L’epica multi-etnica di Gilgamesh. Da Londra a Roma per Dominio Pubblico

L’epica multi-etnica di Gilgamesh. Da Londra a Roma per Dominio Pubblico

ROMing è un progetto di collaborazione volto a incentivare uno scambio culturale tra organizzazioni internazionali, specialmente nel campo delle arti performative. Il dipartimento di Arti Performative della Middlesex University di Londra ha prodotto lo spettacolo “Gilgamesh” destinato a debuttare il 3 giugno all’interno del Festival “Dominio Pubblico – La città agli under 25”, che si terrà a Roma nel periodo dal 29 maggio al 3 giugno 2018, nelle strutture del Teatro Nazionale di Roma, Teatro India.

GILGAMESH è un progetto ideato da Simone Giustinelli e realizzato con gli studenti del corso Triennale (BA) e Magistrale (MA) del dipartimento di Arti Teatrali della Middlesex University of London. Tutti gli attori e la maggior parte delle maestranze, provenienti da India, Brasile, UK, Portogallo, Lituania, Zimbabwe, Polonia, Giappone e Italia, hanno meno di 23 anni. Il 4 Giugno, presso il foyer del Teatro Valle, ci sarà una tavola rotonda con i membri della Middlesex University, del Dipartimento di Arti Performative, dell’Associazione Dominio Pubblico e con gli organizzatori del progetto ROMing, sui temi del teatro giovanile, progetti di collaborazione internazionali, programmi per i prossimi anni.

La storia di Gilgamesh

Gilgamesh è la prima opera letteraria della storia dell’uomo e resta, ad oggi, tra le più incredibili mai realizzate. Scritto nell’antica Mesopotamia nel secondo millennio a.C., anticipa la stesura dell’Iliade di circa 1000 anni. Dato per scomparso per quasi 2 millenni, le undici tavolette di argilla sulle quali il poema era stato inciso furono ritrovate nel 1850 tra le rovine dell’antica Ninive, e il testo non venne completamente decifrato e tradotto se non entro la fine del secolo. Il poema epico è la storia del primo eroe della letteratura, il re della città di Uruk (l’attuale Iraq), e del suo viaggio alla scoperta di sé stesso. Gilgamesh dà voce al dolore e alla paura nei confronti della morte, ritrae l’amore e la vulnerabilità, e il combattimento disperato dell’essere umano nel riconoscimento della propria finitezza.

Intervistiamo il regista Simone Giustinelli, responsabile del progetto, per indagare il processo di creazione e di costruzione dello spettacolo “Extra” della rassegna teatrale di Dominio Pubblico 2018.

Ideazione e sviluppo del progetto teatrale di Gilgamesh

Il progetto GILGAMESH nasce all’interno della Middlesex University di Londra. Sto frequentando, grazie a un bando della regione Lazio realizzato con finanziamenti europei, un Master di un anno in Arti Teatrali in questa università. Prima delle vacanze di Natale sono andato dalla responsabile del nostro Dipartimento, per chiedere se l’università fosse interessata ad accogliere e sviluppare progetti che provenissero dagli studenti. La risposta è stata positiva e così ho immaginato un progetto che coinvolgesse gli studenti del corso triennale (BA nel sistema inglese) e del Master (MA) nella formazione di una compagnia internazionale e nella produzione di uno spettacolo.

Partnership Dominio Pubblico e Middlesex

L’intento del progetto era quello di lavorare in due direzioni che idealmente si incrociassero: la prima, all’interno dell’università, con studenti provenienti da contesti linguistici, culturali e artistici molto diversi tra loro, impegnati nell’ideazione e nello sviluppo autonomo di un progetto di spettacolo; la seconda, che tendesse a collegare il mondo accademico con quello professionale, provando a creare un tratto di continuità tra un percorso di studio e il mondo del lavoro.

