Con Roberto Ciufoli, arriva per la prima volta sulle scene italiane The Man Jesus, spettacolo tratto dal successo editoriale inglese di Matthew Hurt, in scena al Teatro Tor Bella Monaca dall’1 all’11 ottobre. Diretto da Maurizio Panici, Ciufoli si addentra in un monologo che racconta la vita di Gesù attraverso gli occhi degli uomini e delle donne che lo hanno accompagnato nel corso della vita. L’atmosfera mitologica va diradandosi a favore di una dimensione umana in cui Ciufoli dà vita a un caleidoscopio di personaggi, che sembrano staccarsi da un gigantesco affresco per narrarci la rivoluzione spirituale portata avanti da Gesù.
In questa intervista Maurizio Panici e Roberto Ciufoli approfondiscono temi, estetiche e processo creativo di The Man Jesus.
Come ha lavorato sulla fonte letteraria ricavando un monologo da un racconto polifonico che da voce a molti personaggi?
Maurizio Panici: Nel 2010, proprio con Roberto Ciufoli, ho diretto Processo a Gesù di Diego Fabbri e trovo che, rispetto al testo di Mattew Hurt, molte cose ritornino. Ad esempio, un libro di riferimento che avevamo usato allora, che è molto in linea con The Man Jesus anche per quanto riguarda le fonti storiche e letterarie, è Un uomo chiamato Gesù di Paul Verhoeven in cui viene fuori è un racconto da parte degli umili. La cosa interessante è che la storia viene sfrondata da ogni riferimento mitologico, tutto è riportato alla concretezza: questi uomini erano dei pescatori che si sono uniti alla ricerca di una guida, all’interno di una realtà che andava cambiata. È una storia che mi ha sempre interessato perché parla degli altri, dei diversi che si riconoscono intorno a una figura che, in un mondo in cui vigeva la regola dell’occhio per occhio, dente per dente, propone il tema dell’amore.
Nessuno, allora, era pronto per un cambiamento così forte. Soprattutto oggi, a seguito del covid, penso sia necessario un messaggio forte di cambiamento. È un tema che incrocia continuamente la parte storica, una materia letteraria che si fa materia teatrale fortissima. Devo sicuramente ringraziare Roberto perché ha la capacità mimetica di farsi possedere dai personaggi, portando in scena una polifonia, un’umanità che si muove in un affresco dal quale i protagonisti sembrano uscire per venire a raccontarci la storia. È su quest’immagine che ho costruito il percorso dell’allestimento. Da un punto di vista di estetica, ci siamo mossi in questa direzione, cercando un bilanciamento di spazi e di figure che, come in uno Shining,apparissero e poi venissero riassorbite.
The Man Jesus innesca una riflessione sull’uomo a partire dalla vita di Gesù. In che modo è stata costruita la resa scenica di un racconto che è incentrato sul Cristo ma che allo stesso tempo è stato svuotato dell’iconografia cristologica, per focalizzarsi sulla dimensione umana?
MP: Abbiamo cercato di renderli uomini prima di ogni altra cosa. Ciò ha a che fare con la contemporaneità, abbiamo cancellato ogni riferimento posizionando cronologicamente la storia negli anni ‘30, riprendendo il tema sociale, del potere, della povertà, ascrivibili a quell’epoca. Questo ci ha permesso di togliere tutti i riferimenti olografici, a quel punto è stato più facile riconoscere i personaggi dentro quella moltitudine. Qui entra in gioco il talento di Roberto Ciufoli, la sua grande capacità di osservare la realtà e costruire la vita del personaggio rendendolo vivo, umano, comprensibile.
In The Man Jesus interpreta un caleidoscopio di personaggi che hanno attraversato la vita di Gesù. Come si è svolto il processo di caratterizzazione dei personaggi?
Roberto Ciufoli: Questo fa parte della base del nostro lavoro, avere una schizofrenia, che è tipica dell’attore, nel riuscire a entrare in tante personalità differenti e dar loro voce. Per la caratterizzazione dei personaggi sono partito dal testo, dalle loro parole e dalla loro visione di Gesù e della storia. Mi spiego: Maria è una mamma che, al di là dei risvolti, vede il suo bambino inchiodato su una croce. Barabba è un guerrigliero e, come la storia ci insegna, i guerriglieri possono essere eroi o banditi a seconda di chi vince.
