La Rai e il Teatro alla Scala portano 30 spettacoli sul web e in tv

La Rai e il Teatro alla Scala portano 30 spettacoli sul web e in tv

La Rai e il Teatro alla Scala rinnovano la loro storica collaborazione per portare opera, balletti e concerti nelle case di tutti gli italiani attraverso la tv e il web, nelle settimane in cui i teatri sono chiusi a causa dell’emergenza sanitaria. Grazie a un accordo con il teatro milanese, Rai Cultura trasmetterà sul suo canale Rai5 e sul portale RaiPlay un totale di 30 spettacoli firmati Scala, la maggior parte dei quali proposti per la prima volta sul web, che si aggiungono agli altri titoli scaligeri già inseriti nella programmazione televisiva. Si tratta di un importante impegno congiunto della Rai e del Teatro milanese per permettere a tutti gli appassionati, costretti in casa dalle di misure di sicurezza, di accedere gratuitamente a una selezione dei migliori spettacoli scaligeri degli ultimi anni.

La programmazione

Lunedì 23 marzo

  • RAIPLAY
    La gazza ladraGioachino Rossini
    Direttore Riccardo Chailly, regia di Gabriele Salvatores, scene e costumi di Gian Maurizio Fercioni. Con Rosa Feola, Michele Pertusi, Edgardo Rocha, Alex Esposito. Teatro alla Scala, 2017.

Martedì 24 marzo

  • RAIPLAY
    I masnadieri, Giuseppe Verdi
    Direttore Michele Mariotti, regia di David McVicar, scene di Charles Edwards, costumi di Brigitte Reiffenstuel. Con Fabio Sartori, Michele Pertusi, Lisette Oropesa, Massimo Cavalletti. Teatro alla Scala, 2019.

  • RAI 5 – ore 18:00
    Il cappello di paglia di FirenzeNino Rota
    Direttore Bruno Campanella, regia, scene e costumi di Pier Luigi Pizzi, con Juan Diego Flórez, Elizabeth Norberg-Schultz, Alfonso Antoniozzi, Giovanni Furlanetto e Adelina Scarabelli. Teatro alla Scala, 1999

Mercoledì 25 marzo

  • RAIPLAY
    L’Orfeo, Claudio Monteverdi
    Direttore Rinaldo Alessandrini, regia, scene e luci di Robert Wilson, costumi di Jacques Reynaud. Con Georg Nigl, Roberta Invernizzi, Sara Mingardo, Furio Zanasi. Teatro alla Scala, 2009.

Giovedì 26 marzo

  • RAIPLAY
    Götterdämmerung, Richard Wagner
    Direttore Daniel Barenboim, regia e scene di Guy Cassiers, scene e luci di Enrico Bagnoli, costumi di Tim van Steenbergen. Con Waltraud Meier, Lance Ryan, Iréne Theorin, Gerd Grochowski. Teatro alla Scala, 2013.

  • RAI 5 – ore 18:00
    Sogno di una notte di mezza estateFelix Mendelssohn-Bartholdy
    Coreografia George Balanchine, Scene e costumi Luisa Spinatelli, direttore Nir Kabaretti, Étoiles Alessandra Ferri, Roberto Bolle, Massimo Murru. Con la partecipazione degli allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala. Teatro alla Scala, 2007

Venerdì 27 marzo

  • RAIPLAY
    La Bella addormentata nel bosco, Pëtr Il’ič Čajkovskij. 
    Coreografia e regia Rudolf Nureyev Scene e costumi Franca Squarciapino Luci Marco Filibeck, Direttore Felix Korobov, artista ospite Polina Semionova con Timofej Andrijashenko. Teatro alla Scala 2019.

  • RAI 5 – ore 18:00
    Salome, Richard Strauss
    Direttore Daniel Harding, regia di Luc Bondy, scene di Erich Wonder, costumi di Susanne Raschig. Con Nadja Michael, Falk Struckmann, Peter Bronder, Iris Vermillon. Teatro alla Scala, 2007.

Sabato 28 marzo

  • RAIPLAY
    Fin de partie, György Kurtág
    Direttore Markus Stenz, regia di Pierre Audi, scene e costumi di Christof Hetzer.
    Con Frode Olsen, Leigh Melrose, Hilary Summers, Leonardo Cortellazzi. Teatro alla Scala, 2018. Prima esecuzione assoluta, commissione del Teatro alla Scala.

