#FocusOn: Quartieri di vita, festival di formazione e teatro sociale

#FocusOn: Quartieri di vita, festival di formazione e teatro sociale

Inizierà l’8 dicembre 2017 la seconda edizione di “Quartieri di vita”, il festival di formazione e teatro sociale realizzato con il sostegno della Regione Campania dalla Fondazione Campania dei Festival. La manifestazione, inserita quest’anno anche tra i progetti speciali del Mibact, è stata presentata in conferenza stampa a Napoli dal Presidente della Regione Campania, on. Vincenzo De Luca e dal direttore artistico Ruggero Cappuccio.

Il Festival, preceduto da due incontri con gli studenti delle Università napoletane (il primo all’Orientale, mercoledì 6 dicembre, ore 10.30 e ore 12.30 ed il secondo alla Federico II giovedì 7 dicembre ore 12.30), inizierà venerdì 8 dicembre e, tra laboratori, spettacoli, incontri e mostre, proseguirà fino a venerdì 22, coinvolgendo nelle sue molteplici attività oltre al capoluogo numerosi altri centri della regione, tra Salerno, Avellino, Caserta e Benevento.

“Vivremo un’edizione straordinaria, per temi e contenuti – sottolinea in una nota Vincenzo De Luca, Presidente della Regione Campania – e un programma che culminerà con un evento internazionale, di formazione e di teatro: la masterclass alla Sanità con Willem Dafoe, che sarà anche il protagonista dello spettacolo “The Minister’s black veil” che il regista Romeo Castellucci mette in scena in prima nazionale per Quartieri di vita”. Lo spettacolo, liberamente ispirato alla parabola di Nathaniel Hawthorne , debutterà mercoledì 20 dicembre (repliche il 21 e 22) nel Museo Diocesano Donnaregina Vecchia di Napoli. Da Bagnoli a San Giovanni a Teduccio, dalla Sanità a Castel Volturno, da Forcella a Salerno, fino a Mugnano, Avellino, Solofra, Caserta, “Quartieri di vita” si assume il compito di offrire a tante realtà artistiche, tra quelle principalmente attive in aree a rischio non solo della Campania, la possibilità concreta di tracciare nuovi percorsi teatrali, di sperimentazione e di ricerca, sostenendo i relativi costi di progettazione, formazione ed allestimento.

“Con questo progetto – sottolinea il direttore artistico Ruggero Cappuccio – intendiamo allineare le piccole esperienze individuali alle dinamiche dei grandi rivolgimenti globali, creando processi di formazione capaci di garantire rapporti di studio tra giovani a rischio e maestri della scena nazionale ed internazionale”.

“Con Quartieri di vita – dichiara Luigi Grispello, presidente della Fondazione Campania dei Festival – la Fondazione conferma il suo ruolo di istituzione culturale, impegnata, con il fondamentale sostegno della Regione Campania nella diffusione di attività di spettacolo rivolte non solo al territorio urbano, ma anche a quello periferico, nonché regionale, con l’obiettivo di diffondere la cultura teatrale e raggiungere attraverso di essa operatori e pubblici diversi, dando loro l’opportunità di partecipazione e conoscenza”.

14 sono i progetti selezionati per la seconda edizione del Festival, attualmente già in fase di realizzazione, che attivano molteplici ambiti di indagine e di scrittura scenica: sul mistero creativo dell’infanzia, ad esempio, oppure sul recentissimo passato civile della Campania, sull’incontro e sui rapporti con genti e culture diverse che il nostro tempo ci sta spesso imponendo, sulla sicurezza personale e la sicurezza urbana, sul vitalismo collettivo dei popoli. Gli esiti dei differenti percorsi formativi e produttivi, tra spettacoli pronti per la scena, e anche studi, performances itineranti, concerti e mostre, avranno nel periodo natalizio, un momento conclusivo di spettacolo e di confronto aperto con il pubblico.

Quartieri di vita inizia l’8 dicembre al Teatro dei Piccoli (ore 20) con Il Bugiardino – istruzioni per l’uso, un lavoro sull’area industriale di Bagnoli a cura di Alfonso D’Auria e Anna Carla Broegg, liberamente ispirato al testo Morte accidentale di un anarchico di Dario Fo, e messo in scena attraverso un laboratorio con gli ex lavoratori dell’Italsider. Nel pomeriggio (dalle ore 18) i giovani del gruppo #GiovaniO’Nest saranno protagonisti del lavoro intitolato TotO’Onest – Siete uomini o caporali?, spettacolo itinerante per le strade di San Giovanni a Teduccio e del centro di Napoli (repliche il 9, 16 e 17 dicembre dalle ore 18). Sempre venerdì 8 dicembre, inaugura a mezzogiorno la Mostra di Scultura a cura dell’Associazione SMMAVE, che realizza la prima parte di un progetto finalizzato alla creazione di un centro per l’arte nella Chiesa della Misericordiella, ovvero Santa Maria Della Misericordia ai Vergini.

