da Redazione Theatron 2.0 | 27 Set 2017 | News
Il Festival Torinodanza omaggia Pina Baush, la coreografa tedesca morta nel 2009 tra le più note della storia della danza, con la presentazione il 29 settembre al Circolo dei Lettori di Torino del volume ‘Con Pina Baush’ (Jaca Book) di Jo Ann Endicott.
Jo Ann Endicott era una giovane ballerina australiana di tecnica e potenza elevatissime quando Pina Bausch, capofila del Tanztheater, la conobbe a Londra e ne comprese il carisma e il talento, facendola entrare nel suo gruppo. Da allora le due donne della danza furono inseparabili e Jo Ann Endicott, dopo la morte della Baush, decise di scrivere un libro per immortalare questa storia. A illustrare la vita e l’arte della Bausch, artista che cambiò per sempre la storia della danza contemporanea mondiale, sono al tavolo il direttore di Torinodanza, Gigi Cristoforetti e la giornalista e studiosa di danza, Leontetta Bentivoglio.
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
da Redazione Theatron 2.0 | 27 Lug 2017 | AccaddeOggi
Philippine Bausch detta Pina nasce a Solingen, nella Renania tedesca, il 27 luglio del 1940. Tra le più importanti coreografe della storia della danza, dando vita alla corrente del teatro-danza.
É stata una convinta sostenitrice delle proprie idee, le quali all’epoca rompevano gli schemi di una concezione coreutica troppo legata e imbavagliata nel cosiddetto balletto, senza dare attenzione e risalto al gesto, all’espressione e all’espressività e, dunque, alla teatralità della danza. La definizione che lei stessa ha dato del suo lavoro è stata quella di compositrice di danza, anche per rimarcare l’importanza della musica e dell’ispirazione musicale nelle sue opere.
Inizia la carriera artistica da adolescente, esibendosi in piccoli ruoli di attrice nel teatro di Solingen.
In seguito si trasferisce a New York, grazie ad una borsa di studio. Perfeziona la sua tecnica alla Juilliard School. Successivamente viene scritturata, come ballerina, dal New American Ballet e dal Metropolitan Opera. Pina Bausch inizia nel 1968 a comporre le prime coreografie per il corpo di ballo della sua prima scuola, la Folkwang Hochschule di Essen fondata da Kurt Jooss, che dirigerà dall’anno successivo.
Nel 1973 fonda il Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, cambiando nome al già esistente corpo di ballo di Wuppertal. I suoi spettacoli riscuotono fin da principio un indiscusso successo, accumulando riconoscimenti in tutto il mondo.
I primi lavori sono ispirati a capolavori artistici, letterari e teatrali, come ad esempio Le sacre du printemps del 1975. Con Café Müller (1978), uno dei suoi spettacoli più celebri, composto sulle musiche di Henry Purcell, si assiste ad una svolta decisiva nello stile e nei contenuti.
La novità del suo lavoro non consiste tanto nell’invenzione di nuove forme e nuovi gesti, quanto nell’interpretazione personale della forma che si vuole rappresentare, entrambe sostenute dal concetto basilare del rapporto tra fragilità e forza.
I suoi danzatori sono chiamati alla creazione attraverso l’improvvisazione generata dalle domande che la coreografa pone loro. Per questo motivo gli interpreti della compagnia della Bausch vengono spesso denominati con il neologismo di danzattori. Essi non ricoprono solamente il ruolo di danzatori, ma anche quello di attori e di autori dell’opera. Infatti, dietro ogni spettacolo vi era sempre un importante lavoro di ricerca e preparazione e un processo creativo che partiva dalle domande di Pina Bausch ai suoi danzattori, i quali dovevano trasformare le loro risposte, attraverso l’improvvisazione, in parole, movimenti, azioni.
Un altro elemento di novità è costituito dall’interazione tra i danzatori e la molteplicità di materiali scenici di derivazione strettamente teatrale, come le sedie del Café Müller, che la Bausch inserisce nelle sue composizioni.
Pina Bausch ha ricevuto decine di riconoscimenti nell’arco della sua carriera e ha avuto stretti rapporti anche con il cinema: Federico Fellini, nel 1983, la scelse per interpretare una principessa non vedente nel suo film E la nave va; Pedro Almodovar utilizzò due sequenze tratte da due sue famose coreografie (Café Muller e Masurca Fogo) per aprire e chiudere il film Parla con lei; e infine Wim Wenders, che quando vide per la prima volta un suo spettacolo nel 1985, alla Biennale di Venezia, rimase così colpito da cancellare i suoi impegni per assistere a tutte le altre performance della coreografa tedesca, di cui poi diventò grande amico. Wenders nel 2011 le ha dedicato il film-documentario in 3D, Pina.