Giuda è un uomo molto concreto che intuisce che in questo ragazzo chiamato Gesù c’è qualcosa in più rispetto a qualunque altro imbonitore dell’epoca, quindi scommette su di lui come figura rivoluzionaria. Giuda non riesce a capire che sta già accadendo una rivoluzione, non volta al rovesciamento di un sistema politico ma spirituale. Pilato è l’espressione del potere decadente, è annoiato da quello che succede e deve mantenere l’ordine. A quell’epoca, Gesù non è stato l’unica figura che arringava le folle, che proponeva un qualcosa di diverso per raggiungere delle chimere spirituali.
Che valore ha oggi raccontare la vita di Gesù, in uno spettacolo scevro di ideologia e mitologia. Quali riflessioni dovrebbe attivare questo lavoro?
RC: La dimensione umana è di per sé mitologica, religiosa. È in questo, a mio avviso, che risiede il fascino della figura di Gesù perché è stato un uomo che non si è mostrato come un supereroe ma semplicemente come un uomo capace di cambiare il punto di vista degli altri, lanciando un messaggio d’amore e non di prevaricazione. Questo ha un valore politico importante, perché ha eliminato quegli orpelli capitalistici, di arroganza politica, economica e sociale facendo dell’amore la sua rivoluzione. Per questo ci aspettiamo che la religione sia un modello a cui riferirsi. Pensare al prossimo come te stesso è spiazzante perché non lascia scelta.
Nasce a Napoli nel 1993. Nel 2017 consegue la laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo con una tesi in Antropologia Teatrale. Ha lavorato come redattrice per Biblioteca Teatrale – Rivista di Studi e Ricerche sullo Spettacolo edita da Bulzoni Editore. Nel 2019 prende parte al progetto di archiviazione di materiali museali presso SIAE – Società Italiana Autori Editori. Dal 2020 dirige la webzine di Theatron 2.0, portando avanti progetti di formazione e promozione della cultura teatrale, in collaborazione con numerose realtà italiane.
Prende il via TIC ON LINE, un progetto di iniziative digitali condiviso dai Teatri in Comune – Teatro Biblioteca Quarticciolo, Teatro Tor Bella Monaca, Teatro Lido di Ostia e Teatro Villa Pamphilj – l’articolata rete di spazi per lo spettacolo parte del Sistema di Teatro Pubblico Plurale, coordinato dal Teatro di Roma e promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita Culturale.
L’incertezza del tempo presente ha bisogno di un rinnovato slancio in grado di sperimentare creatività differenti, affinché il distanziamento fisico non diventi anche culturale. Mutare, reinventarsi, rinnovare linguaggi, formati e modalità sono tratti distintivi del fare teatro. Su questa linea si è articolata la programmazione on line dei TiC, che ha come obiettivo il consolidamento di percorsi di inclusione sociale e culturale che puntano alla sperimentazione di nuovi linguaggi artistici per immaginare un futuro insieme alle comunità di riferimento.
Letture, interviste, musica dal vivo, progetti inediti per il web, interventi teatrali, tutorial, video, attività per piccoli e ragazzi, e tanti appuntamenti live compongono questo cartellone di proposte virtuali, tutti fruibili attraverso i canali social dei quattro Teatri (Facebook, Instagram e siti web), e inseriti nella programmazione digital #TdROnline del Teatro di Roma, aderendo alla campagna #iorestoacasa e al programma #laculturaincasa di Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale.
Un percorso necessario a tenere viva l’attenzione di artiste/i, operatrici/ori, maestranze; ma soprattutto una ripartenza rivolta ai propri spettatori e aperta a nuove fasce di possibili utenti.
Di seguito riportiamo la presentazione delle iniziative attraverso le parole dei direttori artistici.
