Tips 4 Actors #09 – Il Leprecauno e la pentola d’oro. Il mito di trovarsi un agente

Tips 4 Actors #09 – Il Leprecauno e la pentola d’oro. Il mito di trovarsi un agente

L'agente. La prima persona che crede nella nostra arte. Colui che, dopo la mamma, è il primo alleato nel nostro business.

L’agente. La prima persona che crede nella nostra arte. Colui che, dopo la mamma, è il primo alleato nel nostro business.

L’agente. La prima persona che crede nella nostra arte. Colui che, dopo la mamma, è il primo alleato nel nostro business.
Senza un agente la nostra carriera non ha prospettiva.
Alt! Fermi un attimo. Facciamo un passo indietro e prendiamoci un caffè.
Lo sapevi che Bill Muray non ha agenti o manager? Ha un semplice numero di telefono, al quale risponde personalmente.
Ok. È pur vero che noi non siamo star internazionali e che, spesso e volentieri, ci risulta quanto mai difficile venire a conoscenza di casting e occasioni interessanti.
Tra mito e realtà, un paio di volte l’anno (almeno) finiamo con il chiederci come faccio ad avere un agente o un manager o entrambi?

Le risposte che più spesso ci sentiamo dare sono (a titolo esemplificativo ma non esaustivo)
• “Sii davvero talentuoso”
• “Sii bello, bello, bello in modo assurdo”
• “Devi bucare lo schermo”
• “Partecipa ad un reality”
• “Sii grasso/alto/efebico/androgino/brutto/etc”
• “Fai un’accademia prestigiosa, parla tre lingue, suona due strumenti e ama gli sport estremi”.

Ok. La smetto con le provocazioni. La verità è che non esiste una risposta univoca, o una formula che si traduca automaticamente nell’ottenere un agente.
O forse si, esiste: talento + aspetto giusto + momento giusto
Non sorridere. È meno scontato di quello che pensi.
Provo quindi a trarre delle sommarie conclusioni sulla base della mia esperienza e di colleghi a me vicini. Un piccolo corollario di suggerimenti che potrebbero indirizzarti verso una direzione.

Supponendo che ti stia mantenendo in allenamento – attoriale e fisico – che hai book e reel aggiornati, sito web, profili IMDB, e-talenta coerenti, ecc. la prima cosa che devi cercare di raggiungere è ottenere un incontro con un agente.

> Dai un’occhiata anche a Tips 4 Actors #06 – Don’t look back in camera. La grande incognita del book fotografico

Per prima cosa, non farti prendere dall’entusiasmo ed evita di telefonare, o presentarti di persona senza appuntamento.
In generale ricordati di una regola: quello che romperebbe le scatole a te, rompe anche a loro. Il vecchio “non fare agli altri quello che non vorresti facessero a te” è sempre valido.
Puoi provare una delle seguenti strade:

#1 – LE RACCOMANDAZIONI BUONE
Quelle che in inglese chiamano reference. Un riferimento. Attenzionare qualcuno, sulla base delle sue specifiche competenze.
Se hai amici, compagni di classe e colleghi con agenti o conoscenti manager, chiedi cortesemente di far passare le tue foto e cv.

#2 – LA CLASSE NON È ACQUA
Se non hai amici con gli agenti, prova a farti coinvolgere in una comunità di attori rappresentati (ad esempio una classe di training, un workshop ecc.); poi, educatamente, chiedi loro di inviare le tue cose.
Avrai bisogno di una raccomandazione per incontrare un agente o un manager, e un riferimento da uno dei loro clienti sarà utile.

#3 – FACCELA VEDE’
La tua arte, si intende. Cerca di sfruttare ogni occasione di lavoro per farti vedere. Meglio se sei coinvolto in un progetto di qualità o in cui credi. Prova ad invitare registi, casting e agenti alle tue rappresentazioni o proiezioni.
Se riuscissi a fare qualche replica a Roma sarebbe meglio, dato che nella maggior parte dei casi le persone che ti interessano hanno sede lì.
Fidati del fatto che buoni agenti e manager (ma anche registi e produttori) vanno a vedere molti spettacoli e visionano i video che gli consigliano.

#4 – SIAMO L’ESERCITO DEI SELFIE
In poche parole sfrutta i social media. Utilizza Facebook, Twitter, Youtube, Vimeo, ecc al massimo potenziale. Sono tra le prime cose che chi ti cerca visiona e sono più efficaci di una chiamata dal nulla e impersonale.
Ovviamente devi curarli con molta attenzione. Anche in questo caso, non postare/scrivere/streammare ciò che non vorresti tua nonna vedesse.
Inoltre, se ti capita di interagire con gli agenti sui social media, fai attenzione. Non essere invadente, ossessivo, presuntuoso, etc. Perderesti in partenza.

