Riparte il cammino del Premio Riccione per il Teatro

Riparte il cammino del Premio Riccione per il Teatro

Premio Riccione

Riparte il cammino del più prestigioso concorso italiano di drammaturgia, il Premio Riccione per il Teatro. Giunto alla 56a edizione, il Premio è assegnato ogni due anni all’autore di un’opera originale in lingua italiana o in dialetto ed è aperto a tutte le forme della scrittura per la scena, comprese traduzioni, trasposizioni e adattamenti capaci di distinguersi per autonomia creativa. Le iscrizioni sono aperte fino al 1° giugno 2021 e i vincitori saranno proclamati a ottobre. Il bando e la scheda di partecipazione sono disponibili sul sito www.riccioneteatro.it

Organizzato da Riccione Teatro con il sostegno del Ministero della cultura, della Regione Emilia-Romagna  e del Comune di Riccione, il concorso assegna tre riconoscimenti: il 56° Premio Riccione per il Teatro (5.000 euro) al vincitore assoluto; il 14°  Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli” (3.000 euro) al miglior  testo di un autore under 30 (nato dall’1 gennaio 1991 in poi); la menzione speciale “Franco Quadri” (1.000  euro), intitolata a uno storico compagno di viaggio del Premio, scomparso proprio dieci anni fa.

Tutti i  finalisti, anche se sconfitti, avranno un’altra opportunità al termine del concorso, quando saranno chiamati a presentare un progetto per l’allestimento del loro testo: in palio due premi di produzione da 15.000 euro (sezione principale) e da 10.000 euro (sezione under 30), ideati per favorire la rappresentazione di  opere inedite e strategici per un settore che prova a rilanciarsi dopo un periodo di forzato silenzio.  

Una delle novità principali di questa edizione è il rinnovamento della giuria, presieduta dalla drammaturga Lucia Calamaro e composta anche dal direttore del Piccolo Teatro Claudio Longhi, dal critico e conduttore di Radio 3 Graziano Graziani e da due interpreti affermati come Isabella Ragonese (due Nastri d’argento, un Globo d’oro) e Stefano Accorsi (da gennaio 2021 Direttore Artistico della Fondazione Teatro della Toscana e Testimonial triennale per le Città d’Arte e Cineturismo della Regione Emilia-Romagna). Lucia Calamaro, voce tra le più internazionali del teatro italiano e da quest’anno direttrice della scuola di drammaturgia Scritture, raccoglie un’eredità importantissima assumendo un incarico che negli ultimi  venticinque anni è stato ricoperto con ottimi risultati prima da Franco Quadri (1995-2007) e poi, per tre  edizioni ciascuno, da Umberto Orsini (2009-2013) e Fausto Paravidino (2015-2019), autore di una straordinaria azione di talent scouting. 

Il rinnovamento periodico della giuria coincide ora con un rinnovamento di genere. La guida femminile non è una novità assoluta, visto che a presiedere la prima giuria del Premio Riccione fu una grande scrittrice, Sibilla Aleramo. Era il 16 agosto 1947, Riccione fino a poco tempo prima era un cumulo di macerie e l’Italia cercava di rilanciarsi dopo il disastro della Seconda guerra mondiale puntando anche sulla cultura, con uno spirito che dovrebbe servirci da esempio anche oggi. In una serata memorabile Sibilla Aleramo, Mario Luzi, Guido Piovene e Cesare Zavattini – che componevano la giuria insieme a Corrado Alvaro, Romano  Bilenchi ed Elio Vittorini – proclamavano i primi vincitori al cospetto del presidente dell’Assemblea Costituente Umberto Terracini. Al tempo il concorso prevedeva anche una sezione letteraria e ad aggiudicarsela, ex aequo con Fabrizio Onofri, fu un esordiente destinato a cambiare la storia della  letteratura italiana: il ventitreenne Italo Calvino, premiato per Il sentiero dei nidi di ragno, opera prima al tempo inedita.

