Kairos Italy Theater e KIT Italia annunciano gli spettacoli presentati durante la quarta edizione di In Scena! Italian Theater Festival NY, 7-21 maggio 2018.
Nei quindici giorni di Festival sarà presentato a New York il numero record di 12 SPETTACOLI, di cui otto (in italiano con sopratitoli o in inglese) di compagnie provenienti da tutta Italia, selezionati tramite bando su tutto il territorio nazionale. A questi si aggiungono due spettacoli di artisti italiani che risiedono e lavorano a New York e, come evento speciale, una produzione italiana che torna a New York a 28 anni dal debutto al La MaMa. Apre infatti il Festival Tutti non ci sono di D’Ambrosi/Teatro Patologico, nato a seguito della legge Basaglia per la chiusura dei manicomi, di cui si celebra quest’anno il quarantennale
La serata di chiusura sarà come di consueto dedicata al Mario Fratti Award, che premia un testo teatrale italiano inedito con la traduzione professionale in inglese e la presentazione nell’ambito del Festival sotto forma di lettura della versione inglese. Il testo vincitore quest’anno è La città che sale, frutto della scrittura a quattro mani di Marco Di Stefano e Chiara Boscaro. Importante novità di quest’anno è la pubblicazione delle opere premiate dal 2014 ad oggi, in traduzione con testo originale a fronte.
Fra le altre novità 2018 di In Scena! le collaborazioni con importanti partner americani, appositamente create per mettere gli artisti in diretto contatto con operatori potenzialmente interessati al loro lavoro. Da qui le specifiche sezioni tematiche del cartellone, come UNDER 25, WOMEN, LGTBQ e anche una dedicata al “teatro italiano made in USA”, che intende raccontare i percorsi di artisti italiani che lavorano ormai su suolo statunitense.
Diversi gli EVENTI a corollario del Festival: il docufilm “Shakespeare o the Rocks” di Alessandro Fabrizi e Enrico Parenti sul festival ecologico di Stromboli e alcuni incontri per portare avanti il dibattito a livello internazionale: una Conferenza internazionale sulle “Relazioni teatrali che cambiano, fra artisti, critici e audience” e alcune Infosession su questioni tecniche di particolare rilevanza, come traduzione e sopratitolazione. Anche quest’anno è stata inoltre attivata la collaborazione con altri Festival: attraverso Dominio Pubblico è stato selezionato lo spettacolo di teatro civile del giovane Alessandro Blasioli, mentre grazie a Milano Off F.I.L. Festival arriva a New York Giuseppina Facco con Le guerre di Angela.
Si riconferma inoltre le PARTNERSHIP con Italian Program, Montclair University per traduzioni e sopratitoli e quella con Free Verse, il programma di poesia portato avanti da NeON in collaborazione con il Dipartimento di Giustizia di NY, basato sull’incontro degli artisti di In Scena! con i poeti/detenuti in libertà vigilata. Per celebrare la quinta edizione del progetto Free Verse Meets In Scena! è prevista l’edizione di un volume con foto e testi bilingue. Fra gli spazi che quest’anno accolgono In Scena! si conferma il prestigioso Cherry Lane Theater (West Village), che ospiterà le prime due date del cartellone, e The Brick Theatre di Brookly, accanto alle realtà che da sempre ospitano il Festival: Casa Italiana Zerilli-Marimò, Berie Wohl Center, Istituto Italiano di Cultura, College of Staten Island.
In Scena! Festival di Teatro Italiano
SPETTACOLI
MADE IN USA A MOTHER’S HEART Di Daniela Dellavalle, adattamento e regia Tania Kass, con Alice Lussiana Parente, Selamawit Worku, Marianne Goodell – produzione Ambrosia/New York
“Cuore di Mamma” della triestina Daniela Dellavalle e adattato in inglese da Tania Kass, è stato messo in scena in Italia per poi approdare a New York nel 2016 con la regia di Kathy Gail MacGowan. Selezionato per il Midtown International Theater Festival nel 2017, il testo è stato oggetto di una seconda edizione newyorkese curata dalla stessa Kass. Drammatica storia sui rapporti interfamiliari malati, è ambientata nel reparto carcerario di un ospedale dove la protagonista affronta una psichiatra per aver ucciso il padre, ma il suo movente non è la pazzia.
DHANA AND THE ROSEBUDS Diretto da Federica Cellini, con Ali Evarts, Valerie Fenton, Lia Johnson, Lauren Kieler, Natasha Preston; Musica composta e improvvisata da Irene Jalenti – Produzione Dhana/Washington
Tratto da una sceneggiatura originale, il lavoro indaga sulla ricerca dell’identità femminile in una situazione drammatica come quella della perdita delle proprie origini in un paese martoriato dalla guerra. Un viaggio dall’Occidente alla Siria, una storia di riconciliazione tra il Medio Oriente e l’Occidente.
