#RassegnaStampa: Il Cantico dei Cantici di Fortebraccio Teatro

#RassegnaStampa: Il Cantico dei Cantici di Fortebraccio Teatro

Durante la XX edizione del Festival Inequilibrio ha avuto luogo il debutto nazionale dello spettacolo “Il Cantico dei Cantici” prodoto da Fortebraccio Teatro. Abbiamo realizzato una rassegna stampa delle recensioni relative allo spettacolo, pubblicate sulle principali webzine e blog di critica teatrale.

“Non ho tradotto alla lettera le parole, sebbene abbia cercato di rimanervi il più fedele possibile. Ho tradotto alla lettera la sensazione, il sentimento che mi ha da sempre procurato leggere queste pagine. Ho cercato di assecondarne il tempo, tempo del respiro, della voce e le sue temperature. Ho cercato di non trattenere le parole, per poterle dire, di andarle poi a cercare in giro con il corpo, di averle lì nei pressi, addosso, intorno. Ho provato a camminarci accanto, a prendergli la mano, ho chiuso gli occhi e, senza peso, a dormirci assieme”. (Roberto Latini)

 

RASSEGNA STAMPA :

• Mario Bianchi, “Krapp’s Last Post” :

“Latini, sbarazzatosi di tutte le sovrastrutture, si presenta come è, sfatto e dolorosamente madido di sudore, a ricordarci, forse, che l’amore assoluto – sia che venga trasfuso per un altro essere umano, o che sia rivolto al divino – richiede uno sforzo e una dose totale di abnegazione tale a renderlo sacro, come sacro è quel teatro capace di trasmettere tutto questo.” (LEGGI)

• Graziano Graziani, “minima et moralia” :

“La voce di Latini – l’ultimo degli attori “romantici” e certamente il più credibile – è in grado di guidarci con sapienza nel Cantico, di toccare le corde di quell’emozione pura che appartiene alla stagione della vita di cui ci si affaccia per la prima alla vita adulta e all’amore, dove il presente è una declinazione della gioia poiché futuro è sinonimo di possibilità.” (LEGGI)

• Paolo Randazzo, “Dramma.it” :

“[…]si parla dell’amore che ci cura e ci ammala allo stesso tempo, che ci salva e ci tiene in vita perché, lui sì, è più forte della morte. Ecco, forse, il senso profondo di questo spettacolo e non era affatto superfluo ribadirlo con la cruda verità della poesia e di un corpo teatrale che dalla poesia sa farsi possedere senza ritegno.” (LEGGI)

• Silvia Maiuri, “Il Pickwick” :

“Tutto è onirico in senso stretto: la visione deriva da un sogno, ancora una volta personale, lontano da noi. Questa distanza concettuale di Latini che, nell’invitarci a non “far caso a chi parla” impone la sua esperienza, unica e profonda con un’estetica curata fino al risultato estremo di rendere materia le emozioni […]” (LEGGI)

• Francesca Pierri, “Teatro e Critica” :

“Latini separa la voce come separa il cantico, non lo segue nel suo ordine naturale, più volte la descrizione ricomincia da com’era finita, più d’una volta ciò che si descrive è un particolare esplicito relativo a una fisicità mancante, ma al tempo stesso sempre identificabile nell’assenza totale di qualcun altro. L’attore è un androgino sgargiante, presenta […]” (LEGGI)

• Caris Ienco, “Persinsala” :

In scena è difficile riconoscere Roberto Latini sotto il trucco. Una parrucca un po’ scarmigliata con capelli neri e lunghi, labbra rosso ciliegia. Una panca, una consolle radiofonica e una luce soffusa. Basta questo e Il Cantico dei Cantici può cominciare. Comincia con la vibrazione dello strumento-voce che Latini modula per irretire, conquistare, respingere o affascinare. (LEGGI)

• Tessa Granato, “Fermata Spettacolo”

“La progressione emotiva è suadente nella sregolata trasposizione per la scena dei versi ambrati, quieti e soffici del Cantico dei Cantici, attribuiti a re Salomone, ma più probabilmente frutto di un estinto poeta senza nome. Impeccabile il viaggio dall’illusione di essere in grado di gestire la passione, alla rovina sublime dell’abbandono; dall’auto controllo al denudarsi di logiche e strategie distaccate.” (LEGGI)

• Fernando Marchiori, “Ateatro”

“Innestando la meraviglia inarrivabile del Cantico dei Cantici su una parodia della Voix humaine di Jean Cocteau, Roberto Latini ha composto un canto d’amore toccante e disperato, proprio in quanto la sua bellezza dilacerata è fatta emergere, a strappi, dalla dialettica di sublime e grottesco.” (LEGGI)

 

