Per il tuo bene di Pier Lorenzo Pisano. Dal Premio Riccione-Tondelli al debutto nazionale

Per il tuo bene di Pier Lorenzo Pisano. Dal Premio Riccione-Tondelli al debutto nazionale

Per il tuo bene Ph. Luca Del Pia

Per il tuo bene Ph. Luca Del Pia

Per il tuo bene è il testo scritto dal regista e autore Pier Lorenzo Pisano, classe ’91, che ha ricevuto importanti premi di drammaturgia e sceneggiatura, tra cui il Premio Hystrio 2016 e il Premio Solinas 2018, e proprio con Per il tuo bene il 12° Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli”:

«Poteva essere l’ennesima banale pièce sulla famiglia – si legge nella motivazione della giuria – che il teatro contemporaneo sa ormai sfornare in centinaia di esemplari ogni anno. È, invece, un testo maturo con un progetto e una forma ben definiti. L’autore mostra attenzione per le psicologie e per il confronto- scontro tra le generazioni e, soprattutto, rivela un’ottima capacità di toccare temi e interrogativi stringenti attraverso una scrittura semplice e diretta, a tratti quasi spersonalizzata. […] Pier Lorenzo Pisano è riuscito così a individuare una particolare angolazione da cui parlare con sorprendente vitalità di ciò che ormai è divenuto quasi irrappresentabile, il mistero del legame che unisce una madre a un figlio».

Per il tuo bene, di cui Pisano cura anche la regia, dopo il debutto modenese al Teatro delle Passioni, in scena fino al 20 Gennaio, arriverà al Teatro Arena del Sole di Bologna dal 22 gennaio al 3 febbraio e allo Spazio Tondelli il 15 Febbraio. Una produzione di Emilia Romagna Teatro Fondazione, Arca Azzurra Produzioni e Riccione Teatro. Lo spettacolo è stato rappresentato, in traduzione francese, presso il Théâtre Ouvert (Parigi). La versione francese è stata inoltre presentata in apertura del Festival di Avignone 2018, nel programma “Forum des Nouvelles Écritures Dramatiques Européennes”

Un giorno, nasce un bambino.
È puro, intatto: non sa niente.
Poi, incontra i suoi genitori. E comincia ad imparare delle cose.
Magari inizia anche bene, con le poppate e tutto, ma dopo poco, pochissimo, i genitori sbagliano qualcosa. Spengono la luce all’improvviso, mettono la musica a volume troppo alto, insomma fanno un errore. Lui piange. E la valanga comincia a smuoversi.
Uno sbaglio alla volta, gli errori si accumulano. E il bambino continua a imparare.
Impara ad urlare, a buttare il cibo a terra, a dire le parolacce, a picchiare i suoi compagni di classe, a giocare a videopoker, a guidare contromano, e tutto perché, uno dopo l’altro, gli errori si sono accumulati, lo hanno danneggiato: è diventato un adulto, pieno di scelte sbagliate. Ed è pronto per riprodursi.
Questa è la famiglia.

Per il tuo bene Ph. Luca Del Pia

Per il tuo bene Ph. Luca Del Pia

Intervista a Pier Lorenzo Pisano

Iter produttivo: dalla vittoria del Premio Tondelli alla coproduzione di ERT

Vincere il premio è stato di per sé un bellissimo traguardo. Per fortuna è stato anche un trampolino, grazie al “sostegno alla produzione” di Riccione Teatro. Alla fine i produttori che mi hanno dato spazio e fiducia, e che ringrazio infinitamente, sono tre: Emilia Romagna Teatro Fondazione, Arca Azzurra Teatro e Riccione Teatro.

ERT è una casa accogliente e intelligente, che lavora moltissimo sul territorio. Mi hanno lasciato libertà creativa totale; ho trovato in Claudio Longhi, e nei suoi collaboratori, interlocutori aperti e appassionati, che si sono innamorati del progetto.

A proposito di lavoro sul territorio, recentemente ERT ha organizzato una serie di incontri legati al Premio Riccione, che si chiamano “Leggere il contemporaneo” con gli allievi attori della scuola dell’ERT che hanno letto i testi finalisti del Premio Tondelli. È qualcosa che non era mai stato fatto prima, e che aiuta a sensibilizzare alla nuova drammaturgia.

