159 eventi per un mese di programmazione in luoghi all’aperto e in totale sicurezza. 10 sezioni, 70 debutti assoluti e 3 nazionali. Anteprima il 19 marzo con il Maestro Riccardo Muti al teatro Mercadante. A settembre spazio alla sezione Danza e a quella Internazionale con gli spettacoli della regista argentina Marina Otero, del coreografo greco Dimitris Papaioannou e del regista svizzero Cristoph Marthaler.
Stesso slogan, nuovo Festival. Stesso slogan, Il teatro rinasce con te, perché a distanza di un anno la vera rinascita del settore teatrale appartiene ancora alla categoria degli annunci e dei buoni propositi. Nuovo Festival perché questa edizione 2021, la quinta diretta da Ruggero Cappuccio, passerà alla storia per essere quella dove il Napoli Teatro Festival diventa il Campania Teatro Festival.
Un modo per anticipare il futurodi una manifestazione chedal 2022 estenderà sempre più la sua azione culturale da Napoli all’intera regione, rendendo organico il legame e l’unitarietà tra i beni paesaggistici e architettonici, ma anche per ribadire e meglio specificare l’impegno concreto della Regione Campania a sostegno di una rassegna multidisciplinare, organizzata dalla Fondazione Campania dei Festival presieduta da Alessandro Barbano, che sa coniugare la cultura nazionale e internazionale con la bellezza di alcuni dei luoghi più suggestivi e simbolici del territorio campano.
Una ricchezza che viene esaltata, valorizzata e veicolata non solo attraverso il coinvolgimento di tante importanti realtà del panorama teatrale italiano ed estero, ma anche con l’attenzione al talento e alle professionalità di molte produzioni e compagnie che operano da anni in Campania, con un impegno che in alcuni casi non è solo artistico ma anche sociale. Saranno più di1500 i lavoratori dello spettacolo della nostra Regione che faranno parte del Campania Teatro Festival 2021. Un segnale concreto di sostegno non formale a chi continua a subire quotidianamente sulla sua pelle le dure conseguenze economiche della pandemia in un settore da sempre in difficoltà. In attesa, e con l’auspicio, che lo Stato faccia stabilmente la sua parte, come accade in altri Paesi d’Europa, riconoscendo diritti che al momento sono ancora negati.
Sede principale del Festival, con l’allestimento di ben otto palchi, sarà quest’anno il Real Bosco di Capodimonte, che ospiterà per un mese una vera e propria cittadella teatrale tra Cortile della Reggia, Casino della Regina, Giardino Paesaggistico di Porta Miano, Manifattura della Porcellana, Giardino Paesaggistico Pastorale, Praterie della Capraia, il Giardino dei Principi e lo spazio del Cisternone, dove si terranno gli eventi del DopoFestival. Una scelta dettata da tre motivi, tutti egualmente importanti: la vastità degli spazi, fondamentale per i tempi che ancora viviamo, la felice esperienza della precedente edizione e il rapporto di grande collaborazione con il direttore Sylvain Bellenger.
Gli altri eventi si svolgeranno nel Teatro Grande di Pompei, al Belvedere di San Leucio a Caserta, a Montesarchio (in piazza Umberto I e nel Museo Archeologico del Sannio Caudino), nel Teatro Naturale diPietrelcina, nell’Anfiteatro di Avella e a Salerno, nel Chiostro del Duomo e all’esterno del teatro Ghirelli. Appuntamenti a Napoli ci saranno anche nell’Archivio di Stato di Napoli, nel Refettorio del Chiostro di San Domenico Maggiore, a Made in Cloister e, sempre a Capodimonte, nella Sala Causa. L’anteprima del 19 marzo con il Maestro Riccardo Muti si terrà al teatro Mercadante, mentre gli spettacoli di settembre andranno in scena in tre diversi teatri cittadini: il Bellini, il Trianon e il Politeama.
