A causa dell’emergenza Covid-19 nel mese di marzo il Cda dell’Inda aveva deliberato lo slittamento del debutto della Stagione 2020 delle rappresentazioni classiche nel Teatro Greco di Siracusa al 28 maggio. Oggi però anche quella data sembra verosimilmente “compromessa” data l’incertezza di quella che il Governo chiama “fase 2”. Mancherebbero i tempi tecnici per provvedere all’allestimento della del Teatro Greco.
“Faremo il possibile e anche l’impossibile per mantenere la stagione”. A dirlo è Marina Valensise, consigliera delegata dell’Inda che con queste parole lascia intendere come da parte della Fondazione del dramma antico non vi sia alcuna voglia di gettare la spugna per la stagione teatrale 2020.
“Non sappiamo ancora quando inizierà questa fase 2 – prosegue – né come sarà. L’unica cosa che posso fare è quella di chiedere a tutti di pazientare visto che al momento siamo alla mercé di fattori imponderabili. Noi da parte nostra stiamo attendendo e stiamo avanzando ipotesi per come sviluppare la stagione”. Ipotesi che ovviamente verranno valutate durante il prossimo Consiglio di amministrazione che dovrebbe riunirsi nei primi giorni di maggio per delineare quale strada seguire.
Bisognerà affrontare lo spinoso problema dell’accesso al pubblico, che si presume dovrà essere contingentato, ma la consigliera delegata non sembra sfiduciato dal momento. “Sono sempre in stretto contatto con gli altri membri del Consiglio – dice – e stiamo valutando come riproporre la stagione e come modularla, perché vogliamo salvarla ma ovviamente non dipende solo da noi, ma anche dalle determinazioni che darà il Governo. Sono certa che faremo fronte alle difficoltà con i nostri mezzi e con l’entusiasmo del nostro pubblico, degli artisti e delle nostre maestranze (circa 680) il tutto ovviamente garantendo l’esigenza primaria che è quella del diritto alla salute”.
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
Non ha ancora trovato soluzione la diatriba tra la Fondazione Inda e il Teatro Greco di Siracusa legata alla vicenda sul rinnovo della convenzione che ogni anno permette l’utilizzo del sito archeologico come set delle Rappresentazioni Classiche organizzata dall’Inda.
A fronte del precedente accordo che prevedeva il versamento da parte della Fondazione Inda di 50 mila euro e di 0,50 centesimi per ogni biglietto venuto, dopo l’istituzione del Parco archeologico di Siracusa, Eloro e Villa del Tellaro, la nuova bozza preparata dal direttore del parco Calogero Rizzuto ha previsto un aumento significativo della cifra da corrispondere, portando la quota “una tantum” a 150 mila euro, più un importante incremento della percentuale sullo sbigliettamento.
Nei giorni scorsi l’argomento è stato al centro anche dell’audizione dell’assessore regionale per il turismo, Manlio Messina nella V Commissione Ars, presieduta da Luca Sammartino, alla presenza tra gli altri di Sergio Alessandro, dirigente generale del Dipartimento regionale dei beni culturali e dell’identità siciliana, di Lucia Di Fatta, dirigente generale del Dipartimento Turismo. Al termine dell’audizione è stato raggiunto l’obiettivo di fissare finalmente una riunione a tre con il direttore del Parco Archeologico Calogero Rizzuto, i vertici dell’Inda e il Presidente Musumeci, per provare a mettere fine ad una vicenda che rischia di danneggiare tutti, in primis proprio la città di Siracusa e i suoi operatori economici.
Questo cortocircuito rischierebbe di fare saltare i bilanci, come sostengono il sovrintendente Antonio Calbi e Marina Valensise, appena nominata consigliera delegata su indicazione del ministro Franceschini, che in Commissione cultura alla Regione siciliana hanno manifestato il loro stupore per la vicenda.
L’Istituto del dramma antico (Inda), con sede legale a Roma, è un’istituzione culturale che in quaranta giorni di rappresentazioni produce fra hotel, ristoranti ed economia generale un incasso moltiplicatore di 36 milioni di euro. Gli albergatori siracusani infatti temono profonde ripercussioni per un eventuale mancato accordo. “Senza le rappresentazioni classiche – sottolinea Giuseppe Rosano, presidente di Noi Albergatori – si perderebbe una cifra compresa tra i 10 e i 15 milioni. Durante le rappresentazioni classiche infatti le presenze in città aumentano del 35-38%”.
