La demonizzazione della sessualità della donna, che imperversa nella vita di ciascuna di noi, non ha placato la sua corsa in epoca odierna ma ha trovato nuovo slancio quando, nel corso della pandemia, è divenuta una fonte di reddito per numerose lavoratrici ritrovatesi senza occupazione.
La crisi economica generatasi durante e dopo il confinamento ha mietuto molte vittime, la maggior parte delle quali donne. I dati evidenziano come i tagli al personale abbiano colpito principalmente posizioni lavorative al femminile. Come far fronte, dunque, alle necessità d’ogni giorno? Molte donne, giovani e adulte, sono approdate al mondo del sex work online in cerca di guadagni, scontrandosi con la violenza di un fenomeno dalla preoccupante crescita come il revenge porn.
Ma il lavoro sessuale non si svolge solo dietro un monitor: tante sono le sex workers in Italia e nel mondo, a cui non viene riconosciuto alcun tipo di tutela, per le quali non è prevista alcuna legittimazione civica, sociale e professionale dell’attività svolta. Lasciate in balìa di abusi, marginalizzazione e precarietà, si dimenano tra promesse di legalizzazione e mancanza di regolamentazione. Un vuoto politico e culturale per cui si battono da mezzo secolo i movimenti femministi pro-sex.
Silvia Torri e Rita Giacobazzi, attiviste, artiste e fondatrici della compagnia Créature Ingrate, hanno trovato in tale tematica il fil rouge della propria ricerca scaturita dapprima in Flirt e poi in Bozzoli, spettacolo vincitore delPremio Cantiere Risonanze 2021.
Il Teatro di Figura con la sua capacità di innestare la metafora sulla vita, di amplificare lo sguardo e la riflessione, di parlare ad adulti, giovani e bambini si presta come potente mezzo di comunicazione e di annientamento dello stigma.
Approfondendo il processo creativo di Bozzoli, ne parliamo con Silvia Torri e Rita Giacobazzi.
Con Bozzoli portate avanti una riflessione delicata che, a partire dall’aumento di sex workers verificatosi in seguito alla pandemia, indaga i movimenti femministi pro-sex. Come nasce la scelta di questo tema?
Silvia Torri: Da molto tempo mi interrogo su questo tema in quanto donna e in quanto teatrante. Come donna, fin dalle prime scoperte della sessualità ho dovuto fare i conti con la stigmatizzazione che quasi tutte le donne subiscono. Sociologicamente è formalizzato lo “stigma della puttana” che colpevolizza e che affibbia una sorta di sporcizia alle donne in quanto esseri sessuati. Chi paga il prezzo più alto, tra il rigetto della famiglia, la marginalizzazione e le molestie sono però le prostitute.
Dato il mio interesse per questa tematica, ho iniziato a lavorare nell’ambito dell’educazione sessuale rivolta a bambini, adolescenti e adulti per sfondare un tabù e creare uno spazio di apertura. Nella vita di tutti i giorni è più complesso affrontare argomenti simili, il teatro invece ci da l’occasione di portare tale dibattito a un livello pubblico. Ho creato il primo spettacolo sul tema che si chiama Flirte che si collega alla ricerca che stiamo conducendo con Bozzoli.
Rita Giacobazzi: Entrambe riflettiamo da tempo sul tema come attiviste e donne, perché è qualcosa che riguarda tutte noi anche se ci sentiamo distanti dal mondo del sex work. Durante la pandemia, la questione è diventata enorme ai nostri occhi. Se noi abbiamo ricevuto dei sussidi come lavoratrici dello spettacolo, per le sex workers non è stato introdotto un sistema di protezione se non grazie alla sorellanza tra colleghe. Molte altre donne che hanno perso il lavoro si sono riversate in questa occupazione, anche online. Mi sono chiesta quindi come rappresentare tutto ciò attraverso il teatro d’oggetti, un linguaggio che ci parla da tempo e che permette di creare delle metafore anche scomode in maniera molto diretta.
La tematica trattata fa emergere una situazione preoccupante in termini di disparità da un punto di vista non solo occupazionale ma anche civico e sociale. Qual è in questo senso la situazione del nostro Paese? Da donne e da artiste, che tipo di responsabilità adduce un lavoro come Bozzoli?
