Santarcangelo Festival, 49esima edizione. Da venerdì 5 a domenica 14 luglio 2019

Santarcangelo Festival, 49esima edizione. Da venerdì 5 a domenica 14 luglio 2019

Torna dal 5 al 14 luglio il Santarcangelo Festival, kermesse dedicata al teatro giunta alla sua 49/a edizione e terza tappa della direzione artistica di Eva Neklyaeva e Lisa Gilardino. La rassegna intitolata ‘Slow & Gentle’ punta, con una programmazione articolata, a volgere uno sguardo lento e delicato – ‘Slow & Gentle’ appunto – sul presente e a accogliere nuove prospettive fra spettacoli, indagini sulla realtà, riti collettivi.

ORIZZONTI DELLA PERFORMANCE E CREATURE FANTASTICHE, TRA FANTASCIENZA, MITOLOGIA E SPORT

L’articolato programma di questa 49esima edizione rilancia la vocazione del Festival come piattaforma in cui produrre e presentare progetti artistici innovativi, che mixano linguaggi e formati, estetiche e pratiche in un’ottica radicalmente post-disciplinare. La proposta di spettacolo del Festival, molteplice e abbondante, spazia dunque tra i diversi orizzonti della performance, interrogando la nozione di contemporaneo e esplorando ambiti inaspettati, abitati da creature meravigliose, come la fantascienza, la mitologia, lo sport e il folklore. È il caso della straordinaria performance di apertura Dragon, rest your head on the seabed dei madrileni Pablo Esbert Lilienfeld & Federico Vladimir Strate Pezdirc, per la prima volta in Italia, che combina la pratica coreografica contemporanea con l’abilità e la tecnica di sei nuotatrici sincronizzate in un immaginario fantascientifico. Lo spettacolo è incluso nel fitto calendario di appuntamenti della Notte Rosa, il capodanno della riviera che porta nel primo weekend di luglio numerosi spettacoli e eventi su 60 km di costa adriatica. La superficie dell’acqua diventa lo schermo su cui scorre la storia: una creatura magnifica viene scomposta e ricomposta, producendo straordinari effetti visivi, in uno spettacolo che gioca con la meraviglia. Altre apparizioni del dragone e dei workshop dedicati al nuoto sincronizzato sono previsti alla Piscina Acquadiccia di Santarcangelo (dal 6 all’8/07). Dopo un sirenetto nel 2017, un unicorno nel 2018, un drago marino chiude un triennio dedicato anche alla fantasia e al gioco: l’incontro con queste creature permette di aprire mondi altri, con umorismo e grazia. Lo stesso umorismo e la stessa grazia che contraddistinguono il lavoro di Silvia Gribaudi: nella sua performance Graces (Lavatoio, dal 5 all’8/07) le convenzioni estetiche e di genere vengono rovesciate, giocando con la spettacolarizzazione del corpo. Le creature meravigliose di Silvia Gribaudi sono esilaranti, irriverenti: sul palco tre Grazie maschili e la Gribaudi stessa strizzano l’occhio alla tradizione, tra virtuosismo e ironia, in uno spettacolo gioioso e sorprendente. In questo universo contemporaneo anche lo sport diviene habitat di creature straordinarie, dal nuoto sincronizzato allo sci di fondo. In First Love (Lavatoio, dal 10 al 14/07) il giovane coreografo e performer Marco D’Agostin, Premio UBU 2018 come Miglior Performer Under 35, esplora la relazione con il suo mito, la campionessa olimpica Stefania Belmondo. Una rilettura epica della celebre gara alle Olimpiadi di Salt Lake City nel 2002, che lancia un grido di vendetta e di disperata esultanza: in un’atmosfera di nostalgia e sfida, D’Agostin racconta la sua storia e quella della Belmondo, legate da un agonismo implacabile.

LE CREAZIONI DEL FESTIVAL: TESSERE RELAZIONI, ATTIVARE IL TERRITORIO

L’edizione 2019 del Festival è la terza tappa della direzione artistica di Eva Neklyaeva e Lisa Gilardino: dopo tre anni di impegno e ricerca, giunge a compimento l’intenso dialogo tra le curatrici e gli artisti, il pubblico, gli operatori del settore, il territorio. La chiusura di un cerchio che sancisce l’importanza di tempo e cura nella costruzione di spazi di relazione profonda, in cui mettere in discussione abitudini e visioni consolidate, dare spazio alla complessità e alla stratificazione dei significati. In questo contesto Slow & Gentle hanno preso forma le produzioni del Festival, progetti frutto di percorsi artistici articolati, creati ad hoc per questo ecosistema, da tre artiste molto diverse per poetiche e pratiche. Kristina Norman (Estonia) ha realizzato una video/performance sulla figura delle badanti, incontrando le donne migranti del territorio che si dedicano ad attività di cura degli anziani, giunte a Santarcangelo e a Bologna da diversi Paesi dell’Europa Orientale. Lighter Than Woman (Teatrino della Collegiata, dal 5 all’9/07 e dal 12 al 14/07) è un progetto emotivamente complesso, commissionato dal Festival e realizzato in coproduzione con Emilia Romagna Teatro Fondazione / Atlas of Transitions Biennale e alcune altre importanti istituzioni estere. Risultato di 3 anni di confronti con l’artista estone, la creazione racconta come questa forte e determinata comunità di donne riesca ad affrontare il peso del lavoro e la difficoltà delle circostanze, imparando a convivere con l’ambivalenza della propria condizione. La performance unisce proiezioni e interventi dal vivo, intrecciando una narrazione toccante e inaspettata, che celebra la tenacia dello spirito umano. Francesca Grilli (Belgio/Italia), artista associata del triennio, con Sparks (Porta Cervese, 6, 7 e dal 10 al 13/07) ha creato un progetto che coinvolge alcuni bambini del territorio, ribaltando la relazione di potere tra infanzia e mondo adulto: cosa accade se ci mettiamo nelle loro mani, se gli affidiamo la facoltà di prevedere il futuro? In questa performance i piccoli oracoli, portatori di una conoscenza mistica, detentori di poteri magici, offrono un’esperienza unica ad adulti curiosi e coraggiosi.

