Il decreto Sostegni bis ha introdotto una nuova indennità per la disoccupazione, denominata ALAS, rivolta ai lavoratori autonomi dello spettacolo a copertura degli eventi di cessazione involontaria del lavoro intervenuti dal 1° gennaio 2022.
In particolare, la nuova prestazione ALAS è destinata ai lavoratori autonomi dello spettacolo:
che prestano a tempo determinato attività artistica o tecnica, direttamente connessa con la produzione e la realizzazione di spettacoli;
a tempo determinato che prestano attività al di fuori delle ipotesi del punto precedente;
esercenti attività musicali.
La circolare INPS 14 gennaio 2022, n. 8 riporta i requisiti di accesso all’indennità ALAS e specifica la base di calcolo, la misura e la durata della prestazione. Sono indicati, inoltre, la decorrenza e le ipotesi di decadenza dal diritto alla prestazione, il regime delle incompatibilità e incumulabilità, le modalità per presentare eventuali ricorsi amministrativi.
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
Il settore dello spettacolo è sicuramente tra quelli che più hanno scontato gli effetti della pandemia: quasi 70mila in meno. Nel 2020 solo 261mila lavoratori dello spettacolo hanno avuto almeno una giornata retribuita. È quanto emerso dall’Osservatorio Gestione Inps 2021.
Nel dettaglio, il numero di lavoratori dello spettacolo con almeno una giornata retribuita è stati pari a 261.799, il 21% in meno rispetto al 2019. E quelli che hanno lavorato hanno avuto una retribuzione media annua di 10.492 euro e un numero medio annuo di 91 giornate pagate. Ciò dimostra che la difficilissima congiuntura ha provocato in primis una forte selezione con una quota elevata di personale escluso dall’occupazione e, in secondo luogo, la contrazione di giornate e retribuzioni di chi comunque ha potuto, pur con tutte le limitazioni, lavorare.
Dal punto di vista dei singoli gruppi professionali, emerge che i più colpiti sono stati conduttori e animatori, con una diminuzione del 40%. Dopo di loro, il settore musicale che ha fatto registrare una diminuzione oltre il 30% dei lavoratori. Particolarmente colpito poi il gruppo dei lavoratori autonomi esercenti, per i quali la retribuzione media nel 2020 si è praticamente dimezzata rispetto all’anno pre-Covid.
Mentre il gruppo degli Attori continua a essere il più numeroso con 61.706 occupati (23,6% del totale), gruppo in cui è rilevante la quota della categoria dei “Generici e figuranti speciali” che nel 2020 conta 37.088 lavoratori (maggiormente concentrati nel Lazio con 29.013 lavoratori). Rispetto al 2019 il peso del gruppo degli Attori è diminuito di quasi 2 punti, perdendo circa 22.500 unità. In crescita è il peso dei gruppi dei Lavoratori degli impianti e circoli sportivi (13,1% contro 11,1% nel 2019) e degli Impiegati (12,6% contro 10,9% nel 2019).
Invece, secondo i risultati dell’Osservatorio la distribuzione dei lavoratori dello spettacolo per area geografica di lavoro risulta che il 39,8% lavora nelle regioni del Centro, a seguire il Nord-ovest con il 26,7%, Sud e Isole con il 17,0% e il Nord-est con il 16,5%.
Molto differenti risultano i livelli retributivi tra le regioni: nel Nord-ovest, i lavoratori nel 2020 hanno percepito quasi il 35% in più (circa 14mila euro) rispetto al dato medio nazionale, nel Centro le retribuzioni medie risultano in linea con il dato nazionale, infine nelle altre aree le retribuzioni risultano decisamente inferiori. In termini di retribuzione media le regioni del Centro e del Nord-ovest hanno risentito meno l’impatto pandemico: stabile per i lavoratori del Nord-ovest ed cresciuta dell’1,6% per i lavoratori del Centro; ciò vale anche per le giornate medie retribuite (-5,8% al Nord-ovest e -3,7% al Centro).
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Molte persone si sono viste rifiutare la domanda per l’indennità onnicomprensiva per l’emergenza Covid, un bonus di mille euro destinato ai lavoratori in crisi a causa della pandemia e delle restrizioni imposte dal Governo per limitare la diffusione del coronavirus. A poterne beneficiare sono tutte le categorie che non sono rientrate nei primi provvedimenti e nei ristori concessi.
Lavoratori dello spettacolo.
Lavoratori stagionali in somministrazione o a tempo determinato del settore del turismo e degli stabilimenti termali.
Lavoratori dipendenti stagionali appartenenti a settori diversi da quello del turismo e degli stabilimenti termali.
Lavoratori intermittenti.
Lavoratori autonomi occasionali.
Venditori a domicilio.
Perché viene respinta la domanda per il bonus Inps di mille euro
Gli esiti delle domande per l’indennità onnicomprensiva e le motivazioni per cui sono state eventualmente respinte sono consultabili sia dal Patronato che dal cittadino sul sito dell’Inps nella sezione “Covid-19: tutti i servizi“, cliccando sulle voci “Indennità 600/1.000 euro” e successivamente “Esiti”.