In programma anche gli spettacoli “What do you want?” di Stefano Scognamiglio che porta in scena attori ed esperienze migranti; “Il sogno prima della realtà” che nasce dall’esperienza con ospiti delle unità operative di salute mentale della Campania; “Demografie”, uno spettacolo itinerante di Enzo Marangelo sul concetto di geografia umana; “Women Crossing” di Alessandra Cutolo con attrici ospiti del Centro di Accoglienza Straordinaria “Casa Sabali” sui lunghi e dolorosi viaggi compiuti dalle donne per raggiungere l’Italia; “L’Orfeo di Euridice” di Enzo Mirone che esplora il mito in tutte le sue variazioni e le possibili declinazioni. A seguire, il Nuovo Teatro Sanità propone Lui il figlio, un progetto a cura di Mario Gelardi che racconta la storia di Cristo dal momento della crocifissione, mentre al Sannazaro Lara Sansone presenta “Piedigrotta – dentro la festa, oltre la festa” sulla antica ricorrenza tradizionale napoletana che ospiterà sull’argomento una lectio magistralis del musicologo e scrittore Paolo Isotta. L’associazione culturale f.pl.femminile plurale, sintetizza i suoi dieci anni di lavoro con le donne di Forcella nello spettacolo “Donne con la folla nel cuore”, mentre il tema dell’immigrazione ritorna ancora in “Via Santa Maria della Speranza all’ombra dei Giganti” di Mariangela Robustelli. In conclusione, il festival propone ancora un appuntamento con la musica e la danza ne “Il Natale della Resistenza – Affabulazione pastorale per il Divino Avvento” di Mariano Bauduin, e lo spettacolo di teatro danza “Foresta d’amore” di Paola Carbone.

Per “Quartieri di Vita” è previsto un biglietto d’ingresso, simbolico di 2 e 5 euro, che servirà a raccogliere fondi per l’Ospedale Pediatrico Santobono-Pausilipon, come pure saranno riservati, in alcune date specifiche, alcune centinaia di posti per le associazioni, i volontari e le cooperative sociali che operano sul territorio.

Quartieri di vita – Una nota del Direttore Artistico Ruggero Cappuccio

La bellezza di una democrazia si ottiene solo realizzando una fortissima capacità di ascolto. La disposizione all’ascolto costituisce la spina dorsale del Teatro. Il sentire in senso fisico e il sentire in senso interiore danno vita a tutte le leggi connesse all’arte di stare in scena e all’arte di percepire la scena. I drammaturghi, gli attori, i registi di tutti i tempi, dall’antichità ad oggi hanno raffinato l’attenzione a registrare il dolore, la disperazione, la solarità e la malinconia degli esseri umani, comprendendo che nulla di quello che accade agli altri è estraneo alla nostra vita. Quella del Teatro è una preziosa forma di democrazia interiore che sancisce l’uguaglianza degli uomini e delle donne rispetto alle stagioni tempestose e dolcissime di ciascuna esistenza. Ora, se il Teatro ha ascoltato secolarmente i sogni del potere, il potere ha ascoltato molto poco il Teatro. Ad eccezione del civilissimo mondo ellenico, l’arte della scena ha brillato nel mondo solo grazie alle incoronazioni eccezionali di un principe e di una regina. Quartieri di vita nasce, per questo, dal desiderio di incrociare l’ascolto tra istituzioni e artisti, riconoscendo al lavoro di scena non soltanto i suoi obiettivi estetici ma anche le sue straordinarie qualità terapeutiche. Il Teatro, attraverso l’insegnamento ad ascoltare emozioni, rabbia e vitalità, è l’unica scienza umana in grado di occuparsi delle persone nella loro totalità. Corpo ed anima, voce e silenzio, espressione ed inesprimibilità, sono i poli entro i quali l’individuo agisce, desidera, soffre. Conoscere se stessi attraverso l’esplorazione e il racconto di ciò che è sommerso dentro noi è la strada per la guarigione dell’individuo e delle comunità. La seconda edizione di Quartieri di vita attiva un’indagine sul mistero creativo dell’infanzia, sul recentissimo passato civile della Campania, sui rapporti con le culture del mondo che stiamo incontrando, sulla sicurezza personale e la sicurezza urbana, sul vitalismo collettivo dei popoli. Da Bagnoli a San Giovanni a Teduccio, dalla Sanità a Castel Volturno, da Forcella a Salerno, fino a Mugnano, Avellino, Solofra, Caserta, Quartieri di vita allinea le piccole esperienze individuali alle dinamiche dei grandi rivolgimenti globali, creando processi di formazione capaci di garantire rapporti di studio tra giovani a rischio e maestri della scena nazionale ed internazionale.