Durante le prove, come si è sviluppato il percorso di creazione?

Quando ho scritto “Per il tuo bene” la mia intenzione era che la drammaturgia stesse in piedi da sola, che funzionasse già in lettura. Poche didascalie, non avevo mai pensato a come sarebbe stato visivamente. Quindi mi sono immerso in un lavoro di riscoperta, prima da solo, poi con la scenografa e la costumista. Abbiamo creato qualcosa che secondo me riprende lo spirito del testo.

Lavorare con gli attori è stato molto interessante. Come autore e regista, sei il custode del significato di ogni virgola. Però è anche vero che in teatro le parole sono di chi le dice, ogni sera in carne ed ossa, sulla scena. E’ bello vedere come le cose si possano trasformare. Li ho lasciati liberi di fare proposte e invenzioni, sempre all’interno del testo che è rimasto invariato. I significati e le dinamiche sono state rinegoziate durante le prove, portando ad un arricchimento generale. Poi, dal momento che il periodo di lavoro era tra dicembre e gennaio, la pausa natalizia è stata molto utile perché gli attori potessero riscoprire e studiare consapevolemente come si sta in famiglia, tematica centrale dello spettacolo.

Per il tuo bene Ph. Luca Del Pia

Per il tuo bene Ph. Luca Del Pia

Gli attori in scena: un cast giovane ma con grandi potenzialità.

E’ un gruppo molto eterogeneo, anche se sono tutti di formazione teatrale. Non avendo un cast di attori fisso, me li sono andati a scovare in giro per spettacoli. Era una missione difficile perché tre ruoli su cinque sono molto giovani. Alcuni li ho scoperti ai saggi della Silvio D’Amico, altri in spettacoli più strutturati. La ricerca è stata molto ampia, geograficamente e temporalmente. Sono molto contento delle scelte fatte, durante le prove si è creata un’atmosfera molto positiva e propositiva. Si sono tutti appassionati al progetto, dai costruttori delle scene, al direttore di scena, al fonico, ecc, ogni giorno qualcuno mi portava delle piccole proposte da discutere insieme. Abbiamo montato molto rapidamente la struttura dello spettacolo, il lavoro vero è stato sugli attori. Ho voluto anche fare due o tre prove aperte per calibrare il rapporto col pubblico.

 

Per il tuo bene Ph. Luca Del Pia

Per il tuo bene Ph. Luca Del Pia

A distanza di tempo dalla prima scrittura, lavorando molto sulle intenzioni del testo, hai colto nuovi significati e prospettive attraverso cui osservare le storie raccontate in “Per il tuo bene”?

Spesso la famiglia è utilizzata come contenitore di storie, perché è un potenziatore di dinamiche: ogni rapporto in famiglia è più forte. In particolare “Per il tuo bene” è una piccola incursione sul significato stesso della famiglia, e su come possano funzionare questo tipo di relazioni così intense e così disastrose.

Una cosa che mi ha colpito molto, rileggendo il testo in vista delle prove, è quanto sia inevitabile, quando parli di nucleo familiare, parlare di società. Ad esempio, c’è il personaggio dello Sconosciuto: un esterno, l’uomo che incontri tutti i giorni per strada, praticamente una comparsa nella vita degli altri. È incredibile come certi discorsi che nel testo sono riferiti alla famiglia, si riflettano sulla contemporaneità. Se leggi adesso il monologo dello Sconosciuto dove dice: “Io non sono famiglia…” pensi subito alla politica recentissima, e a situazioni che non esistevano o erano ancora in potenza al momento della scrittura.

Dopo un brillante periodo di prove, “Per il tuo bene” è pronto per il debutto: cosa ti auguri per questo spettacolo e per il suo pubblico?

Sarei contento se alla fine dello spettacolo uno spettatore chiamasse la madre per chiederle: “Come stai?”.

