Tips 4 Actors #10 – Chi ha paura dei buchi neri? Come affrontare il blue mood

Tips 4 Actors #10 – Chi ha paura dei buchi neri? Come affrontare il blue mood

Nella fantasia popolare il buco nero è un pozzo senza fine, dove l’ipotetica astronave in missione esplorativa è inghiottita, senza più speranza di ritorno. A me piace di più la versione in cui il buco nero è visto come porta su un altro universo, o ponte per infiniti viaggi nel tempo. Buco nero si definisce anche lo stato depressivo.

Tutti gli attori attraversano dei momenti di grande stress psico-fisico. Come riconoscerlo è abbastanza facile, ma come affrontarlo per passarci dentro e crearne qualcosa di utile è quello su cui mi sto interrogando.

Qualche giorno fa scrollavo Facebook e sono capitata sui sempre lucidi e pungenti meme de L’Attore Dinamico – #ilmestierepiùbellodelmondo. Nell’immagine una donna domandava “Ah, sei un attore. E com’è?”. La risposta, quanto mai efficace, diceva “È come un eterno alternarsi di sabato sera e lunedì mattina”.

In effetti molto spesso gli attori, soprattutto quelli noti, sono famosi anche per le loro fragilità e intemperanze. C’è chi ha dichiarato di essere spesso depresso, chi ha chiesto aiuto ad alcol o droghe, chi è andato incontro ad altre dipendenze.

Mi piacerebbe sconfessare il mito che per creare, per essere artisti, si debba necessariamente soffrire. Non ho abbastanza argomentazioni a riguardo se non che, per essere artisti generosi, ci si dovrebbe augurare di riuscire a fare tesoro della più vasta gamma di esperienze, ma anche questo sarebbe una banalità. Più probabilmente la verità è che non esiste un modo “giusto” di praticare la vita da artista, e che ci sono tanti modi diversi per lavorare e mantenersi in salute attoriale. Ma non si può negare che l’autogestione e la cura di sé, nell’affrontare le esigenze del nostro mestiere, siano aspetti cruciali per la longevità della nostra carriera.

Ecco dunque qualche consiglio personale (e non) per affrontare i momenti di stallo emotivo, venirne fuori e trovare nuovi stimoli di crescita e miglioramento.

#1 – CURA L’ALIMENTAZIONE

Il blue mood, la tristezza, quel senso di stanchezza e apatia che spesso si accompagnano ai nostri più memorabili momenti di buio cosmico, possono essere dovuti alla carenza di alcune sostanze. Perciò, una delle prime cose da fare quando ti senti giù è provare a integrare nella tua dieta alcuni di questi alimenti:

  • vitamine del gruppo B, fondamentali per il tono dell’umore. Le trovi nella verdura a foglia verde, crusca, carni rosse, frutti di mare, prodotti di soia fortificati e banane
  • magnesio, che incide sul nervosismo. È contenuto in lenticchie, soia, cereali integrali, latticini magri e frutta secca
  • zinco, utile a tutto il corpo, cervello incluso. Lo trovi nel cioccolato fondente (yeeeeh!), nella carne di manzo magra, germe di grano, spinaci e semi di zucca
  • iodio. Anche questa sostanza è una preziosa alleata del nostro organismo. Rafforza il sistema immunitario e migliora la memoria, e chi più di noi ne ha dunque bisogno? Si può trovare in formaggi, sale iodato, patate, mirtilli, pesce e gamberetti.

Ovviamente i miei consigli sono e restano tali. In caso di stanchezza prolungata il medico è sempre la strada migliore.

#2 – GRATIFICATI

Altro motivo di tristezza può venire semplicemente dalla fine di un lavoro bello, che ci ha impegnato per lungo tempo; o dal suo opposto, cioè da un periodo prolungato d’inattività; oppure da un periodo di forte stress e tensione, dal quale siamo usciti molto affaticati; oppure ancora, abbiamo ricevuto qualche feedback spiacevole che ha intaccato la nostra autostima (succede!).

Qualunque sia il caso, un mio amico e collega – saggio e istrionico – una volta mi ha consigliato di “fare qualcosa che ti gratifichi”. In effetti, può capitare di perdersi un po’ nel flusso delle mille cose da fare e, alla fine, ritrovarsi svuotati e smarriti. Che sia attività fisica, meditazione, un aperitivo con gli amici, una giornata di mare… dopo avrai più energie per rimetterti a lavorare su te stesso. Un po’ come dire “aiutati, che il ciel ti aiuta”, insomma. E da qui mi viene il successivo punto. 

#3 – SPOSTA LO SGUARDO

Certe volte, a causa dei cattivi pensieri, entriamo in un loop paranoide che ci fa andare ancora più giù. Appena ti viene in mente un pensiero negativo, prova a capovolgerlo.

Il blue mood ci fa distogliere l’attenzione dai nostri veri obiettivi.

Il blue mood ci fa distogliere l’attenzione dai nostri veri obiettivi.