Quartieri di Vita – Incontri all’Università 

Mercoledì 6 dicembre | Incontro aperto agli studenti dell’ Università Orientale per il Progetto Quartieri di Vita | ore 10,30 Palazzo Mediterraneo, aula 2.5 | ore 12,30 Palazzo Corigliano, aula Mura greche

Introdurranno Nadia Baldi per la direzione artistica di Ruggero Cappuccio e Monica Ruocco, Dipartimento Asia Africa e Mediterraneo.

Interverranno per la presentazione del progetto “What do you want?” Stefano Scogliamiglio, regista e Florence Omorogieva, attrice “What do you want?” è un progetto laboratoriale nato nell’ex Canapificio di Caserta destinato ai migranti. Ciascun incontro avrà la durata di un’ora e lascerà spazio all’intervento degli studenti

Giovedì 7 dicembre | Incontro aperto agli studenti dell’ Università Federico II per il Progetto Quartieri di vita | ore 12.30 Via Mezzocannone 16 (secondo piano)

Introdurranno Nadia Baldi per la direzione artistica di Ruggero Cappuccio e il Professore Stefano Consiglio. Interverranno per la presentazione del progetto “TotO’Onest – Siete uomini o caporali?”, a cura del teatro NEST – Napoli Est Teatro, Giuseppe Gaudino componente della compagnia Nest, Ippolito Chiarello ideatore e curatore del progetto sul barbonaggio teatrale  e Carla Borrelli organizzatrice al Teatro Nest.

“TotO’Onest – Siete uomini o caporali?”è un progetto laboratoriale sulla pratica del Barbonaggio Teatrale rivolto ai giovani dell’area est di Napoli#GiovaniO’Nest e dedicato alla figura di Totò in occasione del cinquantenario dalla morte. L’ incontro avrà la durata di un’ora e lascerà spazio all’intervento degli studenti.

Quartieri di Vita – Gli spettacoli

Il programma di Quartieri di vita inizia l’8 dicembre al Teatro dei Piccoli (ore 20) con Il Bugiardino – istruzioni per l’uso, un lavoro sull’area industriale di Bagnoli a cura di Alfonso D’Auria e Anna Carla Broegg, liberamente ispirato al testo Morte accidentale di un anarchico di Dario Fo, e messo in scena attraverso un laboratorio con gli ex lavoratori dell’Italsider (la grande azienda che chiuse definitivamente nel 1992 lasciando dietro di sé 8794 disoccupati. Nel pomeriggio (dalle ore 18) i giovani del gruppo #GiovaniO’Nest saranno protagonisti del lavoro intitolato TotO’Onest – Siete uomini o caporali?, spettacolo itinerante per le strade di San Giovanni a Teduccio e del centro di Napoli. Realizzato in occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Totò, il lavoro unisce gli esiti di due laboratori: il primo sui testi del Principe della Risata, tenuto da Gianni Spezzano, il secondo sulla pratica del barbonaggio teatrale a cura di Ippolito Chiarello (repliche il 9, 16 e 17 dicembre dalle ore 18).

Sempre venerdì 8 dicembre, inaugura a mezzogiorno la Mostra di Scultura a cura dell’Associazione SMMAVE, che realizza la prima parte di un progetto finalizzato alla creazione di un centro per l’arte nella Chiesa della Misericordiella, ovvero Santa Maria Della Misericordia ai Vergini. Qui si è articolato il percorso di sperimentazione artistica del linguaggio scultoreo, sotto la guida dell’artista Christian Leperino e del gruppo di lavoro dell’associazione SMMAVE che, attraverso la relazione tra i partecipanti, l’artista e il sito, ha condotto all’ideazione, produzione ed esposizione al pubblico di un’opera d’arte collettiva.