Domenica 29 marzo

  • RAIPLAY
    Il viaggio a ReimsGioachino Rossini
    Direttore Ottavio Dantone, regia di Luca Ronconi, scene di Gae Aulenti, costumi di Giovanna Buzzi. Con Patrizia Ciofi, Daniela Barcellona, Juan Francisco Gatell, Nicola Ulivieri. Teatro alla Scala, 2009.

Lunedì 30 marzo

  • RAIPLAY
    Il trovatore, Giuseppe Verdi
    Direttore Daniele Rustioni, regia, scene e costumi di Hugo de Ana. Con Marcelo Álvarez, Maria Agresta, Franco Vassallo, Ekaterina Semenchuk. Teatro alla Scala, 2014.

Martedì 31 marzo

  • RAIPLAY
    Fidelio, Ludwig van Beethoven
    Direttore Daniel Barenboim, regia di Deborah Warner, scene e costumi di Chloe Obolensky. Con Anja Kampe, Klaus Florian Vogt, Peter Mattei, Falk Struckmann.
    Teatro alla Scala, 2014. Inaugurazione della Stagione 2014/2015.

Mercoledì 1 aprile

  • RAIPLAY
    Die Entführung aus dem Serail (Il ratto dal serraglio), Wolfgang Amadeus Mozart
    Direttore Zubin Mehta, regia di Giorgio Strehler ripresa da Mattia Testi, scene e costumi di Luciano Damiani, con Lenneke Ruiten, Sabine Devieilhe, Mauro Peter, Maximilian Schmitt e Tobias Kehrer. Teatro alla Scala, 2017, nel ventennale della scomparsa di Giorgio Strehler.

Giovedì 2 aprile

  • RAIPLAY
    Manon Lescaut, Giacomo Puccini
    Direttore Riccardo Chailly, regia di David Pountney, scene di Leslie Travers, costumi di Marie-Jeanne Lecca. Con Maria José Siri, Roberto Aronica, Massimo Cavalletti, Carlo Lepore. Teatro alla Scala, 2019.

  • RAI 5 – ore 18:00
    La bayadère, Ludwig Minkus
    Coreografia di Natalia Makarova da Marius Petipa
    Scene Pier Luigi Samaritani, costumi Yolanda Sonnabend, direttore David Coleman, Étoiles Svetlana Zakharova, Roberto Bolle. Teatro alla Scala, 2006

Venerdì 3 aprile

  • RAIPLAY
    Don Chisciotte, Ludwig Minkus
    Coreografia Rudolf Nureyev, scene di Raffaele Del Savio, costumi di Anna Anni, direttore Alexander Titov, artisti ospiti Natalia Osipova, Leonid Sarafanov. Con la partecipazione degli Allievi della Scuola di Ballo dell’Accademia del Teatro alla Scala. Teatro alla Scala, 2014

Sabato 4 aprile

  • RAIPLAY
    Attila, Giuseppe Verdi
    Direttore Riccardo Chailly, regia di Davide Livermore, scene di Giò Forma, costumi di Gianluca Falaschi. Con Ildar Abdrazakov, Saioa Hernández, Fabio Sartori, Gianluca Buratto. Teatro alla Scala, 2018. Inaugurazione della Stagione 2018-2019.

Domenica 5 aprile

  • RAIPLAY
    La fanciulla del West, Giacomo Puccini
    Direttore Riccardo Chailly, regia di Robert Carsen, scene di Robert Carsen e Luis Carvalho,costumi di Petra Reinhardt. Con Barbara Haveman, Roberto Aronica, Claudio Sgura, Carlo Bosi. Teatro alla Scala, 2016.

Lunedì 6 aprile

  • RAIPLAY
    Giovanna d’Arco, Giuseppe Verdi
    Direttore Riccardo Chailly, regia di Moshe Leiser e Patrice Caurier, scene di Christian Fenouillat, costumi di Agostino Cavalca. Con Anna Netrebko, Francesco Meli, Carlos Álvarez, Dmitry Beloselskiy. Teatro alla Scala, 2015. Inaugurazione della Stagione 2015/2016.