#5 – LA TECNICA DEL COCKTAIL PARTY
Non fare o dire nulla – sia live che sui Social – che non faresti o diresti in una situazione pubblica, se ti trovassi di fronte ad una persona che ti interessa.
La cosa migliore da fare è fornire contenuti.
Va bene sfoggiare i propri interessi e passioni. Punta sulle idee comuni, ma attento a non risultare troppo autoreferenziale o sottomesso.
Quello che annoierebbe te, annoia anche loro.

#6 – LA FORTUNA AIUTA GLI AUDACI
Prova a frequentare i posti bazzicati da chi lavora nel tuo settore. Un incontro informale e casuale potrebbe rivelarsi più utile di mille e-mail o telefonate. Arriva preparato, però.
Ti ricordi il film “Il Diavolo veste Prada”? Anne Hathaway accompagna il suo temibile capo ad un’importante occasione di lavoro, con il compito di suggerirle il nome e la mansione di tutti quelli che incrocia. Ecco, prova a interagire consapevolmente con chi hai davanti.

Socialità e consapevolezza sono un’arma in più nella ricerca di un agente… o di un ingaggio.

Socialità e consapevolezza sono un’arma in più nella ricerca di un agente… o di un ingaggio.

Socialità e consapevolezza sono un’arma in più nella ricerca di un agente… o di un ingaggio.

#7 – SII IL TUO PRIMO AGENTE
Il rapporto con l’agente si basa su uno scambio attivo. Lui aiuta te, tu aiuti te. Tutti aiutano l’agenzia. Spesso l’agente, da solo, potrà aiutarti poco.

OK, quindi ti sei procurato un incontro. Ma come si trasforma un incontro in rappresentazione?
Iniziamo chiarendo cosa stai chiedendo ad un agente.
Non gli stai solo chiedendo di condurti da un direttore casting.
Stai chiedendo di investire parte del suo tempo su di te e sulla tua carriera. È un investimento di denaro. E sei tu a dover farlo guadagnare.
Una bella responsabilità! No?
Il rapporto, come vedi, è biunivoco.

Come si realizza questa prospettiva? O sei affascinante e hai il look perfetto, hai lavorato in modo coerente-recente-efficace, o hai tanto talento e talento anche per i provini.
Tuttavia molte cose non dipendono da te.
Quello che puoi sicuramente controllare sono talento e il tuo duro lavoro. Lavorare costantemente in classi di recitazione e sul palco per coltivare il tuo talento, in modo da renderlo forte e unico.

> Leggi qualche spunto su “Come scoprire la nostra unicità attoriale”

Parallelamente sii il tuo editor-social media, il tuo autore e fotoreporter. Crea il tuo materiale, scrivi, scatta e pubblica contenuti in modo coerente, facendo sempre tutto il possibile per renderti visibile a chi ti cerca (o a chi ti cerca e non sa che ha bisogno proprio di te).
Convinci il tuo potenziale agente che sei un professionista, affidabile e preparato. Lui potrà scommettere volentieri su di te.

Prendi il tuo potere. Fai la tua fortuna.

Tips 4 Actors #08 – Actress Life. Resoconto di un bimestre da attrice

Tips 4 Actors #08 – Actress Life. Resoconto di un bimestre da attrice

Ciao Tipper, in primo luogo mi scuso per la latitanza degli ultimi mesi. Ho vissuto un periodo molto affascinante e faticoso, dal quale ho tratto qualche riflessione, che ovviamente voglio condividere con te. Ragionando sul titolo, ho iniziato a ripetermi in testa qualche gioco di parola. La prima cosa che ho pensato rimettendomi a scrivere i tip è stato Actress Life – hashtag noto e abusato – seguito da Life for an actress. Live as actress. Actress alive. Live for life. Subito dopo mi è tornata in mente una canzone di Amalia Gré, artista che probabilmente continua a piacere solo a me (ma questa è una illazione, anche se non so che fine abbia fatto).

[embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=UvdpNxFT8ro[/embedyt]

Io cammino di notte da sola è la canzone, ed in effetti rappresenta un buon riassunto di quello che penso e che ho vissuto, oltre ad essere un buono spunto per un repetition game (ma anche questa è un’illazione). Breve riassunto degli ultimi 64 giorni: un debutto in una commedia, due spot – che sarebbe meglio definire corti web, un ruolo in una serie, un debutto nazionale con una produzione inedita della mia compagnia, un ruolo da protagonista in un film saltato, alcuni provini e tanti mezzi presi e persi. Totale ore di lavoro (non retribuite e senza copertura assicurativa): 580; limite decibel raggiunto con i litigi in produzione: 130dB; persone incontrate-incrociate-superate: circa 82; ore di sonno: non pervenute; totale caffè consumati: non pervenuto; totale litigi in famiglia: non pervenuto.

