Intervista a Valentina Marini, direttrice artistica di “Fuori Programma” Festival Internazionale di Danza Contemporanea

Intervista a Valentina Marini, direttrice artistica di “Fuori Programma” Festival Internazionale di Danza Contemporanea

Vertigo Dance Company

Vertigo Dance Company

Dall’11 al 27 luglio 2018 al Teatro Vascello di Roma torna Fuori Programma, il Festival Internazionale di Danza Contemporanea, con la direzione artistica di Valentina Marini, prodotto da European Dance Alliance/Valentina Marini Management in collaborazione con Teatro Vascello. L’edizione 2018 punta all’eccellenza con due  prime nazionali, due prime regionali, una prima romana e un debutto assoluto.

In occasione dell’inizio della kermesse abbiamo intervistato la direttrice artistica Valentina Marini:

Come e sotto quali auspici nasce la rassegna “FUORI PROGRAMMA Festival Internazionale di Danza Contemporanea”?

La Rassegna Fuori Programma è nata tre anni fa da una iniziativa del Teatro Vascello che ha deciso di prolungare la programmazione danza scavallando la consueta stagione invernale per ospitare in estiva alcuni spettacoli in uno spazio dedicato, un contenitore che il Teatro ha prodotto per due stagioni consecutive senza sostegni esterni. Dal 2018 ho rilevato la manifestazione che è prodotta e organizzata quindi in esterno, ma mantiene lo spirito e anzi ne amplia gli intenti con l’obiettivo di potenziare un periodo di programmazione troppo spesso lasciato in coda ma che dovrebbe-potrebbe contare su un pubblico ampio, quello dei turisti, a cui è dovuta una offerta culturale multiforme e non per forza legata ad alcuni formati predefiniti.

Programmazione artistica all’insegna dell’innovazione: quali sono stati i parametri qualitativi e gli obiettivi che la direzione artistica ha perseguito per questa edizione 2018?

La parola innovazione mi fa paura, non ho la presunzione di innovare, se ne parla troppo oggi e spesso a sproposito. Ho invece l’ambizione di non sedermi sul sicuro e avere uno sguardo nella programmazione che allarghi il compasso dalla comfort zone degli spettacoli tradizionalmente associati alle placide serate estive per dare spazio a una rosa di autori il cui segno ci porti a una riflessione forte cosi come forte è il gesto fisico dei corpi che mettono in scena. Sono corpi parlanti, nel senso che sono portatori di messaggi che vanno oltre la natura puramente decorativa dello spettacolo ma scavano verso zone piu’ profonde di riflessione ognuno con un messaggio preciso, oltre che un alto profilo qualitativo. Ogni creazione proposta ha un suo piccolo mondo, un immaginario che a modo suo indaga, e risponde a una diversa angolatura per fare da specchio al pubblico nella gamma delle suggestioni possibili. L’obiettivo è proporre un ventaglio di creazioni vive, attuali, voci di artisti diversi ma accomunati dal desiderio di usare il corpo come strumento di dialogo profondo, di investigazione dei temi che oggi giorno sempre più solcano le nostre vite. Allora il teatro diventa urgente luogo di confronto perchè impone lo stadio della riflessione, della condivisione delle esperienze, della bellezza come risposta alle chiusure che l’oggi ci pone davanti con sempre maggiore durezza.