S.T: Ci sono molte realtà e associazioni che in Italia portano avanti questo discorso anche su un piano politico. La precarietà femminile è un problema importante e investe anche il lavoro sessuale che, non essendo regolamentato, deve sottostare a una serie di leggi che impediscono lo sfruttamento e l’incentivo alla prostituzione. Ciò comporta una mancata collaborazione tra le sex workers e una conseguente messa in pericolo delle lavoratrici sessuali che in tal modo vengono spinte alla solitudine. Più che disincentivare lo sfruttamento si disincentiva il lavoro stesso che consente a molte donne di far fronte alle necessità della vita.
Il vuoto legislativo, in ambito di diritti e tutele, è collegato a un vuoto culturale: entrambi necessitano di essere colmati. Questo stigma accresce la violenza subita da molte lavoratrici sessuali che non possono denunciare, non essendo tutelate a livello lavorativo. In Italia la discussione politica sul tema è solo relativa alla legalizzazione, la vera questione è come regolarizzare. Le sex workers chiedono la decriminalizzazione del lavoro sessuale, molto diversa dalla legalizzazione che comporta una presa in carico dell’attività da parte dello Stato e la conseguente creazione di profitti.
R.G: In quanto donne abbiamo una sensibilità e un’esperienza particolare e specifica. Sento la responsabilità di avere uno sguardo intersezionale, riuscire a veicolare il mio messaggio in maniera chiara e con attenzione.
Una delle frange di questa tematica è il revenge porn, anche questo in rilevante crescita per via della sessualità online amplificata dal trasferimento in contesti telematici delle relazioni e delle pratiche sessuali. Per raccontare tale situazione, il vostro spettacolo affianca al teatro di figura tecniche di video-live. Come avete lavorato sull’ibridazione di questi linguaggi?
R.G: Abbiamo ancora molta sperimentazione da fare in questa direzione. Nei primi dieci minuti che abbiamo presentato c’è un utilizzo parziale del video-live rispetto a quello che vorremmo diventasse. Il linguaggio video si sposa con la tematica del lavoro sessuale online perché permette di rinforzare la lettura dei meccanismi. Per il momento abbiamo lavorato su delle immagini e sull’interazione tra video e testo.
S.T: Abbiamo scelto di utilizzare questa tecnica in Bozzoli perché, oltre a essere a noi vicina, il teatro d’oggetti innesca un lavoro di immaginazione che chiediamo anche al pubblico. Il video ci serve per riempire il vuoto della metafora e creare altri paesaggi. Ciò che ci interessa è raccontare l’intimo e la video live può creare cortocircuiti interessanti e aprire spazi di senso inaspettati.
La vittoria di Cantiere Risonanze vi da accesso a un percorso di sostegno che fornirà a Bozzoli una rilevante occasione di crescita. Su quali aspetti del lavoro intendete concentrarvi? In quanto giovane compagnia, che cosa significa per voi poter godere del supporto di un network nazionale?
S.T: Le prossime tranche di lavoro riguarderanno certamente la drammaturgia e la sperimentazione sui diversi linguaggi. Rita sta sottoponendo il progetto a dei tutor di eccellenza ma poter avere delle residenze a disposizione per approfondire il lavoro è veramente importante. Questa vittoria rappresenta un’occasione anche perché la mancanza di spazi è una delle frustrazioni più grandi per le giovani compagnie. Nel momento in cui guardiamo a ciò che facciamo come a un lavoro e non come a un hobby, è giusto non dover poi fare affidamento solo sulle proprie economie per far evolvere i progetti.
Ricevere questa cura ci fa sentire meno sole, ci fa avere una visione del progetto. Inizieremo a capire anche come ottenere dei finanziamenti per rilanciare l’aspetto produttivo, adesso sentiamo di avere tutti gli strumenti per lavorarci.
R.G: È un’occasione meravigliosa anche per entrare in rete con realtà che sentiamo affini a noi e al nostro lavoro. Per noi è stato importante vincere con questo tema, ci siamo rese conto che c’è un’attenzione è come se la nostra ricerca fosse stata in qualche modo legittimata. Inoltre, l’idea delle residenze diffuse ci permetterà di confrontarci con pubblici diversi per scoprire le modalità di relazione che gli spettatori, in tutta Italia, applicano a questo tipo di narrazione.
Nasce a Napoli nel 1993. Nel 2017 consegue la laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo con una tesi in Antropologia Teatrale. Ha lavorato come redattrice per Biblioteca Teatrale – Rivista di Studi e Ricerche sullo Spettacolo edita da Bulzoni Editore. Nel 2019 prende parte al progetto di archiviazione di materiali museali presso SIAE – Società Italiana Autori Editori. Dal 2020 dirige la webzine di Theatron 2.0, portando avanti progetti di formazione e promozione della cultura teatrale, in collaborazione con numerose realtà italiane.
