DRAMMATURGIA: La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza di Alberto Fumagalli

DRAMMATURGIA: La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza di Alberto Fumagalli

“La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza“, prodotto dalla compagnia bergamasca Les Moustaches, si è aggiudicato il premio di miglior spettacolo al Roma Fringe Festival 2020 e il premio della stampa nonché il premio Alessandro Fersen per la ricerca e l’innovazione.

Introduzione al testo

Lo spettacolo, con la drammaturgia di Alberto Fumagalli e la regia di Ludovica D’Auria e dello stesso Fumagalli, ha come protagonista Ciccio Speranza, un ragazzo grasso ma leggero con un’anima talmente delicata, che potrebbe sembrare quella di una graziosa principessa nordeuropea. Ciccio vive in una vecchia catapecchia di provincia dove si sente soffocare, come una fragile libellula rosa in una teca di plexiglass opaco. Ha un sogno troppo grande per poter rimanere in un cassetto di legno marcio: vuole danzare.

Attraverso un linguaggio inventato, poetico ed ironico nel suo impasto di dialetti viene evocata una famiglia di provincia schiacciata dalla sua marginalità sociale, da un immobilismo drammatico e contemporaneo. La famiglia Speranza vive da generazioni le stesse lunghissime giornate. Sebbastiano è il padre di Ciccio, violento e grave come un tamburo di pelle di capra in un concerto di ottavini. Dennis è il fratello di Ciccio, con un’apertura mentale di uno che va a Bangkok e spacca tutto perché non sanno fare pasta, patate e cozze. Solo, in fondo, nella sua fragilità, Ciccio vuole scappare da quel luogo che mai ha sentito come casa. Attraverso il suo gutturale linguaggio, il suo corpo grassissimo e il suo sogno impacciato, non smetterà mai di danzare, raccontando la sua vita così come la desidera. Ciccio appartiene ad un mondo lontano, senza alcuna possibilità di esaudire il proprio sogno. Il suo destino è segnato, il suo carattere è condizionato, la sua vita è soffocata da un ambiente che gli sta stretto come un cappottino antigelo sta stretto ad un bulldog inglese. Dunque, perché rattrappire i propri istinti? Solo perché la cicogna ci ha fatto cadere lontano dalla terra promessa? Perché sentirsi schiacciati da una famiglia che non vuole conoscere un mondo che sta oltre il proprio campo di fagioli?

> Leggi il testo integrale “La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza

Alberto Fumagalli:

Alberto Fumagalli è nato a Treviglio (BG) nel 1990. Si diploma all’Accademia STAP Brancaccio di Roma. Dopo la laurea in Scienze dei beni culturali (Università degli Studi di Milano), fonda la “Compagnia Teatrale Les Moustaches” per cui firma drammaturgia e regia degli spettacoli. Fra gli altri: Il Giovane Riccardo (spettacolo selezionato per il festival di Avignone 2020 – vincitore Milano Fringe festival 2019), La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza, Il Presidente (finalista Bando Testinscena).

Compagnia Les Moustaches:

La compagnia Les Moustaches nasce e cresce a Fara Gera d’Adda nel 2012, sulle rive del melmoso fiume bergamasco. Fondata da Alberto Fumagalli, tra zanzare, campi di grano e feste del patrono, la compagnia ha preso vita, forma e speranza. Il piccolo nucleo iniziale è aumentato dopo l’incontro e il confronto con altri giovani artisti, provenienti da tutta Italia, formatisi in differenti discipline artistiche nelle maggiori accademie del territorio. Un evidente meticciato culturale, si fonde nei nostri recenti spettacoli, attraverso lo scambio, il dialogo, il confronto, l’unione, in una ricca fattoria artistica. La compagnia Les Moustaches durante la stagione teatrale 2018/2019 ha raggiunto la fase finale del Premio Scenario con lo spettacolo/studio “La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza”. Lo spettacolo viene selezionato per il Roma Fringe Festival 2020 dove vince Miglior spettacolo, Premio della Stampa e Premio Fersen per l’innovazione e la ricerca. Con il testo “Il Presidente” la compagnia è finalista del bando Testinscena 2019 Fondazione Claudia Lombardi per la città di Lugano, tra le sei migliori drammaturgie originali. Les Moustaches vincono il primo premio del Milano Off Fringe Festival2019 con lo spettacolo “Il Giovane Riccardo” e rappresenterà l’Italia al Festival internazionale di Avignone durante il mese di luglio 2020.

