Al debutto nazionale, la compagnia internazionale Mandala Dance Company, diretta da Paola Sorressa, presenta lo spettacolo di teatro-danza Le Fantasme di Zvanì, il 20 maggio alle ore 21al Teatro Artemisio Gian Maria Volontè, ospite di Paesaggi del Corpo Festival Danza Contemporanea.
Lo spettacolo mette in scena due dimensioni poco conosciute del celebre poeta Giovanni Pascoli, rivelando l’immagine di un artista e di una personalità ancora più grande e moderna di quel che ci è potuta apparire attraverso le poesie che si trovano nei libri di scuola. Le ricerche e i libri di Francesca Sensini, docente dell’Università di Nizza e scrittrice, che ispirano la regia di Daniele Lamuraglia e le coreografie di Paola Sorressa per questo spettacolo di teatro-danza, hanno messo in risalto l’importanza delle relazioni di Pascoli con alcune figure femminili – reali, immaginarie, simboliche, mitologiche – e il ruolo fondamentale che hanno avuto sulla sua vita e sulla sua poetica. Si presenta quindi un sorprendente rinnovamento di quell’immagine tradizionale di Pascoli, triste, isolato, lacrimoso, a cui la narrazione mainstream non attribuisce nessun amore e nessun legame profondo con una donna, oltre alle sorelle Ida e Maria. Ma si tratta appunto di un altro clamoroso falso storico che pesa sul destino del “poeta maledetto” della nostra letteratura, finalmente trasformato in bellezza artistica da questi libri e dallo spettacolo di Mandala Dance Company.
Seguendo il filo di queste ricerche, Daniele Lamuraglia ha ricreato per la scena spettacolare l’altra dimensione che ne emerge: la straordinaria abilità di Pascoli nell’usare tre differenti registri linguistici: la poesia, ma anche un sublime latino ed un’affascinante prosa epistolare. Grazie al cast artistico coinvolto queste tre forme di scrittura pascoliana rivivranno nei tre atti come fenomenali e visionarie incarnazioni di ritmiche, sonorità e melodie fuori dal tempo, capaci di affascinare facendo vibrare con tutta la loro grazia e potenza le corde più intime dell’animo.
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
Fino al 25 agosto, a Cerveteri, si svolgerà la prima edizione del Festival Nazionale Rilievi In Danza con la direzione artistica di Paola Sorressa. Danzatrice e coreografa, pluridiplomata presso l’Accademia Nazionale di Danza di Roma, Sorressa illustra, nel corso di questa intervista, la sua personale poetica e un linguaggio in continua evoluzione, frutto di anni di esperienza presso numerosi Teatri italiani e della partecipazione a importanti Festival e Rassegne nazionali e internazionali.
Oltre a essere un omaggio alla nota Tomba dei Rilievi nel sito UNESCO della Necropoli La Banditaccia a Cerveteri, la kermesse prevede quindici appuntamenti con dieci spettacoli di danza presso il parco della Legnara. Cinque saranno invece le performance site specific tra Piazza Santa Maria, cuore del centro storico di Cerveteri- dove si trovano il Castello medioevale, la sede del Museo Nazionale Archeologico Cerite, il Palazzo cinquecentesco dei Principi Ruspoli, le “Case Grifoni” – e piazza Risorgimento.
«Gli spettacoli proposti dalle compagnie ospiti – dichiara Paola Sorressa – toccano alcune tematiche importanti dalla condizione femminile, alla discriminazione e alla parità di genere. Dall’abuso affettivo e la violenza sulle donne a un paio di spettacoli legati invece alla ricorrenza dei 700 anni dalla nascita di Dante. Uno spettacolo è ispirato al romanzo Outsiders da cui venne dato il film I ragazzi della 56a strada. Sono lavori interessanti proposti da compagnie affermate ed è stato lasciato spazio a giovani coreografi e all’espressione di nuove realtà».
Prima edizione del Festival Nazionale Rilievi in Danza, come e da cosa trae origine questo evento il cui focus punta alla valorizzazione del territorio?
La nostra compagnia Mandala Dance Company è un organismo di produzione supportato dal FUS da oltre dieci anni, ha sede nel territorio di Ladispoli che è vicino a Cerveteri, un comune adiacente. Non a caso la stazione e l’uscita dell’autostrada si chiamano Ladispoli-Cerveteri.