Per il tuo bene

testo e regia Pier Lorenzo Pisano
scene Giulia Carnevali
luci Vincenzo Bonaffini
costumi Raffaella Toni
musiche originali Mattia Persico
assistente alla regia Camilla Brison

con

Laura Mazzi – Madre/Nonna
Marco Cacciola – Zio/Sconosciuto
Edoardo Sorgente – Figlio
Alessandro Bay Rossi – Fratello
Marina Occhionero – Ragazza
direttore tecnico Robert John Resteghini
direttore di scena Marco Fieni
capo elettricista Vincenzo De Angelis
fonico Pietro Tirella

scene costruite nel Laboratorio di Emilia Romagna Teatro Fondazione

capo costruttore Gioacchino Gramolini

costruttori Marco Fieni (costruzioni in ferro), Sergio Puzzo, Riccardo Betti

scenografa decoratrice Lucia Bramati
grafica AMS LAB
foto di scena Luca Del Pia

Produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione, Arca Azzurra Produzioni, Riccione Teatro

Testo vincitore del 12° Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli”

Riparte il cammino del Premio Riccione per il Teatro

Riparte il cammino del Premio Riccione per il Teatro

Premio Riccione

Riparte il cammino del più prestigioso concorso italiano di drammaturgia, il Premio Riccione per il Teatro. Giunto alla 56a edizione, il Premio è assegnato ogni due anni all’autore di un’opera originale in lingua italiana o in dialetto ed è aperto a tutte le forme della scrittura per la scena, comprese traduzioni, trasposizioni e adattamenti capaci di distinguersi per autonomia creativa. Le iscrizioni sono aperte fino al 1° giugno 2021 e i vincitori saranno proclamati a ottobre. Il bando e la scheda di partecipazione sono disponibili sul sito www.riccioneteatro.it

Organizzato da Riccione Teatro con il sostegno del Ministero della cultura, della Regione Emilia-Romagna  e del Comune di Riccione, il concorso assegna tre riconoscimenti: il 56° Premio Riccione per il Teatro (5.000 euro) al vincitore assoluto; il 14°  Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli” (3.000 euro) al miglior  testo di un autore under 30 (nato dall’1 gennaio 1991 in poi); la menzione speciale “Franco Quadri” (1.000  euro), intitolata a uno storico compagno di viaggio del Premio, scomparso proprio dieci anni fa.

Tutti i  finalisti, anche se sconfitti, avranno un’altra opportunità al termine del concorso, quando saranno chiamati a presentare un progetto per l’allestimento del loro testo: in palio due premi di produzione da 15.000 euro (sezione principale) e da 10.000 euro (sezione under 30), ideati per favorire la rappresentazione di  opere inedite e strategici per un settore che prova a rilanciarsi dopo un periodo di forzato silenzio.  

Una delle novità principali di questa edizione è il rinnovamento della giuria, presieduta dalla drammaturga Lucia Calamaro e composta anche dal direttore del Piccolo Teatro Claudio Longhi, dal critico e conduttore di Radio 3 Graziano Graziani e da due interpreti affermati come Isabella Ragonese (due Nastri d’argento, un Globo d’oro) e Stefano Accorsi (da gennaio 2021 Direttore Artistico della Fondazione Teatro della Toscana e Testimonial triennale per le Città d’Arte e Cineturismo della Regione Emilia-Romagna). Lucia Calamaro, voce tra le più internazionali del teatro italiano e da quest’anno direttrice della scuola di drammaturgia Scritture, raccoglie un’eredità importantissima assumendo un incarico che negli ultimi  venticinque anni è stato ricoperto con ottimi risultati prima da Franco Quadri (1995-2007) e poi, per tre  edizioni ciascuno, da Umberto Orsini (2009-2013) e Fausto Paravidino (2015-2019), autore di una straordinaria azione di talent scouting. 

