Strabismi Festival 2022, online il bando Exotropia

Strabismi Festival 2022, online il bando Exotropia

L’obiettivo di “Strabismi Festival” è la promozione e il sostegno di giovani artisti attraverso un percorso strutturato di residenze e tutoraggio artistico. Nel cuore della Grande Madre Umbria, a Cannara, Strabismi Festival ogni anno ospita artisti da tutta Italia creando un momento di incontro dedicato alla condivisione e allo scambio. Con unʼattenzione particolare per gli artisti emergenti, Strabismi è un festival creato da giovani, rivolto ai giovani. Dal 2019 il Festival è partner di RisoИanze Network!, la rete nazionale dei progetti dedicati al teatro generazione 20 30, per la promozione e il sostegno delle giovani compagnie, per il coinvolgimento degli spettatori under 30 nei processi di direzione artistica.

Il metodo di selezione: dopo una prima selezione, le compagnie finaliste incontreranno la direzione artistica di Strabismi Festival da remoto. Gli artisti saranno chiamati a raccontare e presentare i loro progetti in maniera più approfondita. Non dovrà essere necessariamente una presentazione performativa. In questa fase si lascia libertà di esposizione agli artisti cosicché ognuno possa trasmettere al meglio il proprio lavoro.

IL BANDO EXOTROPIA

Exotropìa ‹eġ∫-› s. f. [comp. di exo- e -tropia]. “L’esotropia è una forma di strabismo concomitante e per la precisione riguarda le forme convergenti degli assi visivi”. Chi è affetto da Esotropia ha uno degli occhi rivolti verso l’interno, questo è per noi il concetto sotteso in questo titolo. Uno sguardo a ciò che è manifesto ed uno a ciò che non si vede, l’interno invisibile di un percorso artistico.

Attraverso il presente Bando Nazionale, la Direzione di “Strabismi Festival” andrà ad identificare le compagnie o singoli artisti che costituiranno il cartellone di “Exotropia 2022”. Le Compagnie o singoli artisti che saranno selezionati, dovranno presentare il loro lavoro, in forma di studio, durante i giorni dedicati del Festival. I lavori non dovranno avere una durata superiore ai 40 minuti. La durata dichiarata alla direzione tecnica sarà considerata tale e immodificabile in quanto, su di essa, sarà programmato lʼavvicendarsi delle compagnie sul medesimo palco. Particolare attenzione sarà data alla ricerca interdisciplinare.

CHI PUÒ ISCRIVERSI?

Il Bando è rivolto a tutte le Compagnie emergenti che operano con finalità professionali nel teatro contemporaneo, che vogliano presentare e sviluppare un progetto in fase di costruzione. Il lavoro che viene presentato deve essere inedito. Non deve essere stato presentato nella sua forma definitiva prima della presentazione a “Strabismi Festival” (No estratti da spettacoli completi).

COME ISCRIVERSI?

Scaricare e compilare il modulo indicato in fondo alla pagina ed allegare tutto il materiale indicato al suo interno. Inviare, inoltre, la ricevuta di bonifico di 10€ con causale “iscrizione Strabismi Festival 2022 – NOME ARTISTA/COMPAGNIA” IT52W0887138690001000113412 intestato ad Associazione Culturale Strabismi (Banca BCC Spello e Bettona) alla mail exotropia.strabismi@gmail.com

Strabismi chiede una piccola quota di iscrizione. Un piccolo sostegno che scoprirete vi sarà restituito con gli interessi sul posto.

Il Bando scade alle ore 23:59 del 28 Marzo 2022.

COSA SI RICHIEDE ALLE COMPAGNIE SELEZIONATE?

  • La presenza per i giorni di “Exotropia” (19, 20, 21, 22, 23 settembre 2022 – “Teatro Thesorieri” di Cannara). Chiediamo alle compagnie di cercare di essere presenti durante tutti i giorni di presentazione degli studi, in quanto la condivisione dei processi creativi tra artisti pubblico e operatori, rappresenta il vero cuore del Festival (per le compagnie selezionate Strabismi garantirà vitto e alloggio per tutta la durata del Festival).
  • Arrivo nel giorno precedente l’inizio di Exotropia.
  • L’aggiunta della dicitura “Selezione Strabismi Festival 2022” nel materiale pubblicitario per le repliche successive dello spettacolo.

COSA GARANTISCE IL FESTIVAL ALLE COMPAGNIE SELEZIONATE?

  • Un rimborso Chilometrico di 100€ dietro presentazione di ricevute.
  • Un cachet di 400€ + IVA
  • Vitto e alloggio garantito per i giorni del Festival.
  • Scheda tecnica minima a disposizione del “Teatro Thesorieri” di Cannara, dove si terrà la visione degli studi. Ogni fonte di luce aggiuntiva sarà a carico della compagnia e dovrà comunque essere concordata precedentemente con la Direzione Tecnica.
  • Un tecnico audio/luci a disposizione per l’allestimento e che si occuperà di seguire le compagnie sia durante le prove sia durante la presentazione dello studio.
  • Giornata dedicata al confronto fra le Compagnie selezionate con la direzione artistica partecipata di Strabismi Festival (i “Dodici Decimi”).
  • Ingresso gratuito a tutti gli spettacoli del Festival, nei giorni precedenti e successivi alla fase di “Exotropia” per le compagnie selezionate

