, ma allo stesso tempo si sono fidati e lasciati condurre lungo strade che a prima vista potevano apparire folli.
In poco tempo, io, Lucia, Angelo e Francesca siamo riusciti ad instaurare una relazione di stima e fiducia reciproca, creando un clima di lavoro disteso e stimolante. Credo che uno degli insegnamenti più grandi che porterò con me sia proprio questo: se è vero che il teatro si fa insieme, allora è davvero importante creare e conservare relazioni positive all’interno del team.

Un buon motivo per venire a vedere il tuo spettacolo?

Clio: Perché abbiamo bisogno di fiabe e perché passare un’ora a teatro a sentire una fiaba permette di staccarsi da se stessi e dal mondo per poi riconnettercisi in modo diverso.

Chiara: Ve ne darò 6.
1.Perché il testo è inedito e… se siete curiosi di sapere cosa frulla nella testa di Francesca Mignemi, non potete perdervelo.
2.Perché Angelo Campolo e Lucia Cammalleri sono strabilianti.
3.Perché i nostri scenografi sono riusciti a rendere bianca la sala Cafè Rouge del teatro Franco Parenti (vedere per credere!)
4. Perché è uno spettacolo emozionante.
5.Perché ho provato a far dialogare attori e tecnologia… e ho bisogno di qualcuno che mi dica se questa cosa ha funzionato.
6. Perché dura solo un’ora e poi avete tutto il tempo di andare a vedervi Ovedevo di Clio Saccà, scritto da Bruna Bonanno!

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Teste Inedite: intervista ai registi Fiammetta Perugi e Lorenzo Ponte

Teste Inedite: intervista ai registi Fiammetta Perugi e Lorenzo Ponte

Ritorna Teste Inedite la rassegna teatrale organizzata dalla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi in collaborazione con Teatro Franco ParentiNel corso delle serate del 14 e 15 giugno e del 28 e 29 giugno gli spazi del teatro ospiteranno quattro spettacoli inediti scritti e diretti dagli Autori e dai Registi del Terzo Corso.  Ad aprire la rassegna il 14 e 15 giugno saranno gli spettacoli: Confabulazioni di Eleonora Paris con la regia di Lorenzo Ponte e Vortice di Mattia Michele De Rinaldis con la regia di Fiammetta Perugi.

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Per l’occasione abbiamo intervistato i due registi Fiammetta Perugi e Lorenzo Ponte.

Parlaci in breve del tuo percorso artistico.  C’è un regista che ha segnato fortemente la tua poetica?

F: Ricordo che quando avevo 18 anni facevo teatro a livello amatoriale e da li ho dato vita a due compagnie, poi il mio insegnante in università mi ha consigliato di provare questo corso di regia e così è iniziata la mia avventura in Paolo Grassi. Non saprei dire qual è la mia poetica però so che tipo di teatro voglio fare: un teatro che parli delle persone e alle persone, un teatro in cui gli spettatori vengono e stanno per due ore in comunione tra loro, tutti allo stesso livello. Per me il teatro è come un regalo che facciamo al pubblico. Se devo scegliere un regista che mi ha segnato in questo mio percorso è sicuramente Strehler!

Vortice (Giovanni Battaglia, Massimo Di Michele, Marco Rizzo) – Foto di Marina Alessi

L: Ho scoperto il teatro all’università mentre studiavo lettere antiche. È stata la scoperta della possibilità di vivere la parola e il pensiero con tutto il corpo. Forse per questo per me fare teatro e regia significa stare in questa tensione tra i corpi della scena e le idee. Registi, pedagoghi e spettacoli importanti ci sono, ma alla fine di questi 3 anni di accademia penso che lo studio, l’osservazione e gli incontri ci aiutino a capire ciò di cui abbiamo bisogno e capire come raccontarlo e come farlo.

Teste Inedite: un progetto della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi in collaborazione con il Teatro Franco Parenti che vede il coinvolgimento di giovani scenografi, compositori, drammaturghi ed organizzatori. Cosa ha significato per te questa esperienza?

F: Per me il valore di questo progetto didattico è il gruppo di lavoro, tutte le persone che ho incontrato e con cui ho collaborato sono state importanti allo stesso modo. Mi sono trovata molto bene e ognuno a modo suo ha dato il suo importante contributo. Tutti hanno lavorato con sincerità al bene dello spettacolo.

L: È stato bello trovarsi di fronte a persone molto diverse tra loro, spesso sconosciute ed essere chiamato a guidare tutti verso l’obiettivo comune dello spettacolo. Ho cercato di instaurare con tutti un rapporto reciproco di rispetto e fiducia dove ognuno fosse responsabile del proprio pezzettino. Sono esperienze che in un momento storico in cui ognuno cerca di arrangiarsi come può insegnano che il teatro è per forza di cose un’esperienza collettiva. 

Qual è stato il tuo approccio al testo e che linea registica hai adottato?

F: La linea registica che ho adottato, avendo a che fare con una drammaturgia di parola, è stata quella di mettermi al servizio del testo in modo che tutti i temi, la dimensione del vortice e le dinamiche tra i personaggi risaltassero. Luce, suoni e scene sono stati ideati tutti in funzione della creazione di questo luogo, il vortice del tempo da cui tutto parte e dove tutto accade.

