Anche a ottobre può essere primavera. Conclusa la XXI edizione di Primavera dei Teatri

Anche a ottobre può essere primavera. Conclusa la XXI edizione di Primavera dei Teatri

Articolo a cura di Caterina Giangrasso

Primavera dei Teatri

Anche a ottobre può essere primavera.

In quest’anno poi, così particolare per tanti aspetti, il senso della “stagione teatrale” è stato completamente capovolto, calpestato e superato. Per cui nulla in contrario se anche la “stagione climatica” le fa eco, dando vita così – e nonostante tutto – a uno degli appuntamenti più attesi per il mondo teatrale contemporaneo: Primavera dei Teatri si è svolto dall’8 al 14 ottobre a Castrovillari (CS)

La XXI edizione dello storico festival ha ospitato venti compagnie, tra debutti e spettacoli ospiti, con uno sguardo sempre puntato sul presente. Un programma intenso che riflette su relazioni, tecnologia, politica e sulle conseguenze generate dal Covid-19, evento che ha inevitabilmente segnato l’inizio di una nuova epoca socioculturale. 

Primavera dei Teatri è, da ormai oltre vent’anni, un punto di riferimento al Sud per i nuovi linguaggi della scena contemporanea e la nuova drammaturgia.  

Il festival diretto da Scena Verticale si avvale della direzione artistica di Dario De Luca e Saverio La Ruina e della direzione organizzativa di Settimio Pisano, i quali hanno nonostante tutto deciso di confermare la città ai piedi del Pollino un punto di riferimento dei nuovi linguaggi scenici e un luogo privilegiato di confronto tra artisti e operatori, anche di generazioni diverse. 

«Non abbiamo pensato mai, nemmeno per un attimo di poter saltare l’edizione numero 21» hanno commentato in apertura di festival gli ideatori Dario De Luca, Saverio La Ruina e Settimio Pisano.

7 giornate di Primavera dei teatri 

7 giornate per 7 prime nazionali, un’anteprima, ma anche performance, mise en éspace, progetti internazionali all’interno di più spazi e luoghi all’aperto e al chiuso: il Castello Aragonese; il Teatro Sybaris; l’Accademia dei Saperi e dei Sapori (Ex Mattatoio); il Chiostro S. Bernardino a Morano; il Chiostro del Protoconvento; il Circolo Cittadino.

Sono state ospitate 20 compagnie teatrali, tra le più innovative e premiate d’Europa e tra le più riconosciute tra gli emergenti dell’ultima generazione: Angelo Campolo / DAF Teatro; LAB121 / Fabrizio Sinisi / Claudio Autelli; Teatro delle Ariette; Angelo Colosimo; Anagoor; Lopardo-Russo / Nostos Teatro/ Collettivo ITACA; Gianluca Vetromilo / Mammut Teatro; Compagnia Oyes; Piccola Compagnia Dammacco; Maurizio Rippa; Marcello Cotugno / Teatri Associati Di Napoli/ Interno 5; Liberaimago; Eco Di Fondo; Paolo Mazzarelli; I Sacchi Di Sabbia/ Roberto Latini; Babilonia Teatri; Scena Verticale / Saverio La Ruina; Agrupación Senõr Serrano; Teatro Delle Albe.

Ad arricchire il cartellone artistico incontri, laboratori, concerti e Primavera Kids, programmazione dedicata ai piccoli spettatori. 

Un programma intenso quello di Primavera dei Teatri 2020 che, tenendo fede al fulcro della drammaturgia contemporanea, ha seguito il tema dell’indagine sui rapporti e sulla crisi delle relazioni, in senso largo.

L’8 ottobre, in apertura, c’è stata l’anteprima nazionale del nuovo lavoro di Fabrizio Sinisi, diretto da Claudio Autelli, La fine del mondo, opera inedita che riflette sull’emergenza ambientale, in cui la catastrofe climatica si intreccia a quella della vita privata dei protagonisti. Tra le prime nazionali, la Compagnia Oyes ha presentato Vivere è un’altra cosa, drammaturgia collettiva liberamente ispirata a Oblomov di Ivan Gončarov, con l’ideazione e la regia di Stefano Cordella. Un racconto a cinque voci sul tempo sospeso vissuto durante l’emergenza sanitaria in corso. Due compagnie napoletane hanno presentato due prime nazionali.