La domanda quindi nasce spontanea. Cosa significa vivere da attore? Stamattina leggevo un articolo su uno dei portali di riferimento anche per i miei contenuti, sul quale era riportato “Acting is a desease”. Ora, senza farla così tragica la verità è una e indiscutibile: sebbene molte persone abbiano la passione di recitare, la realtà di essere un attore professionista è inconcepibile dall’esterno. Una volta che si prova ad assumerla come professione, ci sono altri fattori che si intromettono, come mangiare o pagare l’affitto, o dover fare i conti con genitori o partner delusi. Ed ecco che tornano le parole della canzone: “Io cammino di notte da sola, poi piango poi rido e aspetto l’aurora. Ed è una vita d’artista, così altalenante, ma quello che creo è importante per me”.

Ecco allora alcuni consigli su come affrontare le problematiche più frequenti di questo mestiere, così bello e contemporaneamente così provante.

1. IO CAMMINO DI NOTTE DA SOLA
Ovvero come affrontare la solitudinev

Fare l’attore di carriera è un mestiere di grande solitudine.
Quando sei coinvolto in una produzione lunga, la situazione più favorevole è che tu lavori sempre con le stesse persone a strettissimo contatto per un tempo più o meno lungo. Queste persone diventano i tuoi amici, i tuoi confidenti, i tuoi compagni.
Finita la festa, gli amici se ne vanno e ognuno per la propria strada.
Se, come me, lavori spesso ma a sbocconcellate su set brevi, i contatti sono più fugaci. Arrivi la mattina presto, ti prepari, giri e saluti. Fine. Come Pic: rapido e indolore.
A questo (sempre come nel mio caso) si devono aggiungere una manciata consistente di prove, magari a margine di una giornata di riprese.
Rientro stimato a casa propria per le 23:30 circa. Il tuo partner dorme, tuo figlio di 15 mesi no; poco importa, tanto giusto il tempo di ingurgitare qualcosa e sei già nel mondo dei sogni con tuo figlio che ti salta sulla pancia.
Sabato e domenica, in scena. Gli amici escono, ma non per venire a vedere te (a meno che non sia coinvolta in una grande produzione, e/o non possano farsi un selfie con qualcuno o davanti a qualcosa di importante).

Dall’altro lato, anche dopo un lungo periodo di lavoro, rientrare nella normalità può essere destabilizzante. Ricordo sempre le parole di una mia buona amica, in merito alle dinamiche di gruppo: “Se ci sei esisti!”, che in soldoni vuol dire essere presente sempre all’interno del gruppo di amici, per poter contare sul fatto di avere amici.
Insomma, apri la porta di casa e ti trovi a dover fare i conti con un domani di nuovo incerto, ma con un pizzico di stanchezza in più.

Il mio consiglio per evitare le scene da film in cui la protagonista cammina per strada con il volto solcato da romantiche lacrime, magari sotto la pioggia, mentre tutto attorno risuona qualcosa tipo “Moon River” è questo: ricordati che la tua vita è fuori, è intorno, non solo dentro il tuo mestiere. È un mantra che fatico a ripetermi, ma è l’unica soluzione.
Coltiva i tuoi rapporti veri. Basta un messaggio, una telefonata, una visita inaspettata, ma fallo. Quando il lavoro gira bene è facile perdersi; difficile è ritrovarsi nei momenti bui. Amici e famiglia sono i nostri più grandi alleati per costruire una carriera solida e lunga.

2. E SI POTEVANO MANGIARE ANCHE LE FRAGOLE
Ovvero dei sensi di colpa

I sensi di colpa che appesantiscono la tua scelta artistica, rallentano solo il tuo passo.

I sensi di colpa che appesantiscono la tua scelta artistica, rallentano solo il tuo passo.

Tempo fa il regista di un film di cassetta mi confessò che aveva nel cast un’attrice di nome e che era in difficoltà perché non riusciva a gestirla. Lei aveva partorito da due mesi ed era in piena depressione post partum.
Dall’altro lato c’è la mia più umile e limitata esperienza. In questi ultimi 64 giorni, più volte mi è capitato di non riuscire a vedere mio figlio per molti giorni consecutivi; con il mio compagno sono arrivata a discutere spesso a causa della mia prolungata assenza; non ho fatto la spesa per più di un mese.
Il senso di colpa più grande, però, è sempre relativo al risvolto economico. Perché alla fine della giostra, ti siedi a tavolino e sai che non potrai concederti più di uno o due giorni di stacco (definirlo relax è troppo). Un grande sforzo che serve a malapena a coprire qualche spesa e, verosimilmente, a contrarre qualche altro debito. Ma come si dice? I debiti allungano la vita!
In questo scenario, la mia soluzione è forzarsi un po’. Imporsi disciplina, per ritagliarsi un po’ di spazio per sé. Sarà un tempo da prendersi per osservare, studiare, accantonare, far decantare e magari creare.