Da Tel Aviv/Berlino, Public Movement è stato invitato a creare la performance site-specific per uno spettatore alla volta Debriefing Session: Santarcangelo Festival (luoghi vari, dal 6 al 14/07): Dana Yahalomi ha tracciato un’affascinante ricerca sull’arte moderna palestinese precedente al 1948, tragicamente assente dalla memoria istituzionale. Esplorando la relazione tra sistema dell’arte e ideologia, e i meccanismi che il Potere mette in atto per costruire la Storia, la performance prende la forma di un’indagine: allo spettatore vengono presentati alcuni esempi di arte italiana realizzati tra il 1909 e il ’45, persi, distrutti o scomparsi durante la II Guerra Mondiale.

NARRAZIONI ALTERNATIVE, FAKE NEWS E COSTRUZIONE DELLA REALTÀ

Se Public Movement porta in evidenza il ruolo che l’ideologia gioca nei processi di riscrittura della Storia, tutto il Festival è un allenamento delle nostre capacità di indagine, un invito ad andare oltre le fake news, a cercare le fonti, a non cadere nei tranelli mediatici, a reagire al sovraccarico di informazioni, ad andare in profondità e cercare le omissioni che possano determinare nuove versioni della realtà. Di questa urgenza porta una forte testimonianza Domínio Público, progetto dei brasiliani Elisabete Finger, Maikon K, Renata Carvalho e Wagner Schwartz, per la prima volta in Europa (Sferisterio, dal 10 al 12/07). Nel 2017 i 4 artisti sono stati oggetto, ciascuno per motivi diversi, di un acceso dibattito sulla libertà di espressione e i limiti morali in campo artistico, subendo attacchi, persecuzioni e censure da parte del potere politico e giudiziario: il progetto collettivo, un reading asciutto e tagliente, riflette su questi fenomeni prendendo spunto da un’icona della storia dell’arte, La Gioconda, e evidenziando le contraddizioni che ogni narrazione di un’opera porta con sé, in relazione all’epoca storica. L’inarrestabile flusso di notizie sui nostri dispositivi ci rende testimoni perenni di situazioni complesse ma molto lontane da noi, generando un crescente senso di disagio nei confronti della realtà tragica a cui veniamo esposti: una spirale di senso di colpa e vergogna che non risparmia nessuno. L’olandese Studio Dries Verhoeven indaga questa dinamica nell’installazione video Guilty Landscapes (Spazio Saigi, dal 5 al 14/07), portando provocatoriamente in primo piano la sgradevole realtà trasmessa dai telegiornali, e invitando a domandarsi quale connessione individuale possa innescarsi con i protagonisti delle news. Stimola il dibattito sulla produzione di immagini nell’era della sorveglianza e propone un allenamento allo sguardo disobbediente la videoinstallazione Liquid Violence (Piazza Ganganelli, dal 5 al 14/07) del collettivo Forensic Oceanography, che dal 2011 con ONG, scienziati, giornalisti e attivisti produce mappe, video, rapporti e siti web per documentare le violazioni dei diritti umani nel Mediterraneo. Al Festival viene presentata per la prima volta nello spazio pubblico la dettagliata ricerca di Lorenzo Pezzani e Charles Heller sul caso Iuventa, nave della ONG tedesca Jugend Rettet sequestrata dalla magistratura italiana nell’agosto 2017, i cui operatori sono stati accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Combinando le testimonianze di violazioni dei diritti umani con sofisticate tecnologie digitali, l’opera indaga criticamente il regime di militarizzazione di questa contesa area marina, analizzando le condizioni che hanno causato la morte di oltre 16.500 persone negli ultimi 20 anni.

LA COREOGRAFIA CHE ABITA E CREA LO SPAZIO PUBBLICO

Da 49 anni in occasione del Festival tutto il paese si trasforma in un palcoscenico diffuso. L’edizione 2019 compie un passo in avanti nella relazione tra arte e spazio pubblico, prestando un ascolto più profondo alla natura dei luoghi attraversati dalle performance in programma. In particolare lo Sferisterio, grande anfiteatro naturale e palco urbano, che integra l’architettura del paese nell’esperienza del pubblico, quest’anno accoglie il lavoro di artisti che hanno re-immaginato i propri progetti proprio per questo spazio. La prima è Cristina Kristal Rizzo con il suo ULTRAS sleeping dances (Sferisterio, 6 e 7/07), performance che incarna la contemporaneità e ne materializza l’ambiguità, essendo allo stesso tempo leggendaria e intenzionalmente ridicola, suscitando ilarità e tristezza, ponendo il pubblico in uno stato di confusione emotiva, di incertezza ma anche di speranza. In scena parrucche e strani oggetti, alieni, forse vampiri, portano al pubblico un’autoironia che improvvisamente si rovescia in una danza libera e toccante. Duplice l’intervento di mk, compagnia romana guidata dal coreografo e performer Michele di Stefano, che dal ’99 ha sviluppato un approccio fluido e aperto alla pratica artistica, tra ricerca coreografica, sperimentazione sonora e curatoriale. Bermudas (Sferisterio, 13/07) e la sua seconda versione espansa, continuativa, collettiva, Bermudas Forever (Sferisterio, 14/07) generano uno scambio di relazioni e dinamiche corporee, creando in tempo reale un sistema di corpi: i danzatori entrano, escono, cambiano, girano, risucchiati nel turbinio gioioso dei tropici. Nella seconda versione il pubblico è invitato a prendere parte al loop ipnotico e a restare nella turbolenza, imparando sul momento lo schema coreografico. In paese durante il Festival altri spazi performativi nascono, si trasformano, scompaiono, perché a determinare l’ambiente è l’azione coreografica stessa. È il caso di Pelat (luoghi vari, 5, 7 e 9/07) dell’artista spagnolo Joan Català, performance concepita per la piazza con l’obiettivo di costruire una comunità temporanea attraverso la fiducia, metafora di tutto il Festival. Lo spettacolo è dedicato ai cittadini di Santarcangelo, al loro orgoglio e alla loro responsabilità nei confronti della propria città: Pelat è un’azione artistica rischiosa, con tecniche circensi, sincera e necessaria, che crea un’esperienza condivisa, trasformando una cerchia di estranei in una comunità viva e gioiosa. Pelat è calore, aspettativa, tensione, spontanea partecipazione, poesia del corpo, innovazione, movimento e azione collettiva. Català porterà poi altri interventi a sorpresa nello spazio pubblico (luoghi vari, 6 e 8/07). Anche Trigger (luoghi vari, dall’11 al 13/07) di Annamaria Ajmone, giovane e talentuosa coreografa e danzatrice, esplora lo spazio e lo determina grazie al contributo del pubblico: all’interno di un perimetro geometrico, la partitura fisica, fissata ma istantanea, porta la performer in relazione con gli spettatori che la circondano, in un ascolto intimo e profondo. Così anche Andamento unico (luoghi vari, dall’11 al 13/07) di Elena Giannotti, assolo ispirato dal dipinto La Visione di Sant’Agostino di Vittore Carpaccio e interpretato da una danzatrice adolescente che esplora la relazione con la matassa coreografica, generando una scultura corporea potente. Elena Giannotti, coreografa e danzatrice, è anche esperta di medicina tradizionale cinese e in alcune mattine del Festival guiderà delle pratiche di Qi Gong (Parco del Clementino, 11 e 12/07).

