Definito dal The Guardian come un valzer per la fine dei tempi, Grand Finale segna l’atteso ritorno di Hofesh Shechter per Romaeuropa Festival. Il coreografo di fama internazionale presenta un lavoro che guarda al passato aprendo nuove strade e lo fa attraverso il suo marchio distintivo ed esilarante di danza e teatro combinati con la musica.
Grand Finale è allo stesso tempo comico, cupo e meraviglioso, evoca un mondo in caduta libera, pieno di energia anarchica e commedia violenta. Eseguita da una potente tribù di dieci danzatori accompagnati da sei musicisti, la coreografia si completa della colonna sonora a cura dello stesso Shechter e si mescola al set ricco e spiccatamente teatrale di Tom Scutt in questa audace e ambiziosa nuova opera.
Una danza ai confini del mondo al suono dell’apocalisse, che potrebbe sembrare distopica, ma con il tipico ‘black humour’, firma del coreografo, nasconde un ottimismo leggero e fiducioso. È il talento di Shechter quello di analizzare ed esorcizzare, allo stesso tempo, i demoni di del nostro presente.
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
Giunto al traguardo della sua settantesima edizione, il Ciclo di Spettacoli Classici – che verrà inaugurato il 14 settembre da Bob Wilson con la sua storica versione di Hamletmachine di Heiner Müller – prende la forma di un vero festival delle arti performative, che guarda al mondo classico per capire e raccontare il presente. Ecco dunque che, a fianco di un calendario di spettacoli comunque propriamente teatrali, pur nelle diverse accezioni, si propone quest’anno il programma di Conversazioni Off, serie di appuntamenti che offre la possibilità di approfondire le diverse tematiche del Ciclo, attraverso il dialogo con personaggi di diversa estrazione e provenienza o aprendosi a forme di spettacolo che difficilmente si prestano ad una definizione precisa, dando al pubblico suggestioni del tutto particolari, in luoghi talora insoliti.
Si inizia il 17 settembre al Teatro Olimpico (ore 18.00) con THE ATOMIC NUMBER OF URANIUM IS 92, incontro con il grande regista gallese Peter Greenaway che, nato tre anni prima della bomba atomica sganciata su Hiroshima, si definisce “un figlio dell’uranio”. Con il supporto di materiali visivi raccolti in quattro anni di ricerche, installazioni e spettacoli, Greenaway ricostruisce un’originale e sintetica storia del XX Secolo.
Il 19 settembre, sempre all’Olimpico (ore 18.00), in STORIE RIBELLI, il giornalista Ranieri Polese dialogherà con il grande scrittore cileno Luis Sepúlveda, evocando, attraverso le pagine del suo ultimo libro, la sua lunga vicenda umana, politica e civile. In collaborazione con la Libreria Galla.
Sotto il cielo notturno nel cortile del Palladio Museum, irrompe un nuovo paesaggio sonoro: suoni naturali e voci umane, versi poetici e musica strumentale si fondono in una colonna sonora controllata dall’algoritmo di un computer e dall’intervento live del compositore. Charles Chemin e Dom Bouffard presentano 20 SILENCES, un nuovo progetto tra passato, presente e futuro, ispirato a Sulla natura di Eraclito e nato dalla collaborazione con il Kennedy Arts and Space Research Center della NASA. Una suggestiva riflessione tra musica e teatro sui destini umani, l’inconoscibile, la vita prima della nascita e dopo la morte (22 e 23 settembre, ore 22.30).
Ispirato al capolavoro di Ovidio, di cui ricorre il bimillenario della morte, METAMORFOSI è un progetto tra arti visive e drammaturgia sperimentale che nasce dalla collaborazione tra un’artista e un’attrice: sempre nel magnifico cortile del Palladio Museum (29-30 settembre, ore 21.00 e 1 ottobre, ore 18.30) le sculture e i dipinti di Giulietta Gheller si animano nella performance di Debora Pradarelli, accompagnata da un tessuto sonoro di voci e musiche originali che, seguendo la struttura del poema ovidiano, dal caos iniziale si evolvono verso una progressiva definizione dei personaggi e delle situazioni.
Quale luogo migliore per discutere di TEATRO MUSICALE, TEATRO TOTALE dell’Odeo di quel Teatro Olimpico inaugurato nel 1585 con una memorabile messinscena dell’Edipo tiranno di Sofocle accompagnato dai cori di Andrea Gabrieli? Lo faranno i critici musicali Cesare Galla ed Enrico Girardi in una conversazione il 30 settembre alle ore 17.00.
