da Redazione Theatron 2.0 | 3 Nov 2018 | Uncategorized

Al Teatro Sala Uno di Roma giovedì 8 novembre alle ore 21 il debutto romano di GENERAZIONE XX, di Anton Giulio Calenda. Con un cast di giovanissimi composto da Stefano Bramini, Jacopo Cinque, Alessio Esposito, Giulia Fiume, Federico Galante, Laura Pannia, Lida Ricci e Bruna Sdao, regia di Alessandro Di Murro.
Lo spettacolo è una ricerca sulla comprensione delle dinamiche post-moderne di produzione di immagini e stereotipi comportamentali che plasmano l’esistenza delle nuove generazioni. GENERAZIONE XX è il risultato della riflessione fatta da una giovane compagnia teatrale che intende indagare e comprendere la propria identità storica e il proprio essere nel mondo contemporaneo. Il tutto con uno sguardo stupito e attento sulla società, dal privilegiato punto di vista della gioventù.
GENERAZIONE XX è la storia d’amore di Linda e Giacomo, “due giovani fidanzati gravati dal peso della vita”. Le crudeltà che a questi due personaggi verranno inflitte e che loro stessi si troveranno obbligati a infliggersi reciprocamente non costituiscono altro che una lente di ingrandimento volta ad analizzare il paesaggio distopico ove la trama si svolge: la “Nazione”. “Con la N maiuscola”: ci terrà a precisare Nero con cinico e beffardo scrupolo (perché commettere errori in questo carosello surreale e ipertecnologizzato non è consentito, benché la sorte di ognuno sia già scritta in maniera grottescamente prevedibile al pari dei canovacci televisivi su cui da anni si assiste incessantemente al sorgere di personaggi privi di qualsiasi sfumatura di talento). La Nazione, territorio immaginario dove l’azione si svolge, è un evidente non-luogo, eppure un altrettanto chiaro rimando alla storia politica e sociale dell’Italia degli anni settanta, quando la classe politica, in nome della salvaguardia della Democrazia, si trovò a risolvere urgenti dilemmi morali attraverso decisioni di cui ancora oggi sentiamo l’effetto ma che già allora rischiavano di risultare un mezzo così pesante da giustificare a stento il fine.
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GENERAZIONE XX
Teatro Sala Uno l’8, 9, 10, 11, 16, 17 novembre alle ore 21.00 e il 18 novembre alle ore 18.00.
Scritto da: Anton Giulio Calend
Regia: Alessandro Di Murro
Con: Stefano Bramini, Jacopo Cinque, Alessio Esposito, Giulia Fiume, Federico Galante, Laura Pannia, Lida Ricci e Bruna Sdao
Musiche: Enea Chisci
Scene: Domenico Franchi
Costumi: Laura Giannisi
Luci: Marco Macrini
Direttore di produzione: Pino Le Pera
Una produzione: Gruppo della Creta | Fattore K | Golden Show srl – Impresa sociale, in collaborazione con Todi Festival
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
da Redazione Theatron 2.0 | 26 Ago 2018 | News

Al Todi Festival lunedì 27 agosto alle 21 (Teatro Comunale) il debutto nazionale di GENERAZIONE XX, di Anton Giulio Calenda. Con Stefano Bramini, Jacopo Cinque, Alessio Esposito, Giulia Fiume, Federico Le Pera, Laura Pannia, Lida Ricci e Bruna Sdao, regia di Alessandro Di Murro. Musiche di Enea Chisci.Una produzione Gruppo della Creta | Todi Festival | Fattore K | Golden Show Trieste.
Lo spettacolo è una ricerca sulla comprensione delle dinamiche post-moderne di produzione di immagini e stereotipi comportamentali che plasmano l’esistenza delle nuove generazioni. GENERAZIONE XX è il risultato della riflessione fatta da una giovane compagnia teatrale che intende indagare e comprendere la propria identità storica e il proprio essere nel mondo contemporaneo. Il tutto con uno sguardo stupito e attento sulla società, dal privilegiato punto di vista della gioventù.