Le sei proposte sono tutte delle novità esclusive per la città di Roma: Vertigo Dance Company porta in scena l’ultima creazione per dieci danzatori della coreografa Noa Wertheim, un lavoro che ben rappresenta la relazione arte-uomo-natura che è alla base della poetica dell’autrice, “We love arabs” di Hillel Kogan, è una ironica e dissacrante creazione sul tema della convivenza tra arabi ed ebrei  un lavoro pluripremiato a livello internazionale che mai avrei immaginato avrebbe portato un tema cosi attuale anche da noi, purtroppo. “Don’t Talk to me in my sleep” presenta per la prima volta in Italia in veste di autrice una creazione di Dunja Jocic, artista dallo sguardo cinematografico e graffiante, di origine serba ma olandese di adozione. “La Morte e la Fanciulla“ di Abbondanza-Bertoni è l’ultimo imperdibile capolavoro di due artisti che stimo particolarmente, recentemente insignito del premio Danza&Danza: una piece struggente che raggiunge profondità come pochi autori sanno fare. Spellbound Contemporary Ballet è in scena con un debutto assoluto, l’ultima creazione di Mauro Astolfi “Full Moon”, un progetto creativo elegante e intimista affidato un rinnovato organico di nove interpreti davvero speciali. Chiude il programma Roberto Zappalà, un altro artista che ho programmato in diverse occasioni nell’ultimo anno qui a Roma nella speranza di costruire un pubblico che segua gli autori nei diversi luoghi. Il progetto di Zappalà è infatti legato alla creazione che ha presentato a maggio al Teatro Biblioteca Quarticciolo, come parte di una unica opera frutto della “meditazione su Caino e Abele”.

La Morte e la Fanciulla“ di Abbondanza-Bertoni

La Morte e la Fanciulla“ di Abbondanza-Bertoni

Audience Development: quali sono le motivazioni che hanno portato Fuori Programma ad aprirsi a una nuova collaborazione con Casa dello Spettatore che curerà INCONTRO ALLA DANZA_fuori programma?

La relazione con il pubblico è fondamentale oggi più che mai. Non solo perchè uno dei grossi nodi della programmazione è l’ansia di riempire le sale e di portare il pubblico a interessarsi, laddove nuovo, a certe proposte, ma soprattutto per renderlo partecipe, coinvolgerlo emotivamente nella riflessione che ogni spettacolo ci pone davanti. La scena dovrebbe fare da specchio ad una dimensione critica dell’oggi, dovrebbe fare da cassa di risonanza rispetto a un dialogo complessivo, politico, umano, esistenziale: un corto circuito ha allontanato artisti e pubblico e ha spento in gran parte una relazione vitale e necessaria che va assolutamente rimessa in vita per risvegliare nella gente l’urgenza di ricorrere al Teatro come luogo privilegiato per una crescita collettiva costruttiva rispetto alla pochezza che, ahimè, senza retorica davvero oggi ci circonda. Gli incontri a cura de “La casa dello spettatore” nascono proprio con lo scopo di guidare una platea curiosa ad una visione consapevole attraverso una preparazione antecedente lo spettacolo nello stesso ridotto del Vascello.

Percorsi di Formazione: sono previsti due workshop tenuti dalla Vertigo Dance Company presso la Scuola di Danza Mimma testa a Trastevere e il 26 luglio dalla Compagnia Zappalà Danza (120 min di lezione) presso il Teatro Vascello.

La pratica attiva della danza è sempre un veicolo privilegiato per dare possibilità agli studenti e danzatori di conoscere sia in sala che in scena gli autori presentati. Spero negli anni che questo possa diventare davvero un bacino ampio accanto al cartellone degli spettacoli in rassegna come appuntamento combinato con una rosa di autori tra coloro che presentano le proprie creazioni. La formazione se potesse sempre abbracciare sia lo studio che la visione darebbe sicuramente una educazione artistica piu’ completa.

Qual è stata la risposta in questi anni del pubblico che ha partecipato agli eventi di “FUORI PROGRAMMA Festival Internazionale di Danza Contemporanea”?

Inutile negare che il pubblico in estiva in una città come Roma stenta a immaginare di chiudersi in teatro anche se solo per un’ora di spettacolo e di sicuro la fatica maggiore è stata questa sul piano organizzativo. Competere con i grandi palchi nei parchi romani o le opere allestite tra le rovine antiche è difficile ma è anche vero che il costo del biglietto e la durata-tipologia degli spettacoli sono profondamente differenti. Questo Festival è una scommessa nelle scommesse ma credo che in una capitale da sei milioni di abitanti e un numero incalcolabile di turisti non possa e non debba essere un limite riempire una sala da 300 posti. Ci vorrà tempo ma spero che un giorno tra le alternative al tempo libero nel mese di luglio ci sia quella di organizzare una bella serata in teatro cui segue un dopo spettacolo nella meravigliosa Trastevere li a due passi. Considerando il tasso di pioggia delle ultime estati credo che alla fine, anche il più cinico degli abbonati, arriverà a questa conclusione, ammaliato non solo dal programma ma anche dalla certezza di una sala climatizzata.

