#THEATRONCONSIGLIA: I tre lati dell’assurdo, l’8 e il 9 luglio presso lo spazio ZTN di Napoli

#THEATRONCONSIGLIA: I tre lati dell’assurdo, l’8 e il 9 luglio presso lo spazio ZTN di Napoli

L’8 e l 9 luglio presso lo spazio ZTN (Vico Bagnara, 3a, Napoli) l’ACD Produzioni andrà in scena con lo spettacolo “I tre lati dell’assurdo”. Il testo teatrale è suddiviso in sette macro-scene che raccontano, in maniera spietata, l’essenza concreta delle interrelazioni, la condizione umana senza filtri. In un precedente articolo abbiamo pubblicato l’opera integrale con una nota introduttiva al testo (Leggi il testo integrale).

Al fine di arricchire il focus sullo spettacolo abbiamo intervistato Lorenzo Cammisa, autore e attore de “I tre lati dell’assurdo”:

Ciao Lorenzo parlaci della tua formazione artistica e della genesi di ACD Produzioni?

Potrei dire di essere nato con questo “desiderio impellente di creare” oppure raccontare di quella volta che fui arso dal “sacro fuoco dell’arte” ma vi risparmio le ovvietà e vado al sodo: il mio percorso artistico parte dalla laurea in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli che mi ha permesso di osservare da vicino alcuni dei più grandi autori e registi del teatro contemporaneo che operavano nel capoluogo campano e, quindi, di conoscere la macchina teatrale dall’interno. Negli anni accademici ho fatto una dura gavetta tra teatro e cinema cercando di rubare tutto quello che potevo per poi specializzarmi in quei reparti che più m’intrigavano: la scrittura e la regia. Dopo il diploma d’attore e un corso di regia cinematografica alla Scuola Pigrecoemme ho cominciato a lavorare come sceneggiatore e scenografo prima di dedicarmi all’insegnamento e al copywriting per la pubblicità. Intanto con Giovanni Antinolfi e Giuseppe De Rosa, amici di una vita e attori di grande spessore, abbiamo lavorato alla nostra avventura indipendente, staccata dalle nostre vite come sopra un binario parallelo, istituendo una piccola società di produzione teatrale e cinematografica attiva ormai da quasi dieci anni e che ci ha permesso di vincere numerosi festival cinematografici e concorsi per il teatro.

L’8 e il 9 luglio andrete in scena con “I tre lati dell’assurdo” al teatro ZTN di Napoli; testo da te scritto e diretto. Attraverso un rapido excursus sul contenuto dell’opera ci racconti le tue scelte drammaturgiche?

“I tre lati dell’assurdo” è un testo nato e cresciuto in questi dieci anni di attività, sboccia dalle sperimentazioni estetiche e linguistiche del nostro trio e rappresenta “il manifesto” del nostro teatro. Lo spettacolo è formato da sette episodi che fanno parte di un mio repertorio vastissimo di sketch che potremmo definire “assurdi”. Soltanto due di questi episodi erano stati messi in scena prima dell’esordio avvenuto a dicembre dello scorso anno. Lo scopo è regalare al pubblico uno spettacolo brillante, avvincente e dinamico, semplice e intuitivo, che conceda allo spettatore un’esperienza reale, tangibile; quella di una performance spoglia delle facilonerie stilistiche in cui sguazza il teatro moderno che, secondo me, non è più capace di confrontarsi con gli altri grandi mezzi di comunicazione all’interno del dibattito sociale e culturale. Il nostro è uno spettacolo che fa ridere e riflettere, che gioca con gli stili e restituisce al pubblico una visione contraddittoria rispetto ai grandi temi su cui c’interroghiamo: chi siamo sul serio? Chi siamo in questo mondo? E quanto senso hanno le risposte che potremmo dare? Senza farne una questione filosofica o antropologica, direi che puntiamo a intrattenere in maniera acuta e coinvolgente coloro che hanno voglia di sedersi in poltrona e godersi un momento di leggerezza. Il teatro è soprattutto questo anche se, forse, l’abbiamo dimenticato.

Una operazione sul linguaggio che parte dalla destrutturazione di un genere, il teatro dell’assurdo. Da dove nasce questa esigenza e quali sono le finalità?

