DRAMMATURGIA: 6 maggio 1938 di Guglielmo Lipari

DRAMMATURGIA: 6 maggio 1938 di Guglielmo Lipari

6 maggio 1938
6 Maggio 1938

Introduzione al testo

Roma, 6 maggio 1938. È giorno della storica visita nella capitale dell’Italia Fascista del grande alleato tedesco, il fuhrer Adolf Hitler, venuto in visita da Mussolini e accolto da decine di migliaia di uomini, donne e bambini pronti a far sentire tutto il proprio calore al capo di stato tedesco. 

In un caseggiato popolare, Luciana, moglie disfatta da sei maternità e da un marito che la trascura, pur essendo fascista convinta e grande ammiratrice del duce, è costretta a rimanere in casa per occuparsi delle faccende domestiche. Quando la sua pappagalletta esce dalla gabbia e si adagia sulla finestra della casa di fronte, Luciana è costretta a bussare alla porta del solitario proprietario che, diversamente da tutti gli altri nel palazzo, non è accorso a salutare l’avvento di Hitler.

Antonio è un affascinante annunciatore radiofonico verso cui Luciana prova da subito un’attrazione fortissima. I due si inseguiranno per tutto il tempo cercando di consolare le loro pene. Quando Luciana però scoprirà le vere tendenze politiche dell’uomo, non riuscirà a placare il suo desiderio verso una persona così “insolitamente” gentile, fino a scoprire che il vero segreto che egli cela.

Note dell’autore

Il testo messo in scena va analizzato strutturandolo su una linea verticale dove spazio e tempo sono ridotte all’osso e tutto è basato sulla profondità emotiva ed intima dei personaggi, due infelicità incomprese, due sconfitti. Su questa linea vanno poste una macrostoria (costituita al suo interno da tutte le informazioni riguardanti l’epoca, il contesto storico in cui è ambientata, lo sfondo politico relativo, e lo status sociale della donna di quegli anni), e una microstoria, situata al suo interno, costituita invece dall’incontro di due solitudini incomprese che soffrono la loro condizione esistenziale.

È una messa in scena che lavora sulla sottrazione: di colori (smunti, slavati), di ambienti (siamo all’interno di una casa), di titolo (si svolge in un arco temporale di appena poche ore) e di dialoghi (giocati sul non detto). Il nostro compito è quello di scandagliare l’animo umano e di contestualizzarlo nel sentire dell’epoca, fornendo una potente riflessione sul tempo e su come due punti di vista inizialmente inconciliabili, finiscano entrambi per avvicinarsi e coincidere, soli, come entrambi vittime del regime mussoliniano. 

La domanda che ci poniamo, citando la messa in scena, è: “La vita, qualunque che sia, vale la pena di essere vissuta?”

L’estratto che segue va da subito dopo quello che viene narrativamente chiamato “incidente scatenante”, l’evento che prende all’amo la storia trascinandola verso una direzione, quella del nucleo dei conflitti dei nostri eroi, sino a poco prima del climax finale, evento che ci porta verso la conclusione.

In questo caso l’incidente è appunto la fuga della pappagalletta di Luciana e il conseguente incontro con il solitario vicino Antonio, momento che farà scattare una scintilla nelle due persone, non solo verso la conoscenza dell’altro ma soprattutto verso quella di se stessi, una scintilla di una vita ormai sopita da tempo.

L’estratto dunque mette a nudo quello che è l’intero secondo Atto della storia, quello più intimo, quello ricco di conflitti e ostacoli da superare, dove i momenti di difficoltà crescenti porteranno allo sviluppo dei personaggi e ad una nuova consapevolezza di essi, che sia positiva o negativa. 

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BIOGRAFIA GUGLIELMO LIPARI

Amante, sperimentatore e praticante delle arti teatrali e cinematografiche sin da adolescente, attraverso la frequenza a diversi laboratori di formazione arriva ad esibirsi a soli 16 anni al XIV° Festival Internazionale del Teatro Classico dei Giovani, nella spettacolare cornice del Teatro Greco di Siracusa. Dal 2015, compie il passo decisivo verso il mondo della produzione audiovisiva attraverso il “Director’s Prep”, presso la “London Film School” di Londra e parallelamente al conseguimento della Laurea in Giurisprudenza, e il diploma come Filmmaker presso la scuola di Cinema e Fotografia Pigrecoemme di Napoli, fa esperienza come assistente di regia e operatore su diversi set di lungometraggi e cortometraggi nei quali è tutt’ora attivo anche come montatore. Lavora anche come freelance per la realizzazione di commercial e videoclip musicali, attività nella quale cresce ed è ad oggi attivissimo.

È tra i fondatori di Skratch Fab, una factory produttiva di contenuti per il web e resta sempre operativo con il teatro, con il quale giunge con diverse produzioni sui palcoscenici delle città di Napoli, Roma e Milano e in diverse rassegne nazionali, arrivando a vincere il Miglior spettacolo nella categoria Professionisti al PanTeatro Festival 2018 con un originale adattamento di “Venere in Pelliccia”.

Nel 2019 viene selezionato ufficialmente dalla Biennale College Teatro Venezia U30 per un progetto di spettacolo teatrale inedito e collabora come operatore sugli appunti di un prossimo documentario di Mario Martone. Nel 2020 Collabora come screenwriter con CiaoPeople (gruppo editoriale di Fanpage, The Jackal e Cookist) per la scrittura alcuni concept per campagne speciali di noti brand internazionali. È attualmente in distribuzione il suo cortometraggio “Non è solo un gioco” (2020), mockumentary con Rosaria De Cicco e Antonella Stefanucci, che sta ottenendo numerosi riconoscimenti nei maggiori festival nazionali, non ultima la selezione in concorso presso l’Accademia del Cinema Italiano Premi David di Donatello.