IL CANTICO DEI CANTICI
adattamento e regia Roberto Latini
musiche e suoni Gianluca Misiti
luci e tecnica Max Mugnai
con Roberto Latini
organizzazione Nicole Arbelli
foto Fabio Lovino
produzione Fortebraccio Teatro
con il sostegno di Armunia Festival Costa degli Etruschi
con il contributo di
MiBACT
Regione Emilia-Romagna
#RassegnaStampa: Bestie di scena di Emma Dante

#RassegnaStampa: Bestie di scena di Emma Dante

“Come Pirandello adesso esploro il mistero infinito dei corpi in scena” afferma Emma Dante. E cita un brano dei Giganti della montagna: “Nessuno di noi è nel corpo che l’altro ci vede, ma nell’anima che parla chi sa da dove, nessuno può saperlo: apparenza tra apparenza… Un corpo è la morte: tenebra e pietra. Guai a chi si vede nel suo corpo e nel suo nome. Facciamo i fantasmi..”
Il 28 febbraio al Teatro Strehler ha debuttato lo spettacolo Bestie di scena, punto di arrivo nel percorso artistico della regista. Abbiamo fatto una rassegna stampa delle recensioni relative allo spettacolo, pubblicate sulle principali webzine:

Nuda vita. Emma Dante e le sue bestie ( Di Giulia Muroni – TEATRO E CRITICA )

L’antropologia esposta cui dà vita Emma Dante sembra che riassuma ed evochi il disagio dell’esistenza corporea, materica quindi fallibile, elementare nella sua finitezza ma scomposta in sezioni di indefinita complessità..(LEGGI LA RECENSIONE)

Le bestie di Emma Dante, a zonzo per la scena ( Di Francesca Audisio e Vincenzo Sardelli – KRAPP’S LAST POST )

Brandelli di storie si susseguono evocando il gioco, la follia, l’animalità cui un servo di scena deve sottostare. Non vi è sosta sul palco, percosso in lungo e in largo da quest’umanità lacerata e reietta. È una ripetuta trasformazione senza involucri, un travestimento..(LEGGI LA RECENSIONE)

Senza scandalo nè peccato: “Bestie di scena” di Emma Dante ( Di Mariangela Berardi – ELZEVIRUS )

Così il pubblico in platea comincia perfino a dimenticare che sono nudi. Il corpo nella sua interezza recupera la sua naturalità, mentre lo spettatore si sente innaturalmente al sicuro: è senso di colpa quello che attanaglia lo stomaco mentre si è seduti, protetti dal buio e dalla comodità..(LEGGI LA RECENSIONE)

Il lavoro degli attori, il sudore e la fatica come “Bestie di scena” e le polemiche.. ( Di Flavia Altomonte e Roberto Rinaldi – RUMORSCENA )

Attori tremanti e imbarazzati scappano allo scoppio di bombette liberate in aria, come in una scena di guerra. Si proteggono e protraggono mani in aiuto. Il dolore adesso è più forte di quella nudità fragile e restituisce immagini di uomini e donne spogliati e torturati che ricordano..(LEGGI LA RECENSIONE)

Emma Dante tra bestie molto umane ( Di Anna Bandettini – LA REPUBBLICA )

Da un certo punto di vista fa pensare a Pina Bausch, a Remondi e Caporossi, la cui poetica è nota a Emma Dante, ma anche al disordine animale di certi rituali e di tanto suo teatro, alla sua ossessione del corpo dell’attore per farci sentire la vita. Ci si può annoiare o ridere davanti a..(LEGGI LA RECENSIONE)

 Bestie di scena: ipnotico,provocatore,spiazzante ( Di Valentina Dall’Ara – TEATRO.IT )

D’altra parte quello che vediamo sul palco è spiazzante: “una comunità in fuga” che “s’illude di vivere”. Quattordici performers, ognuno con la propria peculiarità, uno diverso dall’altro che, quadro dopo quadro, ripetono azioni, diventano meccanismi senza controllo, crollano a terra, sono in preda a..(LEGGI LA RECENSIONE)

“Bestie di scena” di Emma Dante al Piccolo di Milano ( Di Daria D. – CORRIERE DELLO SPETTACOLO )

Avrei tanto voluto scrivere teatro dell’assurdo ma manca ironia e respiro surreale, oppure avrei potuto scrivere spettacolo circense, ma manca la magia, la leggerezza fanciullesca, oppure teatro-danza, ma mancano la preparazione e la musica,  anche se gli attori sono ben allenati e in mano alla Dante diventano dei dannati che lei..(LEGGI LA RECENSIONE)

La poetica bestiale di Emma Dante ( Di Silvia Maiuri – IL PICKWICK )

E, tornando a parlare di rinuncia, non possiamo non pensare a quanta rinuncia hanno comportato quegli spettacoli che hanno segnato dei punti di partenza (e non di arrivo) di un cammino teatrale lungo molti anni: in entrambi casi, e oggi ancora una volta, Emma Dante rinuncia a parlare didascalicamente di..(LEGGI LA RECENSIONE)