Il rinnovamento periodico della giuria coincide ora con un rinnovamento di genere. La guida femminile non è una novità assoluta, visto che a presiedere la prima giuria del Premio Riccione fu una grande scrittrice, Sibilla Aleramo. Era il 16 agosto 1947, Riccione fino a poco tempo prima era un cumulo di macerie e l’Italia cercava di rilanciarsi dopo il disastro della Seconda guerra mondiale puntando anche sulla cultura, con uno spirito che dovrebbe servirci da esempio anche oggi. In una serata memorabile Sibilla Aleramo, Mario Luzi, Guido Piovene e Cesare Zavattini – che componevano la giuria insieme a Corrado Alvaro, Romano  Bilenchi ed Elio Vittorini – proclamavano i primi vincitori al cospetto del presidente dell’Assemblea Costituente Umberto Terracini. Al tempo il concorso prevedeva anche una sezione letteraria e ad aggiudicarsela, ex aequo con Fabrizio Onofri, fu un esordiente destinato a cambiare la storia della  letteratura italiana: il ventitreenne Italo Calvino, premiato per Il sentiero dei nidi di ragno, opera prima al tempo inedita.

Da allora, scomparsa la sezione letteraria, sono stati premiati a Riccione testi teatrali di Tullio Pinelli, Dacia Maraini, Pier Vittorio Tondelli e persino di un giovanissimo Enzo Biagi. Più di recente, si sono affermati esponenti importantissimi della nuova drammaturgia italiana, da Fausto Paravidino a Davide Enia, da Letizia Russo a Stefano Massini, da Mimmo Borrelli a Vitaliano Trevisan. L’ultima edizione, nel 2019, ha visto i successi di due giovani drammaturghi, Tatjana Motta con Notte bianca (Premio Riccione per il Teatro) e Tommaso Fermariello con Fantasmi (Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli”), mentre la menzione speciale “Franco Quadri” è stata assegnata a Elvira Frosini e Daniele Timpano per Ottantanove

I loro successori saranno proclamati come sempre a Riccione. Durante la cerimonia di premiazione, inserita  a ottobre in un calendario di eventi speciali dedicati al teatro contemporaneo, sarà assegnato anche un riconoscimento fuori concorso, il Premio speciale per l’innovazione drammaturgica, riservato a una personalità o una compagnia, attiva in Italia, capace di aprire nuove prospettive al mondo della scena; negli anni passati si sono affermati Chiara Lagani di Fanny & Alexander (2017) e Deflorian/Tagliarini (2019). Al vincitore sarà dedicata un’ampia retrospettiva, che vivrà il suo apice nel 2022 al Riccione TTV Festival. 

Riccione Teatro e il TTV Festival. Intervista al direttore artistico Simone Bruscia

Riccione Teatro e il TTV Festival. Intervista al direttore artistico Simone Bruscia

La storia  di Riccione è un’ascesa luminosa tra il buio delle due guerre verso un futuro radioso che attraversa il secolo breve arrivando fino ai nostri giorni. Un folle volo alimentato dalla volontà di un popolo operoso che, grazie all’amore per il mare e i suoi arenili, ha reso Riccione immortale: uno spettacolo di colori e suoni che si rinnova col passare delle stagioni.

Riccione TTV

Non solo di spiagge affollate da turisti e di passerelle mondane dei grandi personaggi dello spettacolo, la città romagnola si è nutrita. La cultura e l’arte teatrale, infatti, dal 1947 hanno trovato una casa nella sede di Riccione Teatro, associazione che indice il più importante e longevo premio italiano di drammaturgia, oltre al Premio Tondelli, istituito successivamente e dedicato all’autorialità under 30. Inoltre, nel 1985, sotto l’egida di Franco Quadri, Riccione Teatro ha ideato anche il TTV Festival, dal 2000 divenuto appuntamento biennale: una rassegna internazionale di eventi multidisciplinari con approfondimenti trasversali su spettacolo dal vivo, televisione, cinema, performing arts e arti visive.

Giunto oggi alla sua 25esima edizione, il TTV Festival, che verrà inaugurato il 12 settembre, rappresenta un tentativo di tornare a domandarsi insieme «Come vi immaginate l’amore?», interrogativo che dà il titolo a quest’edizione e che non vuole solo rappresentare un omaggio a Pina Bausch, ma un chiaro manifesto poetico, un antidoto per combattere la paura di una pandemia che ha gettato smarrimento su una comunità intera. Un’edizione che, in continuità con il proprio retaggio, pone al centro l’innovazione e la multidisciplinarietà, grazie a una riflessione sui linguaggi del contemporaneo, a partire dall’ibridazione di nuove forme esperienziali tra l’opera d’arte e i suoi destinatari, anche in relazione alla rivoluzione digitale.