Ho pensato che la soluzione migliore, per dare al progetto un respiro internazionale, e basandomi sulle mie esperienze negli anni precedenti, fosse quella di provare a includere l’Associazione Dominio Pubblico all’interno di questo progetto. Il Festival, che essa organizza e che arriva quest’anno alla sua quinta edizione, è stato per me negli ultimi anni un punto di riferimento costante e un osservatorio privilegiato dei movimenti più interessanti a livello giovanile. Pensavo fosse la situazione ideale per proporre un progetto di giovanissimi (l’età media, tra tutti i membri della compagnia, è di 22 anni), essendo il Festival un contesto protetto, accogliente, e al tempo stesso assolutamente professionale.

Tiziano Panici ha accolto con entusiasmo la mia proposta, e così negli ultimi mesi abbiamo sviluppato idee e gettato le basi per immaginare perfino una progettualità che possa durare nei prossimi anni.
Il progetto è articolato in due fasi: la prima a Roma, con la performance di Gilgamesh e la tavola rotonda che si terrà al Teatro Valle; la seconda a Londra, a settembre, quando la Middlesex ospiterà una compagnia tra quelle andate in scena durante il Festival, e ci saranno due giorni di spettacoli, laboratori, master class e incontri, sempre all’insegna del grande tema che stiamo provando a sviluppare durante questo progetto: possibili forme di collaborazione internazionale in ambito accademico e professionale.

Gilgamesh: dai versi ai personaggi.

Gilgamesh è il primo testo letterario della storia dell’umanità. Precede di almeno 1000 anni la stesura dell’Iliade e in esso vi sono importanti nuclei tematici/letterari che saranno le basi dei più antichi racconti biblici. È la prima volta che l’essere umano ha riconosciuto il fatto di esistere e lo ha inciso sulla pietra. Anche questa considerazione credo sia degna di nota. Il testo, di epoca babilonese, venne letteralmente inciso, scavato, su tavole di pietra. Non è un caso se ogni parola è una sintesi perfetta e ha una densità materica, una consistenza per la quale ogni parola del testo è necessaria.

La restituzione scenica: scelte registiche e suggestioni artistiche

Mettendo al centro del processo un’idea di collaborazione, ho deciso di condividere la regia con Munotida Chinyanga, una mia collega di Master. La nostra idea sin dall’inizio è stata quella di provare a comprendere le strutture fondanti del poema epico e metterle poi in discussione. Ci siamo chiesti quali fossero le forme dell’epica contemporanea, da cosa siano riempiti, oggi, i vuoti lasciati da quell’assenza di narrazione.

Cast e maestranze multi culturali

Il cast è una Babilonia a tutti gli effetti. Abbiamo all’interno del nostro gruppo persone che vengono da India, Brasile, UK, Portogallo, Lituania, Zimbabwe, Polonia, Giappone e Italia. Abbiamo cercato di valorizzare questa comunità apolide, attraverso le forme del nostro lavoro e i risultati che tentiamo di portare in scena. Londra stessa obbliga a concepire i linguaggi della scena come forme attuali e universali allo stesso tempo. Credo che sia un’idea che abbia a che fare con un’orizzontalità nello spazio, più che nel tempo. Un obbligo ad aprirsi, a rendere l’esperienza collettiva il più inclusiva possibile.

I lavori di studio e di prove di Gilgamesh

Il lavoro è stato infinito e tutt’ora mi pare poco più che un punto di partenza. Mettere insieme così tante persone, così tante culture e vissuti era qualcosa che mai mi era capitato di sperimentare. Abbiamo provato a insistere sulla formulazione di una collaborazione reale, che desse spazio alle singole esperienze ed esigenze, piuttosto che a cristallizzare dei risultati. Il processo è stato complesso, una rivelazione e una messa in discussione continua.

Futuri sviluppi del progetto negli anni venturi

Spero che il progetto possa andare avanti e trovare persone e risorse necessarie a supportarlo. È stato un esperimento a tutti gli effetti, e come tutti gli esperimenti è servito anche a mettere in luce cosa può essere corretto, ricalibrato, aggiustato.