DRAMMATURGIA:  Un Tramezzino Tautologico di Mauro Tiberi

DRAMMATURGIA: Un Tramezzino Tautologico di Mauro Tiberi

Un tramezzino tautologico Di Mauro Tiberi

Un tramezzino tautologico Di Mauro Tiberitr

Vincitore del premio come Miglior Drammaturgia nella VII edizione del Fringe Festival di Roma, Tramezzino Tautologico di Mauro Tiberi è un’opera le cui parole pesano come cemento sulle corde della nostra sensibilità. In scena un uomo e la propria abitazione, spartana e fatiscente, dove è presente il minimo indispensabile per la sopravvivenza dell’artista: una libreria ricca di titoli si contrappone a un tavolo e a un piano cottura desolati e spogli su cui prepara il suo spuntino, grottescamente composto da un tozzo di pane raffermo e da una sottiletta di formaggio, recuperata dal frigo assieme a una bottiglia d’acqua, uno dei segni salienti di un beffardo ritratto della solitudine. Una telefonata e poi una registrazione; la lettura di una fiaba alla propria nipote, che si trasforma nell’urlo disperato di un uomo senza prospettive.

Mauro Tiberi, autore ed interprete di questo toccante monologo, interpreta un autore di teatro scontroso, burbero e volgare, anzi volgarissimo, che non si fa problemi ad aprirsi con tutto sé stesso alla propria nipotina, forse da lui considerata come l’unica anima pura rimasta rispetto ai suoi simili che lo hanno confinato nell’inferno dell’incomprensione e nel dolore di un amore non ricambiato. E, come se non bastasse, uno spettro aleggia nella conversazione: la depressione.

Tramezzino Tautologico è la dimostrazione di un teatro le cui parole e la cui scena sono una spaventosa diapositiva della nostra condizione fragile e indifesa: un essere umano piccolo e mediocre, fatto di velleità, di volgarità e di capricci e, purtroppo, anche di dolore. Una rappresentazione dell’essere umano così viva e vera sulla scena da prendere alla gola lo spettatore battuta dopo battuta.

 

 

Intervista a Mauro Tiberi

Sono nato a Roma il 28 luglio del 1989 ma abito a Pomezia. Questo credo che basti a racchiudere un po’ tutte le questioni. Aggiungerei anche un appunto sulla mia menomazione alla mano destra e sui miei problemi di balbuzie. Ecco, ora il profilo del personaggio è completo.

Mi sono sempre un po’ sentito ai margini di ogni cosa pur facendone parte.

C’è chi dice che la marginalità sia uno degli ingredienti fondamentali dell’arte come anche la sofferenza, la cirrosi e la gonorrea. Per quanto riguarda le ultime due ci sto ancora lavorando.

Quando ho scoperto il mondo del teatro nel 2006 le mie prospettive e la visione d’insieme di me stesso sono drasticamente cambiate. Mi sono fin da subito reso conto che in scena non balbettavo e che la mia mano non si notava. Poi, nel corso degli anni, anche Pomezia è diventata una valida alleata. Una sorta di punto di riferimento da osteggiare e combattere con la lama tagliente dell’ironia.

E’ stata un’esplosione di vivacità espressiva. Ho iniziato a scrivere e ad aver bisogno di un palco in un rapporto di totale dipendenza da esso.

C’ho messo un po’. Sono anche una persona molto lenta. Nel 2016 mi sono iscritto a Teatro Azione e ho scelto, in un ritardo massimo, di dedicarmi esclusivamente alle mie velleità artistiche perché per me il teatro non è solo un luogo in cui esprimere qualcosa. E’ l’unico luogo in cui non mi sento a disagio, dove il disprezzo che nutro a livello molecolare verso me stesso viene meno.

L’essere umano è l’unico a percepirsi nel mondo che lo circonda. E’ l’unico a dire “che fame! Ho bisogno di cibo ma prima devo calarmi un lexotan perché la vita è indubbiamente intollerabile sotto ogni punto di vista”. Per me quel lexotan è il teatro. Mi rasserena, paradossalmente interrompe quel moto di dissociazione dalla realtà e mi fa tornare la voglia di avere rapporti sessuali al limite dell’indecenza.

 

Leggi un estratto di Tramezzino Tautologico