A Mother’s Heart – In Scena! 2018 Selamawit Worku, Alice Lussiana Parente ph Michele I Arazi Copyright
MADE IN ITALY
ECHOES (vedi qui l’intervista video a Lorenzo De LIberato) di Lorenzo De Liberato, regia Stefano Patti, con Marco Quaglia, Stefano Patti – Produzione Umanism NY e 369gradi/Lazio
Lo spettacolo arriva a New York dopo il Fringe Festival di Edimburgo e una breve tournée Inglese Un duello i cui protagonisti si studiano e si attaccano con appassionata crudeltà. Il massacro, principalmente dialettico, avviene in bunker dove affrontando temi come l’Amore, il Potere, l’Economia e la Religione si porta avanti un’analisi sull’uomo e sulle sue paure.
HAPPY MARY / WOMEN di Lorenza Pieri, drammaturgia di Roberta Lena, Laura Magni e Lorenza Pieri, regia di Roberta Lena, con Laura Magni, creazione luci di Agostino Nardella, scenografia di Jacopo Valsania, costumi di Roberta Vacchetta, fonica di Luca Vicinelli – Produzione QL3/Lazio Vincitore V edizione “I Teatri del Sacro”
Spettacolo irriverente e rispettoso della sacralità, comico e commovente, che celebra la donna e la sua forza di riscatto attraverso una ricerca appassionata e inaspettata sulla figura di Maria. Secolare archetipo femminile, qui non è una mater dolorosa, ma una donna forte e capace di felicità.
LE GEMELLE MEJERCHOLD regia di Davide Schinaia, con Francesca Airaudo e Giorgia Penzo, musica dal vivo di Tiziano Paganelli, costumi Paul Mochriev – Produzione Città Teatro 2013-2014 con il contributo di Provincia di Rimini e Regione Emilia Romagna Tra commedia dell’arte e vaudeville, passando per pantomima e opera lirica, i due dirompenti personaggi si esprimono attraverso un linguaggio prevalentemente mimico, grammelot e canto, pescando in un repertorio originale in cui si possono riconoscere temi “vintage” riarrangiati per duo vocale e fisarmonica.
LE GUERRE DI ANGELA di e con Giuseppina Facco, regia Annapaola Bardeloni, collaborazione drammaturgica Andrea Bavecchi, effetti sonori Stefan Gandolfo, PRODUZIONE INCADENZA, in collaborazione con Milanooff Fil festival, Nuvole associazione teatrale e Smov Eventi/Liguria
Un periodo storico non lontano da noi: La Grande Guerra. A casa sono rimaste le donne: mogli, madri, figlie. E quattro donne di nome Angela: una maestra, una contadina, una prostituta e la moglie di un ufficiale. Un’unica grande storia.
QUESTA E’ CASA MIA / UNDER 25 Scritto, diretto e interpretato da Alessandro Blasioli Premio NUOVOImaie miglior interprete maschile 2017, Miglior Corto teatrale Festival Inventaria, Miglior Testo, Miglior Corto e Miglior Attore – II ed. Gran Premio 2.0 Produzione Alessandro Blasioli/Abruzzo, in collaborazione con Dominio Pubblico e NUOVOImaie
Monologo di teatro civile derivato da un corto pluripremiato, racconta i momenti successivi al sisma e le scelte Statali per farvi fronte nella sventurata storia di una famiglia aquilana e di un’amicizia, travolta dalla potenza della natura e dall’iniquità dell’uomo. Da un giovanissimo autore l’intento di responsabilizzare il pubblico con un’opera “per i morti, a monito dei vivi”.
STRIA /WOMEN Di Claudia Donadoni, con Claudia Donadoni – Giovanni Bataloni ( musica dal vivo), regia Sergio Stefini con supervisione Marco Baliani – Produzione TDA teatro/Lombardia
Storia di violenza sulla donna ai tempi dell’Inquisizione, profondo lavoro sulla lingua e sulla voce, con particolare attenzione alla ricerca del linguaggio e musica dal vivo. La lingua lombarda si mischia all’italiano, recuperando il bagaglio storico e culturale delle genti contadine, mentre la voce si fa strumento musicale, anche filtrato o “orchestrato” elettronicamente (loop) da tastiera, flauto dolce, fisarmonica e percussioni.
ULTIMA NOTTE MIA – Mia Martini, una vita. Di Aldo Nove, con Erika Urban, regia Michele De Vita Conti – Produzione Erika Urban/Lombardia
Dal libro di Aldo Nove dedicato a Mia Martini, un malinconico monologo, racconta una donna e il suo destino e lo spegnersi poco a poco di una vita gigantesca. Una storia che ha una valenza universale come monito contro l’ignoranza e i preconcetti.
F.M. E IL SUO DOPPIO /LGTBQ Scritto, diretto e interpretato da Fabio Marceddu – Produzione Teatro dallarmadio/Sardegna Festival “Le voci dell’anima” premio del pubblico
Il mondo che cambia attraverso lo sguardo di un adolescente inquieto, alla ricerca del suo “Ego stabile”, in un lavoro di “teatro non teatro”. F.M è il racconto di una vita, il cui motore è il teatro. F.M. è fabio marceddu, ma è anche maschile e femminile, è anche Frequenze Medie, perché la verità sta sempre nel mezzo.