CURA, GUARIGIONE E CATARSI, TRA INDIVIDUO E COMUNITÀ

Dallo spazio al corpo, dal corpo allo spazio, in un Festival slow & gentle entrano necessariamente in gioco anche cura e catarsi, tanto delle persone quanto dei luoghi che abitano: dal Qi Gong di Elena Giannotti alle pratiche di Valentina Medda, che con Healing interventions for domestic wounds propone una performance continuativa (Contrada dei Fabbri, performance 11/07, installazione dal 11 al 13/07) concepita per attivare la memoria di un luogo attraverso l’agopuntura, con aghi applicati agli elementi architettonici. Paragonando la pelle umana alla superficie di una parete, la distanza tra corpo e spazio si annulla, la cura dell’ambiente diviene quella dell’Io. Il pubblico è poi invitato a prendere parte anche a Untitled# in cui dedicarsi a cura della pelle, tattoo e piercing in una location segreta (dall’11 al 13/07). Rituale e catartico è anche Azdora’s Temple: greetings to Eva Britt Niemi (Scuola Elementare Pascucci, dal 5 al 14/07), progetto che coinvolge le azdore, gruppo di donne di Santarcangelo che dal 2015 collabora con l’artista svedese Markus Öhrn, e gli spettatori in un rito collettivo in omaggio alla nonna di Markus, invitando a un momento di solitudine e raccoglimento in una cappella dedicata ad Eva. Ad agosto le azdore eseguiranno un ultimo rituale sulla tomba di Eva in Lapponia, nell’anniversario della sua morte. Prosegue la collaborazione con MACAO, centro per le arti, la cultura e la ricerca di Milano, con un progetto che mette a disposizione del pubblico una vasca di deprivazione sensoriale in cui immergersi per attivare un reset fisico e mentale, preparando corpo e mente ad accogliere l’intensità del Festival. The Floaters (Supercinema, dal 5 al 14/07), per uno spettatore alla volta, è un allenamento al non fare nulla, un momento di tregua e decompressione, un’opportunità per entrare in contatto con la dimensione profonda di sé. A riattivare corpo e sensi ci penserà poi la crew di Tropicantesimo, collettivo musicale con base a Roma Est, per il terzo anno al Festival, che propone delle sessioni di Bagno di Suono (Palestra della Scuola Elementare Pascucci, dall’8 al 12/07): immersioni nelle frequenze sonore dalle prime ore del mattino fino a mezzogiorno.

TRA RICERCA E FORMAZIONE: LA TRASMISSIONE E LA CONDIVISIONE DEL DESIDERIO

Oltre alle produzioni, il Festival ospita alcuni percorsi di ricerca che, prendendo lo slancio da alcuni speciali desideri degli artisti, trasmettono impulsi, conoscenze e stimolano all’azione a tutti quelli che sono disponibili all’incontro. È il caso di Save the last dance for me (ITC Molari, dal 5 al 13/07), ideato da Alessandro Sciarroni, progetto aperto a tutti coloro che vogliano impegnarsi nella missione di salvare dall’estinzione l’antica Polka Chinata. Danza dalle origini misteriose tipica di Bologna, con due ballerini che roteano sulle ginocchia piegate, questa tradizione è portata avanti da solo 5 persone nel mondo. Il gruppo che prenderà parte all’allenamento, negli ultimi giorni di Festival irromperà nel programma con 3 momenti danzanti (luoghi vari 11 al 13/07). Kiss (ITC Molari, dal 5 al 13/07) nasce dal desiderio di Ilenia Caleo e Silvia Calderoni che, dopo l’esperienza alla Biennale di Venezia 2018, coinvolgono 23 performer in uno spazio di lavoro e vita, annullando la separazione tra pubblico e privato, giorno e notte: nell’accampamento creato a Santarcangelo, ci si bacerà senza sosta; il pubblico è invitato a seguire il processo di creazione, dalle prove quotidiane all’esplosione di baci durante le tre presentazioni pubbliche (aperture pubbliche 6, 7 e 9/07; performance dall’11 al 13/07). Kiss non è uno spettacolo ma una proposta radicale di convivenza sul palco: dove termina la performance, dove inizia la realtà? Kiss è la riproduzione serializzata e moltiplicata di un gesto che si propaga viralmente, il bacio. Kiss, come il film di Warhol del ’64, è pura celebrazione di desiderio e libertà: oggi un bacio è ancora un manifesto? A includere il pubblico e a confondere i ruoli arriva anche Chiara Bersani, migliore attrice italiana under 35 agli ultimi Premi UBU, performer e autrice-portatrice di un pensiero poetico sul corpo politico. Chiara sarà in residenza a Santarcangelo durante il Festival con il progetto Il Canto delle Balene (luoghi vari, dal 7 al 11/07), per lavorare alla sua nuova creazione. Prima dell’inizio di alcuni appuntamenti in programma, solo sulla scena, Matteo Ramponi avrà mezz’ora di tempo per compiere una magia: trasformare il pubblico in un coro e portare ogni fruitore dell’opera a scegliere di diventare parte di un rito collettivo.