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GENERAZIONE XX è la storia d’amore di Linda e Giacomo, “due giovani fidanzati gravati dal peso della vita”. Le crudeltà che a questi due personaggi verranno inflitte e che loro stessi si troveranno obbligati a infliggersi reciprocamente non costituiscono altro che una lente di ingrandimento volta ad analizzare il paesaggio distopico ove la trama si svolge: la “Nazione”. “Con la N maiuscola”: ci terrà a precisare Nero con cinico e beffardo scrupolo (perché commettere errori in questo carosello surreale e ipertecnologizzato non è consentito, benché la sorte di ognuno sia già scritta in maniera grottescamente prevedibile al pari dei canovacci televisivi su cui da anni si assiste incessantemente al sorgere di personaggi privi di qualsiasi sfumatura di talento). La Nazione, territorio immaginario dove l’azione si svolge, è un evidente non-luogo, eppure un altrettanto chiaro rimando alla storia politica e sociale dell’Italia degli anni settanta, quando la classe politica, in nome della salvaguardia della Democrazia, si trovò a risolvere urgenti dilemmi morali attraverso decisioni di cui ancora oggi sentiamo l’effetto ma che già allora rischiavano di risultare un mezzo così pesante da giustificare a stento il fine.
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
da Redazione Theatron 2.0 | 12 Ago 2017 | Uncategorized
Di nuovo in scena, dopo il debutto romano, lo spettacolo prodotto dal Gruppo della Creta ‘o Princepino di Aniello Nigro con la regia di Cristiano Demurtas. Lo spettacolo è rientrato nella XXXII edizione del Barbuti Salerno Festival ed andrà in scena il 25 Agosto 2017 alle ore 21.15, presso Largo Santa Maria dei Barbuti – Salerno (Info Evento).
“Esitò ancora un poco, poi si alzò. Fece un passo. Io non riuscivo a muovermi. Ci fu solo un lampo giallo intorno alla sua caviglia. Lui rimase un istante immobile. Non gridò. Cadde dolcemente, come cade un albero. Non fece nemmeno rumore, per via della sabbia”.
Saint-Exupery fa terminare così l’incredibile racconto del “Piccolo Principe”. In molti pensano che il Piccolo Principe muoia alla fine del romanzo; altri pensano che abbia semplicemente lasciato il suo corpo terreno per tornare sulla propria stella. In pochi pensano invece che abbia continuato il suo viaggio, finendo vecchio e stanco in un ospizio sul pianeta della dimenticanza. Inizia così il viaggio a ritroso di questo vecchio principe. I pochi elementi rimasti della sua esistenza faranno scaturire in lui una serie di pensieri, che lo porteranno a ricordarsi di essere stato bambino.

Prima che venisse pensato come testo, ‘o Princepino è stato concepito come uno spartito musicale. Una composizione teatrale che considera ogni parola, ogni sillaba, come una nota da vibrare. Il lavoro del drammaturgo, durante la stesura finale del copione, è stato concertato insieme agli altri componenti del progetto, regista, attori e musicisti, come se questi fossero, insieme all’autore, elementi di un’orchestra. Il lavoro è stato svolto sui significanti, prima ancora che sui significati, cercando di lasciare la ricerca di questi ultimi direttamente al pubblico dell’esibizione. L’opera è resa come una scena universale, davanti alla quale ognuno può riconoscersi con la propria esperienza, scavando e ricercando il senso a diversi livelli di profondità, facendosi guidare dalle proprie sensazioni.
In questo senso, lo spettacolo è didattico, perché mette lo spettatore davanti ad uno specchio esistenziale, che riflette sì l’esperienza dell’osservatore, ma nello stesso tempo scuote dal punto di vista sensoriale la coscienza di chi guarda, accompagnando lo spettatore verso una disposizione di ascolto vicina all’auto-analisi. Non c’è soluzione, non ci sono risposte, nel contempo, però, ci sono molte domande, che chi assiste alla messinscena può portare in dote ai suoi più intimi ragionamenti. Questi interrogativi chiederanno a Ninno, il nostro protagonista, di trovare risposta.
È forse una delle cose più difficili quella di saper leggere la libreria del nostro essere, nonostante si possa dire che i punti in comune tra le varie esistenze possano sembrare molti. La difficoltà insita in questo compito è data forse da una implicita tendenza alla solitudine, dal fatto che il nostro è il mondo della dimenticanza, della fugacità, delle monadi in cui siamo isolati. È da questo pensiero che nasce la necessità di cercare costantemente la semplicità e l’essenzialità dell’essere bambino, per trovare quei punti che ci aiutano nella comprensione di noi stessi, nella ricerca verso la condivisione.