TEATRO BIBLIOTECA QUARTICCIOLO
In un momento storico importante, in cui l’assenza, la distanza e l’immateriale sono la sostanza del tempo che trascorriamo, la sfida che si vuole lanciare è quella di sperimentare e offrire creazioni multimediali. TBQvoices, online dal 5 maggio 2020, nasce da un’idea di Valentina Valentini come trimestrale del Teatro Biblioteca Quarticciolo e prevede due edizioni, sul web – in italiano e in inglese – e stampato su carta, solo in italiano. Uno strumento per riflettere su questioni che ci “pungono” al presente, un presente che incrocia e intercetta la distanza del passato attraverso le voci di artiste/i, performer, curatrici/ori, studiose/i. Sotto la spinta dell’emergenza Covid-19 la webzine è stata ampliata per ospitare il palinsesto del TBQche affiancherà anche in futuro le sue attività live. Si tratta di un dispositivo di comunicazione capace di creare spazi di immaginazione e relazione, non riempitivi dello “stare in casa” del fruitore, né compensativi di altre esperienze, ma pensati ad hoc per il web. Siamo convinti che la fruizione online delle diverse forme artistiche non possa sostituire la diretta esperienza della fruizione teatrale; che gli spettatori del TBQ non coincidano né siano interscambiabili con i fruitori del palinsesto TBQvoices, ma al contempo che si possano attrarre nuovi fruitori, soprattutto giovani che hanno una frequentazione abituale con le piattaforme web. Resta centrale la vocazione del TBQ alla creazione di comunità, all’ascolto del territorio che lo ospita accanto all’attenzione per i linguaggi del contemporaneo. In questo senso il palinsesto TBQvoices coniuga formati sperimentali e pluridisciplinari. Gli appuntamenti, con programmazione settimanale, prevedono rubriche di teatro; documentari; progetti storici di videodanza accanto a produzioni recenti, nate e concepite per il digitale, accompagnate da approfondimenti critici; una rassegnasui video d’autore dedicati ad artisti video commentati da studiosi (tre a Bill Viola, due a Giacomo Verde, uno a Studio Azzurro e uno a Mario Martone); TBQlab, progetto di ricerca e sperimentazione di creazioni rivolto a giovani artisti; una rassegna letteraria che apre lo sguardo a romanzi sulle periferie delle città in dialogo con gli autori; Vocali in orbita, Voci in podcast di una scuola a distanza a cura di Luca Lotano,un progetto radio che mette in connessione diverse realtà di accoglienza nel Lazio realizzato tramite gli smartphone per tenere viva la lingua italiana dei rifugiati e richiedenti asilo. Particolare cura è riservata alla programmazione di Teatro ragazzi che nasce da testimonianze, desideri e suggerimenti degli insegnanti e dei genitori del Municipio V: video didattici sugli spettacoli delle ultime stagioni del TBQ, con interventi di studiosi di Teatro Ragazzi e interviste al cast; La scatola dei ricordi, una sorta di “scatola virtuale” che bimbi e ragazzi delle scuole possano riempire di “pensieri e desideri”; Tutti in carrozza! Storie e filastrocche per viaggiare con la fantasia, per raccontare la magia delle storie e della poesia per i più piccoli; Letture teatrali in lingua inglese a sostegno della didattica a distanza.