  • RAI 5 – ore 10:00
    Pagliacci di Ruggero Leoncavallo – Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni
    Direttore Daniel Harding, regia di Mario Martone, scene di Sergio Tramonti, costumi di Ursula Patzak, con Oksana Dyka, José Cura, Ambrogio Maestri, Luciana D’Intino, Yonghoon Lee e Claudio Sgura. Teatro alla Scala, 2011.

Martedì 7 aprile

  • RAIPLAY
    La finta giardiniera, Wolfgang Amadeus Mozart
    Direttore Diego Fasolis, regia di Frederic Wake-Walker. Con Hanna-Elisabeth Müller, Anett Fritsch, Bernard Richter, Giulia Semenzato e Mattia Olivieri. Teatro alla Scala, 2018.

  • RAI 5 – ore 10:00
    Il viaggio a Reims, Gioachino Rossini
    Direttore Ottavio Dantone, regia di Luca Ronconi, scene di Gae Aulenti, costumi di Giovanna Buzzi. Con Patrizia Ciofi, Daniela Barcellona, Juan Francisco Gatell, Nicola Ulivieri. Teatro alla Scala, 2009.

Mercoledì 8 aprile

  • RAIPLAY
    La traviata, Giuseppe Verdi
    Direttore Daniele Gatti, regia e scene di Dmitri Tcherniakov, costumi di Dmitri Tcherniakov e Elena Zaytseva. Con Diana Damrau, Piotr Beczala, Zeljko Lucic e Mara Zampieri. Inaugurazione Stagione 2013/2014.

  • RAI 5 – ore 10:00
    Simon Boccanegra, Giuseppe Verdi
    Direttore Daniel Barenboim, regia di Federico Tiezzi, scene di Antonio Bisleri, costumi di Giovanna Buzzi. Con Plácido Domingo, Anja Harteros, Fabio Sartori, Ferruccio Furlanetto. Teatro alla Scala, 2010.

  • RAI 5 – ore 21:15
    Turandot (finale Luciano Berio), Giacomo Puccini
    Direttore Riccardo Chailly, regia di Nikolaus Lehnhoff, scene di Raimund Bauer, costumi di Andrea Schmidt-Futterer. Con Nina Stemme, Aleksandr Antonenko, Maria Agresta, Alexander Tsymbalyuk. Teatro alla Scala 2015, spettacolo di apertura di Expo Milano.

Giovedì 9 aprile

  • RAIPLAY
    Madama Butterfly (versione Teatro alla Scala 1904), Giacomo Puccini
    Direttore Riccardo Chailly, regia di Alvis Hermanis, scene di Alvis Hermanis e Leila Fteita, costumi di Kristine Jurjane. Con Maria José Siri, Bryan Hymel, Carlos Álvarez e Annalisa Stroppa. Teatro alla Scala, 2016. Inaugurazione della Stagione 2016/2017.

  • RAI 5 – ore 10:00
    Die Entführung aus dem Serail (Il ratto dal serraglio), Wolfgang Amadeus Mozart
    Direttore Zubin Mehta, regia di Giorgio Strehler ripresa da Mattia Testi, scene e costumi di Luciano Damiani, con Lenneke Ruiten, Sabine Devieilhe, Mauro Peter, Maximilian Schmitt e Tobias Kehrer. Teatro alla Scala, 2017, nel ventennale della scomparsa di Giorgio Strehler.

Venerdì 10 aprile

  • RAIPLAY
    Nabucco, Giuseppe Verdi
    Direttore Nicola Luisotti, regia di Daniele Abbado, scene e costumi di Alison Chitty.
    Con Leo Nucci, Liudmyla Monastyrska, Aleksandrs Antonenko, Vitalij Kowaljow e Veronica Simeoni. Teatro alla Scala, 2013.

  • RAI 5 – ore 10:00
    Nabucco, Giuseppe Verdi
    Direttore Nicola Luisotti, regia di Daniele Abbado, scene e costumi di Alison Chitty.
    Con Leo Nucci, Liudmyla Monastyrska, Aleksandrs Antonenko, Vitalij Kowaljow e Veronica Simeoni. Teatro alla Scala, 2013.

Sabato 11 aprile

  • RAIPLAY
    Turandot (finale Luciano Berio), Giacomo Puccini
    Direttore Riccardo Chailly, regia di Nikolaus Lehnhoff, scene di Raimund Bauer, costumi di Andrea Schmidt-Futterer. Con Nina Stemme, Aleksandr Antonenko, Maria Agresta, Alexander Tsymbalyuk. Teatro alla Scala 2015, spettacolo di apertura di Expo Milano.

