Ultime repliche del 2021 della compagnia pluripremiata Leviedelfool che presenta ANIMA! cinque paesaggi con tre appuntamenti tra Lazio e Toscana: il 26 novembre al Teatro del Giglio di Lucca, il 30 novembre allo Spazio Rossellini di Roma, il 2 dicembre al Teatro dell’Unione di Viterbo.
ANIMA! cinque paesaggi di Leviedelfool, per la regia di Simone Perinelli, è una composizione per quattro performer, quattro anime o animali, nel loro susseguirsi di vite e reincarnazioni. Immagini, musiche, atmosfere oniriche, tra teatro, danza e videoarte, si articolano in cinque paesaggi dell’inconscio, per esprimere quella materia indicibile e multiforme che trova compiutezza nell’atto del sogno. Sogno costruito sulla scena dai corpi di Sussanah Iheme, Ian Gualdani, Alessandro Sesti e Simone Perinelli, performer-animali che lasciano al pubblico il più ampio margine di associazione personale e immaginifica. In un percorso di scoperta, spettatori e performer si trovano immersi in un flusso di immagini. ANIMA! nasce dalla volontà di scardinare il predominio della parola, affidando all’immagine l’obiettivo di creare cinque capitoli antologici, capaci di trovare il principio di una mutevole trasformazione.
ANIMA! cinque paesaggi – Istruzioni per l’uso:
Partecipa allo spettacolo con la stessa attesa, con la stessa illusione con cui ci si addormenta: il sogno può rivelarsi oppure no;
Il sogno non è una scena del crimine: non c’è una ragione da cercare o una legenda per decifrare la scena. I segni si auto-generano e si auto-annientano, solo tu puoi scegliere quali riconoscere;
Lasciati trasportare dalla logica dell’onirico. Le leggi che governano la superficie del mondo non sono in vigore inquesto spettacolo;
Non cercare il tema. Cogli i riferimenti che trovi più avvincenti: ogni associazione emotiva o intellettuale che scaturirà dentro di te sarà la più giusta per immergerti nel mondo di ANIMA!.
Simone Perinelli condurrà inoltre due laboratori in cui illustrerà i metodi compositivi della compagnia Leviedelfool: La Logica Poetica – Seminario intensivo sulla drammaturgia e la messa in scena – che si terrà al Teatro del Giglio di Lucca, nell’ambito di Lucca Visioni, dal 22 al 28 novembre – con l’obiettivo di esplorare attraverso il lavoro in sala una metodologia che, proprio sotto la chiave della logica poetica permetta, di calarsi nelle profondità del proprio mondo interiore; ANIMANIMALE – dal 6 al 10 dicembre presso lo Spazio Rossellini di Roma – in cui si contemplerà il mondo animale in quanto detentore del maggior potere evocativo contemporaneo della sfera spirituale. Al termine del laboratorio, sono previsti due momenti di apertura al pubblico durante i quali i partecipanti e le partecipanti potranno mostrare gli esiti del proprio lavoro.
Info e prenotazioni: 329 748 8957 | info@leviedelfool.com o su www.leviedelfool.com
ANIMA! cinque paesaggi
Regia e drammaturgia: Simone Perinelli consulenza artistica, aiuto regia e organizzazione: Isabella Rotolo con: Sussanah Iheme, Ian Gualdani, Alessandro Sesti e Simone Perinelli direzione tecnica: Letizia Paternieri disegno luci: Gianni Staropoli video: Luca Brinchi e Daniele Spanò progetto sonoro: Giovanni Ghezzi scene e maschere: Francesco Givone, Chiara Manetti, Gisella Butera e Matilde Gori costumi: Tommaso Cecchi de Rossi foto e grafica: Manuela Giusto promozione: Theatron 2.0
Sostenuto dalla Regione Lazio con il Fondo Unico 2021 dello Spettacolo dal Vivo e dalla Fondazione Carivit di Viterbo, con il sostegno di Centro di residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt), Aldes/SPAM!, Teatro Biblioteca Quarticciolo – Teatro di Roma, Murmuris -Teatro Cantiere Florida Firenze.
Leviedelfool è una compagnia teatrale fondata nel 2010 a Roma che vive del lavoro e dei progetti artistici di Isabella Rotolo e di Simone Perinelli e della collaborazione con diversi artisti che lavorano alle singole produzioni della compagnia. Leviedelfool rappresenta i propri spettacoli in Italia e all’estero lavorando su drammaturgie originali e focalizzando il proprio percorso sui possibili nuovi linguaggi del teatro contemporaneo in grado di coniugare il teatro, la danza, il movimento acrobatico, la musica e il circo in un continuum espressivo ed evocativo di un altrove immaginifico e ancora possibile.
