#FocusOn: AD ARTE CalcataTeatroCineFestival, intervista a Igor Mattei
Nel segno della resilienza si svolgerà la quarta edizione di AD ARTE CalcataTeatroCineFestiva che quest’anno prende vita interamente nel centro storico di Calcata (1-2-3 Settembre). La kermesse oltrepassa gli spazi performativi abituali, invadendo le piazze, i vicoli, le case del borgo di Calcata, prelevando e lasciando segni, innescando giochi per la comunità e per il pubblico che diventa attore, parte fondante dell’opera.
La tre giorni sarà un vero e proprio circo senza tendoni né palcoscenico, un teatro a cielo aperto animato da artisti di tutto lo stivale. Ogni giorno si alterneranno performance e spettacoli con proiezioni e presentazioni cinematografiche.
“Quest’anno tanti sono stati gli ostacoli per la realizzazione della quarta edizione del Festival AD ARTE.
Abbiamo scelto, nonostante tutto, di lanciare ancora una volta il cuore oltre le centinaia di problemi che in Italia incontra un‘operazione culturale indipendente come la nostra” queste le parole di Igor Mattei e Marina Biondi, ideatori e direttori artistici del Festival.
Abbiamo intervistato Igor Mattei per approfondire l’evoluzione del Festival Ad Arte negli ultimi anni e per scoprire le novità della prossima edizione:
Ciao Igor, ci parleresti di come nasce AD ARTE CalcataTeatroCineFestival e di come si è sviluppato nelle ultime edizioni?
AD Arte nasce 4 anni fa. Come nostra personale (re)azione al crollo del nostro settore lavorativo. Ma in fondo la crisi, ancora pesantemente in atto, non ha fatto altro che “obbligarmi” a realizzare un sogno di libertà espressiva (parlo di libertà di forma e contenuti del teatro e del cinema italiano, rispetto alle sempre più coercitive logiche del mercato) che coltivavo da sempre. Calcata, dove ormai vivo per la metà dell’anno, mi è apparsa allora, per la sua storia artistica e antropologica, come lo schermo, il palcoscenico ideale sul quale proiettare o far esibire questa mia idea di indipendenza artistica. Il nostro modo di procedere dal primo anno ad oggi nella sostanza è rimasto pressocchè invariato: cercare talento e merito in tutta Italia, a prescindere dai nomi, i cognomi e l’età..
Qual è la filosofia progettuale e artistica del Festival e qual è stato il riscontro di pubblico delle passate edizioni?
La filosofia progettuale e artistica è stata quella di scegliere e di utilizzare la qualità e l’originalità dei film e degli spettacoli come pietre angolari, sulle quali costruire il nostro castello; in barba sempre, con immense fatiche – il peso della libertà è la rinuncia alla comodità – alle logiche dei numeri facili da dover ostentare per poter essere riconosciuti come degni di valore. Sempre comunque con l’attenzione alla fruibilità dell’opera da parte del pubblico, perchè non ho mai amato l’arte autoreferenziale che parla soltanto a sè stessa, ignorando la sua stessa essenza, che è quella di comunicare.
Nel 2017 ci sono stati alcuni imprevisti che hanno determinato una diversa organizzazione del Festival. Ci parleresti degli ostacoli incontrati e di come avete pensato di strutturare la kermesse alla luce degli stessi?
La nostra manifestazione è stata da sempre costellata di imprevisti, essendo completamente autoprodotta. Diciamo che l’imprevisto e l’imprevedibilità di ogni edizione è stato lo scotto che abbiamo pagato per la nostra autonomia, artistica, politica e umana. Col rischio, come stava succedendo per questa IV edizione, di “chiudere la baracca” per sempre, con la consolazione (magra?) di poter dire d’aver fatto secondo le nostre idee e non secondo le regole di chi da qualche altezza ti impone come e cosa sognare. In questo modo di procedere gli ostacoli non finiscono mai, sono sempre estremi e l’unico modo per non soccombervi è quello di utilizzarli, con determinazione, quasi con incosciente fiducia e tanta, tantissima creatività, come trampolino di lancio per trasformare alchemicamente l’ostacolo posto dal burocrate pedante, dal disilluso di turno, dal clan intellettual-artistico contrario, dal politico indifferente a tutto, in stimolo e dunque in risorsa. Titanico è riuscire a farlo quasi senza risorse economiche; ma siamo artisti e siamo abitutati a sfidare le leggi gravitazionali per una manciata di felicità su un palcoscenico o davanti ad una macchina da presa.
Dunque una tre giorni ricca di spettacoli con teatro e cinema per tenere in vita un Festival che ha avuto grandi consensi di pubblico e di stampa nelle passate edizioni. Quali sono state le scelte artistiche relative all’edizione di settembre?
Le scelte per questa quarta edizione, spostata appunto da luglio a settembre e condensata in soli tre giorni, sono state quelle di lanciare il cuore oltre l’ostacolo che sarrebbe diventato insormontabile se non avessimo trovato stima, fiducia e sconfinata generosità di un numero incredibile di colleghi artisti e operatori di settore e di RESISTERE, per trasformare quello che poteva essere un altro fallimento delle nostre politiche culturali (più legate a scambi di favori e a numeri che a idee e a progetti lungimiranti) in una festa di tre giorni (1-2-3 settembre), non stop, dalle 11 alle 24, di teatro e cinema emergente e indipendente “made in italy”, in un palcoscenico a cielo aperto, tra i vicoli e le piazzae del centro storico di Calcata, trosfromato per l’occasione in una fortezza per tutta l’arte indipendente .
Quali sono i vostri propostiti per il futuro e quale credete possa essere il fisiologico sviluppo di AD ARTE CalcataTeatroCineFestival?
Il futuro? La vita è difficile e il futuro è incerto, cantava una canzone di qualche anno fa di Tonino Carotone. Per il momento siamo concentrati a vincere la scommessa di questa IV edizione prendendo la rincorsa per quella del 2018. Tante sono nel frattempo le possibili importanti collaborazioni che ci vengono costantemente proposte. Ma al momento non sappaimo dire nulla in merito, se non una cosa: non molleremo! Ci insegneranno a non splendere. E noi splenderemo, invece.
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