DEGEN(D)ERATION – Il fantasma della tribade /LGTBQ scritto, diretto e interpretato da Francesca Falchi, Musiche e video BRIGATA STIRNER (Arnaldo Pontis/Roberto Belli), Coreografie Donatella Martina Cabras, Costumi Alessia Marrocu – Produzione L’Eccezione/Sardegna
Ritratto della condizione femminile in epoca fascista. Video, suono, coreografia e costumi sono parte essenziale della drammaturgia. Seconda puntata di un progetto teatrale su lesbismo e totalitarismi, dopo “Der Puff” presentato nella scorsa edizione di In Scena!
Infine, per la sezione letture (in traduzione inglese) saranno presentati:
In Vino, di Leo Foti, sceneggiatore e regista italiano adottato in USA. Il testo è un adattamento dell’omonimo film con Edward Asner e Sean Young.
I vicini di Fausto Paravidino, testo selezionato per l’Italian Playwrights Project curato da Umanism e dal Martin E.Seagal Theatre Center. La prima edizione In Scena! 2013 è stata inserita fra gli eventi ufficiali dell’Anno della Cultura Italiana negli Stati Uniti, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, del Ministero degli Affari Esteri e dell’Ambasciata italiana a Washington, D.C..
Da allora il Festival è stato presentato con le principali Istituzioni italiane in USA, fra gli altri: Casa Italiana Zerilli-Marimò at NYU, Istituto Italiano di Cultura di New York, Consolato Generale d’Italia, Ambasciata Italiana a Washington D.C.. Si avvale inoltre di importanti media partner come La Voce di NY, International Radio Salon e teatroteatro.it.
Calendario dettagliato e aggiornamenti su www.inscenany.com – www.kitheater.com – www.kititalia.it
Le Guerre di Angela con Giuseppina Facco per la regia di Anna Paola Bardeloni ha già partecipato a festival di grande rilievo a livello nazionale: al Torino Fringe Festival nel 2016 e al Milanooff Fil Festival nel 2017. Grazie a questa ultima esperienza Le Guerre di Angela è stato notato e scelto tra le 5 proposte da presentare per la selezione del New York Italian Theatre Festival In Scena! 2018 ed ha vinto, entrando a far parte della programmazione del Festival che si svolgerà nel Maggio 2018 a New York. Il New York Italian Theatre Festival In Scena! 2018 è il primo festival di teatro in Italiano organizzato nei 5 distretti di New York da Kit Italia e Kairos.
Le Guerre di Angela: 1915. La guerra è da poco iniziata. Gli uomini tutti partiti. A casa sono rimaste le donne: mogli, madri, figlie. Il mondo cambia, in pochi mesi. La vita di tutte le donne italiane cambia. Le Guerre Di Angela ci porta lì, nella guerra, con loro e ci racconta della vita di quattro donne, una finestra sul loro mondo. Una maestra di Udine, una contadina delle campagne prossime ai territori del confine, una giovane prostituta e una donna appartenente alla borghesia, moglie di un ufficiale. Ognuna porta con sé storie e fatti di persone realmente vissute, che sono giunti fino a noi attraverso diari e le lettere che i soldati scrivevano dal fronte. Quattro donne di nome Angela. Ognuna legata nella sua vita ad un uomo di nome Gino.
Questo “quartetto di voci” ci ricondurrà, attraverso le diverse esperienze e situazioni, nella guerra più atroce e subdola del XIX secolo. Quattro storie intrecciate, che riportano le testimonianze di una popolazione ignara persino del perché si stesse andando a combattere. Gente che, ancora peggio, fu convinta da azioni propagandistiche che si sarebbe andati a combattere una guerra giusta, che si sarebbe conclusa con una semplice “scazzottata” e che avrebbe visto un’Italia vincitrice, insieme con le altre Potenze alleate. A chi si arruolava venivano promesse terre, denari, riconoscimenti e trionfi. Così, lasciando a casa famiglie, madri, mogli e figli, centinaia di migliaia di uomini partirono per non fare mai ritorno. Quello che ha colpito gli autori è stato soprattutto scoprire – attraverso le letture di documenti ritrovati – quanto in quel tempo fosse importante, per chi sapeva scrivere, lasciare testimonianza attraverso i propri diari: forse un modo per non sentirsi perduti, per non sentirsi soli. Le guerre di Angela è un tentativo di rispondere a questo loro grido – giunto fino all’epoca contemporanea – e dare voce alla loro volontà di portare fino all’attualità le loro storie per non farsi dimenticare.
Al progetto di Giuseppina Facco ha collaborato lo storico e ricercatore fiorentino Andrea Bavecchi, che ha fornito importantissime documentazioni diaristiche e che, con la sua grande conoscenza storica del periodo, ha dato un prezioso contributo di idee e testimonianze. Ha inoltre fornito un importante supporto il dottor Franco Mazzetta, medico savonese che ha permesso di integrare nel testo le lettere che sua nonna riceveva dal marito, ufficiale al fronte. Ha reso così possibile dare vita al personaggio di una delle quattro Angela.