NOTE DI REGIA
“Un vecchio che muore è una libreria che brucia”, recita un vecchio detto africano. Saper leggere i libri che compongono la nostra“biblioteca personale” è la chiave di volta per poter raggiungere la condizione di essere umano pensante. Siamo tutti degli esseri da esplorare, il nostro corpo e ciò che vi è contenuto sono costantemente in trasformazione: chi siamo stati e cosa saremo sono componenti che accompagnano costantemente la nostra persona. Immersi però nelle convenzioni, nel sistema politico-sociale, riusciamo a distinguere noi stessi? Riusciamo a distinguerci dalla massa?
(Cristiano Demurtas)
RASSEGNA STAMPA
CulturaMente
Periodico Italiano Magazine
BARBUTI SALERNO FESTIVAL
VENERDÌ 25 AGOSTO || ORE 21.15
Gruppo della Creta
o’ Princepino
drammaturgia Aniello Nigro
regia Cristiano Demurtas
con Alessio Esposito, Amedeo Monda
musiche Enea Chisci, costumi Giulia Barcaroli, scene Bruna Sdao, aiuto regia Gabriele Merlini, tecnico audio e luci Pietro Frascaro, organizzazione Sara Papini, progetto fotografico Selena Franceschi, comunicazione e distribuzione Theatron 2.0 , si ringraziano Cesare D’Arco, Andrea Migliaccio, Stefania Minciullo, Marco Quaglia, MaTeMù, Accademia Popolare dell’Antimafia
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
da Redazione Theatron 2.0 | 28 Mag 2017 | Storytelling
Pubblichiamo la raccolta completa delle diverse uscite dello storytelling dedicato alla seconda edizione del Festival Labirinto che si è svolto presso il Teatro Studio Uno di Torpignattara (Roma) dal 15 al 28 maggio 2017. La kermesse, nata nel 2016 per volontà degli attori del Gruppo della Creta, è concepita come un’intersezione culturale dove poter incontrare artisti provenienti dalle discipline e dai contesti più vari.
#FocusOn: Il Festival Labirinto secondo il Gruppo della Creta
Abbiamo concepito Labirinto nel 2016 , spinti dal desiderio di trovare un luogo dove cultura e creatività possano esistere senza giudizio. Per questo, il Festival è un’intersezione culturale dove poter incontrare artisti provenienti dalle discipline e dai contesti più vari, un porto franco dove esibire e condividere le proprie creazioni. Questa idea si concretizza nell’immagine di un..(CONTINUA A LEGGERE)
#AnticipAzione: Programma e percorsi del Festival Labirinto
Dopo l’importante successo della prima edizione del festival Labirinto, il Gruppo della Creta ha deciso di imbarcarsi nell’organizzazione della seconda edizione. Le novità saranno tantissime. Come nella prima edizione lo spettatore potrà orientarsi tra diverse forme artistiche: dal teatro alla video arte. Le novità di quest’anno saranno la drammaturgia, la musica, i workshop ed una performance che..(CONTINUA A LEGGERE)
#FocusOn: Festival Labirinto e il Gruppo della Creta
Intervista ad Alessandro Di Murro del Gruppo della Creta per scoprire il concept del progetto..(CONTINUA A LEGGERE)
#TheatronConsiglia: Festival Labirinto, workshop di Drammaturgia e di Recitazione
l Festival, come un labirinto, presenta diversi ingressi e strade di esplorazione. Tra queste spiccano i workshop, che consentono di scegliere tra due sentieri diversi, accompagnati da due guide: il percorso di drammaturgia con Giampiero Rappa e quello di recitazione con Max Mazzotta. Grazie al pretesto offerto dal tema di Labirinto II, “Noi giovani del futuro”, servendosi della loro..(CONTINUA A LEGGERE)
#FocusOn: Orientheatre, teatro urbano a Torpignattara
In programmazione all’interno del Festival Labirinto II presso il Teatro Studio Uno il 21 e 28 maggio 2017 abbiamo partecipato alla prima assoluta di Orientheatre: giro di vite, ispirato al romanzo “Il giro di vite” di Henry James. Prendendo spunto dalla disciplina dell’orienteering, o orientamento, che consiste nell’effettuare un percorso caratterizzato da punti di controllo chiamati “lanterne” e con l’aiuto esclusivo di una cartina topografica, gli attori del..(CONTINUA A LEGGERE)
#AnticipAzione: ‘o Princepino al Teatro Studio Uno dal 25 al 27 maggio
Prima che venisse pensato come testo, ‘o Princepino è stato concepito come uno spartito musicale. Una composizione teatrale che considera ogni parola, ogni sillaba, come una nota da vibrare. Il lavoro del drammaturgo, durante la stesura finale del copione, è stato concertato insieme agli altri componenti del progetto, regista, attori e musicisti, come se questi fossero, insieme all’autore, elementi di..(CONTINUA A LEGGERE)
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La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
da Redazione Theatron 2.0 | 23 Mag 2017 | Uncategorized
Debutta il 25 maggio al Teatro Studio Uno (Roma) , nell’ambito del festival delle arti Labirinto II, ‘o Princepino di Aniello Nigro, regia di Cristiano Demurtas.