RICONOSCIMENTI:

  • “Boomerang”:
    “Noi ti lanciamo e poi tu ritorni”. Uno degli studi selezionato dalla direzione artistica di Strabismi, sarà programmato nella sua forma compiuta all’interno di “Strabismi Festival” 2023 a cachet. (800€+iva per formazioni fino a 2 persone, 1200€+iva fino a 4 componenti, 1500€+iva dai 5 componenti in su)
  • “Emergenze Artistiche – Spazio Zut!/Strabismi”:
    Uno degli studi riceverà una residenza artistica della durata di 7 giorni da realizzare negli spazi gestiti da Strabismi e per la quale verrà assicurato: uno spazio prove con tecnica di base; tutoraggio artistico e tecnico da parte dello staff di Strabismi e Spazio Zut; un contributo economico per la residenza da concordare successivamente con la direzione artistica.
  • “Risonanze Network”: 
    Due spettacoli, selezionati dalla direzione artistica partecipata Dodici Decimi, entreranno a far parte del Dossier Risonanze 2022, le stesse compagnie saranno poi chiamate a partecipare al premio Cantiere Risonanze. Per avere maggiori informazioni visitate il sito https:// www.risonanzenetwork.it/
  • “Fontemaggiore centro di produzione teatrale”: 

Uno degli studi sarà selezionato dalla direzione artistica di Fontemaggiore e sarà programmato nella sua forma compiuta nella stagione 2023/24 con cachet da concordarsi.

  • “Piccolo Teatro degli Instabili di Assisi”: 

Uno degli studi sarà selezionato dalla direzione artistica del Piccolo Teatro degli Instabili di Assisi e sarà programmato nella sua forma compiuta nella stagione 2023/24 con cachet da concordarsi.

  • Miglior Performer; Miglior Regia; Miglior Drammaturgia:
    Questi riconoscimenti saranno assegnati dagli stessi artisti selezionati. Dei riconoscimenti “per gli artisti, dagli artisti”.
  • E poi…. L’ambìto PREMIO sceMARIO:
    Un premio che ci ricorda l’ importanza della leggerezza, del prendersi poco sul serio e soprattutto dell’Ammore incondizionato, magari anche folle, che ci porta a decisioni e imprese spesso impensabili e/o improbabili. Le segretissime e serissime regole di partecipazione saranno comunicate dal Super Direttore Artistico Mario Maria Mario ai soli fortunatissimi selezionati. “Perché anche i teatranti sognano Telegatti di legno”.

Strabismi Festival, il paese delle meraviglie in cui il teatro è aggregatore di socialità

Strabismi Festival, il paese delle meraviglie in cui il teatro è aggregatore di socialità

Nel Paese delle Meraviglie accade che il teatro, potente aggregatore di socialità, crea una comunità in cui cittadini e artisti convivono, dando luogo a un ribaltamento in cui la creatività giovanile diventa protagonista.
Nel cuore della grande madre Umbria, a Cannara, si è conclusa la settima edizione di Strabismi Festival che, tra spettacoli, laboratori, presentazioni di libri, mostre, talk, ha confermato la cura nei confronti di artisti e progetti spettacolari in divenire, offrendo opportunità di incontro e confronto con la scena. 
Alice in Wonderland è il tema che ha accompagnato nove giorni di attività artistiche, prendendo le mosse dall’attenzione rivolta al lavoro dell’artista Alice Conti e della sua compagnia ORTIKA.

Ponendosi in controtendenza con l’abitudine di riservare zone di luce ad artisti maggiormente affermati, Strabismi ha attivato negli anni un processo di sostegno a favore del teatro under 35, inserendo in cartellone spettacoli in fase di studio e creando un circuito di contaminazione, volto a stabilire connessioni collaborative tra le nuove voci del panorama artistico nazionale. Una scelta che ha portato Strabismi Festival a condividere il proprio percorso con i 12 partner della rete Risonanze Network, avente l’obiettivo di mappare e tutelare il teatro emergente. 

Anche nell’ideazione della programmazione, Strabismi ha coinvolto un gruppo di appassionati, al di sotto dei 25 anni di età che costituisce la direzione artistica partecipata Dodici/Decimi. Un progetto, in fase di evoluzione, che intende stabilire una proposta culturale diffusa sul territorio regionale, anche al di fuori dei confini festivalieri.

Il finanziamento ministeriale ottenuto, segno di un importante riconoscimento istituzionale, sancisce il valore della proposta artistica e del lavoro di attivazione condotto sul territorio da Strabismi, una realtà intima e al contempo festosa, profonda e briosa, con un futuro luminoso ad attenderla.

Ne abbiamo parlato con Alessandro Sesti e Silvio Impegnoso, direttori artistici di Strabismi Festival, e con Alice Conti della compagnia ORTIKA. 

Il tema di questa edizione di Strabismi è stato “Alice in Wonderland”, un ribaltamento della realtà in cui la condizione extraquotidiana diventa generatrice della condizione quotidiana. Perché questo tema? Perché è necessario questo ribaltamento oggi?