Chi si è visto rifiutare la concessione del bonus, per non aver superato i controlli sui requisiti, può richiedere che la propria domanda venga riesaminata, come riporta il messaggio del 15 dicembre 2021 n. 143 della dirigenza dell’Istituto.
Ci sono diversi motivi che portano alla reiezione della domanda, in base a quali requisiti non vengono rispettati, identificati da un codice. Per chiedere il riesame è necessario fornire una documentazione specifica. Chi si è visto respingere la domanda per il bonus da mille euro, in genere, risulta scritto ad altre casse previdenziali, non ha un contratto di lavoro attivo nel periodo di riferimento o è stato assunto in attività che hanno un codice Ateco differente da quelli previsti dall’indennità onnicomprensiva.
Domanda respinta per il bonus Inps: come richiedere il riesame
Il termine non perentorio per presentare la richiesta di riesame per una domanda rifiutata è quello di 20 giorni a partire dalla pubblicazione del messaggio Inps del 15 gennaio, dunque bisognerà farlo entro il 4 febbraio 2021. Se il candidato non presenta la documentazione richiesta per dimostrare di avere i requisiti per accedere al bonus di mille euro, la domanda deve intendersi respinta.
Per inviare i documenti è necessario cliccare sulla voce “Esiti” nella sezione del sito dell’Inps relativa alle indennità Covid. Con un’apposita funzione in cui vengono esposti i motivi della reiezione è possibile allegare i file richiesti per il riesame.
È possibile inoltre inviare la documentazione alla struttura territoriale di competenza all’indirizzo email riesamibonus600.nomesede@inps.it, sostituendo “nomesede” con il nome specifico della struttura, ad esempio “romamonteverde” per far pervenire la richiesta alla sede di Roma del quartiere Monte Verde.
Per quanto riguarda le reiezioni forti, il richiedente può proporre un’azione giudiziaria.
Per informazioni dettagliate relative al riesame delle domande respinte per i lavoratori dello spettacolo invitiamo a consultare questo vademecum a cura della SLC CGIL.
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C.Re.S.Co chiede chiarimenti in merito ai ritardi nell’erogazione delle indennità Covid_19 previste per i mesi di aprile e maggio. Pubblichiamo il comunicato stampa relativo alla lettera aperta inviata ai responsabili INPS.
C.Re.S.Co. – Coordinamento delle Realtà della Scena Contemporanea – rappresenta un arcipelago di oltre 150 imprese e lavoratori dello spettacolo dal vivo diffusi su tutto il territorio nazionale: in virtù di tale composizione eterogenea C.Re.S.Co. ha privilegio di disporre di una visione vasta e articolata relativa alle complesse condizioni con cui i settori produttivi e culturali si stanno confrontando, nel tentativo di rimettere in marcia le attività dell’intero Paese.
Il Coordinamento sostiene da tempo la necessità di una strutturale riforma del welfare, al fine di riconoscere le specificità di un settore contrassegnato da un’assenza di tutele che l’emergenza epidemiologica causata dal Covid_19 ha reso ancora più evidente. A tale proposito, lo scorso 23 giugno, in occasione dell’audizione indetta dalla VII Commissione Permanente del Senato sull’impatto del Covid_19 sul settore della Cultura, il Coordinamento ha espresso la propria preoccupazione e la massima solidarietà nei confronti di tutti i lavoratori dello spettacolo che in questo momento versano in una gravissima condizione economica, in quanto al momento nessuno dei beneficiari delle misure di sostegno previste dall’art.89 del Dl rilancio ha ricevuto l’indennità prevista per i mesi di aprile e maggio 2020.
Per tale motivo C.Re.S.Co. ha inviato, mercoledì 24 giugno, una lettera al presidente dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, dottor Pasquale Tridico e alla direttrice dell’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale, dottoressa Gabriella Di Michele, in cui ha chiesto un immediato riscontro rispetto ai tempi di erogazione delle indennità previste, che ad oggi non sono stati comunicati nonostante le numerose richieste da parte del comparto. In un momento di emergenza in cui sono incerti e precari i tempi di ripresa, la mancata erogazione della indennità in oggetto pesa fortemente sulla possibilità di sopravvivenza dei lavoratori dello spettacolo che, oltre al danno subito dal blocco totale delle attività, attendono il sostegno previsto con un ritardo di due mesi. Si rende pertanto necessario porre rimedio a una situazione che, se non risolta tempestivamente, rischia di compromettere in modo irreversibile la salute del sistema dello spettacolo dal vivo e dei lavoratori di questo Paese.
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Con il Decreto Cura Italia del 17 marzo 2020, è stata prevista un’indennità per i lavoratori dello spettacolo dal vivo, come per gli altri autonomi, di 600 euro per il mese di marzo.
Le domande per usufruire della prestazione “indennità 600 euro” potranno essere presentate a partire dal primo aprile 2020 facendo richiesta a questa pagina. Pubblichiamo il tutorial diffuso dall’INPS esplicativo di tutti i passaggi per poter fare la domanda relativa all’indennizzo di 600 euro.
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