È invece con i migranti che ha lavorato Stefano Scognamiglio per What do you want?, realizzando uno spettacolo che si sviluppa sulla stesura di un testo in italiano, cucito su ciascun interprete, tramato di dialetti africani e “broken english” (9 dicembre ore 21 al Teatro Comunale di Caserta).

Da Caserta a Salerno per Il sogno prima della realtà, l’esito del percorso laboratoriale dell’associazione culturale Teatri di Popolo, nato da un incontro tra attori professionisti e alcuni ospiti delle unità operative di salute mentale della Regione Campania, nell’ambito dei progetti per la riabilitazione e la formazione al lavoro, istituiti dal DSM di Salerno (10 dicembre alle ore 18). La programmazione continua ancora in regione passando per Solofra (AV), dove l’Associazione Culturale Hypokritès Teatro Studio propone Demografie, laboratorio teatrale sul concetto di geografia umana che ruoterà intorno a tre installazioni: la loro fruizione sarà itinerante, aperta a 15/20 spettatori per volta, accompagnati da un componente della compagnia o del laboratorio stesso, nelle stanze del Complesso Monumentale di Santa Chiara (11 dicembre alle ore 20).

Women Crossing di PAV, Ass. Di. Fro (Diritti di Frontiera), è un lavoro che mette in luce le difficoltà incontrate durante i lunghi viaggi per raggiungere l’Italia dalle donne del Centro di Accoglienza Straordinaria di Mugnano “Casa Sabali”, gestita da Cidis Onlus, dando vita così a unemozionante racconto corale (13 dicembre alle ore 19 al Teatro Nuovo di Napoli). Ultimo appuntamento in regione il 15 dicembre alle ore 20 nella scuola Alma D’Arte di Sant’Angelo a Cupolo (BN) con L’Orfeo di Euridice (quarto ed ultimo della Trilogia dell’amore), progetto della Cooperativa Sociale Immaginaria Onlus, che esplora il mito di Orfeo ed Euridice in tutte le sue variazioni e lo rielabora attraverso il pensiero, l’opera e le vicende biografiche di Antonin Artaud, L. Carroll, Alfred Jarry.

Il Nuovo Teatro Sanità propone Lui il figlio, un progetto a cura di Mario Gelardi che racconta la storia di Cristo dal momento della crocifissione: il testo immagina che la morte di “lui” sia avvenuta pochi giorni prima delle testimonianze, cercando di rendere ancor più universale la passione, la condanna e la morte di un Uomo (15 dicembre ore 21 nel Museo Diocesano di Donnaregina Nuova). Il Teatro Sannazaro presenta Piedigrotta – dentro la festa, oltre la festa, lavoro a cura di Lara Sansone che indaga storie, rituali e tradizioni di una delle feste più celebri della Campania attraverso un laboratorio artigianale, condotto dalle ultime sarte professioniste capaci di lavorare la carta crespata, e rivolto ai ragazzi appartenenti a famiglie disagiate dei Quartieri Spagnoli. La struttura ospiterà inoltre una lectio magistralis ad opera del musicologo e scrittore Paolo Isotta sulle origini della Piedigrotta sacra e profana (16 dicembre alle ore 19). L’associazione culturale f.pl.femminile plurale, che festeggia i dieci anni del progetto nato a Forcella nel 2007 al Teatro Trianon Viviani con Donne con la folla nel cuore/ La scena delle donne dieci anni, rendendo visibili alcuni materiali elaborati negli anni e l’ultimo studio realizzato (16 dicembre alle ore 21 – 17 dicembre alle ore 19 nel Museo Diocesano Donnaregina Vecchia).

Il tema dell’immigrazione ritorna protagonista nel cuore dei Quartieri Spagnoli con Via Santa Maria della Speranza all’ombra dei Giganti, studio del Teatro La giostra/Speranzella 81 a cura di Mariangela Robustelli: a partire dalla rievocazione dell’ultimo dramma incompiuto di Pirandello, I giganti della montagna, un gruppo di giovani africani richiedenti asilo politico indaga sulla situazione di marginalità in cui il mondo delle arti sceniche versa oggi (18 dicembre ore 21 al Teatro Nuovo). A seguire appuntamento con la musica e la danza con Il Natale della Resistenza – Affabulazione pastorale per il Divino Avvento (19 dicembre ore 21 al Teatro Sannazaro), realizzato dal gruppo Gli Alberi di Canto Teatro diretto da Mariano Bauduin, e il laboratorio di teatro danza Foresta d’amore, a cura di Paola Carbone (22 dicembre ore 18 a Museo Diocesano di Donnaregina Nuova). Atteso a Napoli insieme al regista Romeo Castellucci per la “prima nazionale” dello spettacolo The Minister’s Black Veil, Willem Dafoe chiude il festival con un grande evento internazionale: una masterclass con i ragazzi del Rione Sanità.