Marcello Cotugno ha curato la regia di un testo tedesco, di Roland Schimmelpfennig – Peggy Pickit Guarda Il Volto Di Dio  scrittura sincopata con una serie di stop&go narrativi, nel tempo di un aperitivo, tra i quattro di una doppia coppia. Un progetto a cura di Marcello Cotugno, Valentina Acca, Valentina Curatoli prodotto da Teatri Associati Napoli. Fabio Pisano, già premio Hystrio per la drammaturgia, con Liberaimago ha presentato A.D.E.,A.lcesti D.i E.uripide, una riscrittura di Pisano che ne ha curato anche la regia. In scena Francesca Borriero, Roberto Ingenito, Raffaele Ausiello e le suggestioni sonore, eseguite dal vivo, di Francesco Santagata. 

In prima nazionale anche la compagnia Eco di Fondo con La notte di Antigone; scritto a quattro mani da Giacomo Ferraù e Giulia Viana. Lo spettacolo diretto da Ferraù si ispira alla figura contemporanea di Ilaria Cucchi. 

Paolo Mazzarelli ha presentato una rieaborazione di Shakespeare sotto forma di monologo in musica con Soffiavento. Una navigazione solitaria con rotta su Macbeth

Ha debuttato, inoltre, Into Latino Roberti, un ensemble inedito che vede insieme I Sacchi di Sabbia e Roberto Latini. Una miniserie ispirata al film di fantascienza di Isaac Asimov che coniuga scrittura e performance – quella in presenza di Latini e de I Sacchi in remoto – in cui si torna a riflettere, con misurata ironia, su questo particolare momento storico. Una produzione della Compagnia Lombardi-Tiezzi realizzata con il sostegno di Primavera dei Teatri. 

La compagine che ha ideato il festival e da sempre lo cura – Scena Verticale – ha presentato l’ultima creazione di Saverio La RuinaMario e Saleh, la storia di un occidentale cristiano e un musulmano che si ritrovano a convivere. Una convivenza che si muove tra differenze e agnizioni, opposizioni e conciliazioni. 

Tra gli spettacoli ospiti, quello premiato a In-Box 2020, Stay Hungry. Indagine di un affamato di e con Angelo Campolo e Trent’anni di grano. Autobiografia di un campo  del Teatro delle Ariette. Il lavoro di Paola Berselli e Stefano Pasquini, in scena insieme a Maurizio Ferraresi, è nato per Matera 2019 ed è ispirato ai pani del Mediterraneo. 

Nostos Teatro ha presentato Trapanaterra, spettacolo ideato da Dino Lopardo, in scena insieme a Mario Russo. Anagoor, invece, ha portano a Castrovillari l’ultima creazione, Mephistopheles. Un viaggio per immagini – scritto, diretto e montato da Simone Derai – in cui video inediti, raccolti in otto anni di ricerche, trovano nuova composizione nella forma di concerto cum figuris, con il live set elettronico di Mauro Martinuz. 

Lilith, la performance ideata da Gianfranco De Franco, Cecilia Lentini e Massimo Bevilacqua, ha dato vita a una visione sulla figura della donna simbolo della patologia sociale della repressione. 

Piccola Compagnia Dammacco ha presenta Spezzato è il cuore della bellezza, spettacolo scritto, ideato e diretto da Mariano Dammacco, con Serena Balivo, Mariano Dammacco ed Erica Galante.

In scena anche lo spettacolo vincitore della VI edizione de I Teatri del Sacro 2019, Piccoli Funerali di e con Maurizio Rippa accompagnato alla chitarra da Amedeo Monda e Babilonia Teatri con Natura Morta di Valeria Raimondi ed Enrico Castellani. In chiusura il debutto del nuovo lavoro del Teatro delle Albe, un poemetto scenico scritto da Marco Martinelli  Madre – che tiene a battesimo un processo di creazione, nato dall’incontro di Ermanna Montanari, Stefano Ricci, Daniele Roccato (tutti e tre in scena) tra testo e illustrazioni live a cura di Stefano Ricci e la musica dal vivo del contrabbasso di Daniele Roccato.

L’ultimo giorno di festival ha visto anche la presenza del gruppo catalano Agrupación Senõr Serrano con il loro The Mountain. L’originale creazione di Àlex Serrano, Pau Palacios e Ferran Dordal parte dalla montagna come metafora che ripercorre la storia delle idee per interrogarsi sul mondo e sul concetto di verità.