Giuseppina Facco ph. Marco Toschi
Ideazione dello spettacolo: genesi creativa e riferimenti scenici
Le Guerre Di Angela è nato in un periodo molto particolare. Era appena finito un lavoro al CTB di Brescia, lisistrata , colei che scioglie gli eserciti, di Andrea Battistini. Una singolare visione della Guerra vissuta dalle donne. In chiave ironica, divertente. Avevamo toccato argomenti terribili nei quali ci eravamo immersi trasformandoli in un dramma giocoso. Ho avuto una nonna che mi ha trasmesso tanti ricordi legati alla guerra, la Seconda. Sono cresciuta con quelle storie raccontate con quella magia e quell’ironia che solo lei sapeva usare. Storie di persone, valori, sentimenti, passioni, di vita quotidiana. Da qui è nata l’Idea di scrivere qualcosa sulla Guerra in chiave tutta mia. Ma fu dopo l’incontro con Andrea Bavecchi, storico fiorentino esperto in tecniche belle e grande conoscitore della Grande Guerra, che tutto prese forma.
Conobbi Andrea a Bologna e gli raccontai del mio progetto. Lui ne fu entusiasta e mi regalo il suo libro: ” Il dovere o la ragione, Diario di Un cecchino italiano a Sella Nevea”, uno dei diari di soldati che lui stesso aveva ritrascritto e tradotto in lingua italiana ( il manoscritto originale presentava forti inflessioni dialettali e la condizione in cui era stato ritrovato aveva lacune emancanze). Era un ragazzo che scriveva, un ragazzo giovane, sui vent’anni. Raccontava della sua esperienza in guerra e della prigionia. Quando mi accorsi che quello che stavo leggendo non era un semplice libro, ma un diario e che quelle parole erano state scritte da lui mentre realmente viveva quelle situazioni così difficili e tremende e che le sue parole erano un modo per restare vivo, sentivo che quegli scritti erano indirizzati proprio a me che 100 anni dopo li leggevo. Scoppiai in un pianto di commozione. ” dalla Patria non arriva niente di niente, ma è vero, come io credo, che siamo stati dimenticati al nostro destino e compito di sofferenti prigionieri.
Io, da parte mia, spendo le mie corone, che avevo nascosto al momento della cattura, per un calamaio, un pennino attaccato ad uno stecco di legno, un po’ di inchiostro e una matita che devo strusciare su una pietra appuntita, visto che non è permesso tenere coltelli o rasoi. La carta, altro patrimonio raro, la prendo qua e la’ a seconda di quello che trovo. Il responsabile austriaco della baracca, che fa anche da contrabbandiere, non credeva ai suoi occhi quando gli ho allungato 15 corone per un pacco di questa cancelleria, abituato com’è di ricevere denari in cambio di indumenti, cibo e medicine. Penso di non avere speso male i miei soldi perche voglio ordinare il mio diario giornaliero, che ho tenuto in questi 11 mesi di guerra trascorsi per lasciare qualcosa di mio, non solo a me stesso, ma ad altri, che possano imparare, capire e rivivere in una maniera comprensibile e leggibile, quello che ho vissuto da solo o con altri”. [Andrea Bavecchi, Davide Tonazzi (a cura di), Il dovere o la ragione, Alpi Giulie, Ottobre 1917 – Diario di un cecchino italiano a Sella Nevea]. E così ho deciso di prendere le testimonianze di tanti altri come lui e di raccontarle per non dimenticare le loro parole, i loro pensieri e le loro storie. Perchè anche noi possiamo imparare, capire e rivivere. Nacque così, con l’aiuto di Andrea e di Annapaola, Le Guerre Di Angela.
La storia di quattro donne: introduzione dell’opera drammaturgica e descrizione delle dramatis personae
Quattro donne di nome Angela. Ognuna legata nella sua vita ad un uomo di nome Gino. La prima che incontriamo è la maestra, che irrompe nella sala redarguendo brutalmente i suoi allievi, in lacrime per la partenza dei loro padri e li esorta a non piangere, a non “frignare” come donnicciuole, perchè piangere è azione vile. Dovrebbero essere invece fieri e felici per la fortuna che i loro padri hanno avuto, di poter partire e andare a combattere per la Patria, in nome di una guerra giusta, che porterà l’Italia alla Libertà. La figura della Maestra incarna l’Interventismo, quella “parte d’Italia favorevole” alla Guerra, che sosteneva che si sarebbe andati a combattere una guerra giusta, che si sarebbe conclusa con una semplice scazzottata. A chi si arruolava venivano promesse terre e trionfi e così, migliaia di uomini partirono per non fare mai ritorno ( da Angela Contadina: ” e noi dovevamo sposarci… beh lui voleva farlo subito prima di andarsene, ma gli hanno detto che la guerra durerà poco e che quando tornerà gli daranno tanti tanti soldi e così noi potremo sposarci subito senza chiedere niente a nessuno” .
Da Angela Maestra: ” ma ragazzi ma vi immaginate quando la Guerra sarà finita? Ve li immaginate tornare da eroi? Li accoglieremo in trionfo! I loro nomi saranno incisi nella storia dei Secoli, per sempre.[…] ma guarda che i nostri soldati sono dei privilegiati, io li leggo io bollettini. Al fronte si sta bene, si dorme in alloggi, c’è cibo in abbondanza, e il nemico fugge alla vista degli Italiani!”)