LA MUSICA IN UNA DIMENSIONE UNPLUGGED

Francesca Morello e Stefania Pedretti curano per il terzo anno consecutivo il programma musicale che, in dialogo costante con la programmazione artistica, si manifesta in questa edizione con una dimensione inedita, unplugged. Le due artiste saranno anche protagoniste di un doppio live (Piazza delle Monache, 13/07 ore 22.30) dal titolo ?Alos Ritual “The Chaos Awakening” + R.Y.F., in cui interpretano da due prospettive diverse le tematiche queer: R.Y.F., aka Francesca Morello, con un approccio intimo e personale, ?Alos, aka Stefania Pedretti, con una ricerca del lato mistico e magico della musica. Termine generalmente riferito al riadattamento di un brano o di uno showcase in formato acustico, diventato popolare negli anni ’90 grazie a un programma di MTV, unplugged al Festival identifica una strategia culturale e estetica per costruire una relazione intima attraverso la sottrazione e la semplificazione dei mezzi produzione.

Il programma musicale si apre con la “piccola strega scozzese più fortunata del mondo”, come lei stessa si definisce, Kathryn Joseph (Piazza delle Monache 5/07 ore 22.30), creatura magica ed eterea la cui musica è saldamente radicata nel sangue e nelle ossa. Segue l’intervento Ronin plays The Unknown by Tod Browning (Piazza Ganganelli, 6/07 ore 21.30), in cui il leggendario film horror muto del ’24 viene accompagnato da una colonna sonora alternativa creata da una delle più prolifiche indie band italiane. Portatrice di un blues nuovo, fatto di slide selvaggi e contaminato da influenze punk e dalla musica indiana, Elli de Mon (Piazza delle Monache, 7/07 ore 22.30), one woman band vicentina, propone un live che è amore sconfinato per il blues. Il concerto di Angelo Maria Santisi (Pieve di San Michele Arcangelo, 9/07 ore 21.30) invita a immergersi in un viaggio che crea un ponte tra la musica bachiana e il repertorio del ‘900, da Ligeti a Hindemith, fino a Berio e Sollima. Seguono gli Alternative Station (Piazza delle Monache, 10/07 ore 22.30), quartetto riminese nato nel 2013, primo gruppo protagonista del progetto Wash Up, guidato da un team di ragazzi di Santarcangelo che in questi anni ha presentato incontri inediti tra musicisti locali e artisti legati al Festival. Maurizio Abate, musicista che spazia tra blues, folk, elettronica e psichedelia, e Lucia Gasti, violinista di formazione classica, diplomata in musica elettronica propongono un live (Piazza delle Monache, 11/07 ore 22.30) con brani tratti dall’album solista di Maurizio, che sancisce l’inizio della loro collaborazione. Kaelan Mikla (Piazza delle Monache, 12/07 ore 22.30) è un giovane trio islandese tutto al femminile dedicato al synth/post-punk, il cui ultimo album è considerato tra le migliori uscite del 2018: una miscela di reminiscenze post-punk e no-wave in una cornice eterea, oscura e neoromantica. Dopo concerti con artisti del calibro di The Cure e Placebo, il trio porta a Santarcangelo un live ammaliante, gotico e malinconico, capace d’incantare il pubblico grazie alla sua intensità e al carisma delle protagoniste. Cosmesi fa un roof concert (Centro Anziani Franchini, 14/07 ore 21.30) di Eva Geatti, Nicola Toffolini e Marcello Batelli: un concerto sul terrazzo, un esperimento musicale con 8 canzoni pop, suonate, scritte e cantate da artisti che non hanno mai suonato uno strumento, e un vinile distribuito da un’etichetta discografica. Irena Kotvitskaya presenta a cappella l’arcaica ma vivissima tradizione canora della Bielorussia (concerto Piazza delle Monache 14/07 ore 23.00, conferenza Piazza Ganganelli, 12/07 ore 21.30): con video, immagini e registrazioni raccolte durante i suoi viaggi, l’etnomusicologa e cantante folk offre una narrazione storica di questo territorio, canzone per canzone.

LA NOTTE DEL FESTIVAL: I DJ-SET DI IMBOSCO

Sotto un tendone da circo nascosto tra gli alberi, ai piedi del Parco Cappuccini a fianco del fiume Uso, Imbosco è lo spazio che accoglie il pubblico alla fine del programma di spettacoli, proponendo ogni notte un dj-set diverso: 05/07 Bronson Produzioni con Call me, serata disco anni ’80; 06/07 Playgirls from Caracas, frizzante fritto misto al femminile, lancia in pista trash, pop, cantautorato, elettroclash, punk, rrriot, synth pop e molto altro; 07/07 Ubi Broki, aka F. De Isabella, co-fondatrice del collettivo milanese Strasse, anima un party di matrice electro-romantic-queer; 08/07 Wodevi crea un mosaico di musiche da tutto il mondo, tempi e generi, legate da sintetizzatori, drum machine, campionatori e poesie; 09/07 ClashDisko, aka Massimiliano Renzi, spazia dalla musica concreta al pop, dai suoni d’avanguardia al puro intrattenimento; 10/07 WoWo, queer e femministe non binarie, Stefania ?Alos Pedretti e Francesca R.Y.F. Morello ai vinili e ai notebook, per una selezione con brani dagli anni ’20 ai ’90; 11/07 Dani, tra sensuale hip-hop queer e musica elettronica araba, apre uno spazio sicuro per reclamare la complessità di tutte le identità; 12/07 Palm Wine, progetto di Simone Bertuzzi, è un dj-set dalle calde sonorità border-crossing, con suoni e immaginari post-globali; 13/07 Tropicantesimo Circus, in cui i colori e i calori della foresta tropicale animano un rituale musicale, con interventi Irena Kotviskaya, Holiday Inn e Alessandro Sciarroni; 14/07 Silvia Calderoni propone un dj-set coinvolgente in cui il corpo e la musica si fondono in un mash-up di electropunk, 80’s, new wave e trash, con interventi di R.Y.F.