TEATRO TOR BELLA MONACA
Il Teatro Tor Bella Monaca dopo l’iniziativa Caro Teatro ti scrivo, una rubrica sui social dedicata ai commenti e alle segnalazioni degli spettatori, presenta il Diario di un non intubabile di Alessandro Benvenuti che dal primo giorno del lockdown ha iniziato a scrivere, con la sua abituale ironia le sue riflessioni sulla forzata “quarantena” a causa del coronavirus. “All’inizio dell’emergenza che ha travolto le nostre vite – spiega Alessandro Benvenuti, Direttore artistico del Teatro Tor Bella Monaca – ho pensato ad un modo di comunicare affettuoso con i frequentatori del mio fan club su facebook e con tutti coloro che, da nord a sud, mi vengono a trovare in teatro per dirgli che l’uomo resiste, che continua a pensare e non si fa abbattere dalle avversità. Non Intubabile perché appartengo alla fascia di età che, in presenza di malati gravi in eccesso e posti letto in difetto, verrà lasciata fuori dai reparti di terapia intensiva. Un modo assai radicale per dire ‘Largo ai giovani’. IlDiario di un non intubabile sarà trasmesso tutte le domeniche alle 18 in diretta sulla pagina Facebook del Teatro e sugli account instragram e twitter; i video saranno disponibili, successivamente, sul sito e sul canale youtube.Tanti i progetti in cantiere al Teatro Tor Bella Monaca alla luce del rinnovo triennale dell’affidamento che, adesso, hanno subito uno stop forzato a causa dell’emergenza. “Abbiamo intenzione, non appena sarà possibile – conclude Benvenuti – di aprire sempre di più il teatro agli artisti e alla città. Sono tanti i gruppi teatrali che ci guardano come un riferimento grazie alla possibilità di avere un rapporto franco e sincero. Da noi non ci sono burocratismi e attese lunghissime. Ormai il Tor Bella Monaca è considerato sempre più un punto di riferimento, uno spazio attrattore. Molte compagnie giovani si rivolgono a noi con nuove proposte, grazie anche alla possibilità di avere un accesso molto celere. Questi tre anni ci permetteranno di esaudire anche un sogno, che era poi di Filippo d’Alessio, quello di costituire una compagnia stabile del Teatro con attori professionisti. Era previsto il debutto in primavera con un mio testo Certi di esistere che avrebbe rappresentato la prima lunga tenitura in questo teatro. Adesso è tutto rimandato ma speriamo di poter archiviare presto questo difficile periodo, che sta mettendo a dura prova le nostre vite e il nostro comparto, e di poter riprendere la nostra attività con il debutto della compagnia stabile e la nostra ricca programmazione”.
TEATRO DEL LIDO DI OSTIA
Dal 6 marzo 2020, anche il Teatro del Lido ha dovuto chiudere i propri cancelli al pubblico, agli artisti, ai tecnici, agli operatori, privando temporaneamente il territorio di un punto di riferimento socio-culturale importantissimo. Successivamente alla chiusura e al generale momento di smarrimento, è iniziata ad avanzare la necessità di proporre delle attività che potessero rendere reale, anche in questa particolare situazione, lo slogan scelto per la stagione 2020: Un ponte per i tuoi sogni. Sono stati immaginati una serie di eventi digitali che possano servire ‘da ponte’. Un raccordo che porti tutti verso un sogno più grande: rianimare la sala di via delle Sirene, nella convinzione che il teatro trovi la sua ragione più profonda nell’essere luogo fisico di ritrovo e condivisione per la comunità. Il web e i suoi strumenti saranno i ponti ‘informatici’ per colmare le attuali distanze tra il teatro e il suo pubblico e assieme per rimanere al fianco delle compagnie e degli artisti, che il Teatro del Lido avrebbe dovuto accogliere e che hanno visto svanire i propri impegni e con essi le proprie risorse economiche. Non lasciare indietro nessuno è il principio guida, per evitare il rischio che la spina dorsale dell’arte performativa si spenga, perché tornare indietro sarebbe molto difficile. Il programma e il calendario degli eventi non sono ancora definiti nel dettaglio, è possibile però anticipare tra le varie attività online: laboratori destinati all’infanzia e all’adolescenza; incontri con le associazioni del territorio, tavoli partecipati 2.0 attraverso la condivisione di esperienze, riflessioni e idee per affrontare insieme le nuove sfide all’orizzonte; mostre virtuali, che permettano di esplorare gli spazi espositivi del teatro con l’ausilio delle tecnologie digitali; appuntamenti legati al cinema, per riproporre via web il seguitissimo appuntamento con il cineforum a cura di Donato Di Stasi, organizzato dall’Associazione L’Occhio Estraneo; didattica a distanza per adulti/e, proseguendo online i cicli formativi iniziati negli spazi del teatro; una rassegna di pillole teatrali, con interviste veicolate attraverso dirette radio o podcast, realizzate in collaborazione con una webradio del territorio nata proprio a ridosso di questo periodo di emergenza. Convinti oggi più che mai che – come ci diceva il Maestro Andrea Camilleri -: “Il Teatro è il pronto soccorso dell’anima”.