Per creare il personaggio della Maestra mi sono avvalsa della figura di Mussolini, che ai tempi era socialista interventista. Ho letto documentazioni inerenti ai suoi discorsi del periodo ed anche gli articoli che giornali del tempo, quali “il Corriere Della Sera”, pubblicarono nei giorni in cui l’Italia entrò in guerra. Arriva poi Angela Contadina, che troviamo nell’aia, intenta a sbucciare mele, che ci dà un quadro esaustivo di cio’ che era la realtà delle donne di quel tempo: il suo promesso sposo, Gino, è partito per il fronte, come tutti gli uomini della comunità. La vita è più dura, e fanno tutto le donne, anche i lavori degli uomini, ma SE SI VUOL CAMPARE, SI DEVE ANDARE AVANTI. Racconta della difficoltà nell’andare avanti ogni giorno senza notizie dal fronte ” Chissà Gino lassù come sta…”… e così decide di non aspettare più e di unirsi a quei gruppi di donne che durante la Guerra, nei territori della Carnia, salivano ogni notte su per le montagne per rifornire i soldati al fronte di cibo, vestiti, munizioni e armi, rischiando la vita ogni giorno. Mi sono dedicata ed ispirata alla figura di Maria Polzner Mentil, portatrice carnica diventata simbolo di questo movimento femminile, uccisa il 16 febbraio 1916 da un cecchino austriaco.
La terza Angela è la moglie dell’ufficiale, che ci fa scoprire un altro aspetto della vita delle donne del tempo: quelle del ceto della borghesia, che restavano a casa, impotenti, ad attendere i mariti al fronte. Una fitta corrispondenza di lettere unisce questa Angela a Gino, suo marito, ufficiale al fronte, ma la censura, impedisce loro di comunicare liberamente e requisisce numerosi scritti. “ma non capiscono quanto sia importante per noi? e non capiscono che quando una lettera non arriva la vita ci passa davanti… e anche la morte.” E cosi, lei e il marito escogitano un sistema per controllare se le lettere spedite arrivano davvero, numerandole. Angela moglie durante lo spettacolo legge alcune lettere che mi sono state regalate dal medico savonese Franco Mazzetta e che appartennero ai nonni.
L’ultima figura che incontriamo Angela prostituta, una giovanissima ragazza che, dopo avere perso padre e fratello, si vede costretta a vendersi per mantenere la madre, malata ed inferma. È così capiamo Che in questo tempo così difficile, la donna non è soltanto custode della Patria e della casa, ma anche oggetto di desiderio e figura di conforto, che accompagna il militare nella durissima realtà della Guerra. ” Sai…non tutti vogliono fare l’amore: alcuni di loro vogliono solo parlare…e mi raccontano…”
Fonti e documentazione storiche. Come si è strutturata la collaborazione con Andrea Bavecchi?
Andrea è uno storico fiorentino, esperto in tecniche belliche e grande conoscitore della storia della Prima Guerra Mondiale. Si è interessato al mio progetto da subito e lo ha abbracciato con grande entusiasmo e generosità. Il suo contributo è stato preziosissimo. Lui mi ha fornito numerose testimonianze e mi ha aiutata nella stesura del testo. possiede 14000 Volumi riguardanti la Grande Guerra in tutte le lingue e circa 30.000 documenti tra lettere diari foto e quanto altro. Si è sempre occupato della diaristica durante la Prima guerra mondiale approfondendo la battaglia di Caporetto. La sua competenza è davvero indiscussa. La nostra collaborazione ha portato a buonissimi frutti in poco tempo, ci siamo sempre trovati d’accordo su che tipo di informazioni utilizzare e le nostre idee erano sempre congruenti. È stato davvero un bel lavorare, lo rifarei altre mille volte! Poter approfondire così tanto un argomento storico così vasto e delicato è stato per me un dono. Ho letto per circa un anno… Prima in modo confuso e sparso, ma poi mi sono dedicata alla lettura dei diari e delle lettere, approfondendo la vita dei soldati e concentrandomi su fatti di ordinaria quotidianità. È da qui sono nati i personaggi delle 4 Angele, nati dalle storie che ho incontrato leggendo i diari e le lettere che i soldati scrivevano dal fronte .
Che tipo di lavoro durante le prove hai svolto con la regista Anna Paola Bardeloni?
La regia de”Le Guerre di Angela” Non poteva che essere affidata ad Annapaola. Lei per me è un’artista incredibile, riesce a penetrare dentro l’anima quando lavora, sia quando dirige, che quando recita (Annapaola è anche una grandissima attrice). Conosco Annapaola da molti anni, sono stata sua allieva e ho sempre seguito il suo lavoro. Il suo linguaggio è sempre molto chiaro per me, e non sto parlando soltanto del rapporto “attrice-regista”, ma anche di quello “spettatrice-artista”. Ho imparato molto da lei. È riuscita a rendere il mio testo ancora più umano, denso di sensi che io scrivendo non avevo colto. Io avevo scritto le quattro storie, le Angela è già esistevano e così le loro vite e le loro esperienze, ma Annapaola le ha arricchite e mi ha aiutato a capire i loro pensieri, a cogliere davvero i loro problemi e le loro necessità e mi ha aiutata a rendere i 4 personaggi a tutto tondo e creare quattro figure umane e reali.
Giuseppina Facco ph. Marco Toschi
Dal Torino Fringe Festival a New York passando per Milano. Quali sono i tuoi ricordi rispetto a queste esperienze, quali le reazioni del pubblico?
