Dietro la macchina da presa

Dietro la macchina da presa

Essendo danzatore e realizzando video di danza vorrei incominciare facendo qualche passo indietro nella storia del rapporto tra macchina da presa e coreografia. Nell’ultimo secolo fino ad oggi, le tecniche di ripresa non hanno smesso di evolversi. Il linguaggio cinematografico utilizzato per il cinema “tradizionale” era lo stesso impiegato per filmare una coreografia.

Nel film Swing Time (Follie d’Inverno, 1936) di George Stevens, ad esempio, vi è una scena di ballo emblematica delle scelte tecniche utilizzate in questo genere di film, quelli della straordinaria coppia Astaire-Rogers. Fred Astaire, uno dei più famosi ballerini ma anche cantante, coreografo e attore statunitense seppe coniugare squisitamente ballo, musica e cinema e fu indiscusso maestro del tip-tap, anche se personalmente metterei accanto a lui Gene Kelly, e se non proprio davanti a loro, e con tutto il rispetto, nell’olimpo del tip-tap, i Nicholas Brothers… Ma torniamo all’ argomento.

Come hanno filmato la scena di danza? Quali scelte tecniche? Nei anni 30-40, a Hollywood, il regista montava raramente il film che realizzava, era un impiegato come gli altri dove il dipartimento di montaggio con le sue ferree regole influenzava anche la realizzazione del film stesso (tranne per quei pochi registi dalla forte personalità, da Ford a Hawks, ecc.). In quel periodo, un cliché potente circolava nelle grandi produzioni americane: i film si fanno in sala di montaggio!

Questo pensiero è assurdo! Nessun montatore poteva montare dei piani non ancora girati. Nonostante il sistema di produzione fosse totalmente compartimentato, annientando la creatività e l’emergenza di idee originali, sono stati realizzati, comunque, dei capolavori in queste condizioni.

Quasi sempre, nei musical di quell’epoca, la tecnica di realizzazione è questa: ogni momento “teatrale” è montato con dei raccordi secondo le scelte d’inquadratura tali da creare un senso e accompagnare l’attore nella sua danza e recitazione. La scena di ballo è quasi sempre un unico piano sequenza con rari raccordi che non sono realizzati per il ballo, ma in questa scena di Swing Time su uno spettatore e sulle sue reazioni provocate dalla coppia danzante.

Il piano sequenza è un’inquadratura senza raccordi e tagli di montaggio e in generale dà allo spettatore un’esperienza di immersione nell’azione del film perché essa è in tempo reale; dà una sensazione maggiore di verità ed è spesso una performance difficile da realizzare quando la camera da presa si sposta nello spazio. Nella sequenza del film come movimento di camera abbiamo soltanto qualche travelling avanti e indietro sullo stesso asse (sicuramente utilizzavano dei binari per ottenere quel movimento) e pannelli a destra e sinistra per aggiustare l’inquadratura quando i ballerini si spostano nello spazio. Mai un raccordo su un dettaglio come la loro espressione, i loro sentimenti, un dettaglio di corpo. Tutto serve per esaltare l’eccellenza della coppia Astaire-Rogers, come se lo spettatore fosse a teatro in una visione frontale del ballo dove si può ammirare il talento dei performer. La danza è semplicemente magnifica e non ha bisogno di un montaggio dinamico, è tutto lì nella “verità” di Astaire e Rogers che seguo con piacere ancora 80 anni dopo.

[embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=mxPgplMujzQ[/embedyt]

Swing Time – Rogers and Astaire

Un altro salto nel tempo, cambio di epoca, cambio di stile e di artista. La danza contemporanea belga degli anni ’90 ha una dei suoi rappresentanti maggiori nella coreografa Anne Teresa De Keersmaeker. Realizzava dei film ispirati dalle sue creazioni di danza destinate alla rappresentazione in teatro. Nel film Achterland realizzato nel 1993 (mentre lo spettacolo nel 1990), possiamo intuire che ha mantenuto questo rapporto frontale con lo spettatore, moltiplicando i punti di vista di fronte alla scena. È stato scelto il bianco&nero per la colorimetria.

[embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=iq_ie1nPEVM[/embedyt]

Achterland – Anne Teresa De Keersmaeker

Secondo il regista Andrej Tarkovskij, il bianco&nero è più realista e corretto perché dà più libertà allo spettatore che vive in un mondo di colore,  pensando in colore gli permette di concentrarsi sull’essenza del film che guarda. Viaggiamo sempre intorno al concetto di verità.

Lo stesso regista russo sosteneva che la verità nella vita non corrisponde alla verità nell’arte. Riferendosi al neo-realismo italiano affermava che se le opere di questo movimento fossero state realizzate in colore sarebbero divenute un fenomeno innaturale.

Un ultimo pensiero personale: la cultura “mainstream” assorbe tutto e digerisce il suo prodotto “popolare”.  Possiamo parlare di plagio o di ispirazione? Vi lascio giudicare, ma l’artista che vedrete non ha mai chiesto il permesso alla Compagnia Rosas di A.T. De Keersmaeker per questi “prestiti”.

[embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=PDT0m514TMw[/embedyt]

Beyonce “Countdown” vs Anne Teresa De Keersmaeker

#AccaddeOggi: Il 10 Maggio 1899 nasceva Fred Astaire

#AccaddeOggi: Il 10 Maggio 1899 nasceva Fred Astaire

Frederick Austerlitz, in arte Fred Astaire, nasce ad Omaha, Nebraska, il 10 maggio 1899. Figlio di un facoltoso austriaco emigrato in America, studia all’Alvienne School of Dance e alla Ned Wayburn School of Dancing. Legatissimo alla sorella maggiore Adele, che sarà la sua partner professionale per più di venticinque anni. Fin da piccolo Fred Astaire, spinto da un’irrefrenabile attrazione nei confronti della danza, prende lezioni e impara i passi essenziali. Appena si sente pronto inizia a danzare nei cabaret e nei teatri di vaudeville insieme all’inseparabile sorella. La loro bravura e il loro talento non passano inosservati. Il debutto nel prestigioso teatro è segnato da “Over the top”: grazie a questo musical la coppia esplode. Pubblico e critica fanno a gara per trovare gli aggettivi più eclatanti e lo spettacolo riscuote continuamente serate di ‘tutto esaurito’. È solo l’inizio di una serie di grandi successi che dureranno per una ventina d’anni. In questi straordinari quattordici anni gli Astaire contribuiranno al successo dei musical più belli di Ira e George Gershwin, fra i quali “Lady be good” e “Funny face”. George Balanchine e Rudolph Nureyev lo hanno considerato il più grande ballerino del XX secolo, e gli viene riconosciuto di essere stato il ballerino più influente nella storia dei musical sul grande e piccolo schermo. Nel 1931 Adele sposa lord Charles Cavendish e si ritira dal mondo dello spettacolo.

Il 1934 è l’anno che ufficializza un grande sodalizio diventato proverbiale (Fellini ne trarrà spunto per uno dei suoi ultimi film), quello con Ginger Rogers. Protagonisti insieme di alcuni titoli, ottengono un clamoroso successo con “Cappello a cilindro”, un successo talmente ampio che si può considerare il punto massimo della loro carriera.  La coppia diventa una delle più leggendarie partnership nella storia della danza, dimostrando una incredibile e unica sintonia.

Un’altro dei migliori film interpretati da Fred Astaire è certamente “Spettacolo di varietà”, girato nel 1953 da un ispirato Vincente Minnelli, celebre anche perchè contiene al suo interno un numero mozzafiato interpretato con Cyd Charisse. L’American Film Institute ha inserito Astaire al quinto posto tra le più grandi star della storia del cinema.

 

 

“Il cappello a cilindro” – regia di Mark Sandrich, 1935, USA

[embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=kttfDx2sHOw[/embedyt]