Il Riccione TTV Festival di quest’anno sarà un’edizione diffusa con numerosi ospiti tra cui Elio Germano, Alessandro Sciarroni, Deflorian/Tagliarini, Fausto Paravidino, Lucia Calamaro e Isabella Ragonese ed eventi straordinari come l’importante focus dedicato a Pina Bausch, con Julie Shanahan, dal 1988 al Tanztheater Wuppertal, che eseguirà, in esclusiva per l’Italia, assoli tratti dal repertorio originale di Pina Bausch e Marigia Maggipinto, ex danzatrice del Tanztheater, chiamata a ricreare sulle spiagge di Riccione, il passaggio più noto delle opere di Pina, la linea primavera, estate, autunno, inverno dallo spettacolo Nelken.

Artefice e motore propulsore di Riccione Teatro è Simone Bruscia, direttore artistico dell’associazione, per cui ha curato negli ultimi dieci anni le edizioni del Riccione TTV Festival e del Premio Riccione per il Teatro. La capacità visionaria di Bruscia ha permesso in questi anni di amplificare la risonanza dei nuovi talenti della drammaturgia italiana, riuscendo altresì a immaginare nuove modalità di produzione e di programmazione presso lo Spazio Tondelli di Riccione.

I risultati di una nuova sensibilità culturale verso i processi artistici e la contaminazione tra i generi non sono passati inosservati, permettendo a Riccione Teatro di guadagnare ulteriore consenso da parte di pubblico e operatori tanto da ottenere alcuni riconoscimenti, tra cui il Premio Ubu nel 2019. Con Simone Bruscia, raggiunto telefonicamente per un’intervista, esploriamo gli orizzonti di Riccione Teatro e della 25esima edizione del TTV Festival.

Simone Bruscia – Ph Daniele Casalboni
In continuità col proprio percorso, questa 25ª edizione del TTV Festival tenterà di connettere in un unico dispositivo fotografia, teatro, danza, video e drammaturgia. In che modo la direzione artistica ha tentato di far dialogare i diversi frammenti di un’opera polifonica qual è l’arte attraverso multidisciplinarietà e innovazione?

Essendo il TTV un progetto biennale si alterna, nell’attività di Riccione Teatro – insignito del Premio Ubu 2019 – che è il soggetto promotore, al Premio Riccione di drammaturgia. Il TTV è nato nel 1985 da un’idea di Franco Quadri per indagare la relazione che intercorre tra le arti sceniche e il video. Il TTV è infatti acronimo di “teatro, televisione, video”. Con le rivoluzioni tecnologiche, il progresso delle arti sceniche e del video, il TTV, che in origine era anche un premio rivolto a film-maker, si è trasformato in un festival che dirigo dal 2010.

Dalla prima edizione che ho curato ho deciso di dargli una vocazione di festival, dedicato non solo al video, ma all’immagine in rapporto con le arti sceniche e visive. L’interazione delle arti nel segno della multidisciplinarietà ha rappresentato da sempre uno degli indirizzi di ricerca del progetto. Questo corto circuito tra i diversi linguaggi innesca la programmazione del TTV che, scaturendo dal Premio Riccione, presuppone sempre una forte riflessione legata alla drammaturgia, alla scrittura, alla partitura, alla coreografia.

L’innovazione è un’altra parola chiave perché il Premio Riccione è un riconoscimento maieutico, fa sbocciare testi nuovi e mette a fuoco la sperimentazione dei linguaggi. Questa 25ª edizione del TTV è nata, proprio per la cadenza biennale dell’evento, prima del lockdown, ed è stata pensata per il mese di settembre, un periodo particolare per il territorio che questo festival abita: la Riviera Romagnola ha una sua chiara vocazione legata al turismo e quest’anno, a maggior ragione, ci siamo confrontati sul tema e abbiamo deciso di festeggiare la fine di una stagione così particolare e per certi versi straordinaria con una manifestazione culturale di respiro internazionale.