Nasce a Napoli nel 1993. Nel 2017 consegue la laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo con una tesi in Antropologia Teatrale. Ha lavorato come redattrice per Biblioteca Teatrale – Rivista di Studi e Ricerche sullo Spettacolo edita da Bulzoni Editore. Nel 2019 prende parte al progetto di archiviazione di materiali museali presso SIAE – Società Italiana Autori Editori. Dal 2020 dirige la webzine di Theatron 2.0, portando avanti progetti di formazione e promozione della cultura teatrale, in collaborazione con numerose realtà italiane.
L’Accademia di Arte drammatica Cassiopea di Roma si occupa da più di 20 anni della formazione di giovani talenti della scena teatrale, rivolgendo particolare attenzione al futuro professionale dei propri allievi e delle proprie allieve. Tale processo di cura è alla base del progetto speciale Lavoratorio, un percorso di perfezionamento professionale, che copre tutto l’arco del 2021, rivolto a studenti e studentesse che si apprestano a concludere il triennio formativo e ad affacciarsi al mondo del lavoro. Lavoratorio, titolo che rimanda per l’appunto a un’esperienza laboratoriale tutta proiettata verso i risvolti occupazionali del settore a seguito della formazione accademica, è un progetto ideato in sinergia con il nucleo artistico docente e con la direttrice artistica Tenerezza Fattore, coordinato dall’attore e autore Simone Perinelli, co-fondatore della compagnia Leviedelfool.
Lavoratorio mira alla costituzione di una compagnia professionale che darà vita a uno spettacolo teatrale per il quale gli allievi saranno coinvolti non solo nella fase ideativa, creativa e costitutiva, abbracciando tout-court l’aspetto tecnico e attoriale della restituzione scenica, ma anche negli aspetti comunicativi, distributivi, produttivi e promozionali. L’idea nasce dalla prassi diffusa, soprattutto tra le compagnie giovani, di provvedere – pur senza specifiche competenze manageriali –, oltre che all’aspetto artistico del lavoro, anche a questioni prettamente commerciali, inerenti alla vendibilità del prodotto spettacolo, per via di risorse insufficienti utili all’ingaggio di professionisti della comunicazione, della produzione e del management. L’incrocio di competenze professionali messe a disposizione dai diversi docenti che collaborano a Lavoratorio, è propedeutico alla formazione di una compagnia teatrale al cui interno vi sia una suddivisione di ruoli, utile ad affrontare in maniera autonoma e completa la circuitazione. Gli allievi e le allieve, infatti, affiancheranno al processo creativo esperienze di tipo distributivo, comunicativo e manageriale, potendo presenziare e promuoversi, in maniera indipendente e altamente qualificata, sul mercato del lavoro.
Il biennio 2020-2021 ha segnato una drammatica battuta d’arresto per l’intero settore dello Spettacolo dal vivo. L’emergenza sanitaria sopraggiunta in seguito alla diffusione dell’epidemia da Covid-19, ha messo in crisi le possibilità offerte ai lavoratori e alle lavoratrici dello spettacolo dal vivo, incidendo molto sulle occasioni professionali di giovani artisti che si a entrare nel mondo del lavoro. I partecipanti al progetto Lavoratorio, di età compresa tra i 18 e i 29 anni, rappresentano una delle fasce più colpite dalla crisi generata nel comparto culturale a seguito della pandemia. La circuitazione degli spettacoli teatrali, a causa delle chiusure che hanno interessato gli spazi culturali italiani, è stata bruscamente interrotta, diminuendo drasticamente le possibilità per i giovani artisti di immettersi sul mercato del lavoro e di avviarsi a una professionalizzazione dell’attività artistica.
Se da un lato si è verificato un ritorno al processo creativo, con la dilatazione del tempo concesso per le prove, dall’altro risulta necessaria un’urgente riflessione sui nuovi assetti distributivi che riguarderanno il comparto spettacolare nei mesi a venire. La grave insufficienza di opportunità di lavoro registrata in ambito culturale, fa da sfondo al progetto Lavoratorio che, oltre a contribuire al perfezionamento professionale degli allievi e delle allieve dell’Accademia di Arte drammatica Cassiopea, vuole essere una risposta innovativa alla crisi del settore. Di fatto, la costituzione di una compagnia che abbia al suo interno un’equipe completa, con attori, registi, drammaturghi, responsabili del management e della distribuzione e maestranze, mira proprio al centramento e all’autonomia professionale degli allievi che, terminato il percorso accademico e progettuale di Lavoratorio, saranno in grado di promuoversi sul mercato nazionale, potendo interamente contare sulle proprie forze.
