DANCE REWRITE 2021: bando di giornalismo e ricerca

DANCE REWRITE 2021: bando di giornalismo e ricerca

Dance rewrite

Il magazine Campadidanza, edito da Movimento Danza – Organismo di Promozione Nazionale e diretto dalla giornalista professionista Raffaella Tramontano, indice la seconda edizione di “DANCE REWRITE – Bando di giornalismo e ricerca”.

Il bando intende promuovere un approccio alla danza ampio e complessivo, come cultura e non solo come praxis, stimolando l’interesse alla ricerca teorica, all’individuazione di punti di vista e prospettive diverse, alla storia ed alla metodologia della danza, all’elaborazione del pensiero e alla scrittura giornalistica dedicata alla danza. La partecipazione al bando è gratuita.

Destinatari

Il bando è rivolto a coreografi, danzatori, performer ed insegnanti di danza, così come studenti, ricercatori, operatori sociali, docenti e chiunque voglia contribuire ad una nuova e diversa visione della danza.

Sono previste due categorie anagrafiche:

  • under 35 (tra i 18 e i 35 anni d’età);
  • over 35 (età superiore ai 35 anni).

I candidati devono essere residenti nel territorio dell’Unione Europea.

Ambiti di scrittura

I candidati under 35 possono scegliere fra tre ambiti di scrittura:
1) “Danza, nuove tecnologie e media”;
2) “Interviste: la danza o uno spettacolo raccontati da un danzatore, coreografo o musicista”;
3) “Artista contemporaneo vivente dal secondo Novecento in poi”.

Per i candidati over 35, l’ambito di scrittura è unico: “Raccontare il corpo: drammaturgia della danza dal Novecento in poi”.

Requisiti dell’articolo

L’articolo deve essere scritto in lingua italiana. La lunghezza massima dell’articolo deve essere di 60 righe, con 60 battute a rigo, per un totale di 3600 battute (compresi gli spazi). Il titolo deve avere un lunghezza massima di 60 battute (compresi gli spazi). Il carattere tipografico da utilizzare è Calibri, con dimensione 12. L’impaginazione non deve essere a due o più colonne. Le fonti devono essere indicate in fondo all’articolo, senza l’utilizzo di note, didascalie e simili.

L’articolo deve essere corredato da 2 foto a colori che aiutino a raccontare visivamente l’articolo, una in formato orizzontale e l’altra in formato verticale. Le foto non devono essere inserite all’interno dell’articolo. La misura consigliata per il lato lungo delle foto è di 980 pixel. La misura minima è di 640 pixel. Le foto devono essere accompagnate dalle indicazioni sull’autore, sulla licenza d’uso e dal link di provenienza se già pubblicate sul web.

L’articolo deve rispettare la regola giornalistica delle 5 W che consiste nell’esordire rispondendo alle domande “Who?” (Chi?), “What?” (Che cosa?), “When?” (Quando?), “Where?” (Dove?), “Why?” (Perchè?).

Giuria e premi

Gli articoli saranno valutati in forma anonima secondo il seguente iter.

Prima fase: verifica della rispondenza ai requisiti del bando.
Seconda fase
: la redazione di Campadidanza seleziona tre articoli per ambito di scrittura nella categoria under 35 e tre articoli per la categoria over 35.
Terza fase
: una giuria di cinque esperti decreta i tre vincitori della categoria under 35 (uno per ambito di scrittura) ed il vincitore unico della categoria over 35.

La giuria di qualità è composta da:

– Raffaella Tramontano | Giornalista professionista e Direttore Responsabile Campadidanza;
– Rossella Battisti | Giornalista e Critico di Danza;
– Elena Cervellati | Docente di Storia della danza presso l’Università di Bologna;
– Alessandro Toppi | Direttore ilPickwick.it, giornalista e critico teatrale;
– Lorenzo Tozzi | Critico, storico di danza e musicale, direttore artistico e musicista.

La giuria è presieduta e coordinata, senza facoltà di voto, da Gabriella Stazio, coreografa, docente e presidente di Movimento Danza, editore di Campadidanza.

La giuria decreta i vincitori assegnando un punteggio per ognuno dei seguenti criteri di valutazione:
– originalità del contenuto (fino a 15 punti);
– capacità critica (fino a 15 punti);
– rispondenza alla regola delle 5 W (fino a 10 punti);
– costruzione del testo (fino a 10 punti);
– padronanza di linguaggio (fino a 5 punti).

Premi e promozione

Ognuno dei quattro vincitori (tre per gli under 35 ed uno per gli over 35) riceverà un premio in denaro di € 300 (trecento Euro).

Gli articoli vincitori, inoltre, saranno pubblicati su Campadidanza.itdiffusi tramite canali social e newsletter del magazinepromossi su ulteriori testate giornalistiche online.

La giuria si riserva la facoltà di selezionare tra i finalisti non vincitori uno o più articoli meritevoli di pubblicazione.

Documentazione richiesta e scadenza per l’invio

Insieme al proprio articolo, ogni candidato deve inviare:

– curriculum vitae;
– una foto personale in primo piano;
– copia del proprio documento d’identità;
– scheda di partecipazione compilata e liberatoria firmata per la pubblicazione dell’articolo, entrambe allegate al bando.

scheda e liberatoria per under 35
scheda e liberatoria per over 35

La documentazione richiesta deve essere inviata agli indirizzi email info@campadidanza.it promozione@movimentodanza.org entro il 19 febbraio 2021ore 16, indicando come oggetto del messaggio “Bando Dance Rewrite – Under 35” + l’ambito scelto “Media”, “Interviste”, “Artista” oppure “Bando Dance Rewrite – Over 35”.