 

TESI DI LAUREA: Teatro, strumento per comprendere l’interazione sociale

TESI DI LAUREA: Teatro, strumento per comprendere l’interazione sociale

TITOLO TESI: teatro, strumento per comprendere e promuovere l’interazione sociale
UNIVERSITÀ: Università per Stranieri Dante Alighieri di Reggio Calabria – Facoltà di Scienze della Società e della Formazione d’area mediterranea – Corso di laurea triennale per «Operatori pluridisciplinari e interculturali d’area mediterranea»
AUTORE: Samuel Nava

Introduzione dell’autore:

La tesi da me esposta si propone di rispondere al seguente quesito: può il teatro fungere da strumento per comprendere e promuovere le interazioni sociali? Avvalendomi di vari materiali, tra cui testi di importante rilievo nella tematica trattata, persone che operano nel settore del teatro sociale, e della mia personale esperienza laboratoriale sul Teatro dell’Oppresso e del tirocinio universitario sul Teatro Sociale, ho cercato di rispondere al mio interrogativo.

Nell’estratto qui proposto sarà possibile prendere visione dei primi tre capitoli del mio lavoro di tesi. Il primo capitolo “Esperienza teatrale come metafora dell’azione sociale” riguarda l’uso del teatro come metafora per analizzare la vita quotidiana elaborata da Goffman per comprendere i ruoli e le interazioni ad essi vincolati poiché in base alla maschera che si porta, imposta dalla società, gli individui agiscono, come attori più o meno consapevoli della loro vita. Nel secondo capitolo “Teatro sociale per lavorare nel sociale” ho esposto alcuni metodi utilizzati da questo tipo di teatro cercando di valutare la sua valenza per quanto riguarda il processo di comprensione e di cambiamento sociale. Dopo aver analizzato le diverse forme di Teatro Sociale in base agli utilizzi ed al contesto, mi sono concentrato sul metodo Freire per quanto riguarda la possibilità di educare alla consapevolezza attraverso il dialogo, e sul Teatro dell’Oppresso di Boal che, ispirandosi alla Pedagogia degli oppressi, ha elaborato una pratica teatrale che si muove tra politica, teatro e società con l’obiettivo di produrre un cambiamento in situazioni di disagio e disparità. Nel terzo capitolo “Le mie esperienze pratiche di Teatro Sociale” ho esposto, come si evince dal titolo, la mia esperienza laboratoriale sul Teatro dell’Oppresso con Ciccio Tedesco, descrivendo alcuni esercizi del metodo Boal, oltre all’esperienza di tirocinio con Santo Nicito dell’Associazione di Promozione Sociale “Pagliacci Clandestini” dove mi è stata data la possibilità di scoprire vari aspetti fondamentali sull’incontro con l’altro partendo da me stesso.

LEGGI L’ESTRATTO DALLA TESI  > TEATRO, STRUMENTO PER COMPRENDERE E PROMUOVERE L’INTERAZIONE SOCIALE

SAMUEL NAVA: Dal 2007 inizia la sua formazione teatrale con un corso di recitazione triennale presso Spazio Teatro e seguendo seminari tenuti da insegnanti del panorama nazionale e internazionale tra cui: Ran Arthur Braun membro dell’Independent Fight Directors Guild (USA) e dell’International Dance Council (Parigi); Silvio Castiglioni del Centro di Ricerca per il Teatro di Milano; e Danny Lemmo membro dell’Actors Studio di New York. Formazione che continuo tutt’oggi. Dal 2008 partecipa a vari spettacoli teatrali, tra cui: “Tempeste” tratto da La Tempesta di William Shakespeare, nel ruolo coprotagonista del principe Ferdinando; “Equilibri sopra la follia”, nel ruolo del protagonista Lorenzo, in cui ho collaborato nella scrittura; e “Novecento” tratto dal famoso libro di Alessandro Baricco, con ruolo del coprotagonista Edward. Dal 2014 prende parte a diversi spot, film e video tra cui: “Spot per Crema Celadrin della Pharmanutra” (selezionato al Contest ” Non rinunciare alle tue passioni”) ruolo protagonista; il film “Grande Sud” (Festival “Storie e uomini del sud” 2016, Wag Film Festival 2015, Video Festival Imperia 2014, Maazzeni Film Festival 2014, Festival del Peperoncino 2014, trasmesso in TV al canale 15 digitale terrestre) ruolo coprotagonista Antonio, solonna sonora la canzone “Grande sud” di Eugenio Bennato; il cortometraggio “Un dono per la vita” ( Distribuzione nazionale attraverso reti TV e strutture regionali Avis); ed al video “Dante’s Project” (ancora in corso d’opera) in cui hanno partecipato i premi Oscar F. Murray Abraham e Franco Zeffirelli.