GILGAMESH

freely inspired by the book “Gilgamesh” translated by Stephen Mitchell

direction Munotida Chinyanga, Simone Giustinelli

lights Daniel Brennan, Geraldo Monteiro

scenes Justyna Zukovska

costumes Wiktor Nowicki

sounds Munotida Chinyanga, Magdalena Slabonova

with Jessica Victoria Bourne, Joshua Jaz Impey, Kenichiro Nakajima, Barbara Ramos Teixeira, Adeeb Abdul Razak, Justyna Zukovska

assistant director Laura Singleton

stage manager Sophie White

costume maker Kinga Pietraszek

production assistant Sonia Valente

special thanks to Kate Lane, Nicola Stammers

Festival Dominio Pubblico: il futuro del teatro italiano in scena al Teatro India di Roma

Festival Dominio Pubblico: il futuro del teatro italiano in scena al Teatro India di Roma

Il valore estatico dell’arte è un siero che da secoli si instilla e si insinua nelle pieghe della società sottoponendola a cambiamenti, decostruzioni e glorificazioni. Si tratta d’un rapimento, un sequestro d’anime che connette e immette artisti e fruitori in un cono di luce da cui si dipanano schegge di rivoluzionaria creatività

“L’arte ai giovani!” è un grido che, in ogni epoca, si è levato dalle gole di chi ha riconosciuto nel potere relazionale ed estetico della cultura un fuoco inesauribile con le cui scintille tratteggiare i confini del mondo che popoliamo. Questi giovani, che d’arte si nutrono e che l’arte alimentano, non rappresentano la proiezione di un domani vacuo da riempire di speranze ma il sogno di una trasformazione incessante che nell’oggi vive il suo radicamento e la sua consapevolezza.

Il Festival Dominio Pubblico è un progetto che sposa quest’intento: sostenere la creatività under 25 per attenzionare e supportare, nel presente, la produzione e la circuitazione culturale della società del futuro. Dal 14 al 23 giugno scorso, il Festival, giunto alla sua VI edizione, ha investito la città con un’offerta multidisciplinare trovando, ancora una volta, nel Teatro India di Roma il suo fortino. Un luogo in cui mostrare gli esiti del proprio percorso artistico, in cui entrare in dialogo e mettersi in ascolto dell’altro.

Festival Dominio Pubblico: il futuro del teatro italiano in scena al Teatro India di Roma. Teatro, danza, musica, circo, cinema, arte figurativa, workshop.

Teatro, danza, musica, circo, cinema, arte figurativa, workshop e alta formazione

Ragazzi e ragazze di età compresa tra i 18 e i 25 anni, sotto l’egida di Tiziano Panici – capofila del progetto – hanno costituito l’organico della direzione artistica partecipata, fulcro del Festival Dominio Pubblico che da anni persegue una volontà di formazione del pubblico e di nuove figure professionali attive in ambito culturale. 

Si tratta di un atto politico che, scevro da colori di bandiera, porta avanti il solo stendardo dell’arte in un contesto che diventa, per l’alto numero di spettatori raggiunto e per la vasta quantità di soggetti, organizzazioni e compagnie coinvolte, strumento d’analisi prezioso per indagare lo stato dell’arte nella società contemporanea

Scesi dal palcoscenico, gli artisti sono stati invitati a più riprese a incontrarsi, a scambiarsi impressioni e informazioni, a condividere difficoltà e proposte. 

In quest’ottica, fondamentale è stata la giornata del Festival dedicata al Network Risonanze! pensato per la diffusione e la tutela del teatro under 30.  Diffusione e tutela del teatro che risultano possibili a una sola condizione: creare partenariato. Una collaborazione questa che ha fatto sì che Dominio Pubblico, insieme alle direzioni artistiche under 30 del Festival 20 30 di Bologna e del festival Direction Under 30 del Teatro Sociale di Gualtieri, desse vita a una rete nazionale in cui far circolare esperienze e attraverso cui creare un’intelligenza collettiva.

Direzione partecipata, diffusione dei prodotti culturali e Audience Development sono stati il motore propulsore di questa cooperazione, cui circa 60 operatori, provenienti da oltre 20 città d’Italia hanno dato il proprio contributo esperienziale. Attivazione territoriale e attivazione generazionale sono due concetti che hanno costituito un importante momento della trattazione. I giovani che nelle direzioni partecipate di molte pregevoli iniziative festivaliere, s’adoperano per risollevare la vita artistica, turistica e culturale di piccole cittadine poco conosciute o quasi dimenticate, sono gli stessi che per le poche opportunità professionali e di formazione offerte, rischiano di sottoporre la propria terra alla desertificazione. Delocalizzare i processi culturali è divenuta allora una risposta condivisa dalla collettività, per riattivare il territorio nazionale, arricchendolo e liberandolo dai lacci dell’annichilimento. 