Se scrivi e dirigi per il teatro devi sapere che sei il creatore di un mondo tutto nuovo, che risponde alle sue leggi della fisica, che utilizza una grammatica specifica, che vive tempi e dinamiche dissimili ma connesse a quelle del mondo reale. Sei tu che utilizzi il teatro come altoparlante e devi averne cura e rispetto: se sali sopra ad un palco per comunicare il tuo messaggio devi studiarlo e limarlo, renderlo accattivante, modellare il significato attraverso la forma per concepire la tua proposta. La tua proposta di teatro, sul serio. L’esigenza è di sicuro questa: proporre un teatro alternativo, fatto di sostanza finalmente, di azione. Siamo stati sempre molto legati al teatro dell’assurdo ma siamo ricchi di contaminazioni di diverso genere. Con il tempo ho cominciato a scrivere secondo dei criteri nuovi, prendendo spunto dai miei autori preferiti fino ad affinare una sorta di codice univoco, un paradigma sotteso al senso sia nei temi, sia nello sviluppo della trama che nella concatenazione dei dialoghi. In un certo senso, quindi, siamo partiti dalle strutture alogiche dell’assurdo per riscriverne una versione nuova, diversa. Ci abbiamo lavorato per anni, tutti e tre, per espandere quel nuovo mondo che ci entusiasmava e riusciva ad essere la sintesi perfetta tra la nostra visione del mondo reale e la finzione della messa in scena teatrale. E la finalità principale è quella di arrivare al pubblico, non c’è nient’altro, nessun sogno di gloria anche perché non ci siamo inventati niente di nuovo.

Quale metodologia di lavoro hai adottato con gli attori (Giovanni Antinolfi e Giuseppe De Rosa) e in quale direzione hai orientato l’impostazione registica?

Io, Giovanni e Giuseppe viviamo un matrimonio artistico che dura ormai dieci anni. Siamo cresciuti insieme come artisti e come uomini e ci siamo influenzati a vicenda. In due parole per me è una goduria recitare e creare insieme a loro, non vorrei altre mani accanto alle mie quando sventolo la bandiera dell’immaginazione.

Il nostro lavoro di regia è ormai una felice coreografia infinita che ci porta a scandagliare il testo e a ripresentarlo secondo i nostri canoni, quel codice che ormai parliamo senza dover aprire bocca. C’è un rapporto di amicizia molto intenso e di stima reciproca e questo rende molto più interessante la preparazione della messa in scena in fatto sia di soluzioni che di elasticità. La cosa più interessante è che siamo diversi, abbiamo caratteristiche differenti ma ci conosciamo bene e sappiamo come servirci delle nostre peculiarità e fin dove poter spingere: siamo i tre lati di una medaglia, manco a dirlo, assurda.

Quali sono i progetti futuri di ACD Produzioni?

Porteremo in giro il nostro spettacolo ancora per un bel po’ sperando di farlo vedere a tanta gente e sperando di poter ricevere ancora gratificazioni così com’è capitato finora. Intanto stiamo lavorando a un altro progetto, stavolta per il cinema e continueremo il lavoro nelle scuole con i nostri corsi di cinema, teatro e nuove comunicazioni. Sperando di avere un po’ di tempo per preparare una seconda versione dei “tre lati” perché di storie assurde ve ne possiamo raccontare ancora migliaia.

 

8 – 9 Luglio, teatro ZTN (Napoli)
Testo di Lorenzo Cammisa
Interpreti : Lorenzo Cammisa, Giovanni Antinolfi e Giuseppe De Rosa
Produzione : ACD Teatro

EVENTO FACEBOOK

 

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DRAMMATURGIA: “I tre lati dell’assurdo” di Lorenzo Cammisa

DRAMMATURGIA: “I tre lati dell’assurdo” di Lorenzo Cammisa

INTRODUZIONE AL TESTO DELL’ AUTORE:

“I tre lati dell’assurdo” è un testo teatrale suddiviso in sette macro-scene che raccontano, in maniera spietata, l’essenza concreta delle nostre interrelazioni, la condizione umana senza filtri, in due parole: che niente ha senso.

Questo testo è la summa di diversi anni di sperimentazione dell’autore, alla ricerca di un nuovo linguaggio teatrale fondato su mondi verosimili, che vivono di proprie regole che alterano il senso complessivo delle cose che ci accadono quotidianamente: immersi come siamo nel mondo “reale” siamo assoggettati e sottomessi alle regole del buon senso e della consequenzialità. Nel testo le situazioni vivono il deliberato abbandono di un costrutto drammaturgico razionale e un rifiuto quasi totale del linguaggio logico. La successione degli eventi, legati fra loro da una labile e fragile traccia apparentemente senza alcun significato, diviene il cardine degli episodi che lasciano interdetti, fanno sorridere e riflettere: il tutto ci restituisce la radiografia dell’animo umano al di sopra delle nostre sovrastrutture, “noi” spogliati dal senso comune.