L: Essendo un testo esordiente, abbiamo lavorato molto spalla a spalla con Eleonora, l’ autrice del testo, fino all’ultimo giorno di prove. Con la regia ho cercato di creare un dispositivo scenico che rappresentasse la dinamica psicologica di questo testo.

Un giovane regista che dirige degli attori professionisti: che relazione si è instaurata tra di voi e quali insegnamenti conserverai di questo incontro?

Confabulazioni (Elena Callegari, Alice Conti, Marco Vergani) – Foto di Marina Alessi

F: La relazione che si è creata è autentica! Ci siamo trovati a nostro agio fin da subito e come dicevo prima ogni elemento del gruppo ha dato il suo apporto alla nascita dello spettacolo. Abbiamo lavorato a partire dalla parola facendo molte prove a tavolino e andando a scavare nel testo per coglierne insieme ogni sfumatura. Per me questo è stato molto istruttivo perché lavorando con attori del loro calibro ho imparato tanto. Ho avuto ancora una volta la conferma che il gruppo di lavoro é fondamentale, importantissimo.

L: Non è la prima volta che lavoro con dei professionisti, ma la seconda. Ognuno è un suo mondo e ci vuole tanta sensibilità e maturità per sapere ogni volta come portarne tutta la forza e la complessità sulla scena. C’è ancora tanto da studiare…

Un buon motivo per venire a vedere il tuo spettacolo?

F: Il mio spettacolo affronta temi molto privati e intimi ma allo stesso tempo universali, in cui ogni spettatore può riconoscersi. Al centro del testo ci sono i non detti, le parole che la gente, per ragioni diverse, non si dice. Spero che vedendo questo spettacolo le persone riflettano su questo.

L: Perché ha l’ambizione di voler riflettere su come leghiamo la nostra idea di felicità alla nostra paura di rimanere soli. Prova a fare luce su queste dinamiche che sottendono alle nostre relazioni per provare ad accettarci un po’ di più.

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Al Teatro Franco Parenti la seconda edizione di Teste Inedite

Al Teatro Franco Parenti la seconda edizione di Teste Inedite

Ritorna Teste Inedite la rassegna teatrale organizzata dalla Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi in collaborazione con Teatro Franco Parenti.
Nel corso delle serate del 14 e 15 giugno e del 28 e 29 giugno gli spazi del teatro ospiteranno quattro spettacoli inediti scritti e diretti dagli Autori e dai Registi del Terzo Corso che, giunti alla fine del loro percorso formativo, hanno l’occasione di esprimere la propria visione del teatro, dirigere 10 attori professionisti e confrontarsi con il pubblico milanese fuori dalla sede di via Salasco. Il progetto prevede inoltre la collaborazione di due tra le principali istituzioni di formazione artistica italiane: la Scuola di Scenografia dell’ Accademia di Belle Arti di Brera per le scene ed i costumi e la Civica Scuola di Musica Claudio Abbado – Istituto di Ricerca Musicale per le composizioni originali; l’organizzazione e la promozione è affidata agli Organizzatori del Primo Corso della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, mentre la direzione artistica è affidata a Tatiana Olear, docente e coordinatrice del corso di Regia.

Teste Inedite si conferma anche in questa seconda edizione come l’occasione per 50 giovani tra registi, autori, compositori, scenografi, costumisti, musicisti e organizzatori di lavorare insieme confrontandosi e mettendo in gioco le specifiche competenze artistiche dando vita ad un percorso creativo arricchito dalla pluralità di tecniche, discipline e istituzioni.

Ad aprire la rassegna il 14 e 15 giugno saranno gli spettacoli: Confabulazioni di Eleonora Paris con la regia di Lorenzo Ponte e Vortice di Mattia Michele De Rinaldis con la regia di Fiammetta Perugi.
Confabulazioni interpretato da Elena Callegari, Alice Conti e Marco Vergani, è uno spettacolo che si interroga sulla complessità delle relazioni e mette in discussione i limiti dei rapporti di coppia. Vortice è un allestimento che attraverso i conflitti di tre generazioni si confronta con il peso del non detto, uno sguardo all’indietro verso quello che sarebbe potuto essere; in scena Giovanni Battaglia, Massimo Di Michele e Marco Rizzo.

La rassegna prosegue il 28 e il 29 giugno con gli spettacoli MonocrHomo – Composizione su Bianco di Francesca Mignemi con la regia di Chiara Callegari, interpretato da Lucia Cammalleri e Angelo Campolo: è uno spettacolo che indaga l’atto della creazione artistica in una messa in scena eterea come un sogno e violenta come un incubo.
Il secondo titolo della serata è OVEꓷEVO di Bruna Bonanno con la regia di Clio Scira Saccà che sarà in scena insieme a Marta Allegra e Marcello Montalto; è una fiaba per adulti che, attraverso linguaggi originali e multimediali, esplora il tema dell’identità e delle sue trasformazioni.

Ciascuno spettacolo sarà replicato due volte nella stessa serata come da programma.

Durata spettacoli: 1 ora circa

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