Anno Zero, il nuovo festival di Scena contemporanea spagnola a Roma
Anno Zero è un nuovo festival di Scena contemporanea spagnola a Roma organizzato dalla Real Academia de España in collaborazione con Acción Cultural Española (AC/E), La Pelanda – Mattatoio e Teatro di Roma, a cura di Pablo Fidalgo.
Il festival nasce con l’intento di raccogliere la pluralità di voci delle arti dal vivo e, allo stesso tempo, con una vocazione di continuità nei prossimi anni. Questa prima edizione si svolge tra l’11 e il 15 dicembre in diverse location – la Real Academia de España, La Pelanda – Mattatoio, il Teatro India e infine il quartiere di Garbatella con un’opera itinerante. Tutti gli eventi sono ad ingresso libero fino a esaurimento posti su prenotazione (info@accademiaspagna.org / tel. 06 581 2806)
L’Academia de España occupa un territorio mitico. Tra il Gianicolo, Villa Pamphilj e Trastevere: un colle unico e un paesaggio che ridefinisce in ogni istante la sua relazione e la sua condizione nei confronti della città. L’Academia è sopravvissuta a repubbliche, monarchie, dittature e circostanze storiche di ogni genere. È un simbolo di resistenza, un luogo eccezionale – continuerà ad esserlo anche se lo si dirà mille volte. Concepisco questo ciclo come un’opportunità di presentare artisti spagnoli su una scena, quella romana, che soltanto in questi ultimi anni sembra affacciarsi sull’Europa. Per la prima volta uno degli artisti concettuali più importanti del Paese, Isidoro Valcárcel Medina, sarà ospite dell’Academia de España e creerà un’opera site specific intitolata Confluencias y contraseñas. Collaborare con La Pelanda-Mattatoio e Teatro India-Teatro di Roma è un avvenimento per noi. Proseguendo sulle linee di lavoro dell’Academia degli ultimi anni, concepiamo questa come una collaborazione naturale – e non semplicemente istituzionale – con i due spazi, così interessati negli ultimi tempi alla scena non spettacolare e alla partecipazione del pubblico. Anche il recupero di lavori profondamente spagnoli di artisti che vivono all’estero da anni sembra importante per contribuire all’ossatura di una scena che soffre l’esilio e la precarietà da sempre.
Pertanto, Light years away di Edurne Rubio ci presenta un’opera che è un’esplorazione e al contempo una visita guidata nel buio totale: una discesa nella grotta di Ojo Guareña, e un percorso nella storia dell’essere umano sin dalle sue origini. Celso Fernández Sanmartín presenta A cama do meu avó Manuel Sanmartín, un’opera fatta di memorie orali, di lavoro sul campo, e di interesse profondo nei confronti della verità e dei segreti delle proprie origini. Leonor Leal lavora in Ahora bailo yo, la memoria di suo zio Mario Maya, che nel ’76 reinventò il flamenco con l’opera Camelamos naquerar. Roger Bernat ci invita a ricordare il lavoro Numax-Fagor-plus, ispirato al film di Joaquim Jordà, un regista cinematografico imprescindibile che visse a Roma per sette anni in esilio dal franchismo. Il ciclo si conclude domenica 15, con Storywalker Garbatella, di Fernando Sánchez-Cabezudo. Una passeggiata in questo quartiere storico che recupera i ricordi degli abitanti, attraverso i testi di Luca Oldoni, Pablo Remón, Alberto Conejero, Denise Despeyroux e Pablo Fidalgo. Pertanto, Catalogna, Murcia, Madrid, Galizia, Castilla León, Andalusia… Memoria del lavoro, della vita in campagna, dell’arte, della filosofia, memoria dell’esilio, memoria per mantenersi vigili, memoria vitale. In questo modo il ciclo è un modo per situare, collocare e far conoscere una realtà scenica, la scena contemporanea spagnola, e per suggerire un racconto comune tra artisti molto diversi.