Mandala è una compagnia di produzione di cui sono fondatrice e direttrice artistica; nel corso di questi anni ho maturato un’esperienza da organizzatrice e direttrice di festival di danza. Nel tempo si è instaurato un rapporto di collaborazione con il Comune di Cerveteri che ha ospitato ogni anno i nostri spettacoli all’interno della programmazione culturale estiva. È nata così una collaborazione che si è concretizzata quest’anno con il riconoscimento di una residenza artistica Culturale nel quadriennio 2021/2024. L’obiettivo sarà quello di organizzare eventi legati alla danza e portare spettacoli e produzioni di altre compagnie.
In seguito, anche il comune di Ladispoli ci ha consegnato per lo stesso quadriennio un’analoga opportunità e una location al chiuso, l’Auditorium del Cine-Teatro Massimo Freccia, che in autunno dovrebbe inaugurare uno spazio sia pubblico che privato. La partecipazione ai bandi legati al sito UNESCO della necropoli etrusca, ci ha permesso di relazionarci e collaborare con un altro sito UNESCO, in Messico, l’Hospicio Cabañas di Guadalajara.
Il Festival Rilievi in Danza è e vuole essere un omaggio alla Tomba dei Rilievi, prestigiosa e unica nel suo genere perché a differenza delle altre tombe che sono bidimensionali e contengono al loro interno degli affreschi solo sulle pareti, questo mausoleo presenta invece dei rilievi, delle tridimensionalità che emergono dalle mura e rappresentano scene di vita quotidiana, di guerra e altro ancora. Abbiamo voluto realizzare un legame con la danza che tra le arti performative è la più tridimensionale.
La manifestazione è alla prima edizione, ma sarà la prima di una lunga serie con l’obiettivo principale di valorizzare così il territorio, la sede di ospitalità. Non essendoci teatri al chiuso a Cerveteri, questi eventi si svolgeranno soltanto d’estate in un’area molto grande messa a disposizione all’interno del Parco della Legnara dove c’è un’arena con un palco 14 x 12, molto grande, e una capienza di oltre 1500 posti.
Lì si svolgeranno gli spettacoli, verranno ospitate compagnie provenienti da tutta Italia che presenteranno i loro spettacoli integrali. Abbiamo previsto anche delle performance site specific all’interno del centro storico del borgo medievale e negli spazi adiacenti, in modo da coinvolgere ancora di più la cittadinanza ed entrare più in contatto con i beni archeologici e culturali di cui Cerveteri è molto ricca. Questi eventi saranno gratuiti e rappresenteranno tante piccole “pillole” degli spettacoli serali in formato integrale.
La mia compagnia Mandala Dance Company sta raccogliendo i frutti della sua presenza sul territorio. Siamo molto felici del riconoscimento ufficiale ottenuto grazie alla residenza artistico-culturale a Cerveteri. A Ladispoli invece realizzeremo nella stagione autunnale e invernale una serie di eventi, ma abbiamo anche programmato due spettacoli in estiva e siamo molto lieti di questa collaborazione culturale che ci radica con il territorio.
Danni climatici, inquinamento, sfruttamento delle risorse sono argomenti che stanno a cuore ad ognuno di noi. Lo spettacolo Save the Earth nasce da questa urgenza?
Sì assolutamente, con il drammaturgo della nostra compagnia, Lucien Bruchon, seguiamo già da anni questa linea tematica che, per fortuna, sta diventando un argomento molto attuale da mettere in agenda, rendendolo alla portata di tutti. È evidente il dramma a cui stiamo andando incontro, ce ne accorgiamo più facilmente perché intorno a noi assistiamo al verificarsi di incendi, alluvioni, uragani e altri fenomeni che attraversano i territori lasciando scie di morte e distruzione. Finalmente adesso se ne parla e si cercano le responsabilità di tutto ciò che purtroppo si verifica quotidianamente. I responsabili siamo, ovviamente, un po’ tutti noi, ma la costante sensibilizzazione, i summit di tutti i Paesi per parlare di questa emergenza climatica, per cercare di azzerare entro una certa data determinati livelli di emissione dei gas, di anidride carbonica, il surriscaldamento globale sono azioni concrete e necessarie.