Alessandro Sesti: La scelta del tema è derivata innanzitutto dal nome dell’artista cui abbiamo dedicato l’edizione di quest’anno, Alice Conti. Contrariamente all’abitudine di molti festival nazionali di riservare una certa attenzione ad artisti già molto affermati, noi crediamo, in linea con quella che è la missione di Strabismi, che sia necessario sostenere l’arte emergente soprattutto quando, come nel caso di Alice Conti, ci si ritrova a puntare su un’artista di altissimo livello, che individualmente e con la sua compagnia, ORTIKA, è stata molto produttiva negli ultimi dieci anni.

Inoltre Alice è l’unica artista tra quelli segnalati ad aver attraversato le dodici realtà nazionali che costituiscono la Risonanze Network. Segno di un riconoscimento e di una stima diffusa da parte di soggetti che come noi attivano un processo di cura circa il ricambio generazionale. Abbiamo deciso quindi di costruire un immaginario che riflettesse questa scelta. Nel Paese delle Meraviglie si coltivano gli artisti che diventeranno i maestri di domani, scongiurando il rischio di rimanere orfani. 

Silvio Impegnoso: Il festival non è soltanto programmazione di un’offerta culturale di consumo, è un modo di abitare un luogo in cui l’arte è aggregatore di socialità, poiché rende possibile l’incontro tra persone che riflettono su pratiche artistiche e temi di varia natura. Ciò ha molto a che fare con la peculiarità di Strabismi di dare spazio ai processi creativi più che agli spettacoli finiti, i quali, laddove vengono inseriti in cartellone, sono riconducibili ad artisti che hanno condotto parte del proprio percorso creativo qui. Basare la programmazione di un festival su degli studi è la prova della volontà di creare una condivisione a più livelli.

Non creiamo un clima competitivo tra le compagnie bensì di scambio, implementando nuove collaborazioni che vanno avanti nel tempo anche al di fuori di Strabismi. Per consentire ciò facciamo in modo di garantire condizioni di ospitalità per gli artisti che vadano oltre data dello spettacolo. Citare Alice nel Paese delle Meraviglie, significa mettere in campo la dimensione del viaggio nell’immaginario, che l’arte consente.

Strabismi ha confermato l’attenzione nei confronti di giovani artisti attraverso una vetrina dedicata a giovani talenti e un focus su Alice Conti. Come avete strutturato la programmazione di quest’anno e la collaborazione con la direzione artistica partecipata Dodici/Decimi?

S.I: Il progetto di direzione artistica partecipata Dodici/Decimi, come quelli dei festival della nostra generazione che in buona parte compongono la rete di Risonanze, è partito dall’idea di uno spettatore partecipante che non fosse portato solo ad acquisire competenze critiche ma anche a collaborare alla costruzione del festival in quanto tale. Il cuore di Strabismi Festival è proprio la vetrina Esotropia, costituita attraverso un bando nazionale rivolto a studi in fase di creazione, cui quest’anno hanno applicato circa 170 tra compagnie e artisti. Vi è un primissimo step in cui facciamo una pre-selezione cui accedono 20 progetti finalisti,  successivamente sottoposti alla visione dei Dodici/Decimi che incontrano le compagnie per approfondire lo stato delle loro creazioni. Dopodiché procediamo insieme alla selezione dei sei lavori che vengono programmati durante il festival.

A.S: La restituzione del laboratorio di Alice Conti va in scena proprio all’interno della programmazione del festival,ciò è molto legato alla scelta di programmare studi. Facciamo quello che secondo noi i festival dovrebbero fare: rischiare. Ci è capitato di scegliere spettacoli dalla sola scheda del progetto scommettendo quindi sull’idea. Strabismi accende un fuoco che gli artisti devono mantenere vivo.
Rispetto alla programmazione seguiamo una linea classica: uno degli spettacoli in cartellone è uno degli studi presentati l’anno precedente. Probabilmente porteremo avanti la dinamica dei focus su giovani compagnie e continueremo a dare spazio alla scena artistica umbra sia dal punto di vista teatrale, sia musicale. Per il prossimo anno ci piacerebbe entrare in collaborazione con una realtà che si occupa di musica emergente nel panorama nazionale, cui affidare la selezione delle band che si esibiscono durante i dopo festival. 

Strabismi ha ottenuto il finanziamento ministeriale, un importante riconoscimento istituzionale che sancisce il valore della proposta artistica e del lavoro di attivazione condotto sul territorio. Potendo contare su questo incentivo economico, come evolverà il progetto di Strabismi?

A.S: Intendiamo potenziare la tutela delle compagnie che selezioniamo per il festival. Oltre a continuare a garantire vitto e alloggio, vorremmo aumentare il gettone di presenza e occuparci dei costi di viaggio. Ci piacerebbe ampliare il lavoro con la direzione artistica partecipata Dodici/Decimi durante tutto l’anno, senza gravare sulle economie dei ragazzi. Piccole cose che sono quelle che fanno la differenza. Quello che ci preme è mettere al centro gli artisti. Proviamo sempre a portare qui degli operatori che possano vedere il lavoro delle giovani compagnie e dare loro delle nuove opportunità.