Domenica 12 aprile

  • RAIPLAY
    Pagliacci di Ruggero Leoncavallo / Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni
    Direttore Daniel Harding, regia di Mario Martone, scene di Sergio Tramonti, costumi di Ursula Patzak, con Oksana Dyka, José Cura, Ambrogio Maestri, Luciana D’Intino, Yonghoon Lee e Claudio Sgura. Teatro alla Scala, 2011.

Lunedì 13 aprile

  • RAIPLAY
    Così fan tutte, Wolfgang Amadeus Mozart
    Direttore Daniel Barenboim, regia di Claus Guth, scene di Christian Schmidt, costumi di Anne Sofie Tuma. Con Maria Bengtsson, Katija Dragojevic, Rolando Villazón e Michele Pertusi. Teatro alla Scala, 2014.

Martedì 14 aprile

  • RAIPLAY
    Don Carlo, Giuseppe Verdi
    Direttore Daniele Gatti, regia e scene di Stéphane Braunschweig, costumi di Thibault Van Craenenbroeck. Con Fiorenza Cedolins, Ferruccio Furlanetto, Stuart Neill, Dolora Zajick, Dalibor Jenis e Anatolij Kotscherga. Inaugurazione della Stagione 2008/2009.

Mercoledì 15 aprile

  • RAIPLAY
    Don Pasquale, Gaetano Donizetti
    Direttore Riccardo Chailly, regia di Davide Livermore, scene di Giò Forma, costumi di Gianluca Falaschi. Con Ambrogio Maestri, Rosa Feola, René Barbera e Mattia Olivieri. Teatro alla Scala, 2018.

Giovedì 16 aprile

  • RAIPLAY
    Andrea Chénier, Umberto Giordano
    Direttore Riccardo Chailly, regia di Mario Martone, scene di Margherita Palli, costumi di Ursula Patzak, con Anna Netrebko, Yusif Eyvazov, Luca Salsi e Annalisa Stroppa. Inaugurazione della Stagione 2017/2018.

Venerdì 17 aprile

  • RAIPLAY
    Mediterranea, Wolfgang Amadeus Mozart 
    Gyorgy Ligeti, Giovanni P. da Palestrina, e musiche dalle culture del Mediterraneo. Coreografia di Mauro Bigonzetti, scene e costumi Roberto Tirelli, Étoile Massimo Murru. Teatro degli Arcimboldi, 2008

Sabato 18 aprile

  • RAIPLAY
    Le nozze di Figaro, Wolfgang Amadeus Mozart
    Direttore Franz Welser-Möst, regia di Frederic Wake-Walker, scene e costumi di Anthony McDonald. Con Diana Damrau, Markus Werba, Golda Schultz, Carlos Álvarez, Marianne Crebassa e Andrea Concetti. Teatro alla Scala, 2016.

Domenica19 aprile

  • RAIPLAY
    Simon Boccanegra, Giuseppe Verdi
    Direttore Daniel Barenboim, regia di Federico Tiezzi, scene di Antonio Bisleri, costumi di Giovanna Buzzi. Con Plácido Domingo, Anja Harteros, Fabio Sartori, Ferruccio Furlanetto. Teatro alla Scala, 2010.

Lunedì 20 aprile

  • RAIPLAY
    Lucio Silla, Wolfgang Amadeus Mozart
    Direttore Marc Minkowski, regia Marshall Pynkoski, scene e costumi Antoine Fontaine, coreografia Jeannette Lajeunesse Zingg. Con Kresimir Spicer, Lenneke Ruiten, Marianne Crebassa, Inga Kalna e Giulia Semenzato. Teatro alla Scala, 2015.