Con la Pina Bausch Foundation faremo un esperimento di comunità, Join! The Nelken Line Project, che racconta il susseguirsi delle stagioni, derivante dallo storico spettacolo della Bausch e trasformato in una sorta di sfilata. In moltissime parti del mondo, insieme alle danzatrici storiche di Pina, viene chiamato a raccolta il pubblico di un certo territorio e insieme si celebra questo inno alla vita. Insieme a Lorenzo Conti, giovane curatore della sezione danza del TTV, abbiamo pensato di organizzare la Nelken Line a Riccione, partendo dalla spiaggia di Viale Ceccarini con Marigia Maggipinto, che ha lavorato a lungo con Pina Bausch, e che guiderà un workshop introduttivo alla performance insegnando ai partecipanti la partitura coreografica, fatta di semplicissimi gesti, facilmente ripetibili. La camminata danzante si svolgerà sulla battigia e sarà accompagnata dal respiro del mare e avvolta dalla musica di Louis Armstrong che verrà trasmessa dalla Publiphono, grandi altoparlanti disseminati sulla spiaggia che da oltre cinquant’anni sono la voce estiva in filodiffusione della Riviera.

In questo TTV la spiaggia sarà di fatto il nostro teatro, la nostra arena che verrà inaugurata il 18 settembre da Alessandro Sciarroni, al tramonto, con lo spettacolo Don’t be frightened of turning the page. L’indomani, il 19 settembre, sempre sulla spiaggia, Julie Shanahan del Tanztheater Wuppertal, in esclusiva per il Riccione TTV Festival, eseguirà due assoli in un’unica serata. Il primo è un estratto di Agua, spettacolo firmato da Pina Bausch nel 2001 e nato da un lungo soggiorno-residenza del Tanztheater in Brasile.

Il secondo viene montato appositamente per Riccione dalla stessa Julie, che per farlo ha tratto ispirazione dal titolo che quest’anno si è dato il festival: “Come vi immaginate l’amore?”. Si tratta di una delle moltissime domande che Bausch poneva ai suoi danzatori per provocarne le “improvvisazioni” dalle quali, di volta in volta, germogliavano i suoi capolavori di teatrodanza. È una domanda bellissima che abbiamo deciso di rivolgere anche a noi che abbiamo concepito il progetto e agli artisti ospiti del festival.

Il 2020 segna anche il compimento dei dieci anni di ricerca avviati da Riccione Teatro su Pina Bausch. Il TTV sarà teatro di una grande mostra fotografica dal titolo Liebe Pina, che inaugureremo il 19 settembre a Villa Mussolini, con Julie Shanahan e Leonetta Bentivoglio, in cui “metteremo in scena” immagini degli spettacoli del Tanztheater e fotografie inedite di Pina scattate da Ninni Romeo. L’omaggio a Pina si conclude con Deflorian/Tagliarini che verranno a proporre il loro omaggio a Café Müller. Lo scorso anno, Deflorian/Tagliarini sono stati insigniti, a Riccione, del Premio all’innovazione drammaturgica. In occasione di questo riconoscimento, i due artisti terranno una lectio magistralis.

Come vi immaginate l’amore? è il titolo di questa 25ª edizione: una domanda poetica a cui dare una risposta attraverso l’arte. Come immagini tu l’amore?

Lo immagino nel modo in cui ho immaginato questo festival, cercando di metterci dentro un portato di vissuto che mi riguarda da vicino e che concerne l’amore per la ricerca sulle arti performative e sui linguaggi, accompagnando non solo l’aspetto professionale della mia esistenza, ma anche la mia vita. Una mia grande “ossessione” è quella di far vivere progetti culturali così ambiziosi in un luogo come Riccione, un posto magico, il posto in cui ho scelto di vivere.