Nel messaggio email devono essere indicati Nome e Cognome, età città di residenza.

I candidati riceveranno un messaggio email di avvenuta ricezione dell’articolo. Chi non riceve il messaggio può chiedere conferma telefonando al numero 0815780542, dalle 14:30 alle 19:00.

finalisti saranno resi noti entro i primi giorni di marzo 2021. I vincitori saranno resi noti intorno alla metà di marzo 2021.

In segno di accettazione, i vincitori dovranno rispondere al messaggio email con il quale saranno comunicati la vittoria ed il premio.

La proclamazione dei vincitori avverrà su piattaforma Zoom il 26 marzo 2021.

Il teatro è un antidepressivo culturale: lo studio del British Journal of Psychiatry

Il teatro è un antidepressivo culturale: lo studio del British Journal of Psychiatry

Secondo un nuovo studio pubblicato sul British Journal of Psychiatry, un “impegno culturale” assiduo potrebbe contribuire a diminuire il rischio di insorgenza di disturbi mentali in età avanzata.

Basandosi sui dati ottenuti da più di 2000 adulti con più di 50 anni partecipanti all’English Longitudinal Study of Ageing (ELSA), i ricercatori hanno scoperto che i soggetti che avevano partecipato a mostre, visto film o spettacoli teatrali almeno una volta al mese o più avevano il 48% di possibilità in meno di sviluppare disturbi depressivi. Lo studio ELSA contiene dati sulla salute e il benessere sociale e mentale degli anziani in Inghilterra su un periodo di dieci anni. Include informazioni sulla frequenza con cui si recano all’opera, al cinema, a mostre, musei e rivela quali partecipanti hanno una diagnosi di depressione. Anche dopo che i risultati erano stati adeguati per considerare altri fattori che potrebbero influire sulla propensione dell’individuo alla depressione (come età, sesso, salute ed esercizio fisico), i ricercatori hanno scoperto che le attività culturali continuavano a costituire un vantaggio rilevante per il mantenimento del benessere mentale di un individuo.

“In generale, le persone conoscono i benefici del mangiare frutta e verdura ogni giorno e del fare esercizio fisico e mentale, ma ancora in pochi sanno che le attività culturali presentano benefici simili”, ha affermato Daisy Fancourt della UCL. Fancourt ha spiegato che i benefici derivanti dalle attività culturali sono legati agli stimoli mentali, all’interazione sociale e alla creatività che queste incoraggiano.

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Per vedere i primi risultati non occorre aspettare anni: gli effetti sono tangibili già dopo una singola esperienza di poche ore, come dimostra l’esperimento condotto in Italia su 100 volontari (tra i 19 e gli 81 anni) portati con tanto di imbragature fino a 63 metri di altezza per visitare gli affreschi della cupola ellittica più grande del mondo, quella del santuario di Vicoforte nel cuneese.
«L’esposizione alla bellezza ha determinato effetti benefici immediati, che abbiamo potuto misurare in modo rigoroso», spiega il coordinatore dello studio Enzo Grossi, direttore scientifico della Fondazione villa Santa Maria, da anni impegnato nello studio del rapporto fra arte e salute. «La visita alla cupola ha fatto aumentare il benessere percepito dai partecipanti, riducendo del 60% la concentrazione di cortisolo, l’ormone dello stress misurato nella saliva. Un risultato molto significativo, se pensiamo che elevati livelli di cortisolo protratti nel tempo danneggiano il cervello, aprendo la strada a depressione e Alzheimer».

Ci sono volute le più sofisticate tecniche di neuroimaging per svelare il meccanismo con cui il “farmaco” cultura agisce sul nostro cervello. «Si accendono specifici neuroni della corteccia orbitofrontale», precisa il dottor Grossi. «Una volta attivato, questo centro cerebrale della bellezza produce molecole segnale come le endorfine, che danno felicità, la dopamina, che provoca piacere, e l’ossitocina, l’ormone dell’amore. Questi neurotrasmettitori vanno ad agire sui centri più ancestrali del nostro cervello, quelli che regolano funzioni vitali come il respiro e il battito cardiaco, riducendo lo stress e il rischio cardiovascolare. Inoltre, attraverso la rete linfatica che collega l’encefalo al sistema immunitario, la cultura arriva anche a rinforzare le difese contro le minacce esterne, come virus e batteri, ma anche quelle interne, come i tumori e le malattie degenerative».

DOCUMENTI: Vita da Artisti, ricerca condotta dalla Slc-Cgil e dalla Fondazione di Vittorio

DOCUMENTI: Vita da Artisti, ricerca condotta dalla Slc-Cgil e dalla Fondazione di Vittorio

La cultura è un bene fondamentale per la crescita individuale e per lo sviluppo e la ricerca di un territorio, ma troppo spesso è considerata come qualcosa di secondario se non addirittura un costo per la comunità. Nello spettacolo dal vivo operano migliaia di lavoratori che contribuiscono ad arricchire la vita di ognuno di noi, svolgendo un mestiere faticoso e altamente impegnativo. Eppure, la realtà quotidiana di questi professionisti è poco o per nulla conosciuta, sia da parte dei cittadini, sia da parte delle istituzioni, tanto che anche le statistiche ufficiali offrono una rappresentazione limitata di questo settore.

La Slc-Cgil e la Fondazione di Vittorio hanno condotto e realizzato una ricerca, intitolata Vita da Artisti, cercando di indagare i bisogni e le condizioni di chi lavora nello spettacolo dal vivo con professioni creative e artistiche, con qualsiasi modalità contrattuale e in ogni ambito.

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