Cosa è emerso da questo meeting?

L’urgenza, per un movimento culturale fervido, com’è quello dei giovani teatranti italiani, di autodefinirsi. Non etichettarsi – autoescludersi per introdursi in generiche, molto spesso, asfissianti categorie – ma riconoscersi. Un riconoscimento che preme a tutti, artisticamente e socialmente: seppur frequenti, le iniziative di sostegno pubblico non sono in grado di contenere il dato emergenziale sollevatosi circa il senso di abbandono da parte delle istituzioni, che troppi artisti e operatori vivono quando professionalmente si approcciano al mondo del teatro.

Ancora una volta si è riusciti, insieme, a trovare una proposta collettiva, dal basso: creare alleanze, unirsi in nome di un bene comune inquantificabile, qual è la creazione culturale, per sostenersi e difendere l’operato e i diritti umani e salariali di tutti coloro che dell’arte, spinti dal movente passionale, hanno fatto una professione oltre che una missione di vita.

Dominio Pubblico, il Teatro di Roma e la Middlesex University di Londra

Il Festival Dominio Pubblico ha alzato quest’anno l’asticella, gettandosi ben oltre i confini nazionali, inserendo nel programma di questa VI edizione, due performances provenienti rispettivamente dalla Lituania e dalla Bulgaria e uno spettacolo creato dagli studenti e dalle studentesse della Middlesex University che si sono inoltre impegnati in una Masterclass internazionale, in collaborazione con il Teatro di Roma.

Simone Giustinelli è un regista, attivo come artista e organizzatore tra le fila di Dominio Pubblico, che dallo scorso anno grazie a “Torno Subito”, progetto di formazione promosso dalla Regione Lazio, ha avviato una partnership tra Dominio Pubblico e la Middlesex University di Londra. Nella capitale anglosassone, si è venuta così a creare una modalità di lavoro speculare a quella di Dominio Pubblico, in cui alcuni under 25 sono stati messi in condizione di  impegnarsi, con finalità spettacolari, in una produzione totalmente pensata dagli studenti e dalle studentesse. Attraverso quest’esperienza, è andata intrecciandosi una rete di rapporti con partner internazionali, tale da innescare un processo di europeizzazione del Festival romano. 

Questo disegno organizzativo ha il mirabile scopo di sviluppare e incoraggiare la creatività under 25, facendo di Roma il baricentro della progettualità spettacolare europea rivolta a giovani artisti.

Festival Dominio Pubblico: il futuro del teatro italiano in scena al Teatro India di Roma. Teatro, danza, musica, circo, cinema, arte figurativa, workshop.

Dei sorrisi, delle scoperte artistiche e dei percorsi gloriosi tracciati nei due week-end trascorsi presso il Teatro India di Roma, restano i riflessi sulle pareti ariose delle mongolfiere disegnate da Alessandra Carloni per rappresentare le migrazioni di bellezza avvenute in questo evento di trasversale operosità. Con esse, i giovani artisti che hanno intrattenuto e commosso attente e corpose platee, si sono sollevati leggeri sulla vita culturale della città, liberi dalla zavorra del fallimento

Perché il fine ultimo e il merito primo del Festival Dominio Pubblico è di essere un caldo ventre di madre in cui abbandonarsi dopo essersi messi alla prova. Fallire, per crescere come uomini e donne, oltre che come artisti, consapevoli di poter osare in un contenitore spettacolare che con coloro che ospita si rialza e si rinnova, in attesa di un futuro più solido e dalla eco sempre più risonante. 

Festival Dominio Pubblico: il futuro del teatro italiano in scena al Teatro India di Roma. Teatro, danza, musica, circo, cinema, arte figurativa, workshop.