Martedì 21 aprile

  • RAIPLAY
    Le Corsaire, Adolphe Adam, Cesare Pugni, Léo Delibes, Riccardo Drigo, Peter von Oldenburg.
    Coreografia di Anna-Marie Holmes da Marius Petipa e Konstantin Sergeyev, scene e costumi di Luisa Spinatelli, direttore Patrick Fournillier con Nicoletta Manni, Timofej Andrijashenko, Martina Arduino, Marco Agostino, Antonino Sutera, Mattia Semperboni e Antonella Albano. Con la partecipazione degli allievi della scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala. Teatro alla Scala 2018
THEATROPEDIA #13 – Il grande attore

THEATROPEDIA #13 – Il grande attore

Sono emozionato, ho trovato il biglietto per la prima del teatro “alla Scala” e con esso tra le mani attraverso, a passi felpati, il corridoio dei palchetti, pensando già alla meraviglia che da qui a poco si magnificherà davanti ai miei occhi. Con accuratezza tento di aprire la porta, devo fare forza, fino a che una volta riuscitoci l’imbarazzo più totale mi fa desistere dall’entrare. Chiedo scusa a chi, all’interno, dopo aver chiuso le tendine del palco, si sta scambiando effusioni; chiudo la porta. È lunedì 26 dicembre 1831, Santo Stefano; a alla Scala di Milano c’è la prima della Norma di Vincenzo Bellini e a teatro è possibile fare anche questo: l’amore, come in un moderno privé. Guardo bene il biglietto, è colpa mia, ho sbagliato palco, entro in quello affianco, quello giusto, ci sono due signorotti per bene che gentilmente mi salutano, ricambio, noto che hanno con loro del cibo, stanno mangiando, per ora, dopo chissà; nel dubbio mi siedo.

Nel XIX secolo il teatro di prosa perde la sua rilevanza, gli attori, quelli importanti, sono i tenori, considerati interpreti completi che danno forma al genere teatrale più in voga: l’opera lirica. Sono questi gli anni del grande attore. Qui, oggi, nel 1831, quando lo spettatore si reca ad uno spettacolo l’unica cosa di cui si interessa, anticipatamente, è sapere da chi l’opera sarà interpretata, quali sono gli interpreti protagonisti. Nasce il gossip, quello sui vip. Questo grazie anche ai giornali che si occupano sempre di più, seriamente (e non), di critica teatrale, seguendo spesso le vite dei protagonisti della scena e generando così il mito del grande attore che cambierà la concezione del teatro avuta finora: il teatro degli attori, la compagnia, diventa dell’attore, il divo.

Nel frattempo il sipario si alza, inizia l’opera, il coro canta: “Ita sul colle, o Druidi, Ite a spar ne’ cieli…”; ed io mi perdo nella magnificenza della scena che soddisfa del tutto la mia curiosità. Appena il coro finisce di cantare sento sbatter le porte degli altri palchi e poi anche quella che chiude il mio posto… è incredibile, gli spettatori si fanno visita tra loro come se fossero ognuno a casa propria ad ospitare l’amico. C’è chi è addirittura appoggiato al parapetto del palco con le spalle rivolte al palcoscenico, disinteressato completamente allo spettacolo. Ogni tanto qualcuno butta un occhio, qualcun altro esclama, “io vedo solo gli intermezzi ballati”, qualcuno poi, “ancora deve uscire Donzelli”, il tenore. Mi vien da pensare: possibile che solo io trovo insensato questo comportamento? Mi guardo meglio intorno e la risposta è: no! C’è pure chi con un monocolo all’occhio guarda interessato ma infastidito l’opera proprio come a chi, invece, sembra dar fastidio la musica che di sottofondo (dell’opera) disturba le sue ciarle. Il teatro è un momento centrale della vita degli uomini dell’Ottocento, un momento di svago, un occasione di incontro. Non c’è la televisione, il cinema, il campionato di calcio, Sanremo e le canzonette, il concerto, non c’è nient’altro che il teatro come fonte di divertimento. Ed è una macchina economica non di poco conto; proprio per questo lo Stato italiano nel 1868 introdurrà una tassa del 10% sugli introiti lordi delle rappresentazioni teatrali per far fronte ai debiti finanziari del Bel Paese.

