TESI DI LAUREA: Una lettura semiotica-coreutica di Tatiana nell’Onegin di Cranko
TITOLO TESI > Il segno di Tatiana: per una lettura semiotica-coreutica del personaggio di Tatiana nell’Onegin di John Cranko
ISTITUTO > Accademia Nazionale di Danza – Diploma accademico di I Livello in Danza Classica ad indirizzo-tecnico Analitico
AUTRICE > Federica Bonagura
INTRODUZIONE DELL’AUTRICE
Il segno di Tatiana: per una semiotica coreutica del personaggio di Tatiana nell’Onegin è una sfida e al tempo stesso una conquista. Esiste una semiotica della danza, un campo quasi inesplorato che va ad analizzare i segni di cui la danza si serve. Il motivo per cui ho deciso di affacciarmi a questo campo, è dettato dalla curiosità di indagare la significatività del corpo, ovvero come esso si renda espressivo naturalmente a partire dalla sua presenza al mondo e come questa significatività sia amplificata nell’arte coreutica e nella performance teatrale.
La danza in quanto comunicazione non verbale comunica attraverso il corpo in quanto presenza, e come scrive il sociologo canadese Erving Goffman il corpo trasuda espressione, riferendosi alla sua capacità innata di significare e perciò di comunicare qualcosa al mondo. Il danzatore non ha voce, o meglio, deve dar voce al suo corpo. La danza deve perciò supplire alla mancanza di parola e servirsi della sua presenza fisica per manifestare la sua intenzione.
Il balletto Onegin, il primo full-length ballet interamente inglese commissionato a John Cranko nel 1957 è stato definito “il balletto narrativo per eccellenza”. Quella di Cranko è una teatralità drammaturgica ben precisa, mai superficiale e la sua genialità sta nell’aver concepito il suo disegno coreografico intensificando al massimo la potenza espressiva del corpo dei danzatori. Dal punto di vista psicologico, coreografico e attoriale, è Tatiana il personaggio più interessante, ricco di sfumature di senso e coloriture espressive di cui il coreografo ne ha studiato al dettaglio la postura, la gestualità, la mimica e gli oggetti scenici iscritti nella rappresentazione scenica.
Mantenere alta la concentrazione e il piano di ascolto, adoperare la memoria emotiva e ricercare la credibilità del personaggio sono i doveri di un vero interprete. Quando l’intenzione di un movimento o di un’azione sarà naturale e vera basterà solo affidare al corpo l’esecuzione prettamente fisica e tecnica, facendo viaggiare la mente e l’anima sul piano dell’emozionalità e del coinvolgimento emotivo.
La credibilità in scena sarà resa solo quando un danzatore interpreterà svariati ruoli rimanendo sempre sé stesso, vivendo tante vite ripercorrendo la sua sola.
LEGGI LA TESI DI LAUREA > IL SEGNO DI TATIANA
Federica Bonagura nata a Napoli nel 2000. Si forma come danzatrice classica e contemporanea dall’età di 10 anni in varie scuole private, prima a Portici e poi a Napoli. All’età di 18 anni entra all’Accademia Nazionale di Danza di Roma al Triennio Classico ad Indirizzo Tecnico-Analitico, Scuola di Danza Classica. Si diploma all’età di 21 anni. Attualmente continua il suo percorso di perfezionamento, coltivando contemporaneamente la sua passione per gli studi umanistici.
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