S.I: Vorremmo sostenere con continuità il lavoro degli artisti che attraversano il festival, tramite un’azione calibrata a seconda delle loro necessità. Abbiamo avviato quest’iniziativa già a partire da quest’anno quando, anche durante i mesi più duri della pandemia, abbiamo dato spazio e supporto soprattutto agli artisti locali, tramite il progetto Emergenze artistiche. Potendo contare su maggiori risorse, vorremmo rilanciare quest’azione e potenziarla.

Inoltre, abbiamo bisogno di riprendere un discorso di continuità con il pubblico del territorio. Durante la pandemia il Teatro Thesorieri di Cannara è stato chiuso, abbiamo potuto portare avanti solo delle residenze e fortunatamente il festival è stato realizzato  anche l’anno scorso ma siamo stati impossibilitati a incrementare il rapporto con il pubblico locale. Il finanziamento è un incentivo anche per questo, infatti siamo al lavoro su una piccola stagione teatrale, con cinque appuntamenti nel corso dell’autunno che si chiamerà Strabismi attraverso lo specchio. Il nostro intento per la prossima triennalità è di investire anche su una programmazione mirata per il territorio, in modo da continuare a ricambiare, a livello economico e culturale, una rete di alleanze e sponsor costruita in questi anni. 

Per la sua settima edizione, Strabismi Festival ha dedicato un importante approfondimento al tuo lavoro. Che valore ha avuto per te questo tipo di attenzione all’interno di un festival che incentiva la creatività giovane?

Alice Conti: Ha avuto un valore enorme, totalmente inaspettato, soprattutto perché nel panorama italiano non è affatto scontato. In questo Strabismi si conferma un festival unico nel suo genere, che apre una nuova logica: dedicare un festival a una compagnia giovane è qualcosa di inedito. Al di là della gratitudine di tornare in un contesto così vivace, pieno di occhi giovani e curiosi, con una partecipazione veramente attiva, per noi è stato importante perché ci ha dato la possibilità di recuperare uno spettacolo che non facevamo da prima della pandemia, che abbiamo rimesso in prova e riportato alla prova del pubblico. Abbiamo trascorso a Cannara una settimana molto ricca, densa, intensa che ci ha dato nuova fiducia nel futuro. 

Per noi che siamo una compagnia indipendente, e che in quanto tale vive ogni messa in scena come se fosse l’ultima, veder riconosciuto un percorso in un progetto di più lungo raggio e respiro è una cosa incredibile. Inoltre, la presenza delle altre compagnie ci ha offerto una possibilità di scambio mai competitivo, innescando un circolo virtuoso di conoscenza reciproca e di creazione di una coscienza di categoria.

A Strabismi hai presentato due spettacoli e condotto un laboratorio dal titolo “Preparazione alla battaglia”, a quale battaglia tu e i partecipanti vi siete preparati? L’attività formativa che conduci, nutre le tue creazioni spettacolari e la tua poetica?

A.C: “Preparazione alla battaglia” è un format laboratoriale che ci consente di conoscere persone che immergiamo nelle modalità del nostro processo creativo. La battaglia da un lato è il gioco teatrale, l’andare in scena, dal momento che molti dei miei “rivoluzionari” non hanno ambizioni artistiche. Una parte del laboratorio è stata dedicata a giochi ed esercizi a sulla consapevolezza del corpo, dello spazio, della relazione ovvero quelle che sono per noi le basi del lavoro teatrale; un’altra parte si è concentrata su un lavoro di scrittura, che ha fornito spunti di lavoro. Abbiamo realizzato una restituzione di 40 minuti, con 12 persone in scena, dal titolo Love Revolt Battle incentrata sulla rivoluzione e sugli amori falliti, le stesse tematiche che continuano a nutrire il nostro immaginario. Si è trattato di una vera e propria battaglia, commovente, bellissima, indimenticabile. 

Strabismi in Wonderland: al via la VII edizione del Festival

Strabismi in Wonderland: al via la VII edizione del Festival

Strabismi – Festival di teatro e danza, è quest’anno giunto alla sua settima edizione. Dal 18 al 26 Settembre, nove giorni di spettacoli, incontri, laboratori, mostre, presentazioni di libri e concerti.
Strabismi ha luogo a Cannara, città storica nel cuore dell’Umbria, caratterizzata da un’atmosfera intima e festosa e immersa nella natura.
Come nelle passate edizioni, il Festival pone al centro i giovani emergenti della scena teatrale contemporanea dando loro lo spazio principale nel cartellone. Persone-personaggi, reali, finti, sognati, ricordati creano un’occasione di confronto, scambio e contaminazione.

Il tema di Strabismi 2021 è Alice nel Paese delle Meraviglie, prendendo spunto dal nome dell’artista di riferimento di quest’anno, Alice Conti, che presenterà al pubblico gli spettacoli La foresta e STRAtroia.
Strabismi in Wonderland, meraviglioso come la cornice in cui il festival viene ospitato: bucolica e onirica come l’incanto di una storia da divulgare, affinché “non si leggano solo i libri con le figure”, perché i linguaggi siano molteplici e abbiano tutti uno spazio di riflessione.