Mercoledì 12 maggio 2021, nell’ambito del Festival 20 30 presso l’Oratorio San Filippo Neri di Bologna, si è svolta la cerimonia per l’assegnazione del Premio Nazionale Cantiere Risonanze 2021, a conclusione di due intense giornate di incontro e di valutazione dei progetti artistici di 13 compagnie provenienti da diversi territori nazionali.
Dopo un confronto aperto e ricchissimo di stimoli tra i partner del network e le giovani formazioni, il Premio Cantiere Risonanze 2021 è stato assegnato alla compagnia Creature Engrate di Silvia Torri e Rita Giacobazzi per il progetto BOZZOLI. Le due artiste, entrambe under 30, hanno raccontato, con estrema sensibilità, una storia contemporanea che tocca da vicino moltissime donne che, durante il lockdown, si sono viste private del proprio lavoro e spesso anche della loro dignità. Il tema delle sex worker tocca trasversalmente diverse generazioni. “Bozzoli” utilizza sia gli strumenti del teatro degli oggetti, creando immagini delicate e ironiche sia il linguaggio audiovisivo in modo intimo, rivelando la fragilità e al contempo la forza delle sue protagoniste.
Menzione speciale all’attrice Maria Anna Stella che con lo spettacolo da lei scritto e interpretatoVECCHI SI NASCE (e io modestamente…), travolge con un’energia e una tecnica sorprendentemente mature. L’esperienza scenica dimostrata merita il sostegno di Risonanze che sarà tradotto, oltre alla segnalazione, in un concreto accompagnamento da parte di tutto il network.
Cantiere Risonanze è un premio destinato a spettacoli in fase di creazione, con l’obiettivo di accompagnare il processo produttivo di artisti e compagnie under 30 dall’idea progettuale al debutto. Credendo fortemente nell’importanza di concedere agli artisti e alle artiste delle nuove generazioni un tempo dilatato da dedicare alla ricerca, il network Risonanze ha strutturato in quest’ottica un percorso di sostegno e promozione della creatività emergente italiana. Ogni partner del network contribuisce a tal fine mettendo a disposizione della compagnia vincitrice una residenza creativa presso il proprio spazio, un debutto all’interno della propria programmazione (festival o teatro), un supporto economico e tutoraggio artistico e organizzativo.
Risonanze – network per la tutela del teatro under 30 nasce ad opera di un insieme di realtà teatrali, disseminate su tutto il territorio nazionale, che hanno individuato nella promozione e nel sostegno delle nuove generazioni di artisti del teatro contemporaneo il fulcro della propria attività.
Fanno parte di Risonanze: il festival Dominio Pubblico (Roma); Festival 20 30 (Bologna); Direction Under 30 (Gualtieri, RE); POLLINEFest (Sezze LT); Theatron 2.0 (Campania); il festival Strabismi (Cannara PG); Spazio Zut (Foligno PG); Kilowatt Festival (Sansepolcro AR); Torino Fringe Festival (Piemonte); Arezzo Crowd Festival (Arezzo); IAC Centro Arti Integrate (Matera); Up To You (Bergamo); la residenza artistica Amuranza (Campania).
Si ringraziano per la presenza e la partecipazione tutte le compagnie e gli artisti in concorso: Compagnia Fettarappa Sandri/Guerrieri,Michele Scappa e Sara Capanna, Francesco Petruzzelli, Compagnia Crack24, teatroINfolle, Silvia Torri e Rita Giacobazzi, Simone Giustinelli, Pietro Angelini, Cosimo Frascella, I Pesci, Maria Anna Stella, Daniele Turconi, Alessandro Paschitto e Ctrl+Alt+Canc.
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
Risonanze! Network per la diffusione e tutela del teatro Under 30 nasce nel 2018 dalla collaborazione tra Dominio Pubblico, Festival 20/30 e Direction Under 30. La rete ha come obiettivi la promozione di percorsi di sostegno produttivo per artisti e compagnie, l’attivazione di una circuitazione alternativa di nuove opere e il coinvolgimento attivo delle fasce più giovani di pubblico in processi di organizzazione e direzione artistica partecipata.
Laddove il contagio dilagante ha messo in crisi un settore già fortemente indebolito, incidendo pesantemente sulle speranze di quanti si avviano a una professionalizzazione dell’attività artistica, Risonanze Network intende ribadire l’importanza di un’azione che può rivelarsi mezzo straordinario per il superamento dell’empasse vissuto dal comparto culturale: fare rete.