La storia di Angela è partita proprio dal Torino Fringe festival nel 2016. Le Guerre di Angela ha partecipato al suo primo festival nel 2016, al Torino Fringe Festival. Conoscevo il Fringe e sapevo fosse uno dei festival più sentiti a livello di partecipazione collettiva. Se Festival è condivisione e poter far conoscere il proprio lavoro a tanti, in un clima di festival e di celebrazione del teatro, posso dire a posteriori che il Torino Fringe festival ne assolve pienamente il compito. Al fringe ho vissuto una esperienza unica, emozionante, ho conosciuto il lavoro di tanti e ho fatto conoscere il mio, e le guerre di Angela avuto una bellissima storia: i festival funzionano con il passa parola e il mio lavoro è entrato nel cuore di tante persone.
Ogni volta che terminava una replica, la cosa più bella era vedere le persone che mi aspettavano emozionate nella platea o fuori dal teatro per esprimermi il loro calore, per fare domande e per condividere a loro volta con me le storie dei loro nonni o bisnonni. Noto sempre un grande trasporto e un grande coinvolgimento e questa per me è la risposta più importante. Grazie alla selezione al Milanooff Fil Festival 2017, presente a Milano nel giugno2017 con 50 spettacoli replicati per tutti i giorni per 8 giorni, le Guerre di Angela è stato scelto attraverso i commenti del pubblico e il giudizio di una commissione qualificata, tra i 5 spettacoli che In Scena! Avrebbe dovuto valutare per poi sceglierne uno da inserire nel cartellone ed ha vinto, entrando a far parte della programmazione del Festival che si svolgerà nel Maggio 2018 a New York.
Il festival è una grande occasione di scambio e ponte culturale tra l’Italia e l’America.
Sono curiosissima ed impaziente di arrivare al festival e poter vivere questa esperienza. Sono in contatto con le due organizzatrici, Laura Caparrotti e Donatella Codonesu da alcuni mesi ed è sorprendente quanto siano attive, disponibili e presenti. Il Team di In Scena si sta preoccupando di fornirci tutto ciò che ci permetterà di poter svolgere al meglio le nostre performance. L’organizzazione è ottima.
La mia impressione è che sarà un’esperienza davvero densa e piena di appuntamenti, di possibilità di far conoscere il proprio lavoro e di condividerlo e soprattutto di conoscere nuove realtà. La comunità italiana è coinvolta attivamente e così i cinque distretti di New York in cui il festival sarà presente.
Oltre alle ragioni specifiche che portano alla scelta dei singoli spettacoli, In Scena! Vuole portare a New York un’immagine il più possibile variegata del teatro italiano, che rispecchi la vivacità culturale e linguistica presenti nel nostro Paese. Questo credo sia un aspetto importante, e una grande iniziativa per poter creare un ponte culturale permanente tra l’Italia e l’America.
di e con Giuseppina Facco In collaborazione con Andrea Bavecchi regia Annapaola Bardeloni Effetti sonori Stefan Gandolfo età Tout public durata 60 minuti
OnStage! e In Scena! – Festival di arti performative tra Usa e Italia
Cinquanta stelle che corrispondono agli stati federati e tredici strisce per ognuna delle colonie originarie. Il sogno del self made man, di chi può farcela partendo dal basso. L’East Coast, la West Coast e in mezzo la Route 66. Un immaginario che mette insieme Hollywood, il mito western, il patriottismo, la musica country, il blues e il primo uomo sulla luna.
La “terra dei liberi, la patria dei coraggiosi” recita il testo di The Star-Spangled Banner, composto nel 1814 da Francis Scott Key e adottato come inno nazionale nel 1931, con la firma del presidente Herbert Hoover. Cosa può essere l’America per una donna o per un uomo italiano e cosa può essere l’Italia per una cittadina o cittadino americano?
Onstage! e In Scena! sono due festival speculari in questo. “Sono due sorelle, sono due gemelle e sono diverse perché l’ambiente è diverso” dichiara Laura Caparrotti, una dei tre organizzatori delle due rassegne. “Il gemello grande in America nasce nel 2013: una settimana con tre spettacoli, alcune letture teatrali e una opening night celebrativa perché era l’anno della cultura italiana negli Stati Uniti. Nasce con l’idea di andare in tutti i cinque distretti di New York e di fare un festival totalmente gratuito, in modo da attirare varie etnie e tante persone. Il fatto che noi abbiamo deciso di andare in tutti i luoghi possibili ha creato un festival diverso e interessante. Un festival “diffuso” sicuramente con tutte le accezioni che viene dato al termine.
Siamo arrivati ad avere in cartellone, per l’edizione 2019, dodici compagnie per due settimane, tutti i giorni a volte con due spettacoli in due punti diversi e distanti della città. Dal 2014, è presente anche il premio Mario Fratti, il grande drammaturgo che ritorna spesso da noi per la premiazione del vincitore. Al settimo anno di programmazione è ancora una cosa bella far conoscere il teatro italiano in America poiché lo si conosce poco, a parte i Motus, il Teatro del Carretto e Il Piccolo di Milano che veniva ogni anno al Bam, dove arrivano tutte le compagnie straniere, quando Giorgio Strehler era vivo. L’idea è quella di far vedere cosa succede di bello, di importante in Italia”.