Il festival, come anticipato, ha un fuoco su una delle artiste più valide del panorama teatrale nazionale: Alice Conti e la sua compagnia ORTIKA.
Coerentemente con la linea del festival che ha a cuore i giovani artisti abbiamo deciso di dedicare proprio a lei un ruolo centrale, per poter approfondirne la storia, la ricerca artistica. Come spiega Alessandro Sesti direttore del Festival – normalmente questo ruolo viene dedicato ad artisti con una carriera pari all’età anagrafica di Alice, eppure sono convinto che tale spazio andrebbe lasciato, a volte, a chi sta dimostrando un chiaro percorso artistico anche prima dei quarant’anni.

Inoltre, è stato introdotto il premio SceMARIO, un concorso folle e poco ancorato alla realtà. Un’iniziativa promossa dal Teatro Thesorieri di Cannara, struttura che ha sempre fatto da casa a Strabismi.
Con il premio SceMario – ci spiega Mario Maria Mario, direttore del concorso – è stata data voce a chi voce non ha, per attribuire al concetto di “artisticità” una sfumatura più “disinvolta”. In un mondo-tempo-spazio in cui tutto viene preso terribilmente sul serio, questo concorso serve a ricondurci a una delle essenze del teatro: il gioco.
Quest’anno, per quella che definiremo l’edizione zero – prosegue Mario Maria Mario – gli artisti scelti, in modo assolutamente scorretto, un meccanismo basato soltanto su raccomandazioni e conoscenze, saranno chiamati a rielaborare l’opera di L. Carroll “Alice nel paese delle meraviglie” e “Attraverso lo specchio”.

Strabismi è riconosciuto dal Ministero della Cultura e riceverà il contributo FUS (Fondo unico per lo spettacolo). Un traguardo importante dopo il sostegno ricevuto dalla Regione Umbria, dal Comune di Cannara e dalla Fondazione Carifol.

Leggi il programma completo.

Strabismi Festival lancia il bando EXOTROPIA 2021

Strabismi Festival lancia il bando EXOTROPIA 2021

EXOTROPIA

L’obiettivo di Strabismi Festival è la promozione e il sostegno di giovani artisti attraverso un percorso strutturato di residenze e tutoraggio artistico. Nel cuore della Grande Madre Umbria, a Cannara, Strabismi Festival ogni anno ospita artisti da tutta Italia creando un momento di incontro dedicato alla condivisione e allo scambio, nemici naturali della competizione. Con unʼattenzione particolare per gli artisti emergenti, Strabismi è un festival creato da giovani, rivolto ai giovani. 

Metodo di selezione 

Dopo una prima selezione, sceglieremo le compagnie che saranno invitate durante il mese di Maggio a Cannara, presso il Teatro Ettore Thesorieri (salvo restrizioni ministeriali, in quel caso si procederà allʼincontro da remoto), per raccontare e presentare dal vivo i loro studi. Non dovrà essere necessariamente una presentazione performativa. In questa fase si lascia libertà di esposizione agli artisti cosicché ognuno possa trasmettere al meglio il proprio lavoro. In caso di necessità indicheremo luoghi convenzionati e/o ci adopereremo personalmente per ospitare al meglio gli artisti, nei limiti logistici dellʼorganizzazione. 

Dal 2019 il Festival è partner di RisoИanze!, un network per la diffusione e la tutela del teatro Under 30. Il network costituito nel 2020 e persegue due direttrici principali condivise e sostenute da ogni singolo progetto aderente, seppur declinate in forme differenti a seconda del contesto, la formazione e il coinvolgimento diretto in esperienze teatrali di pubblico giovane, la valorizzazione, la promozione e il sostegno di giovani artisti emergenti. 

Il bando EXOTROPIA 2021 

“L’esotropia è una forma di strabismo concomitante e per la precisione riguarda le forme convergenti degli assi visivi”. Chi è affetto da Esotropia ha uno degli occhi rivolti verso lʼinterno, questo è per noi il concetto sotteso in questo titolo. Uno sguardo a ciò che è manifesto ed uno a ciò che non si vede, lʼinterno invisibile di un percorso artistico. Attraverso il presente Bando Nazionale, la Direzione di Strabismi Festival andrà ad identificare le compagnie o singoli artisti che costituiranno la sezione “Exotropia 2021”. 

Le compagnie o singoli artisti che saranno selezionati, dovranno presentare il loro lavoro, in forma di studio, durante i giorni dedicati del Festival. I lavori non dovranno avere una durata superiore ai 40 minuti. La durata dichiarata alla direzione tecnica sarà considerata tale e immodificabile in quanto, su di essa, sarà programmato lʼavvicendarsi delle compagnie sul medesimo palco. Particolare attenzione sarà data alla ricerca interdisciplinare. 

Chi può iscriversi?

Il Bando è rivolto a tutte le compagnie professioniste (o singoli artisti) che vogliono presentare e sviluppare un progetto in fase di studio (teatro contemporaneo o danza contemporanea). Il lavoro che viene presentato deve essere inedito, ovvero non deve aver debuttato prima dell’invio del materiale e prima del Festival. Non è previsto alcun limite dʼetà. 

Come iscriversi? 

Scaricare e compilare il modulo indicato in fondo alla pagina ed allegare tutto il materiale indicato al suo interno. Inviare, inoltre la ricevuta di bonifico di 10€ con causale “iscrizione Strabismi Festival 2021 – NOME ARTISTA/COMPAGNIA” IT52W0887138690001000113412 intestato ad Associazione Culturale Strabismi (Banca BCC Spello e Bettona) Inviare a exotropia.strabismi@gmail.com.

