Home Sweet Home – Stagione 2017/2018 Teatro Argot Studio

Home Sweet Home – Stagione 2017/2018 Teatro Argot Studio

Storytelling Theatron 2.0

     Stagione Teatrale Home Sweet Home del Teatro Argot Studio

 

C’è un luogo di culto a Roma che per l’indefesso zelo e la preziosa attività dei suoi animatori è diventato negli anni – ormai più di trenta –  una vera e propria fucina di spettacoli memorabili e di talenti artistici che hanno lasciato il segno nella storia del teatro romano e nazionale proponendo al proprio pubblico nuovi stili e linguaggi estetici: il Teatro Argot per quest’anno presenta la stagione teatrale Home Sweet Home di cui Theatron 2.0 seguirà gli spettacoli in programmazione producendo anticipazioni, articoli d’approfondimento e interviste al fine di creare uno storytelling che racconti i percorsi scenici dei lavori e degli artisti ospitati nello storico spazio di Trastevere.

 

#FocusOn: Al Teatro Argot Studio si apre la rassegna DPBLACKMIRROR – Intervista a Chiara Preziosa

Come diretta conseguenza dell’esperienza virtuosa di Dominio Pubblico, che ogni anno vede coinvolti decine di ragazzi e di ragazze nell’organizzazione di un Festival interamente dedicato a realtà artistiche under 25, si è sviluppato quest’anno al Teatro Argot Studio il progetto DPBLACKMIRROR(CONTINUA A LEGGERE)

#AnticipAzione: Al Teatro Argot Studio va in scena “Rosmersholm – Il gioco della confessione”

All’interno della rassegna DPBLACKMIRROR presso il Teatro Argot Studio, dal 24 al 29 Ottobre, la Compagnia teatrale I Guitti presenta Rosmersholm – Il gioco della confessione di Henrik Ibsen,  riduzione a cura di Massimo Castri con Federica Fracassi, vincitrice del “Premio Ubu” nel 2011 e Luca Micheletti, attore e regista dello spettacolo…(CONTINUA A LEGGERE)

#Incontri: Il Cappuccio d’osso della Luna al Teatro Argot – Intervista video a Cristina Cirilli

Nella prima intervista video abbiamo parlato con l’autrice e attrice Cristina Cirilli delineando la parabola creativa, dalla scrittura fino alla messinscena, de “Il Cappuccio d’osso della Luna”, al Teatro Argot dal 7 al 26 Novembre… (VEDI IL VIDEO)

DRAMMATURGIA: “Echoes” di Lorenzo De Liberato – Intervista video

In uno scenario distopico dove una bomba nucleare ha distrutto un’intera parte di mondo provocando migliaia di vittime, due uomini, Echo, autore della strage e De Bois, in apparenza un semplice giornalista, si trovano uno di fronte all’altro, chiusi un bunker, per parlare delle ragioni che hanno determinato l’efferato eccidio… (VEDI IL VIDEO)

#AnticipAzione: “Tutti i miei cari” al Teatro Argot Studio. Vita e poesie di Anne Sexton

Dal 23 al 28 Gennaio, al Teatro Argot Studio, andrà in scena “Tutti i miei cari” di Francesca Zanni, con la regia di Francesco Zecca e interpretato da Crescenza Guarnieri, all’interno della stagione Home Sweet Home.
Una donna in scena, su un tappeto di rose. O forse è una tomba…(CONTINUA A LEGGERE)

#Incontri: Black’s Tales Tour al Teatro Argot Studio – Intervista a Licia Lanera

Arriva da mondi lontani e oscuri come i ricordi dei racconti delle favole che da bimbi a volte ci incantavano, altre volte invece ci terrorizzavano. Andrà in scena al Teatro Argot Studio di Roma dal 2 al 4 Febbraio: Black’s Tales Tour, spettacolo in cui cinque fiabe classiche – la Sirenetta, Scarpette rosse, Biancaneve, La Regina delle Nevi e Cenerentola – (CONTINUA A LEGGERE) 

#Incontri: Ifigenia in Cardiff al Teatro Argot. Intervista al regista Valter Malosti