I PROGETTI DEI RAGAZZI E ALTRI APPUNTAMENTI DEDICATI AL TERRITORIO

Quasi 500 ragazzi, bambini e adolescenti del territorio, fanno parte della comunità del Festival, recitando, partecipando ai workshops, curando il programma annuale, portando il loro contributo come volontari, festeggiando, discutendo. Appuntamenti fissi del Festival sono i progetti realizzati con loro: gli spettacoli che aprono una finestra sulle loro attività annuali saranno presentati in una speciale anteprima la sera del 4 luglio allo Sferisterio. La non-scuola / Teatro delle Albe presenta Don Chisciotte, dedicato al poeta Gianni Fucci, frutto del lavoro di un gruppo di ragazzi tra gli 11 e i 13 anni che ha lavorato sul romanzo di Miguel de Cervantes, tra suggestioni letterarie, dialoghi, immagini e improvvisazione. Let’s Revolution! è un laboratorio per studenti dai 13 ai 18 anni, portato avanti dal 2016 da Teatro Patalò con il sostegno di Santarcangelo Festival e Comune di Santarcangelo, che quest’anno ha dedicato il proprio percorso di ricerca ai futuri possibili, con la guida di Luca Serrani e Isadora Angelini (Fino alla fine del mondo). In aggiunta al programma di arti performative, oltre ad alcuni workshop e ai momenti di condivisione di pratiche con gli artisti ospiti del Festival, la programmazione del Festival comprende una serie di talk a cura di Eva Geatti dal titolo Conferenze Santarcangioline, la presenza degli Artigiani del Corpo e della Mente, che porteranno i loro servizi dedicati alla cura e al benessere in Piazza Ganganelli durante i weekend, alcuni tour del territorio realizzati con Valmatrek e le visite guidate agli allestimenti, dedicate agli appassionati di cantieri (aka Umarel). Inoltre come ogni anno il Festival ospita un mercatino artigianale e propone un’offerta di ristorazione vegan-friendly, con alimenti eco-sostenibili locali. Il programma include anche un calendario di proiezioni gratuite all’aperto ogni sera in Piazza Ganganelli.

Prima edizione di “E’ BAL, palcoscenici romagnoli per la danza contemporanea”

Prima edizione di “E’ BAL, palcoscenici romagnoli per la danza contemporanea”

E’ bal in dialetto romagnolo significa il ballo, parola che occupa, oggi come ieri, un posto importante nel vocabolario di uno dei territori artisticamente più fertili d’Italia, dove ballare, oggi come ieri, è pratica vitale. Nasce dall’esigenza di dare spazio a questa vitalità la prima edizione della rassegna E’ BAL – palcoscenici romagnoli per la danza contemporanea, un progetto sostenuto da ATER – Circuito Regionale Multidisciplinare dell’Emilia Romagna e condiviso da L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, Comune di Rimini, Santarcangelo dei Teatri, Teatro del Drago, Cronopios / Teatro Petrella di Longiano, Città di Cattolica – Assessorato alla Cultura – Ufficio Cinema-Teatro, Comune di Savignano sul Rubicone.

> PROMUOVI IL TUO EVENTO SU THEATRON 2.0

Il cartellone di E’ BAL raccoglie il meglio della danza contemporanea prodotta in Italia e si sviluppa dal 24 novembre 2018 al 4 maggio 2019 in 9 teatri del territorio romagnolo di ben 8 diversi comuni, per un totale di 23 appuntamenti, che includono 17 spettacoli, una masterclass con Raffaella Giordano e 5 residenze di creazione, oltre a un progetto coordinato dal collettivo c_a_p, attivo nella diffusione della cultura della danza contemporanea, che si articola in masterclass, incontri con artisti, lezioni di storia della danza e percorsi di visione, tra Rimini e Santarcangelo.

A dare vita al nuovo circuito dedicato alla coreografia, sono alcune delle principali istituzioni del territorio dedicate allo spettacolo dal vivo, che hanno unito le proprie forze e incrociato i propri calendari per portare coreografi e performer di diverse generazioni ed estetiche, con spettacoli rivolti non solo a un pubblico adulto ma anche all’infanzia, sui palchi della Romagna: Teatro Dimora di Mondaino, Teatro Il Lavatoio di Santarcangelo di Romagna, Teatro degli Atti e Sala Pamphili del Complesso degli Agostiniani a Rimini, Teatro Comunale di Gambettola, Teatro Moderno di Savignano, Teatro Petrella di Longiano, Salone Snaporaz di Cattolica, Teatro Sociale di Novafeltria.

La rassegna si apre sabato 24 novembre alle ore 21.00 al Teatro Il Lavatoio di Santarcangelo con Avalanche di Marco D’Agostin, accompagnato in scena dalla giovane performer portoghese Teresa Silva, e prosegue il 2 dicembre con la Compagnia Simona Bertozzi / Nexus in Joie de Vivre al Teatro Dimora di Mondaino, prova aperta che conclude la residenza di creazione del nuovo progetto, ideato con Marcello Briguglio, che debutterà il 14 e 15 dicembre al Teatro Storchi di Modena. Ancora in dicembre: il 6 al Salone Snaporaz di Cattolica il duo Ginevra Panzetti e Enrico Ticconi in Harleking, il 12 il collettivo Fattoria Vittadinipresenta Vanitas al Cinema Teatro Moderno di Savignano con la coreografia di Francesca Penzo, il 21 Barbara Berti porta Bau#2 al Teatro Il Lavatoio di Santarcangelo di Romagna. A seguire nel 2019, il 19 gennaio al Teatro Comunale di Gambettola andrà in scena Nicola Galli con Mars Kids. Gli appuntamenti proseguono poi dal 16 marzo al 4 maggio 2019 con Luna Cenere, con una prova aperta al termine della residenza creativa al Teatro Petrella, Alice e Tommaso Ruggero, Francesca Penzo e Tamara Grosz, il collettivo Igor & Moreno, la compagnia Muta Imago, il doppio appuntamento con Daniele Ninarello e Manfredi Perego a Rimini; e ancora Daniele Albanese e Eva Karczag, con una prova aperta al termine della residenza creativa al Teatro Petrella, Cristina Kristal Rizzo, Raffaella Giordano, che oltre a presentare Celeste, suo ultimo solo, condurrà una masterclass, Annamaria Ajmone, con una prova aperta al termine della residenza creativa al Teatro Dimora di Mondaino e Masako Matsushita, con una prova aperta al termine della residenza creativa al Teatro Petrella di Longiano.