E c’era bisogno di far conoscere anche qui da noi quello che succede oltreoceano. L’America è di scena non è solo un sottotitolo, ma è anche il primo dato che è emerso dal programma fitto. Articolato in sette intensi giorni, dal 21 al 27 gennaio. Un festival che si è svolto prevalentemente negli spazi dell’Off/Off Theatre, del Teatro di Villa Torlonia e la Sala Squarzina del Teatro Argentina.
Il suo nome OnStage! è ben aderente con la realtà. In scena è andato l’American Life, con le sue luci e le ombre, la vita che entra negli spettacoli e nei testi, in modo forte e deciso. E questo è un ulteriore elemento, una traccia per il futuro. Il valore aggiunto che si trova nel libero scambio di persone, opere e idee. Nelle differenze umane, quell’ingrediente speciale che, quando è presente, può rendere il mondo un posto migliore, simile ad una casa da abitare.
Nato con il patrocinio di United States Embassy to Italy e Municipio Roma1 Centro, OnStage! è stato organizzato da Kit Italia che dal 1996 promuove la cultura italiana all’estero, The International Theatre, associazione culturale nata nel 1994 con l’obiettivo di portare in Italia il teatro internazionale, e Kairos Italy Theatre, compagnia di teatro italiano a New York City, punto di riferimento internazionale del Teatro Italiano.
Il nostro racconto a posteriori testimonia la soddisfazione, l’entusiasmo, la lungimiranza e un po’ di fatica fisica che trapela dalle voci degli organizzatori. Due di loro, Laura Caparrotti, la referente italiana che cura le relazioni Usa e Tomaso Thellung de Courtelary, il produttore esecutivo. Li abbiamo incontrati al termine di una domenica pomeriggio uggiosa. La direzione artistica è curata da Donatella Codonesu.
“Donatella è la terza componente nel gruppo – precisa Tomaso Thellung de Courtelary. È un po’ il tramite, il legame tra me e Laura ed è il referente italiano del festival americano così come Laura è il nostro referente americano per il festival italiano. Abbiamo creato OnStage Festival e Donatella mi ha coinvolto perché sono più radicato su Roma anche con attività internazionali.
È andata benissimo, oltre le aspettative, un programma molto fitto che abbiamo concepito proprio come un festival. C’era l’appuntamento serale, gli incontri pomeridiani, i dibattiti sui temi trattati e le scuole in mattinata. Ci sono state le letture di testi americani tradotti in italiano in collaborazione con il Teatro di Roma, i concerti e uno spettacolo di danza.
Abbiamo riempito le 24 ore con una presenza di OnStage! e sulla base di questa esperienza prepareremo la seconda edizione. C’è stata una media alta di presenze rispetto a quello che oggi può offrire il mercato italiano e Roma in particolare e la percezione, attraverso i complimenti delle persone e degli addetti ai lavori, che è stato un bel festival con un’organizzazione che ha funzionato”.
All’interno dell’Off/Off Theatre di via Giulia e nel suo bistrot elegante, brulicavano le emozioni dopo lo spettacolo di di Shawn Rawls, ballerino professionista, insegnante e coreografo di base a New York. EPT- A collection of works è il titolo di una collezione composta da alcuni estratti di tre diverse opere “Clinically Happy”, “Walk” e “The Heart”. Un percorso che partendo dalle radici della felicità esplora la fede e la spiritualità come esperienza personale fino al raggiungimento della destinazione finale, l’amore e la sua bellezza.
Cinque sono state invece le proposte teatrali presentate; ha inaugurato la rassegna Cry Havoc. Scritto da Stephan Wolfert con materiali di William Shakespeare, è un racconto/incontro tra il teatro, il reintegro nella società e la vita di un veterano. Parla di guerra, ma soprattutto dei suoi effetti. Shooter, di Sam Graber ha affrontato il problema delle armi e delle sparatorie nelle scuole superiori. Viene analizzato il mito americano di “essere e vivere extra-large”. Cosa può dare un’arma ad una persona? Rimane un mistero l’interrogativo “Chi siamo?”.
Se per vivere occorre, nell’ordine, guadagnare, mettere su casa, disciplina e coerenza. Assemblare i pezzi, insomma, o lasciare andare. Dirty Paki Lingerie di e con Aizzah Fatima, unica interprete per sei tipologie di donna. Una combinazione pachistana-americana-musulmana di mondi differenti che declina religione, cultura e genere, sesso e politica. Hedy! The life & inventions of Hedy Lamarr è stato scritto e interpretato da Heather Massie.
Una star di Hollywood degli anni ’30 e ’50, non convenzionale per il fatto di aver dato un contributo notevole alla scienza con le sue invenzioni nel campo della tecnologia e della comunicazione. Lured, infine, è uno spaccato di cruda realtà, basato su fatti di cronaca, sulle violenze e sulle torture estreme subite dai ragazzi gay in Russia con la complice indifferenza delle autorità. Un testo politico, brutale nella sua onestà. Non contiene risposte, ma spinge a trovarle, erodendo le poche certezze.