Nel cuore di Trastevere, presso il Teatro Argot Studio di Roma, continuano gli imperdibili appuntamenti teatrali di DPBLACKMIRROR, rassegna a cura degli under 25 di Dominio Pubblico inserita nella stagione Home Sweet Home. Dal 21 al 25 Febbraio sbarca sulla scena capitolina Ifigenia in Cardiff con l’attrice e performer Roberta Caronia e con la regia di Valter Malosti. (CONTINUA A LEGGERE)

#AnticipAzione: Urania d’Agosto di Lucia Calamaro al Teatro Argot Studio

Una donna matura scocciata, seccata, asociale, accanita lettrice notturna di Urania e fanatica della vita e delle opere degli astronauti, durante un isolatissimo agosto in città, soffre di un’estrema crisi di alienazione e comincia a confondere le cose. Poco a poco il suo spazio interiore, fratturato dall’insonnia, trasformerà lo spazio esteriore in spazio siderale. (CONTINUA A LEGGERE)

#Incontri: Aleksandros Memetaj torna al Teatro Argot dopo la tournée a New York con Albania Casa Mia

Torna a casa, Alexandros Memetaj, dal 16 al 18 Marzo, con il monologo autobiografico Albania casa mia, regia di Giampiero Rappa per la stagione teatrale Home Sweet Home. A due anni dal debutto, dopo aver attraverso tutta Italia e aver fatto tappa oltreoceano a New York, selezionato dal Festival In Scena!, l’autore/attore italo-albanese ritrova al Teatro Argot Studio…(CONTINUA A LEGGERE)

#AnticipAzione: Focus Danza d’Autore dal 27 al 29 marzo al Teatro Argot Studio

Focus Danza nasce dalla collaborazione tra Twain e Teatro Argot Studio, nella volontà di riportare la danza in un teatro storico del contemporaneo. Le tre serate del Focus saranno caratterizzate da lavori la cui ricerca si basa sulle potenzialità di diversi linguaggi, per dar vita a creazioni che divengono manifesto di un mondo fatto di interiorità e pensiero, di ispirazioni che nascono dal corpo e di visioni che diventano forma. (CONTINUA A LEGGERE)

#Incontri: “Il Cappuccio d’osso della Luna” al Teatro Argot – Intervista video a Cristina Cirilli

#Incontri: “Il Cappuccio d’osso della Luna” al Teatro Argot – Intervista video a Cristina Cirilli

Il Teatro Argot Studio presenta dal 7 al 26 Novembre lo spettacolo “Il Cappuccio d’osso della Luna” scritto da Cristina Cirilli, regia di Maurizio Panici con Cristina Cirilli, Ermanno De Biagi, Mirella Mazzeranghi e Ludovica Apollonj Ghetti. Nella prima intervista video abbiamo parlato con l’autrice e attrice Cristina Cirilli delineando la parabola creativa, dalla scrittura fino alla messinscena, de “Il Cappuccio d’osso della Luna”.

 

 

Il Cappuccio d’osso della Luna

di Cristina Cirilli
regia Maurizio Panici
con Cristina Cirilli, Ermanno De Biagi, Mirella Mazzeranghi e Ludovica Apollonj Ghetti
scenografia Francesco Ghisu
costumi Anna Coluccia
light designer Giuseppe Filipponio
musiche Ermanno De Biagi
aiuto regia Maria Stella Taccone

#AnticipAzione: “Tutti i miei cari” al Teatro Argot Studio. Vita e poesie di Anne Sexton

#AnticipAzione: “Tutti i miei cari” al Teatro Argot Studio. Vita e poesie di Anne Sexton

Dal 23 al 28 Gennaio, al Teatro Argot Studio, andrà in scena “Tutti i miei cari” di Francesca Zanni, con la regia di Francesco Zecca e interpretato da Crescenza Guarnieri, all’interno della stagione Home Sweet Home
Una donna in scena, su un tappeto di rose. O forse è una tomba. Anne Sexton, con la sua vita e le sue poesie ci racconta il suo sentirsi inadeguata, ignorante, disadattata, non corrispondente al modello della società borghese, che la vuole madre e moglie esemplare. La sua anima inquieta, controcorrente, intelligente e contorta cerca di liberarsi attraverso le sue poesie. Che parlano di lei, ma in definitiva, parlano di noi. Quello che ci lascia è un’eredità dolorosa, quel senso di perdita che giace da qualche parte, dentro. Come ha potuto una casalinga folle diventare una celebrità e arrivare a vincere il Pulitzer?

