POMPEII THEATRUM MUNDI: da Wilson a Emma Dante
La prima assoluta di un Oedipus firmato da Robert Wilson, la Salomè di Oscar Wilde nella messa in scena di De Fusco, la grande danza contemporanea ispirata a Medea con un lavoro di Emio Greco e Pieter C. Scholten, L’Eracle con la regia di Emma Dante. Il grande teatro torna a Pompei dal 21 giugno al 21 luglio con Pompeii Theatrum Mundi, la rassegna del Teatro Stabile di Napoli – Teatro Nazionale e Parco Archeologico di Pompei, che alla sua seconda edizione punta al tutto esaurito, strizzando l’occhio al turismo internazionale. Ma anche a fare da volano per il riscatto dei tanti “teatri di pietra” italiani, “luoghi incredibili che solo noi abbiamo”, commenta il ministro della Cultura Dario Franceschini, che per il futuro auspica una collaborazione con l’Inda e altri, “uno dei progetti – dice – su cui il paese dovrà lavorare per valorizzare il teatro antico”. In tutto quattro grandi opere, tre delle quali in prima assoluta, messe in scena nell’affascinante atmosfera degli scavi, per dimostrare una volta di più che “Pompei è sempre contemporanea”, si accalora il direttore del parco archeologico Massimo Osanna, appassionato promotore dell’accordo quadriennale stretto un anno fa con il teatro stabile partenopeo e di un lavoro sulla tutela che sia “funzionale anche alla fruizione”: “Tragedie classiche o miti rivisitati – sottolinea – perché il mito non è morto e il passato non è chiuso, soprattutto a Pompei, dove il tempo appare in qualche modo scardinato”. Per il Teatro Stabile di Napoli, che esce da una stagione non facilissima e che sta raccogliendo tutte le forze per arrivare il 30 gennaio alla riconferma nella categoria dei teatri nazionali (“Assolutamente nessuna polemica con la Regione Campania che anzi è il nostro principale socio sostenitore”, tiene a sottolineare De Fusco) uno sforzo da 500 mila euro affrontato con entusiasmo e con una serie di coproduzioni, che danno anche il senso dell’interesse diffuso per il palcoscenico pompeiano (“I teatri nazionali stanno vivendo Pompei come una grande occasione nella quale ognuno può dare una mano”). Si parte quindi il 21 giugno, illustra il regista De Fusco, con il debutto di Salomé, regista lo stesso De Fusco, protagonisti Eros Pagni, Gaia Aprea e Anita Bartolucci. Un’opera “ambientata in epoca romana e quindi perfetta per il Teatro Grande di Pompei”, nota il direttore dello stabile di Napoli, che racconta di aver avuto per la scelta dell’opera, quasi sempre rappresentata in forma lirica, l’incoraggiamento di Masolino D’Amico. Il 5, 6 e 7 luglio debutta invece l’Oedipus di Wilson, che dopo Pompei andrà in scena al Teatro Olimpico di Vicenza dal 4 al 7 ottobre 2018 e che vedrà in scena, anticipa De Fusco, anche un attore napoletano (di cui però non svela il nome) nei panni di un vecchio che assume su di sé il ruolo di Edipo. Dalle performance del regista americano alla danza, che arriva il 12, 13 e 14 luglio in prima assoluta con uno spettacolo di Emio Greco e Pieter C.Scholten del Ballet National de Marseille tratto da Euripide che ha il titolo (ancora provvisorio) di Medea in varietà. Il finale è per l’Eracle di Euripide firmato da Emma Dante, che approda a Pompei il 19, 20 e 21 luglio, prima tappa italiana dopo il debutto al 54/o festival del teatro greco di Siracusa. “Cultura classica e identitaria che però conduce alla modernità”, sintetizza il presidente dello Stabile di Napoli Filippo Patroni Griffi. Una rassegna di “ottimo livello che ha anche il favore del pubblico – conclude Osanna – anche questo è importante per Pompei, che si scopre una funzione di paideia, legata al concetto antico di educazione. L’augurio? Speriamo sia un piccolo contributo alla formazione dei giovani”
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