3. UN ANTICO IDIOMA CHE NON SAI DECIFRARE.
Ovvero dell’attesa e della lotta contro la paura

Gaber diceva “No, non muovetevi. C’è un’aria stranamente tesa e un gran bisogno di silenzio. Siamo tutti in attesa.”
È un verso che mi aiuta tanto, perché spesso finisco un lavoro e vado mentalmente alla ricerca di un altro lavoro. Per paura di uscire dal giro, per paura di restare senza soldi, per paura di dimenticare quello che so fare.
Poi è successo che ho sbagliato. Non tutti i lavori fanno bene, non tutti i lavori sono utili, non tutti i lavori arrivano al momento giusto.
Un lavoro fatto male è più dannoso dello stare un po’ di tempo senza lavorare.

La mia soluzione è creati una piccola alternativa che non ti distolga troppo dalle necessità attoriali. Impiegarsi in qualcosa che possa andare bene per brevi periodi, o che si possa gestire da casa. Alternativamente puoi proporti come sottoaiuto di qualcosa in produzioni teatrali o cinematografiche. Spesso torna utile. Ancora, candidati come spalla ai casting… non paga, ma insegna tanto.
Libero dalla morsa del devo lavorare a tutti i costi, la tua carriera ti assomiglierà di più. Ne sono quasi certa!
Inoltre condurre consapevolmente la propria vita attoriale, ti renderà anche più sereno difronte a scelte e rinunce.
In buona sostanza si tratta di avere la forza di difendere un po’ il proprio lavoro e (perché no) la categoria.

4. QUANDO TI ADDORMENTERAI CON LE SCARPE SUL LETTO
Ovvero della stanchezza.

È indubbio che questo mestiere, come tanti, ti possa mettere spesso alla prova. Ci sono giorni in cui vorresti fermarti, gridare e fare un concorso pubblico.
Non è la verità. Il lavoro che fai è imposto da quello che sei e poco puoi forzare la tua natura. Ha più senso fermarti (ok), respirare e accogliere questa stanchezza. Può darsi che tu stia muovendo tanti passi in una direzione poco utile, o semplicemente che tu abbia bisogno di riposarti.

Allora torna a fare qualcosa che ti piace, con persone che ti fanno stare bene. Potresti prendere l’abitudine di segnare su un taccuino “cose che vorrei fare quando avrò il tempo”. Avrai la sensazione di non stare con le mani in mano e, contemporaneamente, farai qualcosa per ricaricarti. Geniale!
[Nei cambi di stagione prenditi anche un integratore. Male non fa!]

Insomma, la vita da attore non è sempre piacevole, anche se l’uomo della strada pensa l’esatto opposto. Non è detto che arrivino i red carpet o le copertine dei giornali, potremmo non vincere mai nessun riconoscimento. Ci sono giorni in cui si fa veramente fatica, ma facciamo il mestiere più bello del mondo. Vivere bene i giorni bui, con onestà, fa parte del gioco e ogni gioco ha delle regole. Poche, semplici e banali regole per uscire dal flusso e godersi la meraviglia della contemplazione di un momento.
Vale la pena!

Photo by Heather Schwartz e JESHOOTS.COM on Unsplash

Tips 4 Actors #07 – Béccati sta Magnum. Tiè! Come non posare per il book fotografico

Tips 4 Actors #07 – Béccati sta Magnum. Tiè! Come non posare per il book fotografico

Anche questa settimana continua il cammino nell’intricato bosco del book fotografico. La settimana scorsa abbiamo visto come arrivare preparati al momento dello shooting. Adesso che sei brutalmente onesto, hai fatto ginnastica, bevuto e dormito a sufficienza, ti sarai sicuramente posto una domanda: cosa NON devo fare mentre poso per il book?

In effetti arrivare preparati e poi sbagliare alla fine della partita fa sempre rodere un po’. Ecco, perciò, alcuni tips per non vanificare il tuo investimento economico. Ovviamente si tratta di consigli che derivano dalla mia esperienza, o che mi hanno dato e che ho trovato utili. Quindi, come dice sempre Paolo Fox – un alleato prezioso nella vita di ogni attore – “Non credete, verificate!”.

Parti da una riflessione: il book serve a mostrare a casting e registi come staresti in un ruolo. Esatto! Non serve a far vedere come sei figo e fotogenico. Lo so che già lo abbiamo detto, ma è il punto fondamentale da tenere sempre in mente (come l’obiettivo di scena della Chubbuck).

