da Edoardo Borzi | 4 Ago 2021 | Interviste

Vertigo Dance Company
Dall’11 al 27 luglio 2018 al Teatro Vascello di Roma torna Fuori Programma, il Festival Internazionale di Danza Contemporanea, con la direzione artistica di Valentina Marini, prodotto da European Dance Alliance/Valentina Marini Management in collaborazione con Teatro Vascello. L’edizione 2018 punta all’eccellenza con due prime nazionali, due prime regionali, una prima romana e un debutto assoluto.
In occasione dell’inizio della kermesse abbiamo intervistato la direttrice artistica Valentina Marini:
Come e sotto quali auspici nasce la rassegna “FUORI PROGRAMMA Festival Internazionale di Danza Contemporanea”?
La Rassegna Fuori Programma è nata tre anni fa da una iniziativa del Teatro Vascello che ha deciso di prolungare la programmazione danza scavallando la consueta stagione invernale per ospitare in estiva alcuni spettacoli in uno spazio dedicato, un contenitore che il Teatro ha prodotto per due stagioni consecutive senza sostegni esterni. Dal 2018 ho rilevato la manifestazione che è prodotta e organizzata quindi in esterno, ma mantiene lo spirito e anzi ne amplia gli intenti con l’obiettivo di potenziare un periodo di programmazione troppo spesso lasciato in coda ma che dovrebbe-potrebbe contare su un pubblico ampio, quello dei turisti, a cui è dovuta una offerta culturale multiforme e non per forza legata ad alcuni formati predefiniti.
Programmazione artistica all’insegna dell’innovazione: quali sono stati i parametri qualitativi e gli obiettivi che la direzione artistica ha perseguito per questa edizione 2018?
La parola innovazione mi fa paura, non ho la presunzione di innovare, se ne parla troppo oggi e spesso a sproposito. Ho invece l’ambizione di non sedermi sul sicuro e avere uno sguardo nella programmazione che allarghi il compasso dalla comfort zone degli spettacoli tradizionalmente associati alle placide serate estive per dare spazio a una rosa di autori il cui segno ci porti a una riflessione forte cosi come forte è il gesto fisico dei corpi che mettono in scena. Sono corpi parlanti, nel senso che sono portatori di messaggi che vanno oltre la natura puramente decorativa dello spettacolo ma scavano verso zone piu’ profonde di riflessione ognuno con un messaggio preciso, oltre che un alto profilo qualitativo. Ogni creazione proposta ha un suo piccolo mondo, un immaginario che a modo suo indaga, e risponde a una diversa angolatura per fare da specchio al pubblico nella gamma delle suggestioni possibili. L’obiettivo è proporre un ventaglio di creazioni vive, attuali, voci di artisti diversi ma accomunati dal desiderio di usare il corpo come strumento di dialogo profondo, di investigazione dei temi che oggi giorno sempre più solcano le nostre vite. Allora il teatro diventa urgente luogo di confronto perchè impone lo stadio della riflessione, della condivisione delle esperienze, della bellezza come risposta alle chiusure che l’oggi ci pone davanti con sempre maggiore durezza.
Le sei proposte sono tutte delle novità esclusive per la città di Roma: Vertigo Dance Company porta in scena l’ultima creazione per dieci danzatori della coreografa Noa Wertheim, un lavoro che ben rappresenta la relazione arte-uomo-natura che è alla base della poetica dell’autrice, “We love arabs” di Hillel Kogan, è una ironica e dissacrante creazione sul tema della convivenza tra arabi ed ebrei un lavoro pluripremiato a livello internazionale che mai avrei immaginato avrebbe portato un tema cosi attuale anche da noi, purtroppo. “Don’t Talk to me in my sleep” presenta per la prima volta in Italia in veste di autrice una creazione di Dunja Jocic, artista dallo sguardo cinematografico e graffiante, di origine serba ma olandese di adozione. “La Morte e la Fanciulla“ di Abbondanza-Bertoni è l’ultimo imperdibile capolavoro di due artisti che stimo particolarmente, recentemente insignito del premio Danza&Danza: una piece struggente che raggiunge profondità come pochi autori sanno fare. Spellbound Contemporary Ballet è in scena con un debutto assoluto, l’ultima creazione di Mauro Astolfi “Full Moon”, un progetto creativo elegante e intimista affidato un rinnovato organico di nove interpreti davvero speciali. Chiude il programma Roberto Zappalà, un altro artista che ho programmato in diverse occasioni nell’ultimo anno qui a Roma nella speranza di costruire un pubblico che segua gli autori nei diversi luoghi. Il progetto di Zappalà è infatti legato alla creazione che ha presentato a maggio al Teatro Biblioteca Quarticciolo, come parte di una unica opera frutto della “meditazione su Caino e Abele”.