INFO E BIGLIETTI > https://www.teatrovascello.it/2017-2018/schede/fuori-programma.htm

Altri corpi / nuove danze, il linguaggio della Non-Convenzione

Altri corpi / nuove danze, il linguaggio della Non-Convenzione

Articolo a cura di Carla Andolina

Altri corpi / nuove danze, edito da Cue Press nel 2019, «[…] si compone di tante voci e tanti sguardi» come preannuncia nei ringraziamenti Andrea Porcheddu, autore del volume, critico e studioso teatrale, realizzando una perfetta sintesi tra forma e contenuto di un testo avente la prerogativa di raccontare la diversità. Si tratta di un’antologia di saggi critici e interviste ad artisti, un percorso dal generale al particolare che approfondisce le ricerche in ambito di danza contemporanea portate avanti da e con performer con disabilità. Partendo dallo sguardo dello spettatore, per poi occuparsi delle testimonianze di danzatori normodotati che hanno ricercato nel campo, fino alle parole di performer con disabilità, si indaga la funzione del corpo nella danza contemporanea, cosa possa ancora comunicare e che coscienza abbia di sé. Per parlare di ciò, si parte per l’appunto dai corpi considerati diversi, non categorizzabili, anomali rispetto a una norma accademica, e dalla danza nuova che hanno sviluppato dagli anni novanta ad oggi. 

Ph Francesco Pierantoni

Roberto Giambrone, critico di teatro e danza, nel saggio intitolato Il disagio di essere sani. Perché la danza ci aiuta a vivere meglio racconta della tendenza del nuovo secolo a riportare la danza a una realtà più quotidiana, non più appannaggio dei soli artisti, ma di corpi non convenzionali che hanno una forte necessità di portare nella scena le loro esperienze di vita. Nella sua testimonianza in conversazione con Flavia Dalila D’Amico, per esempio, Tanja Erhart danzatrice disabile già membro della Candoco Dance Company spiega quanto sia per lei catartico e autodeterminante concedere al pubblico di poterla fissare sul palco, permettendole di emanciparsi dai preconcetti che circondano la disabilità e la danza.

È il fondatore della stessa Candoco Dance Company, Adam Benjamin,  ad affrontare il problema del pregiudizio nell’intervista di Doralice Pezzola. Nel 1991 crea insieme alla danzatrice Celeste Dandeker la prima compagnia di professionisti abili e non. In un panorama dove a essere applaudita era sempre l’intenzione e mai il lavoro coreografico, Benjamin esplora le possibilità di incontro tra corpi diversi che danzano insieme e sovvertono i ruoli convenzionali: dar voce a un performer disabile non significa scendere a compromessi con la qualità del lavoro.

Il punto di vista di Michela Lucenti, fondatrice della compagnia Balletto Civile intervistata da Porcheddu, è in questo senso trasversale. Partendo dal presupposto che ogni corpo sia in possesso di un certo numero di segni e problematiche, il lavoro con performer disabili è diverso solo in tempistica da quello dei performer normodotati. Per i primi, evidenziare la propria unicità è il solo modo di comunicare qualcosa, mentre i secondi devono combattere contro la tendenza a nascondere le peculiarità per rispettare un canone istituzionalizzato. 

Flavia Dalila D’Amico, studiosa nel campo delle arti visive e performative, videomaker e redattrice, nelle sue interviste pone sempre la domanda: «Può la pratica artistica essere uno strumento di autodeterminazione per l’individuo in termini artistici e sociali?». La risposta è quasi sempre un sicuro sì. Come spiega la coreografa Yasmeen Godder, lavorare con il corpo fa emergere attitudini ed emozioni che influenzano la propria prospettiva sulla vita. O come risponde la performer Chiara Bersani, Premio Ubu 2018 come migliore attrice under 35, la pratica artistica presuppone un richiamo a confrontarsi con il mondo.