Per prima cosa prova a rispondere a queste domande:

  • Cosa emerge di me dalla foto?
  • Che sensazione resta in chi mi guarda?
  • A chi assomiglio?

Se non sai rispondere a queste domande, ti consiglio un piccolo esperimento che uso nel mio seminario di Personal Branding per attori.

  1. scegli lo scatto che senti ti rappresenti meglio;
  2. raduna un gruppo di amici/colleghi;
  3. dai loro carta e penna e chiedi di rispondere alle domande scritte sopra;
  4. chiedi di fare lo stesso guardandoti in quel momento, dal vivo.

Il nostro lavoro non può prescindere dall’immagine che diamo di noi; con questo semplice esercizio potresti scoprire di dover allineare quello che sei con quello che proponi.

Quando non hai chiaro che attore sei, non sai cosa puoi fare e dove puoi arrivare. L’allineamento tra quello che sei e quello che mostri è fondamentale per la tua carriera. Photo by Brendan Church on Unsplash

Benissimo! Adesso ti trovi davanti alla fotocamera. Sei abituato (o quasi) a stare davanti un obiettivo, nel tuo flusso emotivo; ma quando devi posare per una foto ti senti come a inizio carriera, quando non sapevi nemmeno dove tenere le mani.

Esaminiamo alcune regole generali per la posa in primo piano, e alcune COSE CHE DEVI EVITARE:

  • tenere le mani sul viso
  • alzare le spalle
  • metterti troppo di tre quarti o, addirittura, di profilo
  • sporgerti troppo in avanti, perché perderai la lunghezza del collo (se, invece hai un collo troppo lungo, questo potrebbe aiutarti, ma se è un tuo tratto caratteristico non vedo perché dovresti nasconderlo)
  • inclinare la testa troppo in alto (farai fare l’inventario del contenuto delle tue narici)
  • inclinare la testa troppo in basso (il bianco sotto l’iride dell’occhio è un po’ inquietante, ma se sei inquietante potrebbe aiutare)
  • non tenere le mani sui fianchi alla stessa altezza
  • non stare a braccia conserte

Se proprio non sai come posare, parti da un semplice presupposto: non metterti in una posizione che non assumeresti durante una qualsiasi conversazione.

La tentazione dello scatto glam può venire. Ricordati il tuo obiettivo e tieni sempre in mente che il tuo volto deve sempre essere ben visibile. Qualsiasi cosa ne alteri i tratti non ti è utile. Photo by Jez Timms on Unsplash

Anche in questo caso ti ricordo che il tuo moodboard può tornarti molto utile. Se non ti ricordi cosa sia, butta un occhio all’articolo scorso Tips 4 Actors #06

Colgo l’occasione di questo post per cominciare a dirti “Grazie!”. La settimana scorsa mi sono arrivati alcuni messaggi da Tippers come te, che mi hanno scaldato il cuore e motivata ulteriormente ad andare avanti in questa avventura di Tips 4 Actors. Spero che i miei consigli ti portino presto dei risultati.

Tienimi aggiornata e, come sempre, Stay Tippers &Go Deeper

P.S. Si faccio un seminario di Personal Branding per attori. Cosa significa? Significa capire come valorizzarti al meglio e come sfruttare i Social per crearti delle nuove occasioni di contatto e di lavoro. Se vuoi partecipare, scrivi a me o a Theatron 2.0
Tips 4 Actors #06 – Don’t look back in camera. La grande incognita del book fotografico

Tips 4 Actors #06 – Don’t look back in camera. La grande incognita del book fotografico

Ti sei mai chiesto perché i tuoi colleghi vengono chiamati per i casting e tu no? Che cosa arriva di te a chi è incaricato di scegliere un interprete per un ruolo?

È giunto il momento di capire come promuoversi al meglio per ottener più provini e più callback. In una parola, come fare personal branding.

Senza scendere troppo nei dettagli personali (anche se un check di quello che fai per essere attore non è mai tempo perso), la prima cosa da fare è rispolverare il materiale con cui ti presenti al mondo. Già ad agosto ho dato qualche suggerimento su come impostare il materiale da inviare ai casting.

Adesso però inoltriamoci nell’annosa, quanto economicamente onerosa, questione del book. Si tratta della prima finestra sulla tua attorialità. Infatti, la maggior parte delle audizioni inizia con qualcuno che scorre sul tuo volto da un computer, o sul proprio cellulare. Quindi devi assicurarti che quell’immagine rispecchi veramente ciò che vuoi proporre come artista.