TEATRO VILLA PAMPHILJ
Prosegue la programmazione di Teatro Villa Pamphilj per i prossimi tre anni, e questa è una bellissima notizia. Il nostro pensiero artistico per il triennio 2020-2022 di programmazione èPrendersi Cura: delle parole, del linguaggio, del pensiero. Ma anche delle persone, dei luoghi, dell’ambiente. E dei diritti, della Costituzione, della bellezza.Crediamo che “prendersi cura” sia la necessità prioritaria del tempo che stiamo vivendo: salvaguardare, proteggere, se necessario difendere le conquiste, i diritti umani e civili, la pace, il progresso sostenibile, la coscienza, il pianeta, il valore della cultura, la vita. Prendersi cura del Teatro, del pubblico, perché il Teatro è uno strumento fortissimo e irrinunciabile di conoscenza, aggregazione, coesione e poesia. Il periodo anomalo e sospeso che stiamo vivendo non ci permette l’incontro dal vivo, indispensabile per vivere l’esperienza teatrale e per non perderci, in attesa di poter stare di nuovo insieme, abbiamo ideato un programma settimanale on line (sui nostri canali social) di Teatro, Musica, Poesia, Arte varia, per tutte le età. Per i più piccoli due appuntamenti, il martedì alle ore 18 (dal 12 maggio) con A ME GLI OCCHI (E LE ORECCHIE) Favole e storie tra parole e immagini e SING-A-LONG, inglese e musica per piccolissimi, un progetto rivolto alla fascia 0-48 mesi e ai genitori con Diego di Vella e Livia Adinolfi. Due gli appuntamenti settimanali anche per la drammaturgia contemporanea, con le CONVERSAZIONI DI SCENA a cura di Giancarlo Sammartano e lL PALCOSCENICO DELLA LEGALITA’ – storie 2.0 un racconto in pillole dello spettacolo Dieci storie proprio così – Terzo Atto per non abbassare la guardia sulle atrocità compiute dalla criminalità organizzata e per non dimenticare le tantissime storie di riscatto (con Emanuela Giordano e CO2). Per la musica, il giovedì alle 18.30 con DIALOGHI MEDITERRANEI, incontri a distanza tra Stefano Saletti e gli artisti del Festival Popolare Italiano: Lucilla Galeazzi, Riccardo Tesi, Gabriele Coen, Gabriella Aiello, Jamal Ouassini e Luigi Cinque. La rassegna si concluderà il 4 giugno con l’intervista di Francesco Saverio Galtieri, Direttore della SPM Donna Olimpia a Stefano Saletti. Francesco Galtieri dialogherà inoltre sul metodo e la bellezza della musica (sotto tutti i punti di vista e a tutte le età) anche attraverso le Conversazioni Musicali (date da definirsi). Tra gli ospiti: Paolo Pecorelli, Fabrizio Cardosa, Linea Ensemble, Giusi Cataldo, Ada Montellanico, Annibale Rebaudengo, Giovanni Piazza, Patrizio Fariselli, Forum Nazionale per l’Educazione Musicale, Piccola Orchestra Torpignattara, Baraonna, Brag Trio di Alberto GIraldi, Enrico Strobino e con i musicisti dei corsi di alta formazione Orff-Schulwerk. Il venerdì alle ore 15, #JAZZHOME Il jazz non sarà messo in quarantena, il diario di un musicista jazz nei giorni di isolamento in Italia a cura della batterista Cecilia Sanchietti, in collaborazione Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma. Per la didattica musicale, dal 15 maggio, ogni venerdì alle 18 “DIDATTICA, che spettacolo!” un ciclo di incontri sul metodo“Musica in Culla” per la prima infanzia, con Paola Anselmi e Beth Bolton, in collaborazione con il Festival di Amalfi. Ogni domenica alle ore 12, verrà pubblicata LA VIGNETTA di Fabio Magnasciutti: una vignetta dedicata all’arte, alla cultura, in questo periodo sospeso, per riflettere e sorridere con profonda leggerezza realizzata da uno dei più apprezzati disegnatori contemporanei. Questi sono alcuni dei protagonisti della stagione che, a modo loro, si racconteranno fornendo una guida all’ascolto e alla visione di quello che sarà lo spettacolo dal vivo, il concerto, la Rassegna, il Festival, la mostra, per il momento solo rimandato!
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
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