L’obiettivo è quello ambizioso di presentare una proposta teatrale vera, portare sul palco una nuova prospettiva di “teatro dell’assurdo” mantenendone i canoni primitivi e sovvertendone la struttura tradizionale in cui trama di eventi, concatenazione e scioglimento degli stessi diventano, in questo caso, fondamentali. I sette episodi fanno parte di un vastissimo repertorio di sketch “assurdi” del trio che prendono ispirazione dai classici Ionesco e Beckett, citano Durrenmatt e Shakespeare passando per il timbro irrazionale e contraddittorio del “circo volante” dei Monty Python.

> LEGGI IL TESTO INTEGRALE

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LORENZO CAMMISA:

Regista, sceneggiatore, attore e scenografo. Laureato in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli ha conseguito il diploma d’attore all’Accademia d’Arte Drammati­ca del Teatro Le Maschere per poi studiare Regia Cinematogra­fica alla Scuola di Cinema Pigrecoemme. Lavora come sceno­grafo per le rassegne teatrali “Museum” accanto a registi come Renato Carpentieri e Lello Serao per poi diventare punto di rife­rimento della compagnia del Teatro Le Maschere come sceno­grafo, attore e primo aiuto alla regia di Nunzio Zuzio. Comincia un forte sodalizio nell’ambito cinematografico con Angelo e Giuseppe Capasso di cui è scenografo e primo aiuto alla regia per “Terrible Truth”. Realizza le scene per lo spettacolo “Edith Piaf – lo spettacolo” con Daniela Fiorentino.

Ottiene una prima importante consacrazione come sceneg­giatore scrivendo, con Angelo e Giuseppe Capasso, “108.1 FM Radio” interpretato da Dario Biancone e Fabrizio Monaldi, cortometraggio indipendente che vince numerosi premi nei migliori festival in­ternazionali e una nomination come “Miglior Film Straniero” a CANNES IN A VAN nel 2012. L’esordio alla regia è con “Moon of Alabama”, pre­miato come “MIGLIOR OPERA PRIMA” al XXX ROUND FILM FESTIVAL.

Continua ad essere co-sceneggiatore e aiuto-regia dei fratelli Capasso per “Silence”, episodio del lungometraggio “P.O.E. Poetry of Eerie”. “Silence” vince diversi premi tra cui “MIGLIOR FILM STRA­NIERO” al “15th MINUTES OF FAME FILM FESTIVAL” a Hollywood nel 2012.

Il suo secondo lavoro da regista, “La Rapina” – con Giuseppe De Rosa e Giovanni Antinolfi – diventa un habitué dei maggiori festival italiani ed ha un seguito importante anche oltre i confini nazionali (in onda su Coming Soon Television nel contenitore “Short Stories” e su iLike TV nel programma “ShortBuster”- “MIGLIOR FILM” al “CORTO DINO DE LAURENTIIS FILM FESTIVAL” nel 2012 ed è proiettato alla New York University per la rassegna “41° PARALLELO”).

Si occupa di video arte – collabora ed espone per “VUOTOCICLO” rassegna di arte e nuove tecnologie al PAN, organizzata da Agata Chiusano e UNISOB – e di produzione di videoclip musicali – ha scritto e diretto “Kill the Killers” primo singolo del secondo album dei THE COLLETTIVO e “Vivo così”, singolo di debutto dei DIVER­SAMENTE ROSSI, con Antonello Cossia (MIGLIOR VIDEOCLIP “VISIONI CORTE 2013”) oltre che a “Un’altra estate” e “Misteriosamente” per Enzo Gragnaniello e Raiz. È l’aiuto regia per “Alone” dei fratelli Capasso, episodio del lungometraggio “P.O.E. Project of Evil” premiato come “MIGLIOR FILM” al “FANTAFESTIVAL “2013”. “Vita di Vì” di cui è sceneggiatore, regista e inter­prete, arriva in finale al festival “L’immagine del Suono” indetto da Cinevox. Nell’ultimo anno scrive e gira con Giovanni Del Prete “Circle”, cortometraggio musicale con Simona de Rosa e Dominic Chianese (Il Padrino, I Soprano) e si occupa della regia del videoclip “Happines is a loaded gun” degli australiani Leaf Crown. Per il teatro, scrive, dirige e interpreta “Bisturi” vincitore del concorso UP2U! indetto da La Stampa. “Gradito a me” è arrivato al secondo posto nel concorso nazionale per corti teatrali del Teatro San Prospero di Reggio Emilia nel 2015 e inserito nella rassegna “Autori sul comò” del Teatro Lo Spazio di Roma con diverse date nello stesso anno.

Lavora come copywriter per l’agenzia di comunicazione Safari ed è docente di cinema, teatro e comunicazione presso VisiOnAir, agenzia leader nel settore dell’alternanza scuola-lavoro. Tra le altre cose lavora come insegnante di recitazio­ne, operatore camera, disegnatore di storyboard e montatore.