Capodimonte, luogo tra i più rappresentativi dell’Epoca Borbonica, sarà anche centrale ne “Il sogno reale. I Borbone di Napoli”, un Progetto Speciale di Ruggero Cappuccio curato da Marco Perillo, che, rispondendo alla mission della Fondazione di promuovere e valorizzare i beni del patrimonio culturale materiale e immateriale della Regione, vuole coinvolgere, attraverso un focus storico e artistico sul secolo del Regno, alcuni dei principali siti borbonici della Campania. Il progetto, oltre a sette storie inedite redatte da narratori e interpretate da sette diversi attori, che andranno in scena nel Giardino dei Principi, prevede anche la pubblicazione di una guida stampata degli stessi siti, a cura dello stesso Marco Perillo, che sarà distribuita gratuitamente al pubblico che seguirà gli spettacoli in programma al Festival.
Il Campania Teatro Festival viaggia nel segno della continuità rispetto al passato, adottando ancora una volta uno schema che ne ha fatto in poco tempo una delle realtà culturali più riconosciute e riconoscibili del nostro Paese, apprezzata sempre di più in ambito internazionale come testimonia la costante e rilevante presenza nella rete Italia Festival e nell’EFA ( European Festival Association). Anche quest’anno sui 38 spettacoli di prosa nazionale saranno 29 i debutti assoluti, ribadendo quell’attenzione alle drammaturgie contemporanee che è ormai uno dei tratti distintivi della manifestazione. L’85% dei testi teatrali rappresentati al Campania Teatro Festival sono di autori viventi.
Confermate le 10 Sezioni (Prosa Italiana, Internazionale, Osservatorio, SportOpera, Danza, Musica, Letteratura, Cinema, Mostre, Progetti Speciali), a riprova di una multidisciplinarità che ha caratterizzato tutte le edizioni dirette da Ruggero Cappuccio e rappresenta la vera e propria anima del Festival. Otto di queste sezioni sono programmate tra giugno e luglio, mentre quelle dedicate alla Danza e agli spettacoli Internazionali sono previste nel mese di settembre. In particolare, per le Compagnie straniere sono già fissati tre debutti nazionali che hanno date e luoghi definiti: l’8 e il 9 al teatro Bellini di Napoli lo spettacolo della regista argentina Marina Otero, il 16 e il 17 il nuovo lavoro del coreografo greco Dimitris Papaioannou al teatro Politeama di Napoli, mentre il 23 e il 24 andrà in scena al teatro Bellini l’ultima creazione del regista svizzero Cristoph Marthaler, con Graham F. Valentine.
Protagonisti di questa edizione, che si aprirà in anteprima il 19 marzo al teatro Mercadante di Napoli con il concerto dell’Orchestra giovanile “Luigi Cherubini” diretta dal Maestro Riccardo Muti (disponibile gratuitamente dal 26 marzo in streaming su live.napoliteatrofestival.it, cultura.regione.campania.it, ansa.it e ravennafestival.live), saranno, tra gli altri:
Massimo Andrei, Laura Angiulli, Valeria Apicella, Virginia Acqua, Corrado Ardone, Lello Arena, Euridice Axen, Roberto Azzurro, Nadia Baldi, Marco Baliani con I Filarmonici di Busseto, Marianella Bargilli, Consuelo Barillari, Peppe Barra, Mariano Bauduin, Maria Vittoria Bellingeri, Sonia Bergamasco, Giovanni Block, Alessio Boni, Andrea Bonioli, Simona Boo, Simone Borrelli, Luca Brignone, Elena Bucci, Roberto Caccioppoli, Fortunato Calvino, Capone & Bungt Bangt, Pino Carbone, Renato Carpentieri, Benedetto Casillo, Marianna Celia, Alì Chahrour, Daniele Ciprì, Roberto Colella (La Maschera), Paolo Coletta, Marina Confalone, Antonello Cossia, Emilia Costantini, il poeta e drammaturgo Giuseppe Conte, Enzo Curcurù, Laura Curino, Floriana D’Ammora, Roberto D’Avascio, Alessandra D’Elia, Emanuele D’Errico, Elio De Capitani, Rosaria De Cicco, Eduardo De Crescenzo, Concita De Gregorio, Ettore De Lorenzo, Massimo De Matteo, Francesca De Nicolais, il Maestro Roberto De Simone, Roberta Lidia De Stefano, Marco Dell’Acqua, Francesco