Attualmente il network è composto da partner eterogenei (festival, teatri, imprese culturali) diffusi in modo capillare su tutto il territorio nazionale. Fanno parte di Risonanze il festival Dominio Pubblico (Roma), Festival 20/30 (Bologna), Direction Under 30 (Gualtieri, RE),POLLINEFest (Sezze LT), Theatron 2.0 (Campania), il festival Strabismi (Cannara PG), Spazio Zut (Foligno PG), Kilowatt Festival (Sansepolcro AR), Torino Fringe Festival (Piemonte), Arezzo Crowd Festival (Arezzo), IAC Centro Arti Integrate (Matera), Up To You (Bergamo).
Per amplificare la portata mediatica del network è stata realizzata recentemente la piattaforma digitale www.risonanzenetwork.it dedicata alla presentazione della rete, delle iniziative proposte e alla promozione dei partner e degli artisti coinvolti.
Convogliando le forze in un contenitore esperienziale condiviso, Risonanze intende creare un sistema di sostegno reciproco capace di fornire gli strumenti utili per affrontare un domani ancora troppo incerto. Proprio volgendo lo sguardo al domani, Risonanze porta avanti da due anni un lavoro capillare di scouting e supporto alle nuove realtà del panorama teatrale, organizzando, in ambito festivaliero, meeting finalizzati alla diffusione di buone pratiche, su tutto il territorio nazionale.
Se l’impegno nella diffusione del teatro Under 30 passa attraverso dinamiche di circuitazione che ribaltano la convenzione sedimentata in proposte artistiche orientate al coinvolgimento di artisti di maggior esperienza, la volontà di tutela espressa dalla rete è ben visibile nel progetto Cantiere Risonanze.
Ancora una volta è la compartecipazione il fulcro di questa ramificazione progettuale di Risonanze Network, che si prefigge di attivare una produzione partecipata tra quelle realtà che hanno individuato nella creazione di nuovi gruppi di spettatori e direzioni artistiche partecipate, nella valorizzazione dei talenti emergenti e nel rafforzamento delle azioni territoriali, gli obiettivi fondamentali su cui collaborare.
Cantiere Risonanze è un percorso finalizzato al sostegno di una creazione inedita realizzata da una compagnia italiana under 30. Ogni partner del network contribuirà all’iniziativa mettendo a disposizione dell’artista o della compagnia vincitrice una residenza creativa presso il proprio spazio, un debutto all’interno della propria programmazione o un supporto tecnico e organizzativo.
L’altra principale azione messa in campo dalla rete è quella di riuscire, di anno in anno, a creare una mappatura della Generazione Risonanze: ogni anno le direzioni artistiche composte da ragazze e ragazzi under 30 esprimono due preferenze rispetto agli artisti che hanno programmato all’interno dei loro rispettivi festival. Le proposte vengono raccolte in un dossier che viene poi condiviso con i partner per favorire la circuitazione degli spettacoli che si distinguono per l’innovatività del loro linguaggio scenico, l’originalità della proposta artistica e il riscontro ottenuto con il pubblico nel corso delle repliche.
Il dossier di Generazione Risonanze verrà reso pubblico all’interno della piattaforma online e sarà compito della rete promuoverlo anche ad operatori e programmatori che guardano con interesse allo sviluppo di una nuova scena teatrale che Risonanze si impegna a mettere in luce. Alla composizione del dossier 2020 hanno partecipato attivamente le Avanguardie del Festival 20 30, la Direction U30 del Teatro Sociale di Gualtieri, gli Under 25 di Dominio Pubblico, i Dodici Decimi del Festival Strabismi e VisioYoung di Kilowatt Festival. Si integreranno in questo processo anche le direzioni u30 di Up To You e Arezzo Crowd Festival. Uno dei compiti della rete è anche quello di favorire la nascita di nuove comunità di giovani che possano diventare spettatori e operatori attivi della crescita culturale nel loro territorio.
Nel corso degli anni e dagli incontri ospitati all’interno dei diversi festival appartenenti alla rete molti sono i soggetti, pubblici e privati, diffusi sul territorio nazionale, che si sono interessati all’azione e alle finalità promosse dalla rete: da C.Re.S.Co. che ne ha patrocinato la nascita, al circuito dell’Emilia Romagna Teatri, al Teatro di Roma – Teatro Nazionale, alla fondazione Piemonte dal Vivo.
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.