48esima edizione di Santarcangelo Festival: oltre 150 appuntamenti, 54 formazioni dai 5 continenti, più di 200 artisti

48esima edizione di Santarcangelo Festival: oltre 150 appuntamenti, 54 formazioni dai 5 continenti, più di 200 artisti

Santarcangelo Festival

Santarcangelo Festival

Al secondo anno di direzione artistica di Eva Neklyaeva – nata a Minsk e formatasi ad Helsinki come curatrice e direttrice di istituzioni artistiche internazionali, tra cui Baltic Circle Festival – e Lisa Gilardino – manager internazionale di performing arts e curatrice – il Festival si conferma (e riafferma) come una piattaforma intercontinentale dedicata alla scoperta di artisti emergenti, alla ricerca contemporanea, al potere innovativo e rivoluzionario della creatività.

> SCOPRI I SERVIZI PER LO SPETTACOLO DAL VIVO DI THEATRON 2.0

Nei primi due weekend di luglio l’antico borgo ospita una proposta di spettacolo audace e avventurosa, con artiste e artisti che spaziano tra linguaggi differenti e conducono il pubblico al di là dei confini dell’ovvio e del conosciuto, anche geografico e disegnano un articolato paesaggio emotivo. Cuore in gola, claim dell’edizione 2018, individua proprio quella sensazione fisica, quasi cruda, viscerale, che precede la verbalizzazione: la manifestazione corporea dell’intensità emotiva a cui si è esposti. Gli spettatori sono invitati a immergersi in questa intensità, a esplorarla, a prenderne consapevolezza, a misurarsi con l’impatto che le emozioni provocano.

Al centro della riflessione due elementi cruciali del contemporaneo e fortemente interconnessi: la paura e la natura. Due temi che attraverseranno luoghi sconosciuti del territorio e del proprio inconscio, con modalità di visione non convenzionali e immersive, capaci di sollecitare più livelli percettivi e creare esperienze fisiche. Performance, teatro, danza, concerti, cinema, dj set, escursioni, pratiche sportive e dedicate al benessere e alla cura del corpo saranno l’occasione per scoprire la natura nel suo senso più selvatico, spazio in cui si interrompe la routine e si sperimenta la libertà, si entra in contatto con il mistero, il magico e il rituale. Il lato oscuro della natura apre il campo all’indagine sulla paura, cruciale strumento di sopravvivenza, elemento di forza e coesione quando vissuta in un ambiente protetto e condivisa, come accade nello spazio della rappresentazione.

Un rituale collettivo contemporaneo composto da oltre 150 appuntamenti, realizzati da 54 formazioni da tutto il mondo, con più di 200 artisti e quasi 250 tra adulti, adolescenti e bambini coinvolti nei progetti artistici partecipati.

 Gli artisti associati: Francesca Grilli con Gold, Motus con Chroma Keys ePanorama, Markus Öhrn – Svezia con Damiano Bagli, Federica Dauri, Janet Rothe, Linnea Carlsson, Linnea Sjöberg, Makode Linde, Mara Oscar Cassiani, Maurizio Rippa, Oskar Nilsson con Unkown.

In programma: Alessandro Sciarroni con Don’t be frightened of turning the page, Anna Rispoli, Lotte Lindner&Till Steinbrenner – Belgio con Your word in my mouth, Asia Giannelli con RH negativo, Buhlebezwe Siwani & Chuma Sopotela – Sudafrica con Those Ghels, Chiara Bersani con Gentle Unicorn (coproduzione), Cristina Kristal Rizzo con IKEA, Deflorian/Tagliarini con Scavi, Dewey Dell con I am within, Ingri Fiksdal – Norvegia con Night Tripper & Diorama, Ligia Lewis – Repubblica Domenicana/Germania con Minor Matter, Mallika Taneja – India con Be careful, Michelle Moura – Brasile/Germania con FOLE, Muna Mussie con Oasi(coproduzione insieme a Ipercorpo di Forlì), Nana Biluš Abaffy – Australia con One hundred and five: Society for the Creatively Maladjusted, Nicola Gunn – Australia con Piece for Person and Ghetto Blaster, Panagiota Kallimani – Grecia/Francia conArrêt sur image, Sissi con Unravelling Vein, Tamara Cubas – Uruguay con Multitud, Tania El Khoury – Libano/UK con As far as my fingertips take me.

La musica ha un ruolo cruciale: anche nell’edizione 2018 del Festival tornaImbosco, il Dopofestival in un tendone da circo nascosto tra gli alberi; il luogo in cui quando cala la notte e gli spettacoli sono terminati hanno inizio la musica e il ballo con dj italiani e internazionali in consolle. Saranno al Festival Deep Soulful Sweats dall’Australia, Bleedingblackwood – Germania, FAKA – Sudafrica, DANI – Belgio, GEGEN – Germania, Sequoyah Tiger, Lilith Primavera, Trepaneringsritualen – Svezia, Tropicantesimo, Lady Maru & Valerie Renay – Germania/Italia, Matteo Valicelli, The Expandig Universe, The Good Chance Radio.

In questo articolato contesto il pubblico è chiamato ad essere, in molti casi, co-creatore dell’esperienza di spettacolo e il Festival può davvero dirsi realizzato con il supporto della comunità, quella locale e quella temporanea di spettatori, performer, attivisti, operatori. Come nel caso di Multitud di Tamara Cubas che aprirà il Festival il 6 luglio con una performance che coinvolge 70 volontari provenienti dal territorio. La domanda di partecipazione è aperta a tutte e tutti, senza limiti di età, e implica la partecipazione a un workshop condotto dall’artista a Santarcangelo dal 28 giugno al 5 luglio e la presenza alle repliche (per info scrivere acallsantarcangelo@gmail.com). O come nel caso dei progetti realizzati con la comunità di teenager locali: non scuola / Teatro delle Albe, Let’s Revolution! e Wash Up – Eva Geatti & Slander.