Pina Bausch muore di cancro il 30 giugno 2009, a Wuppertal, all’età di 68 anni.
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da Redazione Theatron 2.0 | 3 Apr 2017 | News
Lunedì 10 aprile (ore 21) al Teatro Argentina di Roma sarà proiettato in anteprima Pina Bausch a Roma, un film di Graziano Graziani, da un’idea di Simone Bruscia e Andrés Neumann, prodotto da Riccione Teatro in collaborazione con l’Archivio Teatrale Andrés Neumann/il Funaro Centro Culturale di Pistoia. Il periodo romano dell’indimenticabile coreografa tedesca rivive nei racconti inediti di compagni di viaggio come Matteo Garrone, Mario Martone, Vladimir Luxuria, Leonetta Bentivoglio, Cristiana Morganti e Andrés Neumann.
Scomparsa nel 2009 a 68 anni, Pina Bausch – mito della danza e del teatro di fine Novecento, meravigliosa visionaria capace di stregare registi come Federico Fellini, Pedro Almodóvar e Wim Wenders – “ha terremotato con una determinazione senza confronti il panorama delle arti contemporanee” (Leonetta Bentivoglio). Della serie di quindici spettacoli che la grande coreografa ha realizzato ispirandosi ad altrettante città del mondo, Roma è l’unica che vanta ben due titoli dedicati: Viktor (1986), e O Dido (2000), entrambi coprodotti con il Teatro di Roma.
Il documentario Pina Bausch a Roma ripercorre le due residenze romane dell’artista tedesca, riportando alla luce, attraverso un intreccio di testimonianze inedite, la Roma insospettabile di Pina Bausch, una città autentica e assolutamente anticonvenzionale: una Roma quotidiana, scandita da pranzi in trattoria, incursioni in sale da ballo popolari e passeggiate al mercato della frutta; una Roma underground, distesa nelle sue periferie multietniche, conosciuta grazie a ripetute visite in campi rom e sopralluoghi notturni in locali transgender e circoli di cultura omosessuale. A raccontarci queste esperienze originali e poco note sono amici, collaboratori di lunga data e imprevedibili compagni di viaggio. Tra loro Matteo Garrone, Mario Martone, Vladimir Luxuria, Cristiana Morganti, Leonetta Bentivoglio, Andrés Neumann, Ninni Romeo, Claudia Di Giacomo e Maurizio Millenotti.
Nato per iniziativa di Simone Bruscia, direttore di Riccione Teatro, e Andrés Neumann, storico produttore della Bausch, il film prende spunto da alcune fotografie inedite che testimoniano le visite di Pina Bausch nei campi rom della capitale. Da qui l’idea di Bruscia che con Riccione Teatro – ente che promuove lo storio Premio Riccione per il Teatro – ha curato e promosso diversi progetti video-cinematografici dedicati all’opera della coreografa di Wuppertal, di realizzare un documentario sul rapporto intimo che l’artista aveva con Roma e con i luoghi meno conosciuti della città.
Firma la regia Graziano Graziani, critico teatrale, scrittore e giornalista, tra i conduttori di Fahrenheit a Radio 3 Rai e collaboratore di Rai 5 per cui ha realizzato diversi documentari sul teatro contemporaneo. Autore del blog Stati d’eccezione, scrive per varie testate e ha pubblicato diversi libri, l’ultimo dei quali per l’editrice Quodlibet, Atlante delle micronazioni (2015).
La colonna sonora è a cura, invece, del duo di produttori e musicisti Mammooth (MArteLabel), che già avevano collaborato con Graziano Graziani su una serie di progetti di sonorizzazione. Per questo documentario, il duo capitolino ha lavorato cercando di creare un legame sin estetico tra la musica e le immagini delle straordinarie coreografie di Pina Bausch nel suo periodo romano.
Dopo la presentazione di alcuni estratti e work in progress al Riccione TTV Festival e al Biografilm Festival, il film sarà proiettato per la prima volta in versione integrale al Teatro Argentina di Roma (con sottotitoli in inglese). La serata evento di lunedì 10 aprile si aprirà con un’introduzione del regista e dei produttori e si concluderà dopo la proiezione con ‘Insoliti percorsi, e risate in cantina’ un inedito omaggio a Pina Bausch di e con Cristiana Morganti, storica danzatrice del Tanztheater Wuppertal.
Ingresso
Biglietti: posto unico 8 euro – ridotto 5 euro
Biglietti disponibili presso la biglietteria del Teatro di Roma e in prevendita su Vivaticket
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.