> Vedi anche Come impostare il materiale per presentarsi al meglio

 L’ultima cosa da fare è scegliere il fotografo. “Come l’ultima?” ti starai chiedendo. In effetti, ci sono alcune cose alle quali devi prestare attenzione prima di arrivare alla sessione di shooting. È qualcosa che abbiamo già detto in tante occasioni, ma la prima cosa importantissima è conoscere la tua essenza come attore.

Se non sai cosa puoi fare, qual è la tua proposta al mondo, di certo è difficile che potrà suggerirtelo chi ti deve fotografare. C’è quindi, anche in questo caso, da lavorare un po’ sulla consapevolezza e sulla sincerità. Ecco quello che cerco di fare io, da qualche anno a questa parte, quando devo rifarmi il book. Pronto per i tips?

# 1. ESSERE BRUTALMENTE ONESTI

Esatto! Non è importante quanto tu possa essere figo, magro e con i denti bianchi. Conta cosa puoi raccontare. Se sei carino, ma non strafigo (come nel mio caso), forse non è questo il modo più utile per te per presentarti. Io ho iniziato a fare un’analisi delle volte in cui i provini mi hanno dato dei feedback positivi e sono partita da quei caratteri per strutturare la mia offerta attoriale. Certe volte non siamo consapevoli di quello che gli altri – casting director inclusi – vedono e ci ostiniamo a proporci in un modo che non ci appartiene. Questo perché magari vorremmo assomigliare a un determinato attore, o recitare in un certo modo.

Prendo ispirazione da una nota, quanto mai alta e appropriata citazione… “perché io sono io e voi non siete un cazzo!”. Questo solo per dire che tu sei unico e su questo devi fare leva.

# 2. SII CONSAPEVOLE

Un fotografo non vale l’altro, premesso che ogni professionista è più che capace di ritrarvi. Più costoso non vuol dire necessariamente migliore. Prima di investire denaro, investi tempo a fare una ricerca sui fotografi che lavorano con gli attori. Individua chi per stile, tagli e atmosfere sembra essere più adatto a te.

Prova a cercare su Google, ma chiedi anche ai tuoi colleghi e sbircia sui loro profili e su quelli dei fotografi. Così sarai libero di scegliere chi per estetica e filosofia ti convince di più. Vedrai che alla fine il risultato ti convincerà. Sappi che sulla pagina di Tips 4 Actors sto cercando di realizzare una mini vetrina dedicata proprio ai fotografi che lavorano con gli attori, così da semplificarti un po’ il compito. Tienici d’occhio.

Mettere a fuoco la tua proposta attoriale ti aiuta a essere più efficace durante lo shooting del tuo book. 

# 03. PREPARATI

Scegli un look che ti valorizzi, ma che non sia troppo caratterizzato (a meno che non voglia presentarti esattamente in quel modo). Infine presentati al fotografo con un look ordinato e pulito. Anche il trucco deve essere discreto, quasi invisibile. Così sarai tu e il tuo sguardo al centro dello scatto.

# 04. ELABORA UN MOODBOARD

Prova a elaborarne uno anche per i tuoi scatti. Da buona indecisa cronica, il moodboard mi aiuta molto a orientarmi. Richiede un tempo minimo di aggiornamento, ma poi mi velocizza tutta la preparazione (certe volte anche di un personaggio).

Scegli come vuoi presentarti; seleziona pose che ti comunicano quello che cerchi da riviste/internet/etc; stesso dicasi per l’abbigliamento. Alla fine confrontati con il fotografo. Sicuramente saprà indicarti cosa indossare e cosa no. Io ci metto anche riferimenti a brani musicali o poesie. Sono tutti elementi che mi aiutano a evocare una narrazione davanti alla fotocamera.

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# 05. ATTENZIONE ALL’ABBIGLIAMENTO

Il fotografo che sceglierai sicuramente te lo dirà: evita scritte, fantasie troppo piccole, righe, colori troppo accessi e troppo spenti.

Cerca di tenere sempre a mente che al centro di tutto devi esserci tu e le tue specifiche peculiarità interpretative. Metti in risalto quelle!

Ricorda, inoltre, di dare “aria” al volto. Quindi attenzione a collane, sciarpe, colli alti, cappelli, etc. 

# 06. IL GIORNO PRIMA

Bevi molta acqua il giorno prima, e fai un po’ di esercizio: ti aiuterà ad avere la pelle idratata e a dormire meglio, grazie alle endorfine sviluppate con l’attività fisica. Prepara i cambi, almeno tre. Per gli uomini, valutare l’opportunità di lasciarti la barba un po’ incolta e di togliertela durante lo shooting. Così avrai la versione bel tenebroso e faccia d’angelo.