Finita la prima della Norma, tra applausi scroscianti e gente in visibilio, tutti si portano all’uscita degli artisti, vogliono vedere, alcuni toccare, conversare con il tenore Domenico Donzelli e la soprano Giuditta Pasta, sanno tutto di loro; un signore mi ha mostrato su di un foglio le loro carriere, anno per anno, le opere a cui hanno preso parte, proprio come si farebbe oggi con i calciatori e le squadre in cui questi hanno militato. Io, mi allontano dalla calca, dalla confusione e gironzolo nella capitale del Regno Lombardo-Veneto pensando a quel che sarà il teatro negli anni venturi, non so cosa mi piaccia di più. Ora, immaginatevi questa situazione sociale del teatro e pensate a come un attore di prosa si possa inserire nel divismo perpetrato dall’opera lirica, a come possono reggere il confronto quelle piccole compagnie di guitti con le grandi compagnie iper-finanziate dell’opera. Per scoprirlo ci dobbiamo spingere giusto di qualche anno più in là del 1831 e andare a Firenze.

Tredici maggio 1865, in occasione di alcune celebrazioni per il sesto centenario della nascita di Dante Alighieri, al Teatro Cocomero (oggi Niccolini) di Firenze va in scena Francesca da Rimini di Silvio Pellico. Fin qui niente di importante per gli uomini di quel tempo, lo abbiamo detto, gl’interessa soltanto sapere chi è il grande attore che si esibirà. Lo spettacolo è significativo perché vede in scena, insieme, i tre attori considerati “i più grandi del tempo”: Adelaide Ristori; Ernesto Rossi; Tommaso Salvini. A guardarli in scena la prima cosa che si nota è la loro tecnica attorica con la quale riescono a fronteggiare il successo di quelli dell’opera lirica. Il grande attore di prosa è riuscito a forgiare un tipo di comunicazione che accomuna volto, gesto, voce, creando una tensione drammatica che riesce ad attrarre anche lo spettatore più distratto. Difatti l’attore Salvini, interpretando con la sua verità il personaggio cattivo del Lancillotto riesce a far affezionare il pubblico anche al suo personaggio negativo. La sua interpretazione sarà ritenuta da tutti fenomenale. Il grande attore di prosa si è adattato agli ampi palcoscenici dei teatri dell’opera con i suoi movimenti balenanti; con gli intervalli di musica sotto forma di partitura musicale. È il cosiddetto animale da palcoscenico: Salvini intona le sue battute con le tonalità da basso, Ernesto Rossi con quelle del baritono, Adelaide Ristori recita in inglese pur non conoscendolo. Nessuno ai loro spettacoli ha nostalgia del melodramma, recitano le parole in modo armonioso, il loro copione è un vero e proprio spartito musicale.

Il teatro di prosa alla fine dell’Ottocento è ad appannaggio del divo. Il grande attore non si preoccupa più del valore artistico del testo che è visto come una intelaiatura in cui agisce il personaggio da interpretare a proprio gusto, spesso lo stesso personaggio, infatti, infonde nel pubblico un’impressione contraria a quella prevista dal drammaturgo. Per meglio far comprendere la situazione ho tra le mani alcune lettere intercorse tra Adelaide Ristori e il drammaturgo Paolo Giacometti, in una in particolare si legge della preoccupazione dell’attrice sui costumi di Maria Antonietta, personaggio che la stessa dovrà interpretare in un’opera drammatica che l’autore, a cui l’attrice si rivolge, ancora non ha scritto; difatti la Rinaldi ci tiene a precisare al povero drammaturgo: “il costume viene prima del testo”.

Sto per lasciare Firenze e il 1865 con una certezza, questi appariscenti divi del teatro hanno donato l’intera vita alla loro arte attorica che non consiste nel ritrovare, “semplicemente”, ogni volta se stesso nel personaggio, ma piuttosto nello sforzo di annullare sé nel momento stesso in cui si crea il personaggio. D’altronde negli anni a venire la Rinaldi rinfaccerà alla sua erede, Eleonora Duse, il fatto che la giovane interpreti un repertorio limitato di personaggi tutti uguali, e sostanzialmente tutti eguali a se stessa, invece di cimentarsi nello sforzo dilacerante di annullarsi per dar vita all’altro. Un attore può avere tutte le doti possibili, ma se gli manca quella “della trasformazione della sua soggettività”, proprio come un autore fa quando compone, resta solo un semplice attore, afferma Ernesto Rossi che dà a questa attitudine, del grande attore, una malcelata qualità divina, innata, che non si può “acquistare mediante lo studio”.

Gli attori dell’Ottocento, dunque, vissero anche di vana gloria, ma gli va ascritta col senno di poi che la loro fama fu davvero costruita con fatica e meticolosa dedizione, oggi che i divi son ben altri, beh non vedo poi così strano il secolo del romanticismo e, come un grande attore, solo me ne vo per la città a intonare anche io la mia voce e non chiedetemi chi sono perché son pronto a diventare un altro.