Di Bella (24 Grana), Pino Di Buduo, Claudio Di Palma, Cristina Donadio, Igor Esposito, Lalla Esposito, Gina Ferri, Vincenzo Fiorillo, Flo, Gianluigi Fogacci, Adriana Follieri, Peppe Fonzo, Iaia Forte, Simona Fredella, Francesca Gammella, Mario Gelardi, Lello Giulivo, Gnut, Gianluca Gobbi, Enzo Gragnaniello, Yari Gugliucci, Paolo Iammarrone, Davide Iodice, Antonella Ippolito, Karima, Lamberto Lambertini, Gaetano Liguori, Teresa Ludovico, Claudio Malangone, Maldestro, Valter Malosti, Milena Mancini, Vinicio Marchioni, Milva Marigliano, Christoph Marthaler, Gea Martire, Leopoldo Mastelloni, Juan Olivier Mazzariello, Luciano Melchionna, Peppe Miale, Manuele Morgese , Enzo Moscato, Erica Mou, Massimo Munaro, Barbara Napolitano, Roberto Nobile, Marina Otero, Davide Paciolla, Ginestra Paladino, Alessandro Palladino, Ivo Parlati, Daniel Pennac, Silvio Perrella, Luca Persico in arte ‘O Zulù (99 Posse), Riccardo Pippa con la Compagnia I Gordi, Alessio Pizzech, Alessandro Preziosi, Francesco Procopio, Carlotta Proietti, il violinista Alessandro Quarta, Raiz (Almamegretta), Danilo Rea, Dario Rea, Stefano Reali, lo psicanalista Massimo Recalcati, Maria Rippa, Stefania Rocca, Francesco Roccasecca, Michele Rossiello, Gabriele Russo, Davide Sacco e Agata Tomšič, Davide Sacco (non è un refuso, ma semplice omonimia), Renato Salvetti, Dario Sansone (Foja), Lara Sansone, Lina Sastri, Irene Scarpato (Suonne d’Ajere), Davide Scognamiglio, James Senese, Peppe Servillo, Marco Sgrosso, Benedetto Sicca, Virgilio Sieni, Giuseppe Sollazzo, Marina Sorrenti, Gianni Spezzano, Gabriella Stazio, Marina Turco, John Turturro, Stefano Valanzuolo, Graham F. Valentine, Patricia Zanco, Roberto Zappalà, Francesco Zecca e Luca Zingaretti.
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
Il teatro rinasce con te. È un invito a rivivere le emozioni del teatro lo slogan della tredicesima edizione del Napoli Teatro Festival Italia, la quarta diretta da Ruggero Cappuccio, realizzata – nonostante l’emergenza sanitaria – con il forte sostegno della Regione Campania e organizzata dalla Fondazione Campania dei Festival, presieduta da Alessandro Barbano.
Inizialmente fissata per giugno e poi rinviata a causa della pandemia, la manifestazione torna con una ricca programmazione quasi interamente a cielo aperto che si declina tra teatro, danza, letteratura, cinema, video/performance, musica e mostre: 130 eventi, per un calendario di un mese, distribuiti in 19 luoghi tutti all’aperto con una sola eccezione: il Teatro di San Carlo. Platee allestite nel rispetto delle distanze di sicurezza,divisetra Napoli e altre città della Campania (Salerno, Solofra, Pietrelcina e Santa Maria Capua Vetere), dove andranno in scena creazioni italiane e coproduzioni a conferma dell’attività produttiva della Fondazione.
L’edizione 2020 presenta 34 spettacoli di prosa nazionale, di cui 28 prime assolute, consolidando la struttura in sezioni, ormai tratto distintivo della direzione artistica firmata Cappuccio. Italiana, Osservatorio, Danza, SportOpera, Musica, Letteratura, Cinema, Mostre, Progetti Speciali: il Festival rinnova la sua grande attenzione alla multidisciplinarità in un dialogo che mira a una visione organica e interdisciplinare dell’arte. La sezione Internazionale, che negli anni passati ha portato a Napoli grandi nomi della scena contemporanea, è stata invece riprogrammata a partire dall’autunno e vedrà in scena, tra gli altri, il coreografo greco Dimistris Papaioannu, l’artista belga Jan Fabre, e Ramzi Choukair e Sulayman Al-Bassam.
Con l’intento di supportare la ripresa di un settore in grave difficoltà in quest’anno segnato dalla crisi economica indotta dal Covid-19, NTFI conferma l’attenzione e il sostegno a favore di produzioni e compagnie del territorio campano e napoletano, insieme a tante realtà del panorama nazionale.