Un’altra tematica affrontata dal testo è il problema legato alle carenze di accessibilità per performer disabili. Oltre alle immaginabili barriere architettoniche che rendono inaccessibili ancora molti edifici, anche lo spazio scenico avrebbe bisogno di essere incluso nel piano di accessibilità, immaginando un palco, una platea e un dietro le quinte adatti a diverse circostanze.

Altri corpi / nuove danze è un’analisi di quello che la scena contemporanea ci offre, affiancata anche da un ricco compendio di titoli utili ad approfondire il tema a fine libro e una folta galleria di immagini. Un ottimo modo per avvicinarsi alle realtà italiane ed estere che da anni ricercano la materia della danza in quanto comunicazione tra corpi diversi, intrattenimento e condivisione.

Pezzola: Abbiamo bisogno di parole nuove per confrontarci con la diversità?
Benjamin: Non so. Penso però che abbiamo bisogno di una nuova educazione e di un modo nuovo di insegnare. Ci sono molti buoni esempi in questo senso, ma viviamo in un momento in cui l’educazione sta diventando sempre più conservatrice. Non so cosa succeda in Italia, ma nel Regno Unito gli insegnanti subiscono sempre più pressioni perché seguano un determinato programma di studi, e hanno sempre meno tempo a disposizione per incoraggiare nuove modalità di pensiero. Invece, abbiamo bisogno di trovare modi nuovi per insegnare l’empatia. Non attraverso i libri, né attraverso i computer: possiamo insegnare l’empatia solo condividendo lo stesso spazio in tempo reale con persone reali. E le scuole dovrebbero riconoscere questa necessità, rendendola centrale nel percorso educativo. Ma è molto difficile sostenere questa causa, sia nelle scuole che nelle università.

Pezzola: Quale potrebbe essere la specificità della danza in questo processo? Benjamin: Quando pensiamo alla danza, di solito ci riferiamo alla danza contemporanea o al balletto. Ossia, alla danza come tecnica. È affascinante, invece, notare quanto la danza contemporanea più recente sia incentrata su come comunichiamo o non comunichiamo. L’allenamento di questi danzatori è spesso molto prescrittivo, hanno studiato duramente la tecnica, e alla fine vogliono lavorare su come «essere differenti». Per nove anni ho dialogato con il sistema universitario ma, appena un anno dopo che me ne sono andato, ho incontrato i miei studenti e mi hanno detto che non facevano più improvvisazione. Certo, l’improvvisazione, così com’è concepita, spesso non insegna molto: insegna invece quando abbiamo a che fare con differenze reali. Ed è qui la bellezza dei lavori inclusivi. Quel che succede, infatti, è che le persone sono costrette a ripensare, a riconsiderare, a guardare alle loro azioni in  relazione a qualcosa di reale, piuttosto che, per esempio, fare cose strane, guardare strani edifici per elaborare forme strane, o tentare del floorwork con un oggetto. Anche se ci sono poche persone in grado di praticarla veramente, l’improvvisazione è per me uno strumento di insegnamento straordinario: può dare indicazioni meravigliose non soltanto ai danzatori, ma a chiunque.

TESI DI LAUREA: La distorsione. L’arte intermedia per un viaggio introspettivo

TESI DI LAUREA: La distorsione. L’arte intermedia per un viaggio introspettivo

TITOLO TESI > La distorsione. L’arte intermedia per un viaggio introspettivo
ISTITUTO >  Accademia Nazionale di Danza – Istituto Superiore di Studi Coreutici
AUTRICE > Martina Ferrante

INTRODUZIONE DELL’AUTRICE

Dopo un’attenta analisi in tutte le sue varie accezioni del termine distorsione, fulcro della sperimentazione, questo lavoro propone, attraverso un elaborato scritto e una ricerca pratica, un viaggio interessante alla scoperta dell’importanza del volume e della forma, scomposti, analizzati, deformati, rispetto al valore del colore, che viene eliminato quasi completamente. Gli elementi chiaroscurali sono dati dalla luce e dall’ombra, dalla prevalenza della gamma cromatica che va dal bianco al nero, a sostituzione degli altri colori, fattore di disturbo per l’artista e per lo spettatore, causa di distoglimento dalla necessità di analisi ed indagine della realtà e della perfezione.