Da allora, scomparsa la sezione letteraria, sono stati premiati a Riccione testi teatrali di Tullio Pinelli, Dacia Maraini, Pier Vittorio Tondelli e persino di un giovanissimo Enzo Biagi. Più di recente, si sono affermati esponenti importantissimi della nuova drammaturgia italiana, da Fausto Paravidino a Davide Enia, da Letizia Russo a Stefano Massini, da Mimmo Borrelli a Vitaliano Trevisan. L’ultima edizione, nel 2019, ha visto i successi di due giovani drammaturghi, Tatjana Motta con Notte bianca (Premio Riccione per il Teatro) e Tommaso Fermariello con Fantasmi (Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli”), mentre la menzione speciale “Franco Quadri” è stata assegnata a Elvira Frosini e Daniele Timpano per Ottantanove

I loro successori saranno proclamati come sempre a Riccione. Durante la cerimonia di premiazione, inserita  a ottobre in un calendario di eventi speciali dedicati al teatro contemporaneo, sarà assegnato anche un riconoscimento fuori concorso, il Premio speciale per l’innovazione drammaturgica, riservato a una personalità o una compagnia, attiva in Italia, capace di aprire nuove prospettive al mondo della scena; negli anni passati si sono affermati Chiara Lagani di Fanny & Alexander (2017) e Deflorian/Tagliarini (2019). Al vincitore sarà dedicata un’ampia retrospettiva, che vivrà il suo apice nel 2022 al Riccione TTV Festival. 

Danze nel Presente. Roberto Castello 1993-2013

Danze nel Presente. Roberto Castello 1993-2013

Giovedì 1 giugno (ore 21) nella Sala Squarzina del Teatro Argentina si terrà la proiezione del documentario Danze nel Presente. Roberto Castello 1993-2013, ideato e realizzato da Graziano Graziani e Ilaria Scarpa, una serata dedicata alla danza contemporanea e a uno dei suoi protagonisti più controversi e impegnati della scena coreografica.

Il documentario ripercorre vent’anni – dal 1993 al 2013 – di una singolare esperienza professionale e umana, quella di Roberto Catello: dalla fondazione di ALDES fino ai giorni nostri, due Premi Ubu, dieci anni di docenza in coreografia digitale, il progetto SPAM!, le collaborazioni con Peter Greenaway, Eugene Durif, Studio Azzurro e RaiTre.

Parlare di danza contemporanea facendo riferimento a Roberto Castello e al suo percorso artistico appare molto articolato: teatro di ricerca? teatrodanza? coreografia radicale? danza urbana? danza critica o critica della danza? E quanto c’è di politico e di pubblico nella sua attività? Basta assistere a due tra i suoi più recenti lavori, il reiterante In girum imus nocte et consumimur igni o il coreocabaret confusionale di Trattato di economia per non trovare risposta. «Pubblico. Se c’è una parola in grado di sintetizzare le molteplici tensioni che hanno innervato attività artistica di Roberto Castello e di ALDES nell’arco di vent’anni di lavoro credo sia questa. […] – annota Graziano Graziani – Il pubblico a cui ci si rivolge e le responsabilità nei suoi confronti; la dimensione pubblica, e dunque politica, del gesto e del discorso artistico; le risorse pubbliche che permettono alla danza e al teatro non commerciali di esistere, e per estensione il ruolo di queste nella scala di valori di una comunità».

Presenta la serata Christian Raimo, giornalista di Internazionale, mentre a seguire la proiezione, il dibattito moderato da Gaia Clotilde Chernetich (Teatro e Critica) alla presenza di Roberto Castello e Graziano Graziani.

Si segnala che l’11 e il 12 luglio al Teatro India andrà in scena, per la prima volta a Roma, Alfa – appunti sulla questione maschile un progetto di Roberto Castello.

Giovedì 1 giugno (ore 21) Teatro Argentina
proiezione del documentario

DANZE NEL PRESENTE.
ROBERTO CASTELLO 1993-2013

Un documentario sull’arte di Roberto Castello
di Graziano Graziani e Ilaria Scarpa

Presenta la serata Christian Raimo, giornalista di Internazionale
Segue dibattito moderato da Gaia Clotilde Chernetich (Teatro e Critica)
alla presenza di Roberto Castello e Graziano Graziani

ingresso gratuito

Teatro di Roma>  http://www.teatrodiroma.net/

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