Tra i protagonisti di questa edizione Silvio Orlando, Vinicio Marchioni, Francesco Montanari e Gianmarco Saurino, Bruno Fornasari, Andrea De Rosa, Luana Rondinelli, Antonio Piccolo, Lino Musella, Federica Rosellini, Ciro Pellegrino, Laura Angiulli, Joele Anastasi, Salvatore Ronga, Lucianna De Falco, Francesco Saponaro, Lara Sansone, Vincenzo Nemolato, Chiara Guidi, Claudio Ascoli, Marcello Cotugno, Ettore De Lorenzo, Massimiliano Gallo, Alessio Boni, Gianni Farina, Sarah Biacchi, Lina Sastri, Franca Abategiovanni, Riccardo Pippa, Corrado Ardone, Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, Federico Tiezzi e Sandro Lombardi, Roberto Rustioni, Enzo Vetrano, Stefano Randisi, Mario Scandale, Arturo Cirillo, Valentina Picello, Francesco Tavassi, Mariangela D’Abbraccio, Euridice Axen, e le compagnie Anagoor, Carrozzeria Orfeo, Casa del Contemporaneo, Nuovo Teatro Sanità, e Mutamenti/Teatro Civico 14.
Per la sezione Musica si avvicenderanno invece Roberto De Simone, Raffaello Converso, Pippo Delbono e Enzo Avitabile, i Foja, Stefano Valanzuolo con Sarah Jane Morris e i Solis String Quartet, Massimiliano Sacchi, Maria Mazzotta, Francesco Di Cristofaro, Valerio Sgarra, Ars Nova, Ciro Riccardi, EbbaneSis, i Folkonauti, Raffaella Ambrosino, Ambrogio Sparagna con Iaia Forte, Giada Colagrande, Roberta Rossi, Ivo Parlati e Nadia Baldi, Renato Salvetti e Antonella Ippolito. Nella sezione Danza si segnala la partecipazione del coreografo francese figlio di minatori di origine italiana Alexandre Roccoli.
La collaborazione con ilTeatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale si concretizza attraverso la coproduzione di due spettacoli inseriti nella sezione Progetti Speciali del Festival con Mimmo Borrelli, Renato Carpentieri, Claudio Di Palma. Tra gli altri protagonisti della sezione del NTFI, da anni ormai terreno di sperimentazione di nuove pratiche sceniche, Roberto D’Avascio, Carlo Geltrude, Maria Rosaria Omaggio, Marco Dell’Acqua, Alberto Conejero, Davide Scognamiglio e Daniele Ciprì.
Nel Real Bosco di Capodimonte e al circolo Canottieri per la sezione SportOpera a cura di Claudio Di Palma, che propone 8 spettacoli di cui 7 in prima assoluta, si alterneranno Mariano Rigillo, Patrizio Oliva, Pino Maddaloni, Fulvio Cauteruccio, Andrea Zorzi, Beatrice Visibelli e Nicola Zavagli, Rosario Giglio, Marina Sorrenti, Chiara Baffi, Rossella Pugliese, Antonio Marfella, Paolo Cresta, Ferdinando Ceriani, Gennaro Ascione, Alfonso Postiglione.
E ancora per la sezione Letteratura, progetto a cura di Silvio Perrella, ospiti Maurizio Bettini, Daniele Ventre, Caterina Pontrandolfo, Alberto Rollo, Mimmo Borrelli, Silvia Bre, Piera Mattei, Claudio Damiani, Vincenzo Frungillo, Igor Esposito, Maria Grazia Calandrone, Sonia Gentili, Enza Silvestrini, Fiorinda Li Vigni, Mariafelicia De Laurentis, Antonio Biasiucci, Alfio Antico.
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
La dodicesima edizione del Napoli Teatro Festival Italia, la terza diretta da Ruggero Cappuccio, realizzata con il sostegno della Regione Campania, presieduta da Vincenzo De Luca, e organizzata dalla Fondazione Campania dei Festival, guidata da Alessandro Barbano, presenta, dall’8 giugno al 14 luglio, una ricca programmazione che si declina tra teatro, danza, letteratura, cinema, video/performance, musica, mostre e laboratori. Oltre 150 eventi, per 37 giorni di programmazione, distribuiti in 40 luoghi tra Napoli e altre città della Campania (Salerno, Benevento, Caserta, Carditello, Baia, Amalfi, Pietrelcina e Mercogliano), dove andranno in scena creazioni mai presentate in Italia — prime nazionali e internazionali —, e coproduzioni che confermano l’attività produttiva del Festival.