Lo spettacolo che nascerà dalla costituzione di questa compagnia, godrà del sostegno produttivo dell’Accademia Cassiopea che, credendo fortemente nella necessità e nell’urgenza di investire sul futuro dei propri studenti, ne accompagnerà e faciliterà l’accesso al mondo del lavoro. Necessitando di ulteriori materiali tecnici e specifici, il progetto sposta alcune attività didattiche dai locali dell’accademia ad altre strutture deputate che collaborano in partnership con Cassiopea: il Teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma, che ospiterà prove, allestimento e debutto del lavoro creato durante il percorso di perfezionamento professionale, e la scenotecnica Scenario di Gianluca Amodio che supporterà gli allievi nell’assimilazione di competenze scenografiche utili a una creazione visuale originale e di livello professionale.
I docenti che hanno preso parte al progetto di perfezionamento professionale Lavoratorio, organizzato dall’Accademia Cassiopea, sono tra i più stimati professionisti nell’ambito delle performing arts. La scelta di includere tali eccellenze nel percorso di Lavoratorio è stata effettuata non solo per offrire agli allievi la possibilità di formarsi con i migliori operatori del settore, potendone osservare e apprendere le modalità di lavoro, ma anche per coinvolgere nel processo produttivo che si avvierà alla conclusione del progetto, professionalità integrate da anni in realtà culturali di rilievo nazionale e internazionale. Ciascun docente, promuovendo il Lavoratorio presso i propri circuiti lavorativi, esterni all’accademia, catalizzerà l’attenzione di operatori, critici, giornalisti, programmatori, teatri, festival sugli esiti della progettualità, potenziandone la visibilità e accreditandone la qualità presso le migliori strutture del sistema spettacolo italiano.
Per documentare e promuovere l’esperienza di costituzione di una compagnia professionale, attraverso le modalità innovative proposte dal progetto Lavoratorio, l’accademia Cassiopea ha incaricato la redazione della webzine di Theatron 2.0 di seguire il processo creativo realizzando uno Storytelling dedicato.Prendendo parte alle sessioni di lavoro in sala e negli spazi individuati per lo svolgimento del processo creativo, la redazione di Theatron 2.0 costruirà una narrazione digitale, alla cui creazione parteciperanno in maniera diretta gli allievi coinvolti nel progetto Lavoratorio, realizzando contenuti editoriali di vario genere. Come a redigere un diario di bordo, si produrranno articoli, approfondimenti, interviste, focus tematici, dedicati al processo di ideazione, organizzazione e svolgimento di Lavoratorio, integrati da foto e video, diffusi attraverso i canali social di Theatron 2.0.
Nasce a Napoli nel 1993. Nel 2017 consegue la laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo con una tesi in Antropologia Teatrale. Ha lavorato come redattrice per Biblioteca Teatrale – Rivista di Studi e Ricerche sullo Spettacolo edita da Bulzoni Editore. Nel 2019 prende parte al progetto di archiviazione di materiali museali presso SIAE – Società Italiana Autori Editori. Dal 2020 dirige la webzine di Theatron 2.0, portando avanti progetti di formazione e promozione della cultura teatrale, in collaborazione con numerose realtà italiane.
L’Accademia d’Arte Drammatica Cassiopea organizza un laboratorio di scrittura rivolto alla figura dell’attore/autore che attraverso un lavoro di creazione a partire dai progetti in cantiere dei partecipanti, siano essi in forma di idee o progetti già in stato avanzato, accompagna il lavoro nelle fasi di ideazione e di scrittura verso la progettazione che precede la messa in prova nello spazio scenico. La partecipazione è libera; per coloro che non abbiano seguito il primo step del corso è richiesto come unico requisito di portare un’idea di progetto di scrittura da sviluppare.
INCONTRO GRATUITO DI PRESENTAZIONE: 15 febbraio, ore 18.00
Il percorso didattico/formativo
Il laboratorio avrà quindi come oggetto l’incontro con la scrittura teatrale come mezzo per affrontare il lavoro attoriale e quello registico, e l’obiettivo di consolidare l’aspetto drammaturgico della propria opera in cantiere.
Ogni partecipante lavorerà creativamente e in maniera attiva a tutti i progetti con la possibilità di esplorare i diversi processi creativi messi in gioco facendo esperienza del lavoro di gruppo nella ricerca di un metodo che consenta di trasformare l’idea in opera.
