Poesie, pensieri, foto, locandine, pagine dal diario di Eduardo Scarpetta, e brevi cenni biografici dedicati a lui e a Vincenzino, tratteggiano un itinerario delle maggiori opere presentate al Teatro Valle. Le edizioni televisive di Miseria e nobiltà e Tre calzoni fortunati realizzate da Eduardo De Filippo, sono state scelte come modelli di rappresentazione visive della comicità scarpettiana anche se nella elaborazione di De Filippo. Esempi del filo che ha legato e lega tutti gli artisti di questa grande famiglia Scarpetta-De Filippo che fa unica la nostra tradizione, la nostra Cultura. Sono proposti infine anche i due film di Vincenzo Scarpetta: Tutto per mio fratello (1911) e Il gallo nel pollaio regia di Enrico Guazzoni (1916), rari documenti dei lavori cinematografici di Eduardo e Vincenzo Scarpetta, per sottolineare il loro ruolo non secondario di pionieri del cinema.
La mostra vuole essere un piccolo omaggio, un’occasione speciale per scoprire o riscoprire uno dei maestri del nostro teatro, Eduardo Scarpetta, che diventa tra fine Ottocento e i primi anni del Novecento uno degli attori e drammaturghi più seguiti e amati in Italia, innovatore della scena teatrale nel momento dell’ascesa della nuova classe borghese nel nascente stato unitario. Riempie i teatri a tal punto che a Roma, il proprietario del Teatro Valle gli offre un contratto di 19 anni che lui però non accetta. È il Valle infatti che accoglie la “Comica compagnia del cav. Eduardo Scarpetta” quando arriva a Roma, dopo i successi napoletani al Teatro del Fondo e al Fiorentini. E con lui recita anche il figlio Vincenzino prima che questi scelga poi il Manzoni per le sue rappresentazioni nella capitale.
In questo omaggio al Teatro Valle affiora anche il desiderio di ricordare Mario Scarpetta con le parole di Luca De Filippo: «Lo ricordo con grande amore e con grande gioia, è stato un attore magnifico scomparso troppo presto ma che avrebbe detto la sua… è stato un bel compagno di lavoro e di vita…».
Un ringraziamento particolare va soprattutto agli eredi Scarpetta che hanno messo a disposizione i loro archivi: Maria Vittoria Scarpetta, Maria Basile Scarpetta, Maria Beatrice Cozzi Scarpetta. Si ringrazia anche il CSC Centro Sperimentale di cinematografia per aver concesso la possibilità di proiettare i due film di Vincenzino Scarpetta.
INFO E ORARI Ingresso libero
giovedì venerdì e sabato dalle ore 17 alle ore 20 domenica dalle ore 11 alle ore 18 info 06.684000314 – community@teatrodiroma.net
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
Dal 9 aprile al 30 giugno 2019 presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma avrà luogo la mostra Il corpo della voce. Carmelo Bene, Cathy Berberian, Demetrio Stratos, dedicata alla voce intesa come pura potenzialità sonora. Il progetto espositivo intende ripercorrere quegli avvenimenti che, sulla scia delle avanguardie artistiche del novecento, hanno infranto il legame indissolubile tra il significato della parola e la sua dimensione sonora, attraverso la scelta di alcune opere di tre straordinari protagonisti: la cantante mezzosoprano americana di origine armena Cathy Berberian (1925-1983), l’attore e regista Carmelo Bene (1937–2002) e il musicista cantante di origine greche Demetrio Stratos (1945-1979).
L’innovativo lavoro di ricerca e sperimentazione intrapreso dai tre grandi artisti accompagna i visitatori in un viaggio originale e del tutto inedito alla scoperta di questa fondamentale potenzialità umana. In mostra più di 120 opere tra foto, video, materiali di repertorio, partiture originali, corrispondenze, documenti esposti per la prima volta al pubblico oltre a exhibit interattivi, aree di ascolto e apparecchiature elettroniche utilizzate dagli artisti al fine di esplorare i limiti delle proprie possibilità vocali. La raccolta della corposa documentazione è stata possibile grazie alla consultazione di diversi archivi e all’accurato lavoro di ricerca di Anna Cestelli Guidi e Francesca Rachele Oppedisano, curatrici della mostra, che hanno reperito materiale sorprendente e mai divulgato prima.
Carmelo Bene, Hommelette for Hamlet, 1988 | Foto di Tommaso Le Pera
La mostra è arricchita da due sezioni scientifiche: la prima, introduttiva, curata da Franco Fussi, medico-chirurgo, specialista in Foniatria e Otorinolaringoiatria, offrirà ai visitatori un’accurata analisi dell’interno della cavità di risonanza dove si configura la voce nella sua carnalità. La seconda, curata da Graziano Tisato, ricercatore presso l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione (ISTC) – CNR di Padova, si trova all’interno della sezione Stratos e consta di tre postazioni interattive realizzate ad hoc per la mostra, attraverso le quali sarà possibile approfondire la comprensione degli effetti vocali prodotti dall’artista.
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Napoli rende omaggio alla famiglia De Filippo con la grande esposizione I De Filippo, il mestiere va in scena in programma a Castel dell’Ovo dal 28 ottobre 2018 al 24 marzo 2019. L’intero castello appoggiato sul mare del golfo di Napoli sarà per cinque mesi la casa di questa famiglia che ha attraversato la storia di Napoli, del Paese e del teatro per due secoli.
La mostra, in anteprima mondiale, è promossa dal Comune di Napoli, è stata fortemente voluta dalla famiglie De Filippo ed è curata da Carolina Rosi, Tommaso De Filippo e Alessandro Nicosia, presidente di C.O.R. (Creare Organizzare Realizzare). L’esposizione si propone come un dialogo continuo tra i De Filippo e il pubblico. Sarà una mostra “moderna, interattiva, non statica” in cui saranno proprio Eduardo e Luca De Filippo a presentare e raccontare la famiglia da Vincenzo e Mario Scarpetta, a Titina, a Peppino e Luigi De Filippo.
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Geniale, irriverente, spesso definito enfant terrible del teatro italiano, il talento di Paolo Poli, scomparso nel marzo 2016, conquista il Teatro Valle con Paolo Poli è…, mostra multimediale a cura di Rodolfo Di Giammarco e Andrea Farri, che riempie ogni spazio del teatro (dal 20/9 al 4/11).
Un album visivo lungo 60 anni di carriera con più di 600 foto di scena, locandine, poster. Nei palchi, 40 monitor, uno per ogni spettacolo realizzato dal 1950 al 2014, dove ascoltare in cuffia la voce di Poli che tra interviste, canzoni ed estratti teatrali conduce per mano per tutto il percorso. In palcoscenico, le scenografie di Lele Luzzati, da La leggenda di San Gregorio e Caterina de Medici, e i bozzetti di Eugenio Guglielminetti e Aldo Buti. E poi i costumi di Santuzza Calì da I legami pericolosi e quelli di Anna Anni, Danda Ortona. Nel foyer, un video wall con i 568 appellativi con cui la stampa nell’arco di mezzo secolo ha descritto Poli, da acrobatico a zitellesco, a testimoniare il suo multiforme essere artista.
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