La fase di sviluppo pratica del progetto presenta una disposizione, secondo un ordine voluto, di elementi di diversa natura e materia riuniti in un unico luogo con l’unica funzione di costruire un fatto plastico indipendente da qualsiasi intenzione imitativa della realtà e della natura, ma col solo intento di ricercare una personale sintesi nello smontare e rimontare la realtà stessa. Non vi è un metodo unico e comune a tutti per giungere alla comprensione di un concetto o alla realizzazione pratica della propria visione di esso, ognuno procede secondo un proprio iter e le proprie capacità esprimendo cosi se stesso, come di seguito verrà esposto analizzando le correnti artistiche contemporanee.

Lo scopo di questa ricerca, tramite lo studio sul corpo, passando attraverso la conoscenza e la consapevolezza di ciò che si è e di ciò che si è diventati nel tempo, è arrivare a ritrovare quel Sé incontaminato, purificato dalla distorsione, ma allo stesso tempo, arricchito di nuove forme e di nuovi contenuti che presentano la traccia storica del vissuto.

LEGGI LA TESI DI LAUREA > LA DISTORSIONE. L'ARTE INTERMEDIA PER UN VIAGGIO INTROSPETTIVO

Martina Ferrante nata ad Avellino nel 1992. Si forma come danzatrice classica, moderna e contemporanea, dall’età di 4 anni, in varie scuole di danza di Avellino, e dal 2010 inizia un percorso di insegnamento. Perfeziona i suoi studi a Modena nel Corso di Formazione con la Compagnia di Alex Atzewi. Si diploma al Triennio Tecnico-Compositivo, Scuola di Coreografia, dell’Accademia Nazionale di Danza di Roma, con sede presso il teatro Carlo Gesualdo di Avellino, con la votazione 110/110 con lode. Durante il terzo anno di studi accademici aderisce al programma di mobilità studentesca, Erasmus, intraprendendo gli studi presso l’Escola Superior de Dança di Lisbona. Dopo l’incontro con la coreografa Adriana Borriello, durante i suoi studi accademici, e le varie produzioni con e per lei messe in scena, “Beltà, poi che t’assenti”, “Rito urbano in forma di processione” e un intervento come performer durante il Festival Internazionale del Film Laceno D’oro in “80 kg. In mortem Johann Fatzer”, si avvicina alla ricerca, all’esperienza pratica e alla conoscenza del corpo che suona. Partecipa al Festival di Danza Urbana e d’Autore come artista di Nuove Traiettorie nel 2014 a Ravenna, realizza un progetto nel 2015, “Only a note”, per la Rassegna Coreografica On Stage con la Direzione Artistica di Adriana Borriello. Attualmente studessa del corso di Laurea Magistrale in Scienze dello Spettacolo e della Produzione Multimediale, all’Università degli studi di Salerno, a Fisciano.

Premio Twain_direzioniAltre.  Sostegno alla produzione, residenza artistica e circuitazione per artisti under 35

Premio Twain_direzioniAltre. Sostegno alla produzione, residenza artistica e circuitazione per artisti under 35

TWAIN Centro di Produzione Danza Regione Lazio e struttura capofila di PERIFERIE ARTISTICHE Centro di Residenza Multidisciplinare del Lazio indice, sotto la direzione di Loredana Parrella, il bando per la V edizione del Premio Twain_direzioniAltre, con  sostegno alla produzione, residenza artistica e circuitazione per artisti under 35.

I Progetti vincitori delle precedenti edizioni sono: ReRality di Anna Giustina, Non Ricordo di Simone Zambelli (Menzione Speciale), Beast Without Beauty di Carlo Massari, Wallpaper di Sara AngiusManbhusa di Pablo  GirolamiFermo Immagine di Manolo Perazzi, Alessandria Eschate di Mattia Cason

“Una missione che portiamo avanti da molto tempo e in cui crediamo fermamente. Oggi, più che mai, siamo consapevoli del grande compito di responsabilità che abbiamo nei confronti dei nostri giovani artisti per i quali questo tempo sospeso è vitale come l’aria che respirano”. L.P. 