Scopo del laboratorio sarà quello di arrivare a testi teatrali finiti accompagnati dai relativi progetti di regia.
Al termine del percorso, su richiesta, sarà rilasciato un Attestato di frequenza.
LEVIEDELFOOL è una compagnia teatrale fondata nel 2010 a Roma che vive del lavoro di e dei progetti artistici di Isabella Rotolo e di Simone Perinelli e della collaborazione con diversi artisti che lavorano alle singole produzioni della compagnia. Leviedelfool rappresenta i propri spettacoli in Italia e all’estero lavorando su drammaturgie originali e focalizzando il proprio percorso sui possibili nuovi linguaggi del teatro contemporaneo. Sede della compagnia è il Teatro Comunale di Calcata dove la compagnia ha creato nel 2012 il CALCATA TEATRO LAB, laboratorio permanente per le arti sceniche, e dove organizza incontri e workshop. Oltre al progetto di formazione, la compagnia si occupa di creare occasioni formative e creative attraverso workshop attoriali, di drammaturgia e incontri con il pubblico, al fine di proporre un nuovo tipo di rapporto tra pubblico e artista che permetta di abbattere le distanze e i ruoli e che non riduca l’espressione artistica teatrale alla mera rappresentazione di uno spettacolo, creando occasioni di dialogo aperto e scambio di competenze, esperienze e conoscenze. Nel 2010 la compagnia inizia un percorso di ricerca sul tema “Esistenza”, nato da una riflessione sull’opera e il pensiero di Albert Camus, che ha portato alla creazione della Trilogia dell’Essere, composta dai tre monologhi REQUIEM FOR PINOCCHIO (Premio Anteprima 2012, Premio Bianco e Nero della Civica Accademia di Arte Drammatica Nico Pepe 2012 e sostenuto da Concentrica), MACARON (Finalista Intransito 2013) e LUNA PARK (Finalista In-Box 2016 e Premio della Giuria popolare under 30 della selezione ‘In-Box Millennials’), presenti in molti teatri e festival di teatro contemporaneo in Italia (tra i più importanti ERA Festival, Teatri di Vetro, Trasparenze, Collinarea, Terreni Creativi) e all’estero a Oradea in Romania al Gala Trafcantului de Cultura International. Nel 2012 la compagnia viene chiamata a far parte del progetto biennale “Scendere da cavallo” indetto dalla Fondazione Pontedera Teatro, il quale si è concluso a giugno 2014 con lo spettacolo collettivo “Era delle Cadute”, presentato all’interno del festival Fabbrica Europa 2014. Dal 2013 la compagnia organizza a Calcata ITINERARIA FESTIVAL – Arti Sceniche in Transito, festival itinerante che, partendo da Calcata, trova durante l’anno altre tappe nel Comune di Modugno (BA) e nel Comune di Sarzana. Nel 2014 la compagnia è stata coinvolta nel progetto InArea, organizzato all’interno del Festival Collinarea. Progetto formativo con esito finale che ha visto coinvolte più compagnie con lo scopo di creare nell’arco di cinque giorni un evento spettacolare di chiusura del festival con i partecipanti al laboratorio. Il progetto formativo è stato poi declinato nel progetto RITO con la stessa formula e replicato all’interno dei festival Trasparenze, Collinarea e Itineraria nel 2015. Nel 2014 la compagnia ha partecipato al progetto della compagnia Biancofango ROMEO E GIULIETTA – Ovvero la perdita dei padri. prove di drammaturgia dello sport con gli adolescenti al Teatro di Roma con, percorso formativo della durata di un anno che ha portato alla messa in scena di uno spettacolo che ha debuttato al Teatro India e ha coinvolto 13 adolescenti (17/20 anni). Nel 2014 la compagnia ha lavorato a MADE IN CHINA – Postcards from Van Gogh, spettacolo prodotto dalla Fondazione Teatro della Toscana, che ha debuttato nell’autunno 2015 al Teatro ERA ed è stato rappresentato tra l’altro a Roma al Teatro Vascello all’interno del festival Teatri di Vetro 9, a Modena al Teatro dei Segni per Trasparenze, a Firenze al Cantiere Florida e al Teatro della Pergola. Nel 2015 la compagnia viene selezionata tra le 100 eccellenze creative del Lazio e inserita nella sezione Teatro della pubblicazione LAZIO CREATIVO -100 storie di creatività curata da Giorgio Nisini e Graziano Graziani. Dal 2015 la compagnia tiene laboratori