Il Napoli Teatro Festival Italia si pone come organismo di crescita culturale e sociale, in tal senso favorirà la partecipazione del pubblico, continuando a proporre un’oculata politica di prezzi, con biglietti popolari (da 8 a 5 euro) e agevolazioni assolute per le fasce sociali più deboli. L’edizione 2019 presenta 29 eventi internazionali, di cui 19 prime in Italia tra prosa e danza, e 44 prime di spettacoli italiani. Il NTFI amplia anche la sua struttura e diventano 12 le sezioni del festival. Alle 11 già consolidate del progetto artistico di Ruggero Cappuccio (Italiana, Internazionale, Osservatorio, Danza, SportOpera, Musica, Letteratura, Cinema, Mostre, Laboratori, Progetti Speciali) si aggiunge la nuova sezione dedicata al Teatro Ragazzi, che quest’anno propone Puglia Showcase Kids, una vetrina di spettacoli e momenti di approfondimento rivolta alla migliore produzione per ragazzi, promossa dalla Regione Puglia, ideata e realizzata dal Teatro Pubblico Pugliese.
Il direttore Ruggero Cappuccio conferma grande attenzione alla natura multidisciplinare del festival e alle scritture contemporanee — non solo alla drammaturgia ma a tutte le scritture di scena e alle arti in generale —, in una visione trasversale e interdisciplinare. Nell’edizione 2019 del festival, a Napoli si incroceranno lingue e sonorità diverse, linguaggi innovativi e tradizione della scena, antico e contemporaneo, che caratterizzano una programmazione tesa a favorire una ricongiunzione organica tra le arti. Il NTFI 2019 promuove inoltre la creazione e la circuitazione internazionale di rappresentazioni di prosa e danza contemporanea, mette in scena spettacoli e concerti in sedi non convenzionali, valorizzando il patrimonio culturale della città di Napoli e della regione Campania, dà spazio a realtà teatrali emergenti, propone mostre e attività espositive, offre possibilità di confronto e formazione ai giovani attraverso laboratori gratuiti, presenta uno spazio per il cinema e per la letteratura, investe in progetti speciali legati alla drammaturgia, alla letteratura dello sport, alla ricerca e alla divulgazione scientifica.
Particolarmente significativi, in questa dodicesima edizione, sono i temi della multiculturalità, della pluridentità e dell’apertura ai flussi culturali del mondo contemporaneo. La rete creata con altri Festival internazionali (Les Bancs Publics – festival Les Rencontres à l’échelle; Shubbak festival of London; Weimar art festival; Palais des Beaux Arts Bozar; Dancing on the Edge festival; Festival di Ravenna e Festival di Spoleto), gli Istituti di cultura (Institut Français; Goethe-Institut; Istituto Cervantes e il British Council), e le fondazioni culturali (Fondazione Nuovi Mecenati – Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea), fonda un nuovo progetto di cooperazione culturale, che coinvolge artisti rifugiati in Italia e in Europa, in collaborazione con le Università del territorio (Università degli Studi di Napoli Federico II, Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli) e altre istituzioni europee, al fine di dare sostegno e palcoscenico alla creazione artistica post-migratoria e ad un nuovo concetto di Europa basato sull’inclusione e sul dialogo. Un progetto che possa sostenere non soltanto le diversità di provenienza, ma anche differenti visioni artistiche, confermando l’apertura alle creazioni che raccontano la migrazione e il ruolo degli artisti in esilio in Europa, in un’ottica che favorisca il welfare culturale e la cooperazione. In prima nazionale e in prima assoluta, grandi artisti europei o rifugiati in Europa presenteranno a Napoli le loro nuove creazioni.