Programma:
• Mercoledì 11 alle ore 19 presso la Real Academia de España en Roma (Piazza San Pietro in Montorio, 3). Celso Fernández Sanmartín presenta A cama do meu avó Manuel Sanmartín Méndez, un’opera fatta di memorie orali, di lavoro sul campo, e di interesse profondo nei confronti delle origini. LINGUA: Spagnolo e gallego
• Giovedì 12 alle ore 20.30 presso La Pelanda, Mattatoio (Piazza Orazio Giustiniani, 4). Light years away di Edurne Rubio ci presenta un’opera che è un’esplorazione, la discesa nella grotta di Ojo Guareña, e un percorso nella storia dell’essere umano sin dalle sue origini. LINGUA: Spagnolo, sottotitoli in italiano
• Venerdì 13 alle ore 20.30 presso La Pelanda, Mattatoio (Piazza Orazio Giustiniani, 4). Leonor Leal lavora sulla memoria di suo zio Mario Maya, che nel ’76 reinventò il flamenco con l’opera Ahora bailo yo. LINGUA: Spagnolo, sottotitoli in italiano
• Sabato 14 alle ore 12 presso la Real Academia de España en Roma (Piazza San Pietro in Montorio, 3). Isidoro Valcárcel Medina, uno degli artisti concettuali più importanti del Paese, sarà ospite dell’Academia per la prima volta e presenterà un’opera creata ad hoc, Confluencias y Contraseñas. LINGUA: Italiano
• Sabato 14 alle ore 18.30 presso Teatro India (Lungotevere Vittorio Gassman, 1). Roger Bernat ci invita a ricordare il lavoro Numax-Fagor-plus, ispirato al film di Joaquim Jordà, un regista cinematografico imprescindibile che visse a Roma per sette anni in esilio dal franchismo. LINGUA: Italiano
• Domenica 15 alle ore 11.30 e alle ore 15 presso 10b Photography (Via San Lorenzo da Brindisi, 10b). Il festival finisce con Storywalker Garbatella, di Fernando Sánchez-Cabezudo nell’ambito del progetto Garbatella Images, presentato da 10b Photography e curato da Sara Alberani, con la direzione artistica di Francesco Zizola. Una passeggiata nel quartiere storico di Garbatella, che recupera le memorie degli abitanti, attraverso i testi di Luca Oldoni, Pablo Remón, Alberto Conejero, Denise Despeyroux e Pablo Fidalgo. LINGUA: Italiano
Gli artisti:
Celso Fernández Sanmartín. Nato nel 1969, Celso Fernández Sanmartín, di Lalín, si è laureato in Filosofia presso l’università di Santiago. Oltre a essere poeta, è cantastorie di racconti della tradizione orale, aspetto professionale che lo porta in diversi luoghi del mondo. Per molti anni, a Lalín, ha lavorato come animatore socioculturale in una casa di riposo. La sua opera poetica è stata pubblicata in gran parte in edizioni d’autore e a bassissima tiratura, il che non le ha impedito di essere enormemente apprezzata dai lettori e dalla critica. Quest’ultima è solita inquadrarlo nella cosiddetta Generazione dei ’90, decennio in cui si è fatto conoscere.
Edurne Rubio. (Spagna, 1974) è un’artista visuale che lavora nel campo delle mostre, performance, cinema e architettura. Realizza frequentemente progetti in situ nello spazio pubblico. La sua ricerca è sempre stata collegata alla percezione individuale o collettiva del tempo e dello spazio. Interessata a contesti che fanno della percezione una variabile data e mutante, dimenticata o archiviata, cerca di associare o contrastare forme di percezione della realtà con l’obiettivo di creare una seconda realtà composta. Negli ultimi anni, il suo lavoro si è avvicinato al documentario e all’antropologia, utilizzando interviste e immagini d’archivio sulla comunicazione orale.
Leonor Leal. Nasce a Jerez de la Frontera. È diplomata al Conservatorio Superior de Danza Clásica y Española, nonché in Magisterio Musical presso l’Università di Siviglia. Decide un giorno di dedicarsi interamente al flamenco e da allora calca le scene internazionali da più di 15 anni collaborando con diverse compagnie come quella di Andrés Marín, Cristina Hoyos o Javier Barón, tra le molte altre. Comincia la sua carriera da sola nel 2008. Premiata come Artista rivelazione dal Festival di Jerez nel 2011, nonché come Artista eccellente dal Concorso coreografico di Madrid. Porta avanti il suo lavoro di ricerca con il Master di Práctica Escénica y Cultura Visual dell’Università di Cuenca in collaborazione con il Museo Reina Sofía. Nel gennaio del 2018 porta in scena per la prima volta, al Teatro Le Garonne di Toulose, il suo spettacolo intitolato Nocturno insieme al chitarrista Alfredo Lagos e al percussionista Antonio Moreno.
Isidoro Valcárcel Medina. Isidoro Valcárcel Medina è nato a Murcia nel 1937 ed è indubbiamente uno degli artisti concettuali spagnoli di maggior levatura di pensiero e visione, nell’entroterra e oltremare. L’estensione della sua opera ha il valore incalcolabile della sua intangibilità: immensa.
Roger Bernat. Inizia la sua formazione nel campo dell’architettura, ed è a partire da qui che si interessa al teatro. Studia Regia e Drammaturgia presso l’Institut del Teatre di Barcellona dove si laurea con il Premio Extraordinario 1996. Nel 2008 comincia a creare spettacoli in cui il pubblico occupa la scena e diventa protagonista: “gli spettatori attraversano un dispositivo che li invita a obbedire o a cospirare e, in ogni caso, a pagare con il proprio corpo e a impegnarsi”.
Fernando Sánchez-Cabezudo. Madrid, 1979. Gestore culturale, regista, attore e scenografo. Lega la sua carriera professionale nelle arti sceniche a un discorso socio-culturale che cerca la partecipazione del pubblico nei processi creativi. Il suo lavoro nella sala Kubrik a Usera e i suoi progetti di creazione sono un punto di riferimento nella gestione di spazi di inclusione con il contesto locale e la cittadinanza.
La webzine di Theatron 2.0 è registrata al Tribunale di Roma. Dal 2017, anno della sua fondazione, si è specializzata nella produzione di contenuti editoriali relativi alle arti performative. Proponendo percorsi di inchiesta e di ricerca rivolti a fenomeni, realtà e contesti artistici del contemporaneo, la webzine si pone come un organismo di analisi che intende offrire nuove chiavi di decodifica e plurimi punti di osservazione dell’arte scenica e dei suoi protagonisti.