Un esempio? Se ti viene in mente una roba tipo “Io non sono bravo abbastanza”, prova a dirti “voglio essere bravo come (che ne so) Viola Davis”. Provare per credere: il macigno che ti rende pesanti i piedi lascerà un po’ di spazio a una piccola carica energetica. Tu cavalcala. Quello che succede, secondo me, è molto semplice. Laddove prima c’era un mare magnum di confusione, improvvisamente, viene lanciato un indizio per seguire una strada. Un qualcosa su cui lavorare. Voglio arrivare là, ho bisogno di fare questi passi

E ancora, salto al punto successivo.

> Se vuoi sapere di più su come trasformare una credenza negativa in una potenziante, butta un occhio qui.

#4 – ORGANIZZATI

Nei momenti di depressione è facile lasciarsi andare. Fai un piccolo sforzo per cercare di non vanificare quello che hai fatto fino a quel momento. Butta giù una lista di obiettivi a breve-medio periodo. Cambiare stile, rifare il book, aggiornare il tuo materiale, preparare due nuovi monologhi, etc.

Inserisci qualcosa per il corpo, qualcosa per lo spirito, qualcosa per la tecnica e qualcosa per te.

Ad esempio: fai un piccolo work out di 15 minuti al mattino; leggi ogni giorno qualcosa (una poesia, un saggio breve, un aforisma, etc.); riscalda la voce e giocaci, oppure inventa una storia e provala, oppure scegli una scena e giratela con il cellulare; esci a prendere un caffè con un amico e magari gli fai leggere quello che hai scritto. Chi lo sa… potrebbe nascerne una collaborazione! Attento solo a fare una pianificazione sostenibile e a non tradirla.

#5 – RITORNA ALL’ORIGINE

Queste fasi sono molto utili per interrogarsi sullo stato della tua arte. Se ti senti smarrito, frustrato, demotivato, ritorna alla domanda di base “Perché lo fai?”. Potresti scoprire di avere una nuova necessità da soddisfare. E allora ecco spiegato perché non andassi più d’accordo con te stesso. Potresti, invece, trovarti a confermare le tue motivazioni di sempre. E allora buon lavoro!

#6 – GUARDA FILM IN LINGUA

E questo è un consiglio che sicuramente già seguirete, ma provate a prenderlo come un esercizio diverso. A segnalarlo è niente po’ po’ di meno ché James Sweeny (Neighbors, Love Child, Secret Daughter). “Guarda film stranieri. Andare al cinema a guardare qualsiasi film non è solo catartico per un attore, ma aiuta anche a ricordare perché lo facciamo. Trovo che guardare film stranieri possa separare l’attore dal film. Possiamo considerarlo come una forma d’arte più pura. Senza una solida conoscenza della lingua, possiamo tornare a studiare l’atto attoriale senza pregiudizio. Lo stesso si può dire con l’arte visiva, la musica e il linguaggio stesso.”

Se vuoi provare a vedere qualche film in lingua originale, Youtube a parte, ecco un articolo del preziosissimo Aranzulla che raccoglie un po’ di portali su cui trovate film originali legali.

#7 – TORNA ALL’ASCOLTO

Anche questo può sembrare un consiglio banale, invece la chiusura è quello che sperimentiamo nei momenti tormentati. Ci attorcigliamo sul malessere, sulle convinzioni distorte che abbiamo, e ritardiamo il momento in cui imbocchiamo la nuova strada. Perciò ascolta con il corpo quanto con le orecchie e ricorda di respirare ciò che hai intorno, prova veramente a farle entrare dentro di te. Anche se si tratta di una critica. Sarà utile a tracciare una strada per superare un ostacolo.

L’ascolto è da sempre una delle qualità principe per un attore. Ricordarcelo è sempre utile, soprattutto se non è un talento naturale, ma uno strumento acquisito con lavoro e dedizione.

L’ascolto è da sempre una delle qualità principe per un attore. Ricordarcelo è sempre utile, soprattutto se non è un talento naturale, ma uno strumento acquisito con lavoro e dedizione.

Un momento di debolezza spesso può diventare l’anticamera di un cambiamento importante. Fa’ in modo che sia così. Infatti, preso in esame tutto ciò, rimettiti a studiare. Workshop e seminari sono il Glassex dello spirito. Alcuni saranno su selezione e non passerai (questa volta), altri sono a pagamento, quindi organizzati.

Io, personalmente, faccio in modo da avere una piccola riserva invernale ed estiva per potermi fermare un paio di volte l’anno (se e quando posso) a studiare. Altri sono una via di mezzo. Tutte sono delle esperienze umane e artistiche indimenticabili. Tra quelle che porto dentro con dolcezza e riconoscenza c’è il seminario residenziale di Danio Manfredini al Centro Teatrale Umbro. Prova a dare un occhio alle loro classi di questa estate o ai seminari del CTR Teatro di Venezia. Altro riferimento d’eccellenza per la formazione d’alto profilo è il Centro Teatrale Santacristina.

Insomma, il blue mood c’è e può esserci amico, ma non perdiamoci di vista. Perché quando i nostri bisogni di base escono dalla finestra, tutto il resto soffre.

 

Immagine di copertina Photo by Ahmed zayan on Unsplash

Photo by Elena Taranenko on Unsplash

Photo by Mohammad Metri on Unsplash