Per la prima volta Strabismi chiede una piccola quota di iscrizione. È un piccolo sostegno che chiediamo per aiutarci ad affrontare le spese amministrative e di gestione. Strabismi è un festival totalmente indipendente che non riceve finanziamenti ministeriali, ma scoprirete sul posto che vi saranno restituiti con gli interessi. Il materiale andrà inviato entro e non oltre le ore 23:59 del 21 Marzo 2021

Cosa garantisce il Festival alle compagnie selezionate? 

  • I componenti strettamente necessari per la realizzazione dello spettacolo, saranno messi in agibilità da Strabismi per la giornata in cui la compagnia/artista presenterà il lavoro;
  • Vitto e alloggio garantito per i giorni del Festival;
  • Scheda tecnica minima a disposizione del Teatro Thesorieri di Cannara, dove si terrà la visione degli studi. Ogni fonte di luce aggiuntiva sarà a carico della compagnia e dovrà comunque essere concordata precedentemente con la Direzione Tecnica;
  • Giornata dedicata al confronto fra le Compagnie selezionate con l’Osservatorio Critico di Strabismi Festival;
  • Ingresso gratuito a tutti gli spettacoli del Festival, nei giorni precedenti e successivi alla fase di “Exotropia” per le compagnie selezionate; 
  • Percorso di sostegno a discrezione della Direzione Artistica di Strabismi Festival. Ai beneficiari del percorso Strabismi garantirà una settimana di prova presso il Teatro Thesorieri di Cannara (i cui termini saranno discussi tra la direzione del T. Thesorieri e lʼartista) e/o debutto a Strabismi Festival 2022 e/o nella stagione del Teatro Ettore Thesorieri di Cannara;
  • Grazie alla collaborazione con Torino Fringe Festival, le Compagnie selezionate saranno visionate anche dalla Direzione Artistica del Torino Fringe Festival (TO) ed uno degli spettacoli selezionati da Strabismi Festival sarà programmato successivamente, sempre in forma di studio, al Torino Fringe Festival 2022. 
  • Come menzionato Strabismi è partner di Risonanze Network. Durante Strabismi Festival, saranno selezionate dalla direzione artistica partecipata Under 30, I Dodici/Decimi, due delle compagnie partecipanti e i loro spettacoli andranno a comporre il Dossier Risonanze, un portfolio di spettacoli proposto ad operatori e strutture del panorama nazionale. Allo stesso modo, la direzione artistica potrà segnalare una delle compagnie, o singolo artista per il progetto Cantieri Risonanze. Per avere maggiori informazioni visitate il sito https://www.risonanzenetwork.it/

Cosa si richiede alle compagnie selezionate? 

  • La presenza per i giorni di “Exotropia” ( Settembre 2021 – “Teatro Thesorieri” di Cannara). Chiediamo alle compagnie di cercare di essere presenti durante tutti i giorni di presentazione degli studi in quanto esso rappresenta il vero cuore del Festival. Lʼeventuale impossibilità non rappresenterà criterio di esclusione;
  • Arrivo nel giorno precedente lʼinizio di Exotropia;
  • La disponibilità a interviste ed incontri con il pubblico nei giorni del Festival (saranno identificati momenti in cui la compagnia/artista non sarà impegnata in allestimento o altro); 
  • Lʼaggiunta della dicitura “Selezione Strabismi Festival 2021” nel materiale pubblicitario per le repliche successive dello spettacolo. 

Scarica il form qui. Per maggiori info consulta il sito di Strabismi.

Il Pinocchio de Leviedelfool. Un Requiem per il teatro: Intervista a Simone Perinelli e Isabella Rotolo

Il Pinocchio de Leviedelfool. Un Requiem per il teatro: Intervista a Simone Perinelli e Isabella Rotolo

Requiem for Pinocchio
Requiem for Pinocchio – Ph Manuela Giusto

Quando Requiem for Pinocchio è andato in scena sul palco del Thesorieri di Cannara, aprendo le danze di Strabismi Festival 2020, il teatro fronteggiava la ripresa, proponendo lo spettacolo dal vivo in sicurezza. Per l’alto senso di responsabilità che ha contraddistinto il lavoro degli organizzatori e delle organizzatrici della rassegna; per la solerzia di un pubblico che ha reso quel teatro un presidio d’arte e coscienza.

A poche settimane dalla conclusione del festival, il settore dello spettacolo dal vivo si trova nuovamente risucchiato in una bolla apocalittica che lo fa implodere in sé stesso. Nella nube di detriti che si leva da quest’ennesimo incendio d’intenzioni, finisce la vita di quanti hanno fatto dell’arte la propria professione, il proprio sostentamento.

Ecco che il Requiem non è più la funzione di congedo di un Pinocchio che, nell’imposizione del tramutarsi umano, rinuncia alla libertà d’essere ciò che desidera. Requiem è l’atto finale di un rito che, soffocato dal terreno umido della manovra politica che ne cosparge il capo, grida, a sordi orecchi, la necessità della propria funzione.