# 07. ALLO SHOOTING

Portati un pettine o una spazzola, delle forcine per capelli e della cipria (magari quella trasparente, così da tamponare il lucido. Se hai fatto tutto quello che era in tuo potere, non ti resta che una cosa da fare: rilassati. Lasciati guidare dal fotografo. Divertiti! Come quando reciti.

Riassumendo quindi: IDEE CHIARE E ONESTÀ. Ci sono anche delle cose da evitare, ma le vediamo più avanti. Mi farebbe piacere sapere tu come ti prepari per il tuo book. Per ora ti rinnovo l’invito a contattarmi tramite la pagina Tips 4 Actors se hai dubbi o domande, oppure se hai bisogno semplicemente di un suggerimento su fotografi e truccatori. Per il resto, come sempre,

Stay Tippers &Go Deeper

 

 

Tips 4 Actors #05 – L’inverno sta arrivando. Come preparare un casting e scacciare le nubi dell’ansia

Tips 4 Actors #05 – L’inverno sta arrivando. Come preparare un casting e scacciare le nubi dell’ansia

Il tuo agente, o direttamente il casting, ti ha chiamato. Vogliono incontrarti. 

Fantastico!

Protagonista di puntata. 

Eccezionale!

Il tuo personaggio non muore.

Mitico!

E non viene nemmeno arrestato!!!

Se foste entrambi nella stessa stanza iniziereste a saltare abbracciati come due indiani in una danza propiziatoria. La fortuna vuole che tu sia da solo e possa conservare intatta la tua dignità. Metti giù. Apri l’allegato e… ti metti a lavoro. Hai poco meno di due giorni per prepararti al meglio.

Bene. Da dove inizi? Sale l’ansia.

La verità è che situazioni del genere dovrebbero essere la normalità. Dovremmo poter essere talmente persi tra la preparazione di un provino e un altro, e un altro ancora, da non avere tempo per la sperimentazione personale. La realtà parla di altre statistiche, e lo sappiamo. C’è una verità di fondo però: sostenere un’audizione è un talento ma anche qualcosa che può essere raffinato con esperienza e duro lavoro. Tutti dobbiamo fare delle audizioni audaci prima di iniziare a sentirci a nostro agio, ma, per quanto familiare potrà esserti questa situazione, sarai sempre emozionato e teso prima di un casting.

Una sola arma aiuta in questi casi. LA PREPARAZIONE.

E allora ecco alcuni consigli, che ho sperimentato in prima persona e che negli ultimi anni mi hanno portato risultati concreti. Ogni attore ha la propria tecnica perciò sarei felice se mi deste anche i vostri suggerimenti. Iniziamo con i Tips su come preparare un provino e scacciare le nubi dell’ansia.

# 1 – UNA SPOLVERATA

Leggi tutto. Ma proprio tutto tutto tutto. Anche due o tre volte. Non ti curare in questo momento dell’interpretazione. Cerca solo di farti un’idea di insieme priva di un pregiudizio iniziale.

Più vai avanti nelle letture, più ti sarà facile evidenziare punti chiave del flusso dello stralcio. Individuane la dinamica, intesa proprio come “movimento” della tensione della scena.

Immagina lo stralcio come una strada: in alcuni momenti va dritta, in altri sale o scende, o ti costringe a sterzare bruscamente.

Più spolveri il tuo testo, più sarai in grado di leggere anche la strada. Allora comincia ad appuntarti dove cambia. Cerca di individuare il climax.

Io traccio una linea, per divedere il mio stralcio in blocchi e uso un triangolo con un punto esclamativo all’interno per indicare il climax. Ma, ovviamente, fate vobis.

# 2 – CLUEDO

Ora sei pronto per fare un passo nel testo. E indovina? Leggi!

Sicuramente conoscerai Cluedo, il gioco di investigazione. Sicuramente, quando ci giochi, provi a carpire indizi ai tuoi avversari da ogni minimo atteggiamento, micro-movimenti del volto, riflesso negli occhiali.

Fai lo stesso con il tuo stralcio. Ti viene dato così poco per aiutarti a capire un personaggio, che è folle non leggere tutto ciò che ti viene inviato.

Inizia dall’intestazione. Numero di scena, ambientazione e tempo sono lì e sono i tuoi primi indizi.

# 3 – SIGNOR SI, SIGNORE!

Comincia a individuare la gerarchia tra i tuoi personaggi. Dopodiché inizia a ragionare su gli obiettivi:

  • Cosa vuole il tuo personaggio dall’altro?
  • Cosa lo muove durante la scena?

In questo modo non rischi di perderti lungo la strada.

# 4 – ALZA IL TAPPETO

Ora, in genere, io sono pronta per alzare il tappeto e andare a scavare a fondo nel testo. Spulcio parola per parola senso e sottotesto. Generalmente, nel vostro stralcio le battute sono formattate con un ampio margine sia a destra sia a sinistra.