A chi è rivolto 

Sono invitati a partecipare tutti gli autori italiani ed europei, che non abbiano compiuto 36 anni al 31 dicembre 2021; nel caso di più autori i 2/3 di essi devono essere under 35. 

Progetti ammissibili 

Sono ammessi progetti legati alla danza contemporanea, in fase di studio o allestimento e  che non abbiano debuttato in forma completa, ma solo in forma di studio.  Verranno selezionati fino a 6 progetti che saranno presentati nella loro forma scenica (non  inferiore a 5 minuti e non superiore a 15 minuti), ad una commissione di esperti ed  operatori presso il Supercinema di Tuscania (VT) il 21 Agosto 2021 (a porte chiuse per la  sola Commissione) e il 22 Agosto 2021 (serata aperta al pubblico e premiazione del  Vincitore). I Finalisti riceveranno un rimborso spese, ospitalità nelle foresterie del Centro,  scheda tecnica di base con assistenza tecnica. 

Il Premio 

Il progetto vincitore riceverà un sostegno alla produzione per la Stagione 2021/2022 così definito: 

  • Residenza Artistica all’interno di PERIFERIE ARTISTICHE Centro di Residenza Multidisciplinare del Lazio presso il Supercinema di Tuscania per un totale di 15 giorni da svolgersi nel periodo Gennaio-Agosto 2022; 
  • Contributo economico da un minimo di € 1.200 ad un massimo di € 7.000 lordi (a seconda del numero di artisti coinvolti nel progetto con obbligo di presentazione di certificato di agibilità per le 15 giornate di Residenza); 
  • Affiancamento di un “Tutor” scelto dalla Direzione Artistica (drammatugo, coreografo, operatore teatrale ecc.) durante le fasi della residenza; 
  • Programmazione di una replica nella stagioni di Twain Centro Produzione Danza 2021 con un cachet fino ad un massimo di € 1.000,00 lordi. 
  • Programmazione di una replica Festival Tendance 2021 con cachet massimo di 1000,00€ da concordare con la Direzione Artistica del Festival. 
  • INOLTRE uno o più progetti Finalisti potranno essere inseriti (con la versione presentata per il Premio Twain) nella programmazione di Dominio Pubblico – La Città agli Under 25 che si svolgerà a Roma a Giugno 2021, con le medesime condizioni economiche che verranno riconosciute agli autori per le finali del Premio_direzioniAltre. 
  • Possibilità di inserimento in Residenza in Tuscania Danza/Progetti per la Scena organizzato da Vera Stasi.
  • Possibilità di inserimento in Residenza presso il Teatro di Bucine/Diesis Teatrango con modalità e tempistiche concordate con la Direzione Artistica del Teatro. 
  • Possibilità di inserimento nella Programmazione 2022 del Festival Quartieri dell’Arte con modalità e tempistiche concordate con la Direzione Artistica del Festival.

Crediti d’obbligo

I progetti finalisti dovranno riportare nei crediti: “Finalista Premio Twain_direzioniAltre”. Il progetto vincitore dovrà riportare nei crediti: “Vincitore Premio Twain_direzioniAltre” e “Con il Sostegno alla produzione Twain_Centro di Produzione Danza e PERIFERIE  ARTISTICHE_Centro di Residenza del Lazio ”. 

Modalità di partecipazione 

I candidati dovranno inviare all’indirizzo mail direzionialtre.twain@gmail.com: 

– Domanda d’iscrizione compilata in ogni suo punto (vedi form in calce al Bando) e firmata. 

E in allegato i seguenti documenti: 

  • Scheda Artistica progetto (max 2 cartelle)
  • Cv autore/i (max 2 cartelle)
  • Cv interpreti (max 2 cartelle)
  • Credits produzione ed eventuali altri sostenitori
  • Link video (youtube o vimeo) minimo 5 minuti max 15 minuti del lavoro proposto (sono accettati anche video di prove in sala) 
  • eventuali link video a precedenti lavori svolti

Le domande incomplete o non firmate saranno automaticamente escluse. 