Come è nella tradizione di Primavera dei Teatri c’è stato spazio dedicato per le nuove drammaturgie europee e la produzione artistica calabrese con Europe Connection il progetto realizzato da Primavera dei Teatri in collaborazione con Fabulamundi. Playwriting Europe, quest’anno in versione ridotta: Angelo Colosimo, diretto da Roberto Turchetta e in scena con Rossella Pugliese e Peppe Fonzo ha presentato una mise en éspace di Se io vivessi tu moriresti. L’opera dell’autore portoghese Miguel Castro Caldas si pone come indagine su uno dei limiti del teatro: il testo. 

Gianluca Vetromilo ha portato in scena, invece, in prima assoluta uno studio di Corpo/Arena, dal testo dell’autrice portoghese Joana Bértholo. Mauro Failla, Riccardo Lanzarone e Francesco Rizzo interpretano tre uomini, in una dimensione sospesa, alle prese con una delle grandi sfide del corpo contemporaneo: la fame.  

Gli eventi collaterali di Primavera dei teatri 2020

Tra le grandi novità dell’edizione numero 21 del Festival, l’installazione ALLA LUCE DEI FATTI. FATTI DI LUCE. Opera di teatro/architettura in cinque atti simultanei di Giancarlo Cauteruccio. Un’opera realizzata per Primavera dei Teatri 2020 dall’artista, fondatore di Teatro Studio Krypton, che ha segnato la storia della seconda avanguardia teatrale italiana. Cauteruccio ha ideato per la città un viaggio di percezioni rappresentato da alcune realtà architettoniche cittadine, che raccontano le particolarità più rappresentative del sistema urbano, non solo dal punto di vista estetico e storico ma anche sul piano delle funzioni che svolgono.

Numerosi gli incontri e gli spazi di riflessione, tra cui Lo stato dell’arte a cura di C.Re.SCO e La scena dell’incontro. Dialoghi di civiltà nella drammaturgia italiana contemporanea a cura di Dario Tomasello con interventi di Luca Doninelli, Marco Martinelli e Saverio La Ruina. Uno spazio a parte ha avuto il progetto BeyondtheSud, alla sua 2° edizione e che quest’anno, in via del tutto eccezionale per le sua modalità di svolgimento, ha visto la restituzione dei lavori creati durante la pandemia da giovani registi e drammaturghi.

BeyondtheSud (aka BETSUD), vincitore del bando MiBAC “Boarding pass plus”, è realizzato in rete da Teatro della Città – Catania (capofila del progetto); Teatro Libero Palermo – Palermo; Scena Verticale – Castrovillari; Nuovo Teatro Sanità – Napoli;  Sardegna Teatro – Cagliari, con l’obiettivo diffondere buone pratiche e di favorire il percorso di internazionalizzazione di giovani artisti e operatori under 35.

Spazio dedicato ai piccoli spettatori con Primavera Kids, un cartellone realizzato in collaborazione con Menodiunterzo e Apustrum che ha visto in scena il Pinocchio di Teatro della Maruca, un laboratorio dedicato al riciclo, due mostre e la presentazione del libro L’alfabeto di Gianni di Pino Boero e Walter Fochesato.

La XXI edizione del Festival si è conclusa con il live delle Glorius4. Il quartetto siciliano tutto al femminile presenta brani tratti dal loro disco PLAY e dal Tour virtuale intorno al mondo nato durante il lockdown.

Nonostante la difficoltà è stato possibile percepire la gioia degli ideatori e direttori Dario De Luca e Settimio Pisano che, insieme a Saverio La Ruina, guidano il festival e ne stabiliscono le molteplici direzioni da seguire.

In particolare, per Settimio Pisano «è stato fondamentale poter dare continuità al progetto dopo 20 anni e 20 edizioni di festival nella sua naturale configurazione primaverile. A maggio era impossibile capire quali direzioni seguire. Abbiamo ragionato sulle modalità, sulla quantità e anche sull’ipotesi di rimodulare e stravolgere la nostra solita modalità operativa. Il festival per noi continua ad essere un miracolo e quest’anno forse lo è stato ancora di più. Un modo per dare un segnale e per confermare di essere parte integrante di un mondo che ha sofferto, soffre e continuerà a soffrire ma che nonostante questo non molla.