A ideale introduzione allo spettacolo dello Stanislavsky Electrotheatre, Octavia. Trepanation, a cent’anni dalla Rivoluzione di Ottobre, Ezio Mauro, nella conferenza-spettacolo LENIN E LO ZAR: I DUE TRENI DELLA RIVOLUZIONE, evoca, attraverso una messa in scena per immagini, la consultazione di un archivio segreto appena ritrovato, dove una serie di vecchi microfilm fissano i volti, i luoghi e i dettagli dei momenti più salienti. Suoni, voci e canti (come la Marsigliese intonata in russo dai lavoratori) concorrono a restituire la vivida attualità di quei giorni. Con la voce fuori campo di Ivano Marescotti (Palazzo Chiericati, 4 ottobre ore 18.30).
Le vicende della Rivoluzione bolscevica si intrecciano anche indissolubilmente con quelle di avanguardie artistiche che ne condivisero sogni ed ideali per finire schiacciate e perseguitate dopo la morte di Lenin. In VIOLENZE DELL’ARTE, sollecitati dalla verve polemica del critico Achille Bonito Oliva, Boris Yukhananov – regista teatrale e cinematografico e direttore dello Stanislawski Electrotheatre di Mosca – e Dmitri Kourliandski – compositore e artista sonoro – che appunto presentano a Vicenza il loro Octavia. Trepanation, affrontano il tema della violenza e della tirannia che sta al centro del loro lavoro, ispirato alla disputa tra Nerone e il filosofo Seneca, al centro della tragedia che prende il nome da Ottavia, moglie ripudiata e poi assassinata dall’imperatore-tiranno (Palazzo Leoni Montanari, 7 ottobre ore 17.00).
Gli appuntamenti di Conversazioni Off si concludono il 14 ottobre alle 17.00 all’Odeo dell’Olimpico con MEDEA, UNA TRAGEDIA CONTINUA in cui Filippo Amoroso, Caterina Barone, Walter Pagliaro e Michele Ciacciofera discuteranno la messa in scena che lo stesso Pagliaro presenta all’Olimpico, in cui, rispetto all’originale euripideo, passano in secondo piano la passione e la vendetta amorosa che la tradizione ottocentesca ha esaltato nel virtuosismo delle attrici e delle cantanti. Emergono, invece, le problematiche giuridiche filosofiche ed educative centrali nella originale riflessione di Seneca, frutto degli echi della tragedia repubblicana, con un forte riferimento all’attualità che sottolinea la natura di barbara e straniera di Medea, costretta a vivere la contraddizione di chi si deve adattare a nuove regole di civiltà, entrando talora in conflitto con chi “essendo della città, con atteggiamenti arroganti, si rende odioso”.
Il 70° Ciclo di Spettacoli Classici, in programma dal 14 settembre al 15 ottobre 2017, è promosso dal Comune di Vicenza – Assessorato alla crescita, in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, e curato da Franco Laera con Adriana Vianello e Virginia Forlani. È sostenuto da Fondazione Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona e da AIM Vicenza.
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
Saranno 5 le prestigiose compagnie, diverse per formazione artistica, stile e provenienza, che si alterneranno sul palcoscenico del Teatro Olimpico per regalare al pubblico un ritratto sfaccettato della danza di oggi nella VII edizione del Festival Internazionale della Danza di Roma, in programma nella Capitale dal 14 marzo al 4 maggio. Organizzato dalla Filarmonica Romana e dal Teatro Olimpico, il Festival sarà inaugurato da Miguel Ángel Zotto, che con Daiana Guspero e la sua compagnia porterà per la prima volta a Roma lo spettacolo Raíces Tango, ispirato alla potenza degli Indios, al folklore dei gauchos delle pampas e al tango degli argentini. A seguire, per la prima volta in Italia, Cardia il nuovo spettacolo di Miguel Angel Berna (12 e 13 aprile): tra canti e poesia, mito e tradizioni popolari, un viaggio attraverso l’anima profonda di due terre distanti eppure affini: l’Aragona e il Salento.
Gradissimo ritorno al Festival della Danza del Balletto del Sud (20 e 21 aprile), che presenta quest’anno una coreografia firmata da Fredy Franzutti ispirata allla storia d’amore più celebre e celebrata di tutti i tempi: Romeo e Giulietta, sull’emozionante partitura di Prokof’ev.
Sempre ad aprile, Caruso la nuova attesissima creazione della Mvula Sungani Physical Dance in omaggio a due grandi artisti italiani: Lucio Dalla ed Enrico Caruso. Uno spettacolo potente e innovativo che nasce dalla fusione tra la physical dance e la poesia della splendida lirica, che dà il titolo a questa imperdibile performance.
Altro appuntamento irrinunciabile della manifestazione è Aterballetto (3 e 4 maggio), prestigiosa compagnia italiana rinomata a livello internazionale, che per questa edizione presenta le due coreografie Words and Space di Jiří Pokorny e BLISS di Johan Inger
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