Diffusione e tutela sono le parole chiave di Risonanze Network, la rete nata nel 2018 dalla collaborazione tra Dominio Pubblico, Festival 20/30 e Direction Under 30. Negli ultimi cinque anni, le tre realtà capofila si sono distinte per l’impegno rivolto allo sviluppo di processi di partecipazione miranti al coinvolgimento attivo delle fasce più giovani di pubblico.
Entrando a far parte di una direzione artistica partecipata, guidata dai direttori artistici dei diversi festival, i giovani spettatori e le giovani spettatrici hanno oliato un meccanismo che sposta l’asse della produzione culturale, affidando agli operatori e alle operatrici del futuro la cura degli aspetti artistici e organizzativi.
Proprio volgendo lo sguardo al domani, Risonanze porta avanti da due anni un lavoro capillare di scouting e supporto alle nuove realtà del panorama teatrale, organizzando, in ambito festivaliero, incontri finalizzati all’incrementazione di buone pratiche, su tutto il territorio nazionale. Intensificare la circuitazione delle migliori proposte di spettacolo intercettate, rafforzare la crescita dei luoghi che ospitano iniziative culturali promosse da giovani gruppi organizzativi, progettare metodi condivisi per l’organizzazione di nuove realtà teatrali, sono i punti costituenti la mission del progetto.
Laddove il contagio dilagante ha messo in crisi un settore già fortemente indebolito, incidendo pesantemente sulle speranze di quanti si avviano a una professionalizzazione dell’attività artistica, Risonanze Network intende ribadire l’importanza di un’azione che può rivelarsi mezzo straordinario per il superamento dell’empasse vissuto dal comparto culturale: fare rete.
Convogliando le forze in un contenitore esperienziale condiviso, viene a crearsi un sistema di sostegno reciproco capace di fornire, soprattutto a giovani artisti che si apprestano a entrare nel mondo del lavoro, gli strumenti utili per affrontare un domani ancora troppo incerto.
Se l’impegno nella diffusione del teatro Under 30 passa attraverso dinamiche di circuitazione che ribaltano la convenzione sedimentata in proposte artistiche orientate al coinvolgimento di artisti di maggior esperienza, la volontà di tutela espressa dalla rete è ben visibile nel progetto CANTIERE RISONANZE.
Ancora una volta è la compartecipazione il fulcro di questa ramificazione progettuale di Risonanze Network, che si prefigge di attivare una produzione partecipata tra quelle realtà che hanno individuato nella creazione di nuovi gruppi di spettatori e direzioni artistiche partecipate, nella valorizzazione dei talenti emergenti e nel rafforzamento delle azioni territoriali, gli obiettivi fondamentali su cui collaborare. Residenze artistiche, circuitazione nei festival appartenenti alla rete, sostegno nella creazione di strategie per la distribuzione e la promozione dei progetti, sono le azioni messe in campo dai soggetti aderenti a CANTIERE RISONANZE.
Lo stravolgimento delle attività, intercorso a seguito della chiusura dei teatri e del blocco degli eventi culturali, non consente uno sviluppo e un’attuazione imminenti di tale progettualità.
Per far progredire il percorso avviato e per strutturare l’intervento produttivo che verrà attuato al ristabilirsi delle normali condizioni di lavoro, Risonanze Network intende allargare la sua rete. A tal fine, verranno mappati organismi di programmazione, di residenza o di produzione disposti a mettere in campo strumenti indispensabili a garantire il processo di nascita, crescita e sviluppo di una progettualità teatrale.
Oltre alla disponibilità di offrire periodi di residenza, programmazione di studi e debutti, verranno prese in considerazione le candidature di strutture capaci di dare sostegno e visibilità attraverso la realizzazione di streaming e residenze digitali, e di fornire consulenza e accompagnamento relativamente a produzione, comunicazione, promozione e amministrazione.
Potrete segnalare il vostro interesse a prendere parte al progetto CANTIERE RISONANZE, compilando e inviando questa scheda.
Nasce a Napoli nel 1993. Nel 2017 consegue la laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo con una tesi in Antropologia Teatrale. Ha lavorato come redattrice per Biblioteca Teatrale – Rivista di Studi e Ricerche sullo Spettacolo edita da Bulzoni Editore. Nel 2019 prende parte al progetto di archiviazione di materiali museali presso SIAE – Società Italiana Autori Editori. Dal 2020 dirige la webzine di Theatron 2.0, portando avanti progetti di formazione e promozione della cultura teatrale, in collaborazione con numerose realtà italiane.
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