La Morte e la Fanciulla“ di Abbondanza-Bertoni
Audience Development: quali sono le motivazioni che hanno portato Fuori Programma ad aprirsi a una nuova collaborazione con Casa dello Spettatore che curerà INCONTRO ALLA DANZA_fuori programma?
La relazione con il pubblico è fondamentale oggi più che mai. Non solo perchè uno dei grossi nodi della programmazione è l’ansia di riempire le sale e di portare il pubblico a interessarsi, laddove nuovo, a certe proposte, ma soprattutto per renderlo partecipe, coinvolgerlo emotivamente nella riflessione che ogni spettacolo ci pone davanti. La scena dovrebbe fare da specchio ad una dimensione critica dell’oggi, dovrebbe fare da cassa di risonanza rispetto a un dialogo complessivo, politico, umano, esistenziale: un corto circuito ha allontanato artisti e pubblico e ha spento in gran parte una relazione vitale e necessaria che va assolutamente rimessa in vita per risvegliare nella gente l’urgenza di ricorrere al Teatro come luogo privilegiato per una crescita collettiva costruttiva rispetto alla pochezza che, ahimè, senza retorica davvero oggi ci circonda. Gli incontri a cura de “La casa dello spettatore” nascono proprio con lo scopo di guidare una platea curiosa ad una visione consapevole attraverso una preparazione antecedente lo spettacolo nello stesso ridotto del Vascello.
Percorsi di Formazione: sono previsti due workshop tenuti dalla Vertigo Dance Company presso la Scuola di Danza Mimma testa a Trastevere e il 26 luglio dalla Compagnia Zappalà Danza (120 min di lezione) presso il Teatro Vascello.
La pratica attiva della danza è sempre un veicolo privilegiato per dare possibilità agli studenti e danzatori di conoscere sia in sala che in scena gli autori presentati. Spero negli anni che questo possa diventare davvero un bacino ampio accanto al cartellone degli spettacoli in rassegna come appuntamento combinato con una rosa di autori tra coloro che presentano le proprie creazioni. La formazione se potesse sempre abbracciare sia lo studio che la visione darebbe sicuramente una educazione artistica piu’ completa.
Qual è stata la risposta in questi anni del pubblico che ha partecipato agli eventi di “FUORI PROGRAMMA Festival Internazionale di Danza Contemporanea”?
Inutile negare che il pubblico in estiva in una città come Roma stenta a immaginare di chiudersi in teatro anche se solo per un’ora di spettacolo e di sicuro la fatica maggiore è stata questa sul piano organizzativo. Competere con i grandi palchi nei parchi romani o le opere allestite tra le rovine antiche è difficile ma è anche vero che il costo del biglietto e la durata-tipologia degli spettacoli sono profondamente differenti. Questo Festival è una scommessa nelle scommesse ma credo che in una capitale da sei milioni di abitanti e un numero incalcolabile di turisti non possa e non debba essere un limite riempire una sala da 300 posti. Ci vorrà tempo ma spero che un giorno tra le alternative al tempo libero nel mese di luglio ci sia quella di organizzare una bella serata in teatro cui segue un dopo spettacolo nella meravigliosa Trastevere li a due passi. Considerando il tasso di pioggia delle ultime estati credo che alla fine, anche il più cinico degli abbonati, arriverà a questa conclusione, ammaliato non solo dal programma ma anche dalla certezza di una sala climatizzata.