Con Requiem for Pinocchio, spettacolo del 2012, che, a otto anni dalla sua creazione, è capace ancora di innescare una riflessione archetipa sulla crudeltà dell’esistenza, della manipolazione imposta dalla società, della violenza del lavoro, Leviedelfool, compagnia romana formata da Isabella Rotolo e Simone Perinelli, intavola un discorso sul mito che parla di tutti noi. Perinelli, marionetta in Converse e calzoncini, continuamente rovescia i punti fermi di un racconto che viene scardinato e attualizzato con la lucidità propria dei bambini.

La favola che si fa manifesto pop, tra citazioni musicali e una partitura gestuale che trasforma Pinocchio in un “atleta del cuore” di artaudiana memoria, porta in scena una vita presa a frustate, catturata e poi condotta sulla strada della costrizione sociale.

In questa intervista Simone Perinelli e Isabella Rotolo approfondiscono la linea estetica de Leviedelfool, analizzando le tematiche e i metodi di creazione del loro Requiem for Pinocchio.

Requiem for Pinocchio è uno spettacolo che circuita da 8 anni, come è cambiato nel tempo, su cosa avete continuato a lavorare? 

Simone Perinelli: I piani sono tanti e diversi, uno è sicuramente quello contemporaneo del mondo del lavoro in cui Pinocchio si destreggia . Ci serviamo di alcune critiche, di questo mettere in vetrina alcuni aspetti negativi del nostro quotidiano, per portare avanti una storia che ha a che fare con Pinocchio ma, soprattutto, con l’urgenza. Lo spettacolo cavalca delle tematiche trovando sempre la stessa forza interiore e la stessa risposta nel pubblico, forse perché tocchiamo delle corde universali.

Quel che è certamente cambiato è la nostra percezione: le tante repliche che si sono succedute negli anni ci hanno fornito tante chiavi di lettura che inizialmente non avevamo neanche individuato, delle sfumature, dei fantasmi che si sono palesati. Ahimè le cose non sono cambiate molto da quando avevamo immaginato Requiem for Pinocchio e questa cosa è positiva, quanto negativa ma è un dato di fatto.

Approfondendo il tema del lavoro, qual è il valore di Requiem for Pinocchio oggi rispetto alla scoperchiata questione delle lavoratrici dei lavoratori dello spettacolo dal vivo?

SP: Durante la quarantena sono rimasto in contatto con tanti colleghi che fanno questo mestiere da tanti anni e c’è stato anche chi non è riuscito a sopravvivere alla chiusura. La lamentela era forte, alcuni hanno cercato lavori altri dovendo convertire il teatro da professione in passione. Un discorso del genere, portato avanti da professionisti, assume dei risvolti molto gravi. Mi risuona, a tal proposito, la scena del colloquio tra Pinocchio e il suo datore di lavoro, in cui Pinocchio dice: «Devo tornare alla missione, sono artista, fui Pinocchio».

C’è un forte nesso in ciò con il nostro spettacolo, con il tempo presente, perché innesca una riflessione sul tema della vocazione: che fine, oggi, la vocazione? Il lavoro d’artista è veramente una missione, non dà alternative, è un mestiere immenso portato avanti attraverso delle scelte difficili, ma che soprattutto ricadono su se stessi. A un certo punto i teatri chiudono, c’è una pandemia, tutto sembra andare in fumo. Ecco perché, parlando di Pinocchio il mio pensiero va alla vocazione degli artisti.

Come si è avviato, a livello drammaturgico, il rovesciamento dei personaggi e il loro posizionamento nella realtà contemporanea, attraverso l’individuazione dei tipi psicologici della nostra società? 

SP: Penso, ad esempio, alla fatina che abbiamo sottoposto a una lettura rivoluzionaria. Questo personaggio, che continuamente consiglia a Pinocchio di fare delle azioni che ne trasformino il sentire, la personalità, mi ha fatto pensare a tutta quella parte della società che nutre una fascinazione per la chirurgia estetica, per quella rinuncia all’autenticità volta abbracciare un’idea di sé, dettata da parametri imposti. Allora, mi sono chiesto, e se Pinocchio volesse essere semplicemente quello che è?

Nella fatina ho individuato il personaggio più negativo di tutta la storia, quasi più del gatto e la volpe, perché quella falsa bontà, che induce a subire un’imposizione esterna, sociale, è una menzogna dalla quale è difficile difendersi. In tutti i suoi incontri, Pinocchio rimane l’innocente deve destreggiarsi nel riconoscimento di tutto ciò che di negativo gli si manifesta intorno.

Geppetto è un uomo che usa le mani, lavora il legno, è un artigiano nel cuore, è l’aspetto veramente più umano della faccenda. Mi piaceva conferire a questo personaggio quella follia dell’eremita che, ritirandosi, crea un mondo parallelo. Stando lunghi periodi da soli, i pensieri assumono un’altra onda, è quella che Jung chiama “la vita in divenire”, quella fatta di pensiero, di immaginazione.