Intanto anche l’assessore alla Cultura del Comune di Siracusa, Fabio Granata, lancia un appello alla “collaborazione doverosa e intelligente tra le Istituzioni per una piena valorizzazione del Patrimonio culturale di Siracusa”. “Sarebbe paradossale – sottolinea Granata – che dopo 104 anni sia la prima stagione del Parco Archeologico autonomo a rendere difficili i rapporti con l’Inda, che rappresenta il principale brand di valorizzazione non solo del Teatro Greco di Siracusa ma della Sicilia. L’autonomia del Parco potrà invece rendere possibile sia l’allestimento di un’altra area spettacoli presso l’Ara di Ierone, sia una proficua collaborazione con la stagione delle “Tragedie” che possono e devono contribuire ad esempio al rilancio del Museo Paolo Orsi, collegato al Parco, attraverso intelligenti politiche di collaborazione e di biglietto unico”.
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Tre registi al debutto al Teatro Greco di Siracusa e tre grandi signore del palcoscenico. È dedicata alle donne e al grido di dolore e rabbia contro la feroce insensatezza della guerra, la Stagione Inda 2019, quella della ”ripartenza” e del rinnovamento dopo il commissariamento, al via il 9 maggio con le due tragedie, entrambe da Euripide: Elena con il volto di Laura Marinoni, che la star internazionale Davide Livermore ha riletto in una dialettica tra vero e falso e in un’epoca non sua; le Troiane con Maddalena Crippa nel ruolo di Ecuba e la regia di Muriel Mayette. E a seguire la commedia, con Lisistrata di Aristofane diretta e interpretata da Tullio Solenghi con Elisabetta Pozzi e, anticipa il regista, ”un cameo creato per Massimo Lopez”, suo storico compagno di scena dai tempi del Trio.
In tutto, due mesi di spettacoli, 48 repliche, 100 attori, per ”tre testi classici greci – dice il Sovrintendente della Fondazione Inda, Antonio Calbi – in cui ci sono già tutti i temi: l’antimilitarismo, il pacifismo, il protofemminismo. C’è l’impatto sulla società di quel che accade. Ma che furono scritti in un periodo cupo per Atene, sconfitta durante la spedizione in Sicilia, e riflettono un canto dolente rispetto alla vita, la patria, l’uomo”. Un sentimento che aleggia anche nel progetto che l’architetto Stefano Boeri sta realizzando per le Troiane, forse il più straziante dei drammi antichi, con le prigioniere protagoniste, rese schiave e soggiogate dagli eroi greci. ”Se nella nostra vita non siamo capaci di approfittare dei consigli della Storia quando c’è il caos, allora abbiamo bisogno della parole per un nuovo sguardo sul futuro – spiega la regista Mayette, prima donna a dirigere la Comédie Francaise – I francesi sono ansiosi di credere in qualcosa, ma hanno dimenticato che la soluzione non è il denaro. Servono la cultura, la bellezza, le parole per avere rispetto per se stessi. Il mio lavoro sarà dare corpo alla poesia. Sarà fare un teatro un po’ utile, non un teatro che si ricorderà nella storia dello spettacolo”. Per lei Boeri ha realizzato non una scenografia o un volume, come si dice in gergo, ma ”un bosco morto di oltre 300 tronchi” in arrivo dagli alberi schiantati a novembre nelle foreste devastate della Carnia. ”Raccontano quanto in guerra siano tutti vittime, anche i vincitori”, spiega l’architetto, ricordando che ”lassù di alberi ce ne sono ancora a migliaia, venuti giù sette volte più del normale con grave rischio di catastrofe naturale”. In un ideale ponte, un migliaio di piccoli lecci verranno per l’occasione piantumati nei parchi della città.
Sarà invece quanto di più ”trasversale” la Lisitrata di Solenghi, ”commedia protofemminista, molto esplicita nel linguaggio, in cui – dice – vorrei recuperare l’immediatezza con il pubblico dei tempi di Aristofane. Lisitrata, ad esempio, chiama a raccolta le donne di tutta la Grecia. Restituirò la scena con la multidialettalità, che è la nostra storia”. E se per l’occasione il ministro dei beni culturali Alberto Bonisoli senza giri di parole dice che ”lo Stato per il teatro deve spendere di più”, il programma di Siracusa, forte dei ”300 mila spettatori degli ultimi due anni, il 20% dei quali giovani”, come ricorda il Presidente dell’Inda, Francesco Italia, conta anche Luca Zingaretti che legge La sirena dal racconto Lighea di Giuseppe Tomasi di Lampedusa; Ludovico Einaudi in concerto; il processo simulato ad Elena di Troia; le mostre su Umberto Passeretti, Matteo Basilé e le Orestiadi di Ghibellina; incontri con Eva Cantarella, Claudio Magris, Luciano Canfora e Lella Costa; e il XXV Festival Internazionale dei Giovani di Palazzolo Acreide.
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