Abbiamo deciso di prenderci la responsabilità nei confronti di tutti quegli artisti, tecnici e maestranze che quest’anno hanno visto un’intera stagione di spettacoli annullati, tour e produzioni saltate. Abbiamo fatto in modo di lavorare e far lavorare comunque e nonostante tutto, rispettando tutti i protocolli. Ora più che mai è fondamentale darsi un orizzonte di lavoro e provare ad arginare le difficoltà, per dare una degna prosecuzione a quei tanti lavoratori che devono poter continuare a fare il proprio mestiere». 

Dello stesso parere anche Dario De Luca: «è stato importante fare il festival anche quest’anno, soprattutto nei termini del coraggio che ha richiesto. Primavera dei Teatri, del resto, ha il coraggio nel proprio DNA, poiché è nato e cresciuto con l’intento di dare un senso al mondo del teatro inteso come un mondo fatto da persone e per persone che lavorano e credono in qualcosa.

A edizione conclusa posso dire che è stata un’edizione piena e densa nonostante il momento storico. La risposta del pubblico è stata buona, c’è stata attenzione e rispetto e una grande prova di civiltà».

La XXI edizione di Primavera dei Teatri è stata realizzata grazie al sostegno del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo e a valere sull’avviso pubblico della Regione Calabria per l’attribuzione del marchio regionale dei grandi eventi calabresi annualità 2020. 

Attribuiti i Leoni per il Teatro 2018

Attribuiti i Leoni per il Teatro 2018

Antonio Rezza e Flavia Mastrella, ovvero RezzaMastrella, un combinato artistico inimitabile nel panorama teatrale contemporaneo, sono i Leoni d’oro alla carriera per il Teatro 2018; la compagnia Anagoor, in pochi anni al centro dell’attenzione teatrale italiana ed europea, è il Leone d’argento per il Teatro 2018. Lo ha stabilito il Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia, presieduto da Paolo Baratta, facendo propria la proposta del Direttore del Settore Teatro Antonio Latella.

Calcano le scene dall’87 Antonio Rezza e Flavia Mastrella, l’uno performer-autore e l’altra artista-autrice, sempre firmando a quattro mani l’ideazione e il progetto artistico degli spettacoli, che hanno raggiunto un pubblico di fan ampio e soprattutto trasversale.

Antonio Rezza è “l’artista che fonde totalmente, in un solo corpo, le due distinzioni di attore e performer, distinzioni che grazie a lui perdono ogni barriera, creando una modalità dello stare in scena unica, per estro e a tratti per pura, folle e lucida genialità. Flavia Mastrella è l’artista che crea habitat e spazi scenici che sono forme d’arte che a sua volta Rezza abita e devasta con la sua strepitosa adesione; spazi che abita e al tempo stesso scardina, spazi che diventano oggetti che ispirano vicende e prendono vita grazia alla forza performativa del corpo e della voce di Rezza. Da questo connubio sono nati spettacoli assolutamente innovativi dal punto di vista del linguaggio teatrale” (dalla motivazione).

 Fondata nel 2000 da Simone Derai e Paola Dallan, la compagnia Anagoor ha condotto un lavoro profondo sulla ricerca di un nuovo linguaggio attingendo a immagini e simboli che riconducono alla nostra memoria culturale. 

“Il lavoro di Anagoor, mai privo di una potente estetica, riesce ad avere una funzione divulgativa rispetto a grandi tematiche; Anagoor non è mai popolare nella scelta dei testi, eppure lo è, nobilmente, nella restituzione artistica. Ciò che rende il loro lavoro a tratti concettuale ma anche profondamente artigianale è il fatto che non demandano a nessuno la scelta artistica, riuscendo come collettivo a realizzare tutto da soli, dalla scrittura del testo alla costruzione di scene e costumi sempre di grande impatto, a tal punto che i loro spettacoli sono programmati in molti teatri italiani e stranieri” (dalla motivazione).

 Il Leone d’oro e il Leone d’argento saranno consegnati il 20 luglio in apertura del 46. Festival Internazionale del Teatro. Lo stesso giorno la compagnia Anagoor presenterà in prima assoluta ORESTEA – Agamennone, Schiavi, Conversio; alla coppia Rezza-Mastrella è dedicato un ritratto attraverso gli spettacoli più recenti: 7 14 21 28, Fratto X, Anelante.

Il 46. Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia si svolgerà dal 20 luglio al 5 agosto 2018.

 In passato il Leone d’oro alla carriera per il Teatro era