“Esitò ancora un poco, poi si alzò. Fece un passo. Io non riuscivo a muovermi. Ci fu solo un lampo giallo intorno alla sua caviglia. Lui rimase un istante immobile. Non gridò. Cadde dolcemente, come cade un albero. Non fece nemmeno rumore, per via della sabbia”.
Saint-Exupery fa terminare così l’incredibile racconto del “Piccolo Principe”. In molti pensano che il Piccolo Principe muoia alla fine del romanzo; altri pensano che abbia semplicemente lasciato il suo corpo terreno per tornare sulla propria stella. In pochi pensano invece che abbia continuato il suo viaggio, finendo vecchio e stanco in un ospizio sul pianeta della dimenticanza. Inizia così il viaggio a ritroso di questo vecchio principe. I pochi elementi rimasti della sua esistenza faranno scaturire in lui una serie di pensieri, che lo porteranno a ricordarsi di essere stato bambino.
Prima che venisse pensato come testo, ‘o Princepino è stato concepito come uno spartito musicale. Una composizione teatrale che considera ogni parola, ogni sillaba, come una nota da vibrare. Il lavoro del drammaturgo, durante la stesura finale del copione, è stato concertato insieme agli altri componenti del progetto, regista, attori e musicisti, come se questi fossero, insieme all’autore, elementi di un’orchestra. Il lavoro è stato svolto sui significanti, prima ancora che sui significati, cercando di lasciare la ricerca di questi ultimi direttamente al pubblico dell’esibizione. L’opera è resa come una scena universale, davanti alla quale ognuno può riconoscersi con la propria esperienza, scavando e ricercando il senso a diversi livelli di profondità, facendosi guidare dalle proprie sensazioni.
In questo senso, lo spettacolo è didattico, perché mette lo spettatore davanti ad uno specchio esistenziale, che riflette sì l’esperienza dell’osservatore, ma nello stesso tempo scuote dal punto di vista sensoriale la coscienza di chi guarda, accompagnando lo spettatore verso una disposizione di ascolto vicina all’auto-analisi. Non c’è soluzione, non ci sono risposte, nel contempo, però, ci sono molte domande, che chi assiste alla messinscena può portare in dote ai suoi più intimi ragionamenti. Questi interrogativi chiederanno a Ninno, il nostro protagonista, di trovare risposta.
È forse una delle cose più difficili quella di saper leggere la libreria del nostro essere, nonostante si possa dire che i punti in comune tra le varie esistenze possano sembrare molti. La difficoltà insita in questo compito è data forse da una implicita tendenza alla solitudine, dal fatto che il nostro è il mondo della dimenticanza, della fugacità, delle monadi in cui siamo isolati. È da questo pensiero che nasce la necessità di cercare costantemente la semplicità e l’essenzialità dell’essere bambino, per trovare quei punti che ci aiutano nella comprensione di noi stessi, nella ricerca verso la condivisione.