Il Napoli Teatro Festival e la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, il prossimo autunno, presenteranno, al Madre · museo d’arte contemporanea Donnaregina, il Progetto Pina Bausch, che celebra la grande coreografa e ballerina tedesca. I lavori prevedono un’ouverture già nel corso del Festival, a giugno, con Moving with Pina, una conferenza danzata sulla poetica, la tecnica, la creatività di Pina Bausch di Cristiana Morganti, storica interprete del Tanztheater di Wuppertal, e il laboratorio La spontaneità del movimento, a cura di Kenji Takagi, anch’egli membro del Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, dove lavora tutt’oggi. L’edizione 2019 rende omaggio al grande regista lituano Eimuntas Nekrošius, recentemente scomparso, da sempre legato a Napoli e al Festival, con la mostra Il Meno Fortas di Eimuntas Nekrošius, a cura di Marius Nekrošius e Nadežda Gultiajeva, che espone fotografie, bozzetti, appunti e gli oggetti di scena degli spettacoli del grande maestro nati nel teatro da lui fondato; e ancora con lo spettacolo Zinc, allestimentodel regista lituano ispirato ai romanzi del premio Nobel per la letteratura Svetlana Aleksievič.
Per il terzo anno consecutivo, Palazzo Reale di Napoli sarà la sede principale del Festival, confermando l’obiettivo di valorizzazione dei beni architettonici e paesaggistici della Campania, oltre a rappresentare un luogo di assoluta centralità in città. Oltre alla biglietteria e all’Infopoint, ospiterà proiezioni, incontri, spettacoli, mostre e concerti. Il suo Giardino Romantico accoglierà il Dopofestival, curato da Massimiliano Sacchi, e vi sarà allestito il bookshop e un’area ristoro.
Numerosi sono i teatri della città coinvolti nella manifestazione (Teatro San Ferdinando, Teatro Trianon-Viviani, Teatro Nuovo, Politeama, Teatro Sannazaro, Galleria Toledo, Teatro Diana, Teatro Mercadante, Sala Assoli, Nest, Teatro Elicantropo). Anche molti spazi di grande pregio storico-artistico saranno sede degli eventi del festival, come il Museo Madre, Palazzo Fondi, Ansa del Teatro San Carlo, la Chiesa Donnaregina Vecchia, la Chiesa di Santa Maria della Colonna, Palazzo Venezia, Palazzo de’ Liguoro, Palazzo della Commedia Futura, Made in Cloister, Auditorium 900, la Farmacia degli Incurabili, a Napoli, ai quali si aggiungono i luoghi della città da valorizzare, come i Campetti di calcio della Sanità, piazzetta Trinchese, il Carcere di Poggioreale. Altri siti prestigiosi saranno la sede degli eventi ospitati in Regione, come l’Anfitetro di Pompei, il Duomo di Salerno, l’Abbazia di Mercogliano, il Duomo di Amalfi, la Reggia di Caserta, il Teatro Naturale di Pietrelcina, Palazzo Fruscione di Salerno, Teatro Civico 14 e la Reggia di Carditello. Anche quest’anno, prosegue la collaborazione con il maestro Mimmo Paladino, che ha creato la nuova immagine del Festival, in linea con l’identità della programmazione 2019, per il catalogo e i materiali promozionali, che diventano così oggetti d’arte.
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A Pompei torna dal 20 giugno al 13 luglio Theatrum Mundi, il festival di drammaturgia antica promosso dal Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale e dal Parco Archeologico, con quattro spettacoli in prima assoluta che puntano a replicare il successo della stagione 2018, quando si raccolsero 12.800 spettatori e il Teatro Grande segnò il tutto esaurito per nove serate su 13.