intensivi di drammaturgia della scena in tutt’Italia. Nel 2016 la compagnia lavora al progetto HERETICO – Dopo questo apparente nulla, prodotto da Gli Scarti, in coproduzione con Armunia, Fabbrica Europa e Triangolo Scaleno Teatro / Teatri di Vetro, e con il sostegno di PimOFF, Teatro Era – CSRT, Straligut Teatro, NTC Nuovo Teatro delle Commedie, e che ha debuttato nell’autunno del 2017 ed è stato presentato in molti festival e teatri di spicco tra cui il Festival Città delle 100 scale, FabbricaEuropa, Teatri di Vetro, Armunia, al Teatro India di Roma, al Teatro Era di Pontedera e al Teatro della Tosse di Genova. HERETICO viene poi rappresentato al Kilowatt Festival di Sansepolcro dove ha vinto il bando Italia dei Visionari 2018 e al Festival Mirabilia di Fossano dove vince il premio miglior spettacolo dell’edizione 2019. Nel 2018 la compagnia lavora a YORICK – Un Amleto dal sottosuolo, coprodotto da Leviedelfool con la Fondazione Teatro della Toscana. Lo spettacolo ha debuttato il 13 ottobre al Teatro Era di Pontedera ed è stato poi presentato al Teatro Studio di Scandicci, al Nuovo Teatro delle Commedie di Livorno e Roma al Teatro India per Teatri di Vetro per poi essere presentato nella sua versione definitiva YORICK [reloaded] al Festival Inequilibrio a Castiglioncello, al Teatro del Giglio di Lucca e al Kilowatt Festival di Sansepolcro dove ha vinto il bando Italia dei Visionari 2019.
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
Una cartolina dall’Olanda: saluti da Parigi! Sotto: una foto di Hong Kong. Ecco il cortocircuito che prende vita e nella mente trasforma per qualche secondo un ombrellino cinese in un girasole in pieno stile “Van Gogh”. Due universi molto distanti, eppure vicino Hong Kong esistono fabbriche a cielo aperto interamente dedicate alla riproduzione di opere d’arte destinate al merchandising dei Musei.
Tra le opere più gettonate La Gioconda di Leonardo da Vinci e Dodici girasoli in un vaso di Vincent Van Gogh. Van Gogh, l’artista/operaio (846 tele, 1000 disegni, 821 lettere), e l’operaio/artista impiegato a Shenzhen. Da una parte il genio, la follia, il caso. Dall’altra la ricerca di un metodo infallibile per riprodurre miracoli su richiesta. Entrambi specializzati in girasoli ma scommettendo su destini diversi. Uno spettacolo su Van Gogh, ma soprattutto per Van Gogh.
Note degli autori
Lo spettacolo si svilupperà attraverso quadri, il cui flusso verrà interrotto da episodi a sé stanti che si esauriscono nel loro stesso compiersi. La ricerca scenica punterà a trovare delle note nuove circa il lavoro attoriale a due, cercando di contrastare quelle che sono le garanzie, ma anche i cliché, del rapporto uomo-donna sulla scena. Lo stile del tutto sarà suggerito dal titolo dello spettacolo. Richiamerà quell’universo kitsch ed effimero proprio dell’oggetto cinese a basso costo.
Un lavoro attoriale a due su una drammaturgia originale fortemente condizionata dall’opera del pittore olandese. La produzione pittorica, quella letteraria: le lettere a Theo, ma soprattutto quelle a Emile Bernard e alla sorella Wilhelmina. Il lavoro nasce da un’attenzione meticolosa ai dettagli degli ultimi quadri, quelli dipinti durante il periodo di maggiore agitazione psicotica. Proprio da quei dettagli il testo prende vita e scorre attraverso suggestioni e richiami a quattro dipinti scelti: “autoritratto con orecchio bendato”, “la sedia vuota”, “la notte stellata”, “la camera di Vincent ad Arles”.
Leviedelfool è una compagnia teatrale fondata nel 2010 a Roma che vive del lavoro e dei progetti artistici di Isabella Rotolo e di Simone Perinelli e della collaborazione con diversi artisti che lavorano alle singole produzioni della compagnia. Leviedelfool rappresenta i propri spettacoli in Italia e all’estero lavorando su drammaturgie originali e focalizzando il proprio percorso sui possibili nuovi linguaggi del teatro contemporaneo. Sede della compagnia è il Teatro Comunale di Calcata dove la compagnia ha creato nel 2012 il CALCATA TEATRO LAB, laboratorio permanente per le arti sceniche, e dove organizza incontri e workshop.