ASCOLTA L’ITERVISTA RADIOFONICA AL REGISTA CRISTIANO DEMURTAS E ALL’ATTORE ALESSIO ESPOSITO
NOTE DI REGIA
“Un vecchio che muore è una libreria che brucia”, recita un vecchio detto africano. Saper leggere i libri che compongono la nostra “biblioteca personale” è la chiave di volta per poter raggiungere la condizione di essere umano pensante. Siamo tutti degli esseri da esplorare, il nostro corpo e ciò che vi è contenuto sono costantemente in trasformazione: chi siamo stati e cosa saremo sono componenti che accompagnano costantemente la nostra persona. Immersi però nelle convenzioni, nel sistema politico-sociale, riusciamo a distinguere noi stessi? Riusciamo a distinguerci dalla massa?
(Cristiano Demurtas)

GRUPPO DELLA CRETA
Il Gruppo della Creta è composto da giovani attori uniti per costruire un teatro collaborativo dove le abilità di ognuno possano sostenere il lavoro di tutti.
Fuori dagli schemi del teatro ufficiale, più vicini alla cooperativa e al teatro indipendente, i membri del Gruppo credono in un teatro di ricerca che si basa sul lavoro di palcoscenico e sulla ricerca di nuovi format e modalità per creare un dialogo diretto con il pubblico.
Componenti: Jacopo Cinque, Cristiano Demurtas, Alessandro Di Murro, Alessio Esposito, Pamela Massi, Giulia Modica, Laura Pannia, Lida Ricci, Bruna Sdao.
CRISTIANO DEMURTAS
Cristiano Demurtas nasce a Orbetello (Gr), il 30/11/1993. Finiti gli studi, si trasferisce a Roma, dove si diploma presso l’Accademia Internazionale di Arte Drammatica del Teatro Quirino. Si avvicina alla regia assistendo registi come Alvaro Piccardi, Alessandro Fabrizi, Daniele Nuccetelli, Lorenzo De Liberato, Stefano Patti ed altri. Dal 2016 è co-organizzatore del Festival di Teatro Ecologico di Stromboli.
ALESSIO ESPOSITO
Alessio Esposito nasce a Isernia, il 07/09/1990. Inizia il suo percorso teatrale, partecipando ad un laboratorio per gioco, entrando poi nel Centro Artistico di Sperimentazione Teatrale diretto da Salvatore Mincione Guarino. Nel 2008 diventa socio della compagnia C.A.S.T. e nel 2010 apre il Piccolo Spazio Libero “Il Proscenio”. Nel 2012 si trasferisce a Roma e nel 2015 si diploma presso l’Accademia Internazionale di Arte Drammatica del Teatro Quirino di Roma diretta da Alvaro Piccardi.
AMEDEO MONDA
Amedeo Monda nasce a Gallarate (VA), il 02/02/1990. Nel 2005 inizia i suoi studi di chitarra classica presso l’Istituto comunale “Palmiero Giannetti” di Grosseto, conseguendo il diploma di teoria musicale, solfeggio, armonia e storia della musica. Si laurea nel 2017 presso l’ ISSM Rinaldo Franci di Siena. Collaboratore del Gruppo della Creta dal 2015, artista di strada e attualmente chitarrista dell’Orchestra Mattarella e del duo Trieste meolo roncade.
ANIELLO NIGRO
Laureato alla Sapienza di Roma in Scienze Umanistiche, con indirizzo Teatro e Arti Performative, specializzato in drammaturgia, Aniello Nigro nasce come attore, recitando in varie compagnie professionistiche per poi passare esclusivamente alla scrittura per il teatro. È autore di trentaquattro testi teatrali tra cui si ricordano: T: Tralasciando Godo; Logiche Kamikaze; Le signore Cannavaccio; Le Mani nel fuoco; Madre Teresa di via Margutta; I gabbiani di Napoli; Il soldato Woyzeck; MacBeth – La poltrona; Racconto; Prigionia: femminile singolare.
GIOVEDÌ 25 | VENERDÌ 26 | SABATO 27
SALA TEATRO | 21.00 | durata 70’ | teatro
Gruppo della Creta
o’ Princepino – primo studio (2017)
prima assoluta
drammaturgia Aniello Nigro
regia Cristiano Demurtas
con Alessio Esposito, Amedeo Monda
musiche Enea Chisci, costumi Giulia Barcaroli, scene Bruna Sdao, aiuto regia Gabriele Merlini, organizzazione Sara Papini, progetto fotografico Selena Franceschi, si ringraziano Cesare D’Arco, Stefania Minciullo, Marco Quaglia, Vittorio Stasi, MaTeMù, Accademia Popolare dell’Antimafia
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.