È straordinario che in un luogo come questo si riesca a portare avanti, dal 1947, un progetto virtuoso come il Premio di drammaturgia che non solo resiste, ma che si è trasformato nel tempo come si è trasformata Riccione. “Come mi immagino l’amore” è anche il coinvolgimento attivo nei processi culturali di tante anime e realtà di questo territorio. Mi piace rivolgermi, anche in festival così specifici sul piano dei contenuti, a un pubblico eterogeneo che partecipa in maniera importante, proprio perché coinvolto, scoprendo la progettualità culturale.

Anche quest’anno verrà dato grande spazio alla riflessione sulle arti performative attraverso incontri e dibattiti con critici e ricercatori. Ne è un esempio il convegno Il teatro che racconta. Dedica a Fausto Paravidino, dove il drammaturgo genovese racconterà la sua idea di teatro in un incontro che riunisce collaboratori storici e critici, coordinato da Graziano Graziani e Rossella Menna. Che valore ha per Riccione Teatro e per il TTV questo tentativo di tessere un dialogo tra la storiografia, la scena contemporanea e gli spettatori?

Mi interessa e trovo fondante il tema della ricerca portato in un dialogo aperto con un pubblico ampio. Credo sia un atto doveroso e ho sempre cercato di farlo creando dei contesti che contemplassero anche la fruizione libera e la tranquillità di chi partecipa in veste di relatore. In questo caso è un convegno che mette a corto circuito la storia anche recente del Premio, un omaggio a Fausto Paravidino che ha creato un nuovo canone di scrittura per il teatro, ha innescato un nuovo immaginario, una generazione di autori di cui è diventato un simbolo.

È stato il più giovane presidente del Premio Riccione e con la sua presidenza abbiamo voluto dare un segnale forte. Questo convegno è stato inserito nell’ultimo week-end del festival, quello più prettamente teatrale, il 26 e il 27 settembre a Santarcangelo di Romagna debutterà uno spettacolo che Lucia Calamaro ha scritto per Isabella Ragonese che è anche una componente della giuria del Premio Riccione.

Premio Riccione 2019 e Premio Tondelli: annunciati i finalisti

Premio Riccione 2019 e Premio Tondelli: annunciati i finalisti

Individuati i finalisti del 55/o Premio Riccione per il Teatro, concorso dedicato ai testi teatrali in lingua italiana o in dialetto non ancora rappresentati in pubblico. A contendersi il più antico riconoscimento italiano per la drammaturgia sono 5 autori: Emanuele Aldrovandi con ‘La morte non esiste più’; il duo Elvira Frosini-Daniele Timpano con ‘Ottantanove’; Christian Gallucci con ‘La vita delle piante’; Tatjana Motta con ‘Notte bianca’ e Renato Sarti con ‘Il rumore del silenzio’.
Il vincitore sarà proclamato domenica 3 novembre allo Spazio Tondelli di Riccione. Alla cerimonia parteciperanno i componenti della giuria, presieduta da Fausto Paravidino e composta da Renata M. Molinari, Claudio Longhi, Isabella Ragonese e Graziano Graziani.

Il concorso – con cadenza biennale, diretto da Simone Bruscia – attribuisce, inoltre, il 13/o Premio Riccione ‘Pier Vittorio Tondelli‘ al miglior testo di un autore under 30. Cinque, anche in questo caso, i finalisti: Tommaso Fermariello con ‘Fantasmi’; Stefano Fortin con ‘George II’; Valeria Patota con ‘Minotauropatia’; Pablo Solari con ‘Woody è morto’ e Luca Tazzari con ‘Il gallo del mal di testa’.

Nella cerimonia del 3 novembre, sarà consegnato il Premio speciale per l’innovazione drammaturgica dedicato a personalità o compagnie che abbiano aperto nuove prospettive al mondo della scena. A Chiara Lagani, vincitrice nel 2017, succedono Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, premiati “per il loro sguardo acuto sulla realtà e sull’arte, per la capacità di raccontare la febbre di un tempo stanco ma ancora carico di desiderio, attraverso drammaturgie originali che dai dettagli minuti di vite singolari fanno fiorire la sostanza più autentica del presente”.
Al loro lavoro, nel 2020, sarà dedicata una retrospettiva all’interno del 25/o ‘Riccione TTV Festival’, la manifestazione biennale che si alterna al ‘Premio Riccione per il Teatro’.