 

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Tutti i miei cari è un testo di incredibile attualità, che attraverso la vita e le poesie della Sexton, racconta il nostro mondo liquido, dove si sono persi i punti di riferimento e dove tutti noi – come lei – siamo in attesa di qualcosa, anche se non sappiamo bene di cosa. Anne Sexton era bella e dannata, infantile e sexy, atea e religiosa; le sue contraddizioni sono le nostre; il suo bisogno di comunicare si estende nella nostra smania di rendere pubblico – in tempo reale – ogni nostro pensiero. Una donna in anticipo sui tempi che, da casalinga frustrata, arrivò a vincere il Pulitzer. Un’intensa interpretazione di Crescenza Guarnieri che con questo testo porta per mano gli spettatori dentro un mondo che sembra lontano, ma che invece è proprio dietro l’angolo, a un passo da noi. La regia di Francesco Zecca, come una partitura musicale, esalta i pieni e i vuoti dell’anima di questa donna, perennemente in bilico.

TUTTI I MIEI CARI
dal 23 al 28 gennaio al Teatro Argot Studio

di Francesca Zanni
regia Francesco Zecca
con Crescenza Guarnieri
scene Francesco Zecca
costumi Grazia E. Materia
light designer Claudio Cianfoni

Black’s Tales Tour al Teatro Argot Studio – Intervista a Licia Lanera

Black’s Tales Tour al Teatro Argot Studio – Intervista a Licia Lanera

Arriva da mondi lontani e oscuri come i ricordi dei racconti delle favole che da bimbi a volte ci incantavano, altre volte invece ci terrorizzavano. Andrà in scena al Teatro Argot Studio di Roma: Black’s Tales Tour, spettacolo in cui cinque fiabe classiche – la Sirenetta, Scarpette rosse, Biancaneve, La Regina delle Nevi e Cenerentola – vengono spogliate della loro parte edulcorata e consolatoria e presentate in tutta la verità della loro versione autentica. Per la rassegna DPBLACKMIRROR  all’interno della stagione Home Sweet Home l’attrice e regista Licia Lanera – Premio Ubu come miglior attrice under35 nel 2014 –  e fondatrice, insieme a Riccardo Spagnulo, di Fibre Parallele, firma una scrittura originale che racconta incubi notturni e storie di insonnia, per parlare di alcune donne, delle loro ossessioni, delle loro manie, delle loro paure.

“Arriva un tempo che è quello della notte. Arriva un tempo in cui dal tuo letto escono draghi e sirene, vecchie dal naso adunco e giovani spose, principi azzurri e maghi, gatti parlanti e serpi mozzate. Arriva un tempo che è pericoloso per chi non dorme, perché i pensieri si affastellano e strane creature ti vengono a trovare. Per me, che soffro d’insonnia, tutte le notti arriva un tempo magico e inquieto e questo tempo, per una sera, voglio condividerlo con gli spettatori. Travestita da icona pop, prendo in giro me stessa: la star. La star decomposta, la reginetta depressa. Arriva un tempo in cui racconto fiabe, o quello che ne resta, a suon di musica elettronica. Arriva un tempo in cui le fiabe che conosci da sempre sono una scusa per dire di te. E dici ciò che mai, altrimenti, avresti avuto il coraggio di dire”.

 

Licia Lanera

 

Quali fiabe ascoltavi da bambina e quali erano le tue preferite?

Nessuna, per questo sono un mostro! Ho un vago ricordo dei dischi con le Fiabe Sonore, quelle che iniziavano con la sigla “A mille ce n’è nel mio cuore di fiabe da narrar…”, e di una videocassetta Disney della Bella Addormentata, perché mi è rimasta impressa la voce che ripeteva “Tocca il fuso! Tocca il fuso!”, ma di qualcuno che mi leggesse le fiabe a letto non ho un ricordo, proprio zero assoluto. Infatti il primo step di Black’s Tales, dal titolo “Licia legge le fiabe”, in cui leggevo fiabe inquiete nei letti degli spettatori, era proprio un riscatto cattivo della mia vita.

Nel tuo Black’s Tales Tour non si riescono a trovare aggettivi per i principi e la disperazione delle protagoniste che si esibiscono in una danza grottesca, strappando improvvise risate nella tragedia. Cosa diresti alla Sirenetta, a Cenerentola, alla matrigna di Biancaneve, a Karen di Scarpette rosse e alla Regina delle nevi, se potessero ascoltare i tuoi consigli?