In questa direzione va anche il progetto curato da MACAO, centro per le arti, la cultura e la ricerca di Milano, dedicato a rinsaldare la cooperazione tra Festival e cittadine/i di Santarcangelo: Crypto Rituals incrocia l’economia circolare con la costruzione di comunità, introducendo nel Festival una criptomoneta, Santa Coin, e coinvolgendo alcuni professioniste/i del territorio che si occupano di benessere e cura del corpo. I servizi offerti dagli artigiani del corpo coinvolti, un’acconciatura o un massaggio, una manicure o una seduta di riflessologia plantare, entreranno nella programmazione del Festival come Crypto Rituals e saranno acquistabili con le fiche Santa Coin, così come tutta l’offerta del Festival. Al progetto sarà abbinata una app scaricabile gratuitamente, creando un sistema di realtà aumentata attraverso cui scoprire alcuni rituali segreti in giro per il paese.

In aggiunta al programma di performing art, Santarcangelo Festival ospita, come ogni anno, un mercatino artigianale, propone un’offerta di ristorazione vegan-friendly, con alimenti eco-sostenibili locali, un programma di proiezioni gratuite all’aperto ogni sera, una serie di attività sportive all’aperto. Oltre a questi progetti, la programmazione comprende workshop, talk, momenti condivisione di pratiche, incluso un programma speciale dedicato agli “umarell” (anziani osservatori della corretta esecuzione dei lavori pubblici), con tour guidati negli allestimenti per illustrare la complessa realizzazione di spazi spettacolo temporanei.

Santarcangelo Festival 2018 si pone dunque come trendsetter internazionale, in grado di scuotere le forme d’arte convenzionali e le gerarchie della performing art, e si afferma come uno strumento di rinnovo della scena che senza paura, o meglio, oltre la paura, pone alla comunità questioni cruciali, crea nuovi dialoghi, prende posizione.

Santarcangelo Festival – dal 7 al 16 luglio la 47esima edizione

Santarcangelo Festival – dal 7 al 16 luglio la 47esima edizione

Santarcangelo Festival è energia contagiosa: la creazione contemporanea italiana ed internazionale torna protagonista nel borgo romagnolo dal 7 al 16 luglio per dieci giorni e dieci notti d’estate, in un programma che spazia dalla performance alla coreografia, dall’arte visiva alla musica, dal dibattito al dj-set fino a tarda notte. La 47esima edizione, la prima firmata dalla direzione artistica di Eva Neklyaeva e dalla co-curatela di Lisa Gilardino, è un’esperienza immersiva: concentra il proprio sguardo sul corpo come strumento politico, crea habitats d’artista aperti ad ogni ora, si muove sui binari dell’empatia per dar vita a quella comunità temporanea di performer, attivisti, operatori e pubblici variegati che è da sempre la linfa vitale del Festival.

Artisti associati

Tre artisti associati affiancano per il triennio 2017-2019 questo viaggio,Francesca Grilli, Motus e Markus Öhrn: con ciascuno di essi, legati al Festival da percorsi differenti, è avviato un dialogo e una collaborazione artistica che si declina nella condivisione di progetti, nella coproduzione di performance e in un continuo e reciproco confronto. Proprio allo svedese Markus Öhrn, di stanza a Berlino, è affidata l’inaugurazione del Festival, venerdì 7 luglio allo Sferisterio, con una molotov cocktail opera all’aperto, dal titolo Terra bruciata. Francesca Grilli, artista italiana residente a Bruxelles, torna a Santarcangelo dopo dieci anni con un progetto che coinvolge la comunità di rifugiati locali, The forgetting of air, 8 e 9 luglio. Motus porta in scena un gruppo unico di attrici in ÜBER-ŸRAFFICHE(nude expanded version), dal 14 al 16 luglio: un riallestimento del recente Raffiche, ripensato per gli spazi di una palestra e dalla durata di oltre tre ore.

Habitats: un nuovo museo in città, un sirenetto in residenza, un laboratorio sulla sostenibilità artistica

Gli habitats sono il cuore del nuovo progetto artistico, spazi aperti e fruibili per tutta la durata del Festival: artisti visivi e performer sono invitati ad immaginare nuovi luoghi a Santarcangelo, creazioni site-specific in cui il pubblico può decidere di entrare e tornare quando preferisce. Progetto principe di questa impronta è l’apertura di un nuovo spazio museale nel centro della città, il Museum of Nonhumanity, la cui inaugurazione anticipa il Festival al 23 giugno. Il progetto è curato da Terike Haapoja, artista visiva di origine finlandese di stanza a New York e già rappresentante del Nordic Pavillon alla Biennale d’Arte di Venezia, e dalla scrittrice Laura Gustafsson, insieme nel progetto History of Others. Come si è costruito nei secoli il confine tra umano e non umano? Quali conseguenze e quali libertà ha concesso all’uomo questa distinzione? Museum of Nonhumanity si articola attraverso un’esposizione, la programmazione di un calendario di incontri dal titolo Freedom for Every Body e la realizzazione di un Vegan Cafè, per un’opera a metà strada tra installazione artistica, costruzione sociale e performance che riflette su oppressioni, schiavitù, genocidi, abusi di risorse naturali e animali. Sul rapporto tra uomo e natura si concentra anche Club Ecosex, degli australiani Pony Express, per la prima volta in Europa: un’esperienza erotica verde, in simbiosi con fiori, piante e terra. Il duo esplora i temi della post-sostenibilità ispirandosi al manifesto dell’ecosessualità di Elizabeth Stephens e Annie Sprinkle. MACAO, il collettivo artistico dietro al polo artistico milanese, inaugura l’Open-Love Point, attivo fino al 16 luglio: all’interno un laboratorio aperto sul rapporto tra produzione artistica e sostenibilità, dal titolo Robot+Syndicate, progetto triennale che esplora dall’interno la struttura del Festival e che prospetta nuovi possibili scenari di organizzazione. Il sirenetto Merman Blix arriva per la prima volta in Italia, in una residenza artistica che dura quanto il Festival: lo avvisteremo in giro per la città, in apparizioni estemporanee nelle fontane del paese o nella piscina comunale, dove terrà un workshop su come liberare la sirena che è in noi. Altri habitats comprendono la tenda di decompressione del collettivo finlandese W A U H A U S, che ci invita dal 7 al 9 luglio in uno spazio dove riposarsi dalle calde e intense giornate di Festival, una mostra d’arte firmata da Eva Geatti, e la creazione di un vero e proprio Bed&Breakfast per artisti curato dal gruppo delle Azdore.

