“Il viaggio di Enea”: in scena al Teatro Carcano di Milano un racconto poetico delle migrazioni
Al Teatro Carcano di Milano, in scena fino a domenica 3 dicembre 2017, “Il viaggio di Enea” per la regia di Emanuela Giordano con gli attori Fausto RUSSO ALESI, Roberta CARONIA, Carlo RAGONE, Riccardo TORDONI, Simone BORRELLI, Emmanuel DABONE, Antoinette KAPINGA MINGU, Valentina MINZONI e Kabir TAVANI.
Coprodotto dal Centro d’Arte Contemporanea Teatro Carcano e dal Teatro di Roma, Il viaggio di Enea ha debuttato ad aprile 2017 al Teatro Giuseppe Verdi di Pordenone, proseguendo le recite al Teatro Argentina di Roma. A ricoprire il ruolo di Enea uno dei massimi talenti della scena italiana, il pluripremiato Fausto Russo Alesi (Premio Associazione Critici di Teatro, Premio Ubu 2002 come miglior attore giovane; Premio “Annibale Ruccello”, Premio “Olimpico”; Premio “Vittorio Gassman” 2005 per il miglior giovane talento; Premio “Persefone d’oro” 2009; Premio Ubu 2012 come migliore attore non protagonista in Santa Giovanna dei Macelli di Brecht ; Premio Landieri 2014 per la sua unica e originale rivisitazione di Natale in casa Cupiello di Eduardo).
IL VIAGGIO DI ENEA è il racconto poetico delle migrazioni. Migrazioni per le guerre, per la fame, per la ricerca del benessere intravisto da lontano. È una storia familiare, quella di Olivier Kemeid, e una riscrittura moderna, ma comunque fedele del classico di Virgilio, in cui l’autore proietta le vicende di suo padre e della sua famiglia, emigrata dall’Egitto al Canada con mille peregrinazioni e molteplici difficoltà alla perenne ricerca di un mondo migliore, attraverso personaggi e luoghi del mito di Enea.
Olivier Kemeid ha riconosciuto nel racconto di Virgilio la storia di suo padre, che è la storia dell’uomo, in fuga dai disastri dell’esistenza. Dal latino, al francese, all’Italiano odierno il mito compie il suo viaggio di ritorno offrendo nuove riflessioni. L’Enea di Virgilio supera le insidie del viaggio grazie alla divina materna benevolenza. L’Enea di Kemeid, che pure si rifà in tutto e per tutto al racconto virgiliano, non ha santi in paradiso ed è per questo più spaventato, più stanco e meno pio. Per una volta, l’esodo biblico che cambierà il volto dell’Europa viene raccontato da chi è costretto a partire, con un ironico capovolgimento dei ruoli in cui i neri sono al posto dei bianchi e viceversa. Non c’è enfasi, non c’è retorica e nemmeno vittimismo. C’è, in primo piano, solo la necessità di sopravvivere. Enea è un giovane uomo che vive un continuo conflitto di coscienza: pensare a se o pensare anche agli altri? Sopravvivere in clandestinità o rischiare per ritrovare dignità e rispetto di se stesso? Il figlio di Enea, Ascanio, divenuto grande, riordina frammenti di ricordi così come gli sono stati raccontati dal padre. Ne ricostruisce il viaggio, i rapporti, gli amori, i dubbi, l’approdo che al momento è solo una speranza.
Quello di Emanuela Giordano è un teatro che si costruisce in scena, con i corpi e le intelligenze vive degli attori. Questo testo è quindi ancora una trama aperta, la traccia di un viaggio che si può compiere solo con attori capaci di mettersi completamente in gioco. La regista inserisce nel testo di Kemeid segni tangibili dell’Eneide di Virgilio, cercando e traducendo con asciuttezza quei versi che con più aderenza si fondono in questa moderna riscrittura. Ogni scena è così cadenzata da evocazioni dell’opera originale, rendendo più evidente il nesso tra il mito e la contemporaneità.
Non analizzare la “correlazione oggettiva” con il presente, non approfondirla, sarebbe un’omissione. Il confronto con il mito diventa così anche strumento per cogliere temi essenziali del vivere contemporaneo, che la Giordano decide di affrontare prima di tutto con gli attori coinvolti nella messa in scena, attori che dovranno fare i conti con loro stessi, senza filtri.
Per maggiori info > http://www.teatrocarcano.com/spettacoli/viaggio-enea-2017/
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