La nostra produzione si trova al momento e al posto giusto, non è casuale perché osserviamo gli eventi con grande attenzione. Follow water, per esempio, è un lavoro legato al concetto di cura, di salvaguardia di questa risorsa preziosa, ma anche alla consapevolezza di tutto ciò che sta succedendo. Sonde che partono e raggiungono forse altri pianeti alternativi alla Terra dove in primis si cerca l’acqua. Vogliamo anche porre l’accento sul fatto che essa rappresenti un simbolo sicuramente collegato al femminile, ma non solo. È un simbolo di mutevolezza, di stabilità e anche di resilienza. Un concetto, quest’ultimo, sul quale tutti stiamo riflettendo a causa della pandemia, anche perché i danni sono stati notevoli, a livello psicologico ma non solo.
Le due coreografie diSave the earth, HH_Homo Humus e Follow water, sono entrambe produzioni multimediali. Si avvalgono dell’utilizzo di videoproiezioni, c’è una multimedialità e una multidisciplinarietà nel senso che alcuni performer e danzatori di contemporaneo interagiscono con interpreti dell’hip hop, contaminando i linguaggi e la fruizione del pubblico.
Si può riassumere nello slogan «No culture, no future» la connessione tra cultura e futuro?
Sì, questo è un messaggio legato al dossier della candidatura della città di Cerveteri come Capitale italiana della cultura 2022 e che alle audizioni si è piazzata tra i dieci finalisti. Gli organizzatori, dopo il risultato ottenuto, hanno presentato il loro slogan, «Alle origini del futuro». Anche per questo abbiamo voluto legare il Festival a una visione precisa, ovvero quella di risalire alle origini. Il nostro omaggio ad una tomba degli Etruschi significa portarla ai giorni nostri, attualizzandola.
Come si realizza la tua poetica e il lavoro di ricerca attraverso le tue composizioni coreografiche?
Dal nome Mandala che abbiamo scelto per la nostra compagnia si evince quello che c’è dietro. La mia è una visione filosofica, i Mandala sono dei cerchi sacri, simbolo di ciclicità, dell’unione tra il cielo e la terra. Sono delle opere create con petali di fiori o con sabbia colorata e, appena terminate, vengono distrutte per ricominciare daccapo. La compagnia nasce con la voglia di seminare in tutte le sue produzioni dei messaggi. Le prime produzioni sono state Impermanenza, Punto Zero, Alchemic Games, Inter_connections, Crossover, legate a queste tematiche, fino ad arrivare alle produzioni più attuali.
A livello di ricerca estetica, mi piace mescolare sistemi aperti a sistemi chiusi. Lasciare uno spazio all’interpretazione dei danzatori, ovviamente secondo dei canovacci prestabiliti. I sistemi chiusi sono strutturati secondo uno studio che io porto avanti da anni legato ai focus corporei, come motori di movimento. Dietro al visibile, al lavoro del danzatore, c’è una logica; questo ha dato origine a un segno riconoscibile, una ricerca che io porto avanti da anni a partire dal Floor Work, fino alla Contact Improvisation.
Un altro aspetto che mi piace e che viene apprezzato è che il tipo di Contact che noi portiamo in scena è asessuato. Di solito si è abituati a vedere l’uomo che solleva la donna, invece nel mio lavoro non è importante quanto sei alto, che struttura e che sesso hai. È un sistema molto democratico dove anche le donne sollevano gli uomini perché non usano la forza ma le leve.
Il 21 agosto porteremo in scena Discovering che è una produzione di due anni fa, nata in occasione e per celebrare il cinquantenario del primo passo dell’uomo sulla luna. Quest’anno coincide con il sessantesimo anniversario del primo uomo nello spazio, anche in questo caso si tratta di un progetto multimediale molto attuale.
Redattore editoriale presso diverse testate giornalistiche. Dal 2018 scrive per Theatron 2.0 realizzando articoli, interviste e speciali su teatro e danza contemporanea. Formazione continua e costante nell’ambito della scrittura autoriale ed esperienze di drammaturgia teatrale. Partecipazione a laboratori, corsi, workshop, eventi. Lunga esperienza come docente di scuola Primaria nell’ambito linguistico espressivo con realizzazione di laboratori creativi e teatrali.
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