Il corpo al centro del cambiamento politico

Quali corpi hanno il diritto di danzare, amare e mostrarsi? Con l’affermarsi di politiche sempre più conservative, la rappresentazione del corpo femminile, il colore della pelle, le tematiche queer e le diversità fisiche diventano un importante nodo di espressione, e tracciano una linea rossa tra i progetti presentati al Festival. La performer canadese Dana Michel, insignita del Leone d’Argento per l’Innovazione nella Danza alla Biennale di Venezia, porta a Santarcangelo l’acclamato solo Yellow Towel, dal 14 al 16 luglio: una riflessione sugli stereotipi legati all’identità black. L’austriaca Doris Uhlich campiona ed amplifica i suoni generati dalla sedia a rotelle del suo partner nella prima di Ravemachine (8 e 9 luglio) mentre Silvia Gribaudi, con l’irriverente R.OSA esplora l’incredibile fisicità della performer Claudia Marsicano, in un solo ispirato a Botero e agli anni ’80 di Jane Fonda (dal 7 al 9 luglio). Ancora Silvia Gribaudi sarà protagonista di incursioni cittadine site-specific, a partire dal riallestimento del suo fortunato solo A corpo libero (8 e 9 luglio). Fresco di debutto a Kampnagel di Amburgo, The Olympic Games di Chiara Bersani e Marco D’Agostin approda al Festival in un’anteprima tra il 7 e l’8 luglio, mentre Goodnight, peeping Tom (dal 9 al 16 luglio) vede sempre la giovane coreografa italiana protagonista di un’intima performance per 5 spettatori alla volta. Tocca temi legati alla sessualità il lavoro dell’emergente performer finno-egiziana Samira Elagoz: Cock, cock… Who’s there? (13 e 14 luglio), racconta di rapporti di potere, forme autonome di espressione sessuale, tentativi di relazione con gli uomini.

Tra danza e performance

Nomi affermati e giovani performer emergenti compongono il resto del progetto del Festival. Simona Bertozzi, coreografa dal potenziale internazionale, porta a Santarcangelo il potente e allo stesso tempo delicato And it burns, burns, burns (15 e 16 luglio); il catalano Quim Bigas Bassart presenta in prima nazionale Molar (13 e 14 luglio), un solo sull’empatia e sulla felicità. Filippo Michelangelo Ceredi racconta inBetween Me and P. (dall’8 all’11 luglio) la scomparsa del fratello, a soli 22 anni, e la sua intima relazione con questa ferita; ancora dall’Italia Strasseanima uno dei campi da basket della città in House Music Santarcangelo(15 luglio), un lavoro condiviso e partecipato da alcuni residenti del quartiere. Anche quest’anno il Festival si sposta nella meravigliosa cornice di Villa Torlonia, a San Mauro Pascoli, per due giornate affidate alla creatività di Orthographe e Mara Oscar Cassiani (12 e 13 luglio): i primi propongono Stanze, performance tratta da The bells will sound forever di Thomas Ligotti; Mara Oscar Cassiani con Spirit porta invece avanti un’indagine sul concetto di rito. Ancora una trasferta a L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino, per la prova aperta di (Untitled) Humpty Dumpty di Cristina Kristal Rizzo e Sir Alice (16 luglio), il cui debutto è programmato al Festival di Avignone. Sarà l’emergenteFabrizio Saiu a chiudere idealmente il Festival, il 16 luglio, in una parata per le vie del centro guidata da tiratori di frisbee, musicisti e smartphone.

Programma musicale e Dopofestival al circo

Curato da Stefania ?Alos Pedretti e Francesca Morello, il programma musicale del Festival include concerti dal vivo, installazioni sonore, dj-sets e feste fino a tarda notte nel rinnovato spazio dedicato al Dopofestival, un nuovo chapiteau. Enrico Malatesta e Giovanni Lamipresentano Ephemeral Islands (8, 9 e 15 luglio), un’indagine sui paesaggi sonori della città, mentre Trinity in Silent / Shout (dal 13 al 15 luglio) crea mini dj-sets per una persona alla volta. Il resto della programmazione musicale include concerti gratuiti in giro per il paese: l’acclamato cantautore australiano Scott Matthew (14 luglio), i russi Phurpa (9, 11 e 12 luglio), già ospiti di Primavera Sound a Barcellona, Baby Dee dai Paesi Bassi (7 luglio), la rapper svedese Gnučči (8 luglio) e gli italiani Holiday INN (15 luglio). Playgirls from Caracas, Giuseppe Moratti, Tropicantesimo, Khan Of Finland, Lady Maru, St.RoboT, Silvia Calderoni e altri dj animeranno ogni sera il Dopofestival fino a notte inoltrata. Parte del progetto musicale è frutto di una collaborazione attiva con Short Theatre.

Progetti

Durante l’anno, Santarcangelo dei Teatri supporta attività educative di lungo termine dedicate ai più giovani. Durante il Festival vengono presentati i risultati finali di questi laboratori: non-scuola guidata da Michele Bandini con oltre 60 ragazzi (10 luglio), e Let’s Revolution! a cura di Teatro Patalò, con oltre 20 adolescenti (11 luglio). Torna, in tre giorni di programmazione, Premio Scenario (dal 10 al 12 luglio), per un appuntamento dedicato alla proposte più interessanti della giovane generazione teatrale italiana. In collaborazione con la Cineteca di Bologna, prenderà inoltre vita in Piazza Ganganelli, durante tutto l’arco del Festival, il cinema all’aperto gratuito; non mancheranno il mercatino vintage e second-hand curato da Garage Sale e il ristorante in piazza delCentro Festival. Il workshop fotografico tenuto dal reporter Davide Monteleone e curato da e.motion permetterà inoltre ad un gruppo di giovani fotografi di cimentarsi nel racconto delle giornate di Festival in un’esperienza formativa. Come ogni anno, le attività di Santarcangelo Festival sono monitorate dal progetto sulla sostenibilità ambientale P.S. Presente Sostenibile, cui sono legate diverse pratiche di rispetto ecologico durante l’intera rassegna.

MAGGIORI INFO