Termine ultimo di presentazione delle domande 

Tutte le proposte dovranno pervenire via e-mail all’indirizzo direzionialtre.twain@gmail.com, entro e non oltre il 10 Maggio 2021. Le candidature ricevute oltre tale data non verranno accolte. Entro il 31 Maggio 2021verrà data comunicazione  alle compagnie selezionate per la finale. 

Modalità di selezione 

I progetti verranno valutati, a giudizio insindacabile, dalla Direzione Artistica di Twain.  Verranno selezionati un massimo di 6 progetti che verranno invitati a presentare in forma  scenica il loro progetto il 21 e 22 Agosto 2021 presso il Supercinema di Tuscania (VT). I  candidati si esibiranno il 21 in presenza della sola giuria di esperti che decreterà il vincitore e il 22 in presenza del pubblico al termine della quale verrà annunciato il vincitore). Le  compagnie avranno a disposizione una scheda tecnica standard e assistenza. Per le finali alle compagnie prescelte verrà riconosciuto – previa presentazione di agibilità  Ex-Enpals e regolare fattura – un cachet di € 200 per i soli, € 300 per i duetti, € 400 per  trio e quartetti, ai finalisti verrà inoltre garantita l’ospitalità nelle foresterie del Teatro. I finalisti saranno ospitati per tutta la durata del festival a partire dal 18 Agosto. Qualora  non sia possibile è richiesto l’arrivo entro e non oltre la serata del 20 Agosto. Le prove  tecniche della Finale avranno inizio alle 9.00 del giorno 21. 

Per info: 338.2051200 // direzionialtre.twain@gmail.com

SCARICA IL FORM DI ISCRIZIONE AL PREMIO TWAIN_DIREZIONIALTRE 2021

ON.LIFE – progetto di residenza per linguaggi multimediali

ON.LIFE – progetto di residenza per linguaggi multimediali

ArtGarage offreun periodo di residenza ad artisti che, attraverso il linguaggio della danza e con il supporto delle nuove tecnologie, vogliano impeganrsi nella realizzazione di perfomance, installazioni, video creazioni.

ON.LIFE sarà seguito in tutte le sue tappe da Manuela Barbato ed Emma Cianchi, curatrici di festival e rassegne oltre che della sezione danza al Teatro Bellini di Napoli. ON.LIFE dà l’occasione di sperimentare la dimensione del multimediale e dell’interazione digitale, e può essere un’opportunità per realizzare il proprio progetto…

La call è rivolta a singoli artisti di qualsiasi nazionalità ed età purché maggiorenni, a gruppi, collettivi e compagnie. I candidati potranno presentare l’idea progettuale per uno spettacolo, una performance, un lavoro di video-danza, un’installazione multimediale o un format multidisciplinare.

    ON.LIFE metterà a disposizione

  • spazio per residenza di 2 settimane entro settembre 2021
  • possibilità di collaborazione con Gilles Dubroca e Dario Casillo per supporto artistico e tecnico per il digitale applicato alle arti performative e per sviluppo di ambienti visivi e sonori.
  • ospitalità – intesa come alloggio – per i soggetti al di fuori della città di Napoli o della regione Campania
  • sostegno di 1000 euro per progetto per un totale di 3 progetti selezionati.
  • possibilità di inserire il progetto nella stagione del Teatro Bellini di Napoli

  Fasi del progetto

  • ricezione candidature: descrizione del progetto, link ai lavori precedenti, curriculum soggetto proponente, da inviare a artgarage.produzione@gmail.com con oggetto ON.LIFE 2021 entro il 02 aprile 2021
  • valutazione dei progetti proposti
  • colloqui con i candidati ritenuti idonei (via skype, zoom, in presenza dove possibile)
  • pubblicazione progetti vincitori entro due settimane dalla scadenza del bando
  • residenza di 2 settimane
  • sharing finale da concordare nei modi e nei tempi direttamente con gli artisti individuati

ArtGarage è centro coreografico e di arti performative contemporanee che da sempre ospita e assiste creativi di ogni provenienza che sperimentano nuovi linguaggi attraverso la multimedialità. ArtGarage è anche sede della compagnia di danza ArtgarageDanceCo tra le prime in Italia – già dal 2009 – ad usare interazioni digitali per performance live, installazioni sonore e ambiente visivo.