INFO E BIGLIETTI > https://www.teatrovascello.it/2017-2018/schede/fuori-programma.htm
da Redazione Theatron 2.0 | 23 Giu 2018 | News

L’edizione 2018 punta all’eccellenza con due prime nazionali, due prime regionali, una prima romana e un debutto assoluto. Mai esibitasi a Roma, Vertigo Dance Company (Israele) presenta, l’11 luglio alle ore 21.00 in partnership con Civitanova Danza Festival, la recente creazione per dieci interpreti One. One & One a firma di Noa Wertheim, nuovo e originale capolavoro dell’autrice che simbolizza l’essenza dell’espressione artistica della Compagnia e della sua filosofia a cavallo tra arte, natura e umanità. One, One & One riflette sia mondi interni che esterni ponendo l’attenzione alle eco che derivano dalle diverse prospettive e sviluppa relazioni metaforiche tra il lontano e il vicino, tra il sé e l’altro; segue il 15 luglio alle ore 21.00 un altro progetto israeliano, l’acclamato We love arabs di Hillel Kogan, insignito dell’Oustanding Creator nel 2013: una performance, ironica e intelligente, in cui si porta in scena la storia di un coreografo isreaeliano che sceglie un ballerino arabo per affrontare il tema della convivenza tra ebrei ed arabi in Israele. Uno spettacolo politico portatore di un messaggio di pace e coesistenza, che si interroga sull’identità, e, nel mettere in scena le differenze, si arrende all’uguaglianza tra gli uomini; per poi arrivare il 18 luglio alle ore 21.00, in partnership con Bolzano Danza Festival, all’ironico e visionario, premiato al Noorderzon Festival 2015, Don’t Talk to me in my sleep della coreografa serba Dunja Jocic, prodotto da Korzo Foundation: un duetto che mette in scena la relazione claustrofobica di un uomo con la madre, liberamente ispirato al rapporto tra Andy Warhol e Julia Warhol; il 21 luglio alle ore 21.00 La morte e la fanciulla, l’ultimo struggente lavoro di Abbondanza-Bertoni, già premio Danza&Danza 2017 e candidato ai premi UBU e Hystrio, in scena tre differenti “capolavori”, uno musicale: il quartetto in re minore La morte e la fanciulla di Franz Schubert, uno fisico: l’essere umano nell’eccellenza delle sue dinamiche, uno spiritual-filosofico: il mistero della fine e il suo continuo sguardo su di noi; il 25 luglio alle ore 21.00 l’attesa nuova creazione di Mauro Astolfi per Spellbound, Full Moon, qui in prima assoluta, un lavoro intimista e riflessivo, che racconta il percorso per cercare di decifrare la realtà individuale, una breve storia che pone lo sguardo sul fenomeno che influenza tutto quello che c’è intorno a noi, che smuove e disordina, e che ritrova nella luna piena una sorta di “risveglio” del nostro lato istintivo, chiara luce di una maggiore consapevolezza; chiude il festival il 27 luglio alle ore 21.00 Corpo a corpo (1^ meditazione su Caino e Abele), il nuovo lavoro di Roberto Zappalà che indaga la violenza che i corpi subiscono ed esprimono sin dall’inizio della vita. L’intenzione è quella di meditare sul tempo della violenza, sul bene e sul male, sulle lotte dell’umanità partendo dalle figure di Caino e Abele.
Fuori programma propone dunque uno sguardo sul vasto paesaggio della scena internazionale, raccogliendo una gamma di creazioni espressione di linguaggi differenti, legate a una geografia altrettanto variegata per portare in scena in sei appuntamenti, durante i diciotto giorni di Festival, una sintesi delle più interessanti e recenti produzioni coreografiche. L’approccio alla danza contemporanea diventa quindi un atto di fiducia per rinnovare i propri interessi, per ridisegnare la poetica e il senso estetico che appartiene alla nostra civiltà, e si pone come dispositivo per riscoprire, attraverso l’uso del corpo e la musica, una sensibilità volta alla pluralità e alle differenze.”
Il festival è nato due anni fa come espressione naturale di quella che da diverso tempo è la vocazione di uno dei pochi spazi della Capitale attenti alla scena contemporanea, un luogo che è diventato negli anni casa per la produzione indipendente e che ha saputo raccogliere e accogliere creazioni su scala europea che rendessero il teatro e la danza di ricerca uno sguardo necessario e fondamentale per tutti, pubblico, operatori, artisti.

La scelta, non facile, di collocare la programmazione durante il periodo estivo, nasce dalla volontà di creare una continuità nell’offerta culturale cittadina e non condizionare l’immaginario dei mesi estivi alle sole proposte pop en plen air ma permettere ai tantissimi romani che ancora a luglio risiedono in città, così come ai turisti che affollano la nostra meravigliosa Roma, di usufruire di una proposta artistica estiva che si allinei con le altre capitali, che guardi all’Europa riuscendo a fare da ponte tra questa e i grandi Festival estivi nazionali di danza contemporanea con cui infatti già da quest’anno sono in essere delle collaborazioni a favore di alcune produzioni in cartellone.