Attualmente lavora (in qualità di attore) al progetto Mediterranean Creative Hub, finanziato dall’intervento Creazione del Distretto culturale e relativa programmazione e organizzazione di eventi di rilevanza nazionale e internazionale che verrà presentato al Festival MigrArtes di Reggio Calabria il 29 di questo mese, dal titolo “La barca del sole”.

TESI DI LAUREA: Il Teatro Dentro – osservazione etnografica dei laboratori teatrali all’interno del carcere di Rebibbia

TESI DI LAUREA: Il Teatro Dentro – osservazione etnografica dei laboratori teatrali all’interno del carcere di Rebibbia

TITOLO TESI : Il teatro “dentro”: osservazione etnografica dei laboratori teatrali all’interno del carcere di Rebibbia
UNIVERSITÀ: ROMA TRE – FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA – Corso di Laurea Magistrale in Informazione, editoria e giornalismo
AUTRICE : IRIS BASILICATA

Introduzione dell’autrice:

In questa tesi ho affrontato una ricerca etnografica su alcuni dei laboratori teatrali che si svolgono all’interno del carcere di Rebibbia nella sezione di Alta Sicurezza femminile e nella sezione maschile dei detenuti comuni. La mia ricerca si è articolata in due parti, una di tipo teorico e una di tipo empirico. Nella prima parte ho trattato dell’etnometodologia e degli studi effettuati da Harold Garfinkel e da Alfred Schütz. Ho analizzato, inoltre, gli studi effettuati da Don H. Zimmermann e Melvin Pollner sui fenomeni del mondo quotidiano secondo i quali un contesto sociale non è dato per scontato ma è il risultato delle attività effettuate dai membri sociali stessi. In particolare ho affrontato l’analisi del contesto sociale nell’ambiente carcerario.

Nell’estratto del mio lavoro di tesi qui proposto, il discorso verte sul teatro sociale. Nello specifico mi sono soffermato sull’analisi e sul lavoro effettuati da Le donne del muro alto e dalla Compagnia teatro Stabile Assai della casa di reclusione di Rebibbia. Ho tracciato un excursus dalla nascita fino allo sviluppo di queste due realtà teatrali ponendo particolare attenzione alla loro valenza culturale e a come il lavoro teatrale venga trattato da persone che stanno affrontando un periodo di detenzione. In particolare, ho osservato il lavoro teatrale svolto da Antonio Turco e da Francesca Tricarico prendendo parte alle loro prove. Il capitolo 5 racchiude, in linea generale, il tema della situazione delle carceri in Italia, mettendo a tema argomenti quali la salute, il sovraffollamento e la violenza. L’ultimo e sesto capitolo è la parte empirica del lavoro, il vero fulcro della mia ricerca. In esso sono raccolte tutte le interviste effettuate alle detenute-attrici e ai detenuti-attori della casa di reclusione di Rebibbia.

LEGGI L’ESTRATTO DALLA TESI  > Il teatro “dentro”: osservazione etnografica dei laboratori teatrali all’interno del carcere di Rebibbia

IRIS BASILICATA: Iris Basilicata nasce a Roma il 24 dicembre 1989. Dopo aver conseguito la laurea triennale in DAMS si diploma in recitazione ed aiuto regia presso l’Accademia Internazionale di Teatro “Circo a vapore” di Roma. Partecipa a numerosi workshop e laboratori di recitazione ed espressione corporea. Nel 2017 per la sua tesi di laurea magistrale prende parte al lavoro svolto da Antonio Turco e Francesca Tricarico che tengono dei laboratori teatrali con i detenuti comuni e le detenute di alta sicurezza del carcere di Rebibbia.