Isabella Rotolo: Il nostro Pinocchio è accompagnato da quattro adulti le cui azioni hanno a che fare con la manipolazione. Oltre alla fatina, abbiamo il datore di lavoro che è l’adulto che manipola in favore del sistema;Geppetto che pur di non manipolare si ritira; il giudice, l’adulto silente che guarda, ascolta ma che giudicherà quello che è stato fatto durante il viaggio; abbiamo invece salvato Lucignolo, trattandolo come un compagno di gioco, perchè è l’unico che veramente fa qualcosa insieme a Pinocchio, riscattando la grande solitudine, il senso d’abbandono del personaggio.

SP: Lucignolo è molto importante, è quell’amico vero che, pur rappresentando un esempio negativo, aiuta nell’individuazione, nell’accettazione del proprio daimon. Attraverso Lucignolo ritroviamo noi stessi.

Qual è stato il processo di costruzione della partitura fisica? In che modo il gesto si inserisce in quel sostrato di cultura pop che traslate sulla scena attraverso il portato testuale e la scelta musicale?

SP: Il lavoro fisico è stato importante fin dall’inizio. Appena è nato il testo, lo abbiamo portato sul palco. Essendo Pinocchio un impulso vitale, il movimento è stato la prima tappa di questo percorso. Puntiamo sul lavoro teatrale, sul fatto che la parola si manifesti per ultima, fuoriuscendo dal gesto come la lava fuoriesce da un vulcano. A livello di linguaggio, è questa la ricerca teatrale che portiamo avanti.

IR: Quando cerchiamo una partitura fisica per un personaggio, ci agganciamo innanzitutto a delle immagini: con Pinocchio per noi siamo partiti da quella di un carillon inceppato che, nel gesto, desse idea di una nevrosi data dall’impossibilità di essere quel pezzo di legno fantastico incastrato nel mondo reale. I suoi movimenti, i suoni che emette, le piccole risate, è come se contenessero il repertorio di azione che aveva imparato a fare nella fase intercorsa tra l’essere un pezzo di legno e la sua trasformazione marionetta. Come fosse l’evocazione del ricordo di ciò che era e di ciò che gli è stato negato.

Questa fisicità lignea è stata avanti anche in momenti come quello della corda o delle frustrate, che sono appunto molto fisici, e che ci sono serviti soprattutto a raccontare la crudeltà di questo mondo con un’azione decisa che andasse contro le parole. Nel saltare la corda, Pinocchio parla in versi, utilizzando un testo più poetico che accompagna un’azione quasi sportivo-agonistica che si fa metafora della fatica della vita.

Allo stesso modo, le frustrate, che si manifestano solo in un suono violento, hanno una ricaduta così fisica sul corpo di Pinocchio da riuscire a raccontare di più di qualcosa che, assecondando la didascalia, muove nella stessa direzione di ciò che viene proferito. Facciamo questa operazione per aprire i sensi, per capire quali visioni ulteriori possono nascere nell’incontro con lo spettatore.

Trattate la storia di Pinocchio come un archetipo, come materiale mitologico che si trasforma, facendosi strumento di lettura della realtà. Come cambia il mondo se viene visto con gli occhi di un bambino? In che modo, da adulti, avete scoperto o riacquisito questo sguardo?

SP: Ho sempre mantenuto uno sguardo ingenuo rispetto alla vita, trattenendo lo stupore per ciò che osservo. È qualcosa che consente di toccare un infinito, offrendo, allo stesso tempo, una grande ricchezza e una grande pena. Quando ho scritto Requiem for Pinocchio, lo sguardo del bambino mi ha aiutato a trovare visioni altre del mondo. Quello di Pinocchio è uno sguardo sull’esistenza. Quando, a 30 anni, ho riletto questo racconto mi sono davvero reso conto della mancanza del lieto fine e l’ho indagato, mantenendo quell’inclinazione ingenua dell’atto del guardare.

IR: Per quanto riguarda il discorso sul mito, cerchiamo proprio di lavorare in questa direzione. In particolare, su quella che poi abbiamo definito La trilogia dell’essere, siamo partiti da tre grandi archetipi: Pinocchio per raccontare la scoperta dell’esistenza; Ulisse per narrare la resistenza, attraverso il suo ritorno a Itaca; Don Chisciotte per affrontare quella che per noi era la soluzione esistenziale, una possibile risposta a tutte le grandi domande.

In generale, anche negli spettacoli più recenti, Yorick e Baccanti, per noi è molto importante l’aspetto del mito, proprio perché ci consente di scardinare il preconcetto che è legato a un archetipo. Assumere l’archetipo ci consente di trovare il senso profondo delle cose: ecco che Le avventure di Pinocchio diventano la scoperta dell’esistenza.

SP: Sono contento che tu abbia tirato fuori l’aspetto del mito, perché è importante rispetto al lavoro che facciamo a livello concettuale rispetto alla drammaturgia.

IR: Nel nostro Pinocchio il mito si intreccia con il mito pop: alla base vi è una modalità di stratificazione che non è semplice citazionismo. Quelle citazioni funzionano come delle scatole cinesi, si aprono porte che poi portano ad altre vie. Anche se non vengono colte singolarmente, nel loro complesso rappresentano un filo che permette di seguire la storia. Pinocchio è il nostro manifesto pop.

SP: Pinocchio, in primis, è un animale di scena, un animale da palco. Il mio paese dei balocchi si ispira a lui: è un palco su cui posso essere libero di fare il teatro che voglio.