Fuori Programma apre quest’anno una nuova collaborazione con Casa dello Spettatore che curerà INCONTRO ALLA DANZA_fuori programma. Due appuntamenti con il pubblico l’11 e il 21 luglio, per percorrere insieme un cammino condiviso dentro gli angoli di un’arte antica, costantemente elaborata e ripensata.
Gli incontri si terranno a partire dalle ore 19.00 al Teatro Vascello e sono ad ingresso gratuito. Per partecipare e richiedere informazioni è possibile scrivere a info@casadellospettatore.it.
Sono previsti due workshop: il 10 luglio alle ore 17,30 tenuto dalla Vertigo Dance Company presso la Scuola di Danza Mimma Testa a Trastevere e il 26 luglio alle ore 15.00 dalla Compagnia Zappalà Danza (120 min di lezione) presso il Teatro Vascello.
MAGGIORI INFO > http://teatrovascello.it/2017-2018/schede/fuori-programma.htm
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
da Redazione Theatron 2.0 | 17 Gen 2018 | News
La Biennale di Venezia ha attribuito alla danzatrice e coreografa americana Meg Stuart il Leone d’Oro alla carriera e alla danzatrice e coreografa capoverdiana Marlene Monteiro Freitas il Leone d’argento. I riconoscimenti alle due artiste sono stati proposti dalla Direttrice del Settore Danza Marie Chouinard e fatti propri dal Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta.
Il Leone d’Oro alla carriera sarà consegnato il 22 giugno in apertura del 12° Festival Internazionale di Danza Contemporanea; per questa occasione Meg Stuart e Damaged Goods presenteranno la rivisitazione di Built to Last (2012), coreografia che trova ispirazione nella monumentalità della musica classica e contemporanea.
Il Leone d’Argento sarà consegnato il 28 giugno: per questa occasione Marlene Monteiro Freitas presenterà il suo ultimo lavoro, Bacchae – Prelude to a Purge, originale rilettura del tragico mito euripideo interpretato dalla sua compagnia di dodici danzatori e musicisti.
In passato il Leone d’Oro alla carriera per la Danza era stato attribuito a Merce Cunningham (1995), Carolyn Carlson (2006), Pina Bausch (2007), Jirí Kylián (2008), William Forsythe (2010), Sylvie Guillem (2012), Steve Paxton (2014), Anne Teresa De Keersmaeker (2015); Maguy Marin (2016); Lucinda Childs (2017).
Il Leone d’Argento, dedicato alle promesse della danza o a quelle istituzioni che si sono distinte nel far crescere nuovi talenti, è stato attribuito in passato al Performing Arts Research and Training Studios di Anne Teresa De Keersmaker (2010), a Michele Di Stefano (2014), a Dana Michel (2017).
MEG STUART:
Famosa per importanti improvisation projects dal segno aspro e incisivo che hanno coinvolto molteplici artisti, Meg Stuart – di New Orleans, ma da oltre vent’anni in Europa dove fonda la sua compagnia, Damaged Goods, a Bruxelles – è autrice di assoli, coreografie d’ensemble, installazioni site-specific ospitati anche in gallerie e mostre come Documenta X di Kassel.
Meg Stuart è premiata per aver “saputo sviluppare un nuovo linguaggio e un nuovo metodo ad ogni creazione, collaborando con artisti appartenenti a differenti discipline e muovendosi tra danza e teatro. Attraverso l’improvvisazione (aspetto fondamentale della sua pratica) la Stuart ha saputo esplorare stati fisici ed emotivi e il ricordo degli stessi. Cercando sempre nuovi contesti e nuovi territori in cui muoversi, il suo lavoro si ridefinisce costantemente” (dalla motivazione).
MARLENE MONTEIRO FREITAS:
Considerata fra i migliori talenti della sua generazione, Marlene Monteiro Freitas è stata la sorpresa delle ultime stagioni con la sua presenza elettrizzante e la forza dionisiaca dei suoi spettacoli. Interessata alla “metamorfosi” e alla “deformazione” – probabile eco della tradizione carnevalesca della sua isola natale, Capo Verde – “gli ibridi creati dalla Freitas sfidano musicalmente e gioiosamente i limiti dell’esteticamente corretto. Lavorando sulle emozioni più che sui sensi, le sue coreografie aprono l’immaginario alla sfrenata molteplicità dell’io” (dalla motivazione).
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.