Oltre al progetto di formazione, la compagnia si occupa di creare occasioni formative e creative attraverso workshop attoriali, di drammaturgia e incontri con il pubblico, al fine di proporre un nuovo tipo di rapporto tra pubblico e artista che permetta di abbattere le distanze e i ruoli e che non riduca l’espressione artistica teatrale alla mera rappresentazione di uno spettacolo, creando occasioni di dialogo aperto e scambio di competenze, esperienze e conoscenze.
Nasce a Napoli nel 1993. Nel 2017 consegue la laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo con una tesi in Antropologia Teatrale. Ha lavorato come redattrice per Biblioteca Teatrale – Rivista di Studi e Ricerche sullo Spettacolo edita da Bulzoni Editore. Nel 2019 prende parte al progetto di archiviazione di materiali museali presso SIAE – Società Italiana Autori Editori. Dal 2020 dirige la webzine di Theatron 2.0, portando avanti progetti di formazione e promozione della cultura teatrale, in collaborazione con numerose realtà italiane.
Quando Requiem for Pinocchioè andato in scena sul palco del Thesorieri di Cannara, aprendo le danze di Strabismi Festival 2020, il teatro fronteggiava la ripresa, proponendo lo spettacolo dal vivo in sicurezza. Per l’alto senso di responsabilità che ha contraddistinto il lavoro degli organizzatori e delle organizzatrici della rassegna; per la solerzia di un pubblico che ha reso quel teatro un presidio d’arte e coscienza.
A poche settimane dalla conclusione del festival, il settore dello spettacolo dal vivo si trova nuovamente risucchiato in una bolla apocalittica che lo fa implodere in sé stesso. Nella nube di detriti che si leva da quest’ennesimo incendio d’intenzioni, finisce la vita di quanti hanno fatto dell’arte la propria professione, il proprio sostentamento.
Ecco che il Requiem non è più la funzione di congedo di un Pinocchio che, nell’imposizione del tramutarsi umano, rinuncia alla libertà d’essere ciò che desidera. Requiem è l’atto finale di un rito che, soffocato dal terreno umido della manovra politica che ne cosparge il capo, grida, a sordi orecchi, la necessità della propria funzione.
Con Requiem for Pinocchio, spettacolo del 2012, che, a otto anni dalla sua creazione, è capace ancora di innescare una riflessione archetipa sulla crudeltà dell’esistenza, della manipolazione imposta dalla società, della violenza del lavoro, Leviedelfool, compagnia romana formata da Isabella Rotolo e Simone Perinelli, intavola un discorso sul mito che parla di tutti noi. Perinelli, marionetta in Converse e calzoncini, continuamente rovescia i punti fermi di un racconto che viene scardinato e attualizzato con la lucidità propria dei bambini.
La favola che si fa manifesto pop, tra citazioni musicali e una partitura gestuale che trasforma Pinocchio in un “atleta del cuore” di artaudiana memoria, porta in scena una vita presa a frustate, catturata e poi condotta sulla strada della costrizione sociale.
In questa intervista Simone Perinelli e Isabella Rotolo approfondiscono la linea estetica de Leviedelfool, analizzando le tematiche e i metodi di creazione del loro Requiem for Pinocchio.
Requiem for Pinocchio è uno spettacolo che circuita da 8 anni, come è cambiato nel tempo, su cosa avete continuato a lavorare?
Simone Perinelli: I piani sono tanti e diversi, uno è sicuramente quello contemporaneo del mondo del lavoro in cui Pinocchio si destreggia . Ci serviamo di alcune critiche, di questo mettere in vetrina alcuni aspetti negativi del nostro quotidiano, per portare avanti una storia che ha a che fare con Pinocchio ma, soprattutto, con l’urgenza. Lo spettacolo cavalca delle tematiche trovando sempre la stessa forza interiore e la stessa risposta nel pubblico, forse perché tocchiamo delle corde universali.
Quel che è certamente cambiato è la nostra percezione: le tante repliche che si sono succedute negli anni ci hanno fornito tante chiavi di lettura che inizialmente non avevamo neanche individuato, delle sfumature, dei fantasmi che si sono palesati. Ahimè le cose non sono cambiate molto da quando avevamo immaginato Requiem for Pinocchio e questa cosa è positiva, quanto negativa ma è un dato di fatto.
Approfondendo il tema del lavoro, qual è il valore di Requiem for Pinocchio oggi rispetto alla scoperchiata questione delle lavoratrici dei lavoratori dello spettacolo dal vivo?