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Theatropedia è un blog di Aniello Nigro concepito come enciclopedia essenziale, raccontata, del Teatro. Fonte di informazioni per un primo approccio alla materia e spunto prolifico di approfondimenti tecnici. Segue un suo percorso tematico (non sempre cronologico) dall’origine del Teatro ai giorni nostri, ogni voce è formata da una parte romanzata ed una parte tecnica dell’argomento in questione. Ad affiancare le voci principali ci saranno poi quelle correlate dei protagonisti che siano essi drammaturghi, registi, attori o altro.

Alternanza Scuola Lavoro: il Teatro Lirico di Cagliari spalanca le porte a 250 studenti

Alternanza Scuola Lavoro: il Teatro Lirico di Cagliari spalanca le porte a 250 studenti

Un percorso tra scenografie, costumi, luci, prove del coro, trucco e acconciature, per assaporare il fascino dell’Opera lirica. Ma anche per scoprire o affinare attitudini e talenti. In occasione de “La Ciociara” il Teatro Lirico di Cagliari spalanca le porte a 250 studenti e mette a disposizione i suoi spazi, palcoscenico, atelier, uffici amministrativi per il progetto “Alternanza Scuola Lavoro”.

“Occasione per undici istituti di Cagliari e hinterland, tecnici, licei, professionali, per seguire le diverse tipologie di lavoro legato alla messinscena dell’Opera dal punto di vista artistico, impiantistico, organizzativo, amministrativo”, ha spiegato Eugenio Milia, coordinatore delle attività artistiche per le scuole.

A fine percorso, durata 5.000 ore, il 2 dicembre gli studenti saranno in teatro per assistere alla penultima rappresentazione de “La Ciociara” di Marco Tutino, ispirata al romanzo di Moravia portato sul grande schermo nel film di De Sica e in programmazione a Cagliari fino al 3 dicembre. Ragazzi e ragazze del Bacaredda hanno familiarizzato con le tecnologie legate al legno utilizzato per le scenografie. Ancora, il lavoro dei coetanei del Meucci si è concentrato nel settore impiantistica e sistemi di sicurezza. I futuri ragionieri hanno invece avuto modo di conoscere i contratti dei lavoratori e di seguire lezioni di management tenute anche dal sovrintendente Claudio Orazi.

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#AccaddeOggi : 5 settembre 1840, debutta la seconda opera lirica di Giuseppe Verdi

#AccaddeOggi : 5 settembre 1840, debutta la seconda opera lirica di Giuseppe Verdi

Dopo il debutto felice di Oberto, Conte di San Bonifacio, Verdi si ritrovò a dover comporre un’ opera buffa per la stagione scaligera autunnale del 1840. In tempi stretti, dovette comporre la musica per l’opera, e lo stesso librettista Romani non si scomodò a fare un nuovo libretto, ma rispolverò uno dei suoi vecchi libretti e lo adattò alla musica. Per Verdi fu un infelice periodo per comporre l’opera, dovuto alla morte della prima moglie, Margherita Barezzi e dei due figli. Inoltre il libretto, scritto da Romani nel 1818, molto prima di intraprendere la gloriosa collaborazione con Vincenzo Bellini, rappresentava un gusto teatrale ormai del tutto superato.

L’ opera fu un fiasco totale, tanto che fu ritirata la sera stessa del debutto. Ripresentata al Teatro San Benedetto di Venezia l’11 ottobre del 1845, col titolo Il finto Stanislao, riuscì ad ottenere un lusinghiero successo (infatti il vero motivo per cui cadde alla Scala fu il libretto poco attuale più che il lutto famigliare, perché la musica, ispirata a Rossini e a Bellini, non presenta alcuna mancanza, considerato che Verdi era comunque al suo secondo esordio).

Oggi quest’opera viene rappresentata raramente, pur non mancando di arie pregevoli come quella del Cavalier Belfiore “Compagnoni di Parigi” o quella carica di lirismo della Marchesa del Poggio “Grave a cor innamorato”. La sinfonia è segnata dall’inconfondibile energia di Verdi, come anche i concertati finali del primo e secondo atto.