Questa è una bellissima e difficilissima domanda, perché le eroine sono loro e quindi dovrebbero essere loro a dare consigli a me. A Cenerentola consiglierei di fare una vacanza da sola. È un’esperienza in cui ti ritrovi con te stessa e scopri anche i lati meravigliosi della solitudine, il piacere dell’autonomia selvaggia. Così sarebbe anche più svincolata da quel principe un po’… un po’… un po’ così.
Alla Sirenetta, più che di uccidere il principe, consiglierei di non barattare un pezzo di corpo per un’altra persona e direi anche che non vale la pena di morire per amore, se non si ha la certezza della resurrezione.
Alla matrigna di Biancaneve che cosa devo consigliare? Di guardare oltre lo specchio. È il consiglio che do anche a me stessa, ma è molto difficile da seguire.
A Karen di Scarpette rosse consiglierei di dirottare l’attenzione anche su qualche maglione, su qualche vestito… È quello che faccio io per evitare che l’ossessione per le scarpe mi porti alla rovina.
Alla Regina delle nevi non ho niente da consigliare: quella sa il fatto suo.

Cosa chiederesti alla Strega del Mare e qual è la cosa più preziosa che saresti disposta a cederle in cambio?

Darei una parte della mia carriera in cambio di una famiglia che mi accompagni fino a quando sarò vecchia. Una parte, non tutta, eh! Che poi magari divento una casalinga… 

Foto di Rosaria Pastoressa

Alla fine dello spettacolo componi la scritta “eternità”, una parola che dici di non saper scrivere. Di questo lavoro così effimero, di quest’arte che non resta, cosa vorresti sopravvivesse al tempo? Cosa vorresti che si dicesse di te e di Fibre Parallele, tra venti anni?

Eternità è una parola legata all’arte: noi non siamo eterni ma l’opera d’arte, se di valore, sopravvive. Ogni artista ha ovviamente il sogno di restare nella memoria storica dell’arte non dico mondiale, ma almeno del proprio paese. Tra vent’anni mi piacerebbe essere nella memoria emotiva delle persone, sapere che un incontro a teatro con me per alcuni spettatori è stato qualcosa che magari non ha cambiato loro la vita, ma ha segnato un momento, un percorso. Quello che mi interessa è parlare alle persone, parlare dell’Uomo all’Uomo: se ci sono degli uomini che ricordano affettivamente quello che io ho fatto e che loro hanno visto, questo mi va bene, se non per l’eternità, almeno per i prossimi vent’anni.

Sei stata scelta come madrina degli UBU 2017: incubi ricorrenti nelle tue notti più o meno insonni, in attesa del 16 dicembre?

No, ero molto tranquilla. L’unico attimo di vertigine è stato quando ho cantato una canzone: non sono una cantante, accanto a me sul palco c’erano musicisti veri e avevamo fatto una sola prova, ma poi me la sono giocata, divertendomi. Mi sono anche data il microfono sui denti, è vero, ma non avevo alcuna ansia da prestazione: fare uno spettacolo è ben più impegnativo, ero lì con una tale leggerezza! Poi io dovevo solo leggere, Oliviero aveva il compito più complicato, invece io stavo lì e facevo la soubrette, che è un ruolo in cui mi sento totalmente a mio agio!

C’è un autore, classico o contemporaneo, su cui avresti tanta voglia di lavorare?

Sì, vorrei lavorare su Eduardo, ma non mi danno i diritti e mi viene da piangere per questo. È un desiderio forte che chissà se mai realizzerò. Intanto ci sono tanti altri autori su cui ho voglia di lavorare e su cui lavorerò.

 

Licia Lanera - The black's tales tour

Licia Lanera – The black’s tales tour

THE BLACK’S TALES TOUR

scritto, diretto e interpretato da Licia Lanera
sound designer Tommaso Qzerty Danisi
scenografia Giorgio Calabrese
costumi Sara Cantarone
light designer Martin Emanuel Palma
regista assistente Danilo Giuva
ph. Luigi Laselva

Produzione Fibre Parallele/Licia Lanera
Spettacolo realizzato con il sostegno di Residenza IDRA e Teatro AKROPOLIS nell’ambito del progetto CURA 2017 e di Contemporanea Festival/Teatro Metastasio 2016
DURATA 60′

 

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