SP: Durante la quarantena sono rimasto in contatto con tanti colleghi che fanno questo mestiere da tanti anni e c’è stato anche chi non è riuscito a sopravvivere alla chiusura. La lamentela era forte, alcuni hanno cercato lavori altri dovendo convertire il teatro da professione in passione. Un discorso del genere, portato avanti da professionisti, assume dei risvolti molto gravi. Mi risuona, a tal proposito, la scena del colloquio tra Pinocchio e il suo datore di lavoro, in cui Pinocchio dice: «Devo tornare alla missione, sono artista, fui Pinocchio».
C’è un forte nesso in ciò con il nostro spettacolo, con il tempo presente, perché innesca una riflessione sul tema della vocazione: che fine, oggi, la vocazione? Il lavoro d’artista è veramente una missione, non dà alternative, è un mestiere immenso portato avanti attraverso delle scelte difficili, ma che soprattutto ricadono su se stessi. A un certo punto i teatri chiudono, c’è una pandemia, tutto sembra andare in fumo. Ecco perché, parlando di Pinocchio il mio pensiero va alla vocazione degli artisti.
Come si è avviato, a livello drammaturgico, il rovesciamento dei personaggi e il loro posizionamento nella realtà contemporanea, attraverso l’individuazione dei tipi psicologici della nostra società?
SP: Penso, ad esempio, alla fatina che abbiamo sottoposto a una lettura rivoluzionaria. Questo personaggio, che continuamente consiglia a Pinocchio di fare delle azioni che ne trasformino il sentire, la personalità, mi ha fatto pensare a tutta quella parte della società che nutre una fascinazione per la chirurgia estetica, per quella rinuncia all’autenticità volta abbracciare un’idea di sé, dettata da parametri imposti. Allora, mi sono chiesto, e se Pinocchio volesse essere semplicemente quello che è?
Nella fatina ho individuato il personaggio più negativo di tutta la storia, quasi più del gatto e la volpe, perché quella falsa bontà, che induce a subire un’imposizione esterna, sociale, è una menzogna dalla quale è difficile difendersi. In tutti i suoi incontri, Pinocchio rimane l’innocente deve destreggiarsi nel riconoscimento di tutto ciò che di negativo gli si manifesta intorno.
Geppetto è un uomo che usa le mani, lavora il legno, è un artigiano nel cuore, è l’aspetto veramente più umano della faccenda. Mi piaceva conferire a questo personaggio quella follia dell’eremita che, ritirandosi, crea un mondo parallelo. Stando lunghi periodi da soli, i pensieri assumono un’altra onda, è quella che Jung chiama “la vita in divenire”, quella fatta di pensiero, di immaginazione.
Isabella Rotolo:Il nostro Pinocchio è accompagnato da quattro adulti le cui azioni hanno a che fare con la manipolazione. Oltre alla fatina, abbiamo il datore di lavoro che è l’adulto che manipola in favore del sistema;Geppetto che pur di non manipolare si ritira; il giudice, l’adulto silente che guarda, ascolta ma che giudicherà quello che è stato fatto durante il viaggio;abbiamo invece salvato Lucignolo, trattandolo come un compagno di gioco, perchè è l’unico che veramente fa qualcosa insieme a Pinocchio, riscattando la grande solitudine, il senso d’abbandono del personaggio.
SP: Lucignolo è molto importante, è quell’amico vero che, pur rappresentando un esempio negativo, aiuta nell’individuazione, nell’accettazione del proprio daimon. Attraverso Lucignolo ritroviamo noi stessi.
Qual è stato il processo di costruzione della partitura fisica? In che modo il gesto si inserisce in quel sostrato di cultura pop che traslate sulla scena attraverso il portato testuale e la scelta musicale?
SP: Il lavoro fisico è stato importante fin dall’inizio. Appena è nato il testo, lo abbiamo portato sul palco. Essendo Pinocchio un impulso vitale, il movimento è stato la prima tappa di questo percorso. Puntiamo sul lavoro teatrale, sul fatto che la parola si manifesti per ultima, fuoriuscendo dal gesto come la lava fuoriesce da un vulcano. A livello di linguaggio, è questa la ricerca teatrale che portiamo avanti.
IR:Quando cerchiamo una partitura fisica per un personaggio, ci agganciamo innanzitutto a delle immagini: con Pinocchio per noi siamo partiti da quella di un carillon inceppato che, nel gesto, desse idea di una nevrosi data dall’impossibilità di essere quel pezzo di legno fantastico incastrato nel mondo reale. I suoi movimenti, i suoni che emette, le piccole risate, è come se contenessero il repertorio di azione che aveva imparato a fare nella fase intercorsa tra l’essere un pezzo di legno e la sua trasformazione marionetta. Come fosse l’evocazione del ricordo di ciò che era e di ciò che gli è stato negato.