“Sono dei testi con forti tematiche e messaggi dove, almeno nel modo di vedere queste compagnie, gli attori si sono presentati puntando di più sul contenuto che sull’esibizione dell’artista – dichiara Tomaso Thellung de Courtelary. Le produzioni italiane sono molto più finalizzate a mettere in risalto le persone, l’operazione, piuttosto che portare delle tematiche su cui poi si può dibattere. Una cosa bella che non avviene quasi mai a teatro in Italia è che non si dibatte mai sullo spettacolo. Non c’è mai un uscire dallo schema di entrare in teatro, stare lì dentro ed essere pian piano accompagnati ad uscire ragionando, in tutte le fasi del processo. Questo lo trovo bellissimo e fa parte dello spettacolo”.
OnStage! è stato presentato come il primo festival di teatro americano in Italia, ma c’erano dentro anche diverse identità, culture ed espressioni dell’America, a 360 gradi. Le tematiche forti e importanti, portate nel festival, non hanno svolto soltanto la funzione di mera promozione di un concetto, di un’ideale, ma di vera e propria autocritica, avvicinando le persone.
Laura Caparrotti sostiene che: “L’idea è proprio quella del dialogo di diventare a far parte di una famiglia e lo dico perché in questi giorni di OnStage! abbiamo avuto artisti italiani che che sono venuti da Napoli, da Milano, da Reggio Emilia. Sono venuti quelli che parteciperanno a Maggio a In Scena! a New York e quelli degli anni precedenti. Ci hanno fatto la sorpresa e sono venuti per sostenerci. Questo avviene probabilmente perché ci mettiamo tanta passione, ci piace il fatto di poter fare incontrare le persone, far conoscere il teatro, vedere e capire cosa succede non è soltanto il mettere a disposizione uno spazio, aprire le porte e basta”.
E a nessuno tantomeno viene in mente di chiuderle, per rimanere nella metafora, anzi Tomaso Thellung de Courtelary anticipa che: “Siamo nati da poco, ma abbiamo già un’appendice con le letture che verranno messe in scena al teatro Palladium, quindi ci sarà una costola del festival tra qualche mese, a maggio. Considerato il forte interesse da parte delle istituzioni pachistane, stiamo pensando inoltre di invitare nuovamente l’artista e lo spettacolo Dirty Paky Lingerie”.
Dirty Paky Lingerie
Sul fronte americano Laura Caparrotti informa che: “Inizieremo il 29 aprile alla Casa Italiana con una opening night di In Scena! dedicata ai 50 anni dello Stonewall, dei disordini da cui sono nate tutte le grandi battaglie per i diritti Lgbtq. Proseguiremo fino al 13 maggio e alla premiazione del premio Mario Fratti. In più ci sarà una terza coda a luglio quando ritornerà qui a OnStage! lo spettacolo Cry havoc.
Un’altra cosa importantissima è che sia sul versante americano che su quello italiano ci saranno le pubblicazioni. The Girlfriend, che ha vinto l’OnStage Award è stato pubblicato dalla casa editrice La Mongolfiera, nella sua versione italiana. I vincitori del premio Mario Fratti vengono pubblicati dalla compagnia Kairos, solo in inglese per l’America. Posso anche dire in anteprima che per alcuni testi degli spettacoli che passano o che sono passati da In scena, ci sarà una prossima collaborazione con La Mongolfiera, per cui andremo a lasciare una traccia fisica e cartacea”.
È a questo punto che Tomaso Thellung de Courtelary ricorda il film Fahrenheit 451 di François Truffaut, con la famosa scena del rogo dei libri. Proprio in quella sceneggiatura c’era la battuta di forte impatto del ribelle Granger: “E quando ti chiederanno che cosa facciamo, tu gli risponderai: Noi ricordiamo”.
Redattore editoriale presso diverse testate giornalistiche. Dal 2018 scrive per Theatron 2.0 realizzando articoli, interviste e speciali su teatro e danza contemporanea. Formazione continua e costante nell’ambito della scrittura autoriale ed esperienze di drammaturgia teatrale. Partecipazione a laboratori, corsi, workshop, eventi. Lunga esperienza come docente di scuola Primaria nell’ambito linguistico espressivo con realizzazione di laboratori creativi e teatrali.
Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti per garantirti la migliore esperienza sul nostro sito. Se continui ad utilizzare questo sito noi assumiamo che tu ne sia felice.
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. These cookies ensure basic functionalities and security features of the website, anonymously.
Cookie
Durata
Descrizione
cookielawinfo-checkbox-analytics
11 months
This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Analytics".
cookielawinfo-checkbox-functional
11 months
The cookie is set by GDPR cookie consent to record the user consent for the cookies in the category "Functional".
cookielawinfo-checkbox-necessary
This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookies is used to store the user consent for the cookies in the category "Necessary".
cookielawinfo-checkbox-others
11 months
This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Other.
cookielawinfo-checkbox-performance
11 months
This cookie is set by GDPR Cookie Consent plugin. The cookie is used to store the user consent for the cookies in the category "Performance".
viewed_cookie_policy
The cookie is set by the GDPR Cookie Consent plugin and is used to store whether or not user has consented to the use of cookies. It does not store any personal data.
Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.