La Tempesta di Shakespeare con l’adattamento e la regia di Luca De Fusco, l’Edipo a Colono nella riscrittura di Ruggero Cappuccio con Rimas Tuminas che ha preso il testimone da Eimuntas Nekrosius, il grande regista lituano morto un mese fa. E poi ancora il Satyricon nella versione di Francesco Piccolo, la danza dei Vertigo Dance Company, ne Il Paradiso Perduto. Un cartellone d’eccezione, sottolineano gli organizzatori, che nasce dalla collaborazione di tanti enti diversi, dalla Fondazione Campania dei Festival-Napoli Teatro Festival Italia alla Fondazione Matera Basilicata 2019, dal Teatro di Roma – Teatro Nazionale al Teatro Nazionale di Genova. Un’iniziativa, che “conferma la vocazione del teatro stabile di fare una offerta plurale”, sottolinea il presidente Filippo Patroni Griffi. In scena, sul palco trasudante di storia di uno dei teatri più antichi della romanità (il Teatro grande è del II secolo a.C., “costruito alla greca, più antico anche di quelli romani”, ricorda il direttore del parco archeologico Osanna anticipando la scoperta delle ultime ore, una cavea naturale, che è emersa alle spalle dell’attuale teatro e che potrebbe aver ospitato un teatro già nella Pompei del IV secolo a.C.) ci saranno tutti testi della drammaturgia classica, accomunati però da una rilettura moderna. “Non abbiamo intenzione di fare la copia di Siracusa”, assicura De Fusco nei panni di direttore del Teatro Stabile di Napoli, “abbiamo trovato un soprintendente che ama le sperimentazioni, fino a quando il pubblico ci segue faremo così”. Ecco allora che anche un testo super classico come la Tempesta di Shakespeare, anticipa De Fusco, avrà qui un’ambientazione desueta e particolare. “Dimenticatevi l’isola, penso ad un luogo chiuso, perché no una biblioteca – anticipa il regista – nella mia Tempesta tutto avviene in questo luogo chiuso, anzi nella testa di Prospero”, forse anche con Prospero immaginato “come un uomo del Novecento con i nemici che sono i Millennial, perché ho nostalgia dei libri, del cinema delle cose del secolo scorso che oggi sembrano non valere più”.
Particolare anche l’Edipo a Colono riscritto da Ruggero Cappuccio: “è un testo che ho scritto molti anni fa, ambientato in un tempo sospeso che risente del Novecento e della psicoanalisi”, spiega l’autore, “comunque vedremo. Nekrosius si interessò al mio testo, se lo fece tradurre in lituano, poi purtroppo è andata come è andata. Io non sono interessato ad accademismi e lui lo era ancora meno di me. L’importante è che ci sia una lingua che suoni e su questo lavorerà Tuminas”, dice. Per tutti però la carta più importante è proprio il palco di Pompei: “Mi appassiona per il simbolo di cui è carico”, sottolinea Cappuccio, un luogo “che evoca la dimensione onirica”. Accanto a lui il direttore del parco sorride, convinto di incassare un nuovo successo, dopo la riapertura del teatro seguita ai giorni più bui delle vicende giudiziarie. Anche per il sito questo festival di teatro è importante: “Pompei non può essere offerta in maniera passiva ai suoi visitatori, deve essere un’esperienza culturale che arricchisce”. L’apertura al teatro va in questa direzione
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Ambientato a Napoli nei giorni nostri, Circus Don Chisciotte è uno spettacolo che narra la storia di Michele Cervante (Ruggero Cappuccio), una singolare figura di vagabondo colto che esplora le ombre urbane della città. Presunto discendente dell’autore del Don Chisciotte della Mancia, il professor Cervante attiva una lotta personalissima contro il processo di disumanizzazione che sta attanagliando il mondo. In una delle sue peregrinazioni notturne lungo il binario morto di una stazione ferroviaria abbandonata, si imbatte in Salvo Panza (Giovanni Esposito), un girovago nullatenente fuoriuscito dalla sfera della cosiddetta società civile. Tra Michele Cervante, studioso di letteratura e Salvo Panza, ancora segnato dalla saggezza di antiche suggestioni orali assimilate nell’entroterra napoletano, nasce un pirotecnico rapporto immaginativo.
Sul binario morto, intanto, scivolano vagoni sospinti dal vento con a bordo singolari viaggiatori. I nuovi arrivati vivono esistenze sospese tra buffi deragliamenti sociali e impennate poetiche. Almerindo Buonpasso (Ciro Damiano) e Letizia Celestini (Gea Martire) due ex ristoratori, Vinicio Meraviglia (Giulio Cancelli) un prestigiatore di provincia e l’apparizione finale di una principessa siciliana (Marina Sorrenti), intrecciano con Cervante e Salvo Panza una sinfonia di sorprese interiori destinate a culminare in un’amicizia fulminante. In un crescendo irresistibile si farà strada un profondo e comico progetto di rivoluzione per riconquistare l’essenza spirituale dell’umanità.
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