Questa fisicità lignea è stata avanti anche in momenti come quello della corda o delle frustrate, che sono appunto molto fisici, e che ci sono serviti soprattutto a raccontare la crudeltà di questo mondo con un’azione decisa che andasse contro le parole. Nel saltare la corda, Pinocchio parla in versi, utilizzando un testo più poetico che accompagna un’azione quasi sportivo-agonistica che si fa metafora della fatica della vita.
Allo stesso modo, le frustrate, che si manifestano solo in un suono violento, hanno una ricaduta così fisica sul corpo di Pinocchio da riuscire a raccontare di più di qualcosa che, assecondando la didascalia, muove nella stessa direzione di ciò che viene proferito. Facciamo questa operazione per aprire i sensi, per capire quali visioni ulteriori possono nascere nell’incontro con lo spettatore.
Trattate la storia di Pinocchio come un archetipo, come materiale mitologico che si trasforma, facendosi strumento di lettura della realtà. Come cambia il mondo se viene visto con gli occhi di un bambino? In che modo, da adulti, avete scoperto o riacquisito questo sguardo?
SP: Ho sempre mantenuto uno sguardo ingenuo rispetto alla vita, trattenendo lo stupore per ciò che osservo. È qualcosa che consente di toccare un infinito, offrendo, allo stesso tempo, una grande ricchezza e una grande pena. Quando ho scritto Requiem for Pinocchio, lo sguardo del bambino mi ha aiutato a trovare visioni altre del mondo. Quello di Pinocchio è uno sguardo sull’esistenza. Quando, a 30 anni, ho riletto questo racconto mi sono davvero reso conto della mancanza del lieto fine e l’ho indagato, mantenendo quell’inclinazione ingenua dell’atto del guardare.
IR: Per quanto riguarda il discorso sul mito, cerchiamo proprio di lavorare in questa direzione. In particolare, su quella che poi abbiamo definito La trilogia dell’essere, siamo partiti da tre grandi archetipi: Pinocchio per raccontare la scoperta dell’esistenza; Ulisse per narrare la resistenza, attraverso il suo ritorno a Itaca; Don Chisciotte per affrontare quella che per noi era la soluzione esistenziale, una possibile risposta a tutte le grandi domande.
In generale, anche negli spettacoli più recenti, Yorick e Baccanti, per noi è molto importante l’aspetto del mito, proprio perché ci consente di scardinare il preconcetto che è legato a un archetipo. Assumere l’archetipo ci consente di trovare il senso profondo delle cose: ecco che Le avventure di Pinocchio diventano la scoperta dell’esistenza.
SP: Sono contento che tu abbia tirato fuori l’aspetto del mito, perché è importante rispetto al lavoro che facciamo a livello concettuale rispetto alla drammaturgia.
IR: Nel nostro Pinocchio il mito si intreccia con il mito pop: alla base vi è una modalità di stratificazione che non è semplice citazionismo. Quelle citazioni funzionano come delle scatole cinesi, si aprono porte che poi portano ad altre vie. Anche se non vengono colte singolarmente, nel loro complesso rappresentano un filo che permette di seguire la storia. Pinocchio è il nostro manifesto pop.
SP: Pinocchio, in primis, è un animale di scena, un animale da palco. Il mio paese dei balocchi si ispira a lui: è un palco su cui posso essere libero di fare il teatro che voglio.
Nasce a Napoli nel 1993. Nel 2017 consegue la laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo con una tesi in Antropologia Teatrale. Ha lavorato come redattrice per Biblioteca Teatrale – Rivista di Studi e Ricerche sullo Spettacolo edita da Bulzoni Editore. Nel 2019 prende parte al progetto di archiviazione di materiali museali presso SIAE – Società Italiana Autori Editori. Dal 2020 dirige la webzine di Theatron 2.0, portando avanti progetti di formazione e promozione della cultura teatrale, in collaborazione con numerose realtà italiane.
Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti per garantirti la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
Cookie
Durata
Descrizione
cookielawinfo-checkbox-analytics
11 months
This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
cookielawinfo-checkbox-functional
11 months
The cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
cookielawinfo-checkbox-necessary
This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
cookielawinfo-checkbox-others
11 months
This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other.
cookielawinfo-checkbox-performance
11 months
This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
viewed_cookie_policy
The cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data.
Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.