A destra io segno la linea delle azioni, cioè le emozioni che con ogni battuta devo restituire; a sinistra, invece, segno tutti i sottotesti. La formulazione deve essere molto facile. Una semplice frase: soggetto-verbo-complemento. Se non riesco a semplificare il pensiero, non riesco ad esprimerlo attorialmente (mi ci sono dovuta allenare un po’, ma mi ha molto aiutato a focalizzare i pensieri e di conseguenza le emozioni).  

# 5 – IN PRINCIPIO ERA IL VERBO

Arrivata a questo punto, memorizzo prima la sequenza dei sottotesti a cui associo la linea delle azioni.

Già così riesco a farmi un’idea del tempo della scena e a capire se è troppo lento e se il climax l’ho messo nel punto giusto.

Fatto questo, memorizza le battute.

Se senti la necessità di modificare qualche parola, in genere non è un problema per i casting. L’unica cosa importante: tenete presente che un testo è frutto del lavoro di una persona o di una squadra. Rispettatelo!

# 6 – A BEAUTIFUL MIND

Torno a dire che tutto quello che ti serve sapere è nel tuo stralcio. Ora puoi dare sfogo alla tua immaginazione. Di solito una stanza delle audizioni assomiglia a una cosa del genere: un muro bianco, luci ovunque (forse), una sedia e una telecamera puntata su di te. Non è esattamente il meglio per esprimerti. Eppure tu devi fare in modo da restituire un intero ambiente. Perciò cerca di farlo rivivere rispondendo a tutte le domande che ti vengono in mente. Domande tipo: dove sono? C’è rumore? Che ore sono? Dov’è il mio interlocutore? Com’è fatta la stanza? etc.

Più è dettagliato il mondo nella tua testa, più puoi trascenderlo nel ruolo. Questo lavoro si leggerà nella macchina da presa.  

# 7 – ALICE ATTRAVERSO LO SPECCHIO

Adesso recita! Ma registrati. In questo modo potrai vedere tu stesso se quello che fai funziona o no. Potrai controllare la tua maschera e nel caso asciugare i movimenti di troppo.

Una volta Danio Manfredini mi disse che il pubblico dovrebbe poter capire una scena anche se tra te e lui c’è una parete di vetro insonorizzante. Perciò una cosa molto utile è rivedere le scene che hai girato, ma senza audio. Questo esercizio l’ho svolto durante un’esperienza molto bella ed efficace (e che sinceramente rifarei e consiglio sempre), grazie alla quale ho imparato molto (e in seguito alla quale ho preso diversi ruoli). Si tratta della Masterclass Audition, una realtà altamente professionalizzante – diretta da Francesca Romana de Martini – che lavora in partnership con l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio d’Amico.

Fatevi aiutare da un collega:  un occhio esterno fa sempre bene.

Senza audio riuscite veramente a capire se le scelte che avete fatto funzionano o meno. In media io faccio tra le 20 e le 50 clip. Perciò armati di santa pazienza!

A questo punto la tua scena dovrebbe essere pronta per il suo pubblico e tu dovresti aver acquisito la sicurezza necessaria a non farti fare lo sgambetto dall’emozione. Tuttavia c’è una piccola premessa che dovresti soddisfare. Si tratta, in realtà, di una buona pratica che vale anche per la vita quotidiana e che riassumerei con un poco laconico # ZERO – CONOSCI IL TUO NEMICO.

Che si tratti di un’audizione teatrale, di un casting per il cinema o la tv, ma anche di un colloquio di lavoro “normale” devi informarti su chi hai davanti. Se il provino è per un programma TV esistente, guarda le serie precedenti. Oppure, se il regista del film per il quale dovresti lavorare ha crediti precedenti, butta un occhio ai i suoi lavori.

Guarda il più possibile per ottenere un riferimento di registro per la scena.

È importante comprendere il tono di un progetto se si desidera prendere il ruolo. Un’audizione per un sapone è molto diversa da un film indipendente drammatico.

Più sai, più fai; più fai, più farai; più fai, più sai e più restituirai. E ti divertirai. Sembra una canzone della Disney, ma alla fine è solo una sequenza logica di causa-azione.

Insomma, questo è il mio metodo per arrivare preparata ad un casting. Quando sono riuscita a metterla in pratica bene, sono sempre uscita dalla casting room con il sorriso. Qualche volta con un contratto, ma mai con un feedback negativo.

Spero che possa esserti utile e mi farebbe molto piacere sapere che ne pensi. Insomma: in bocca al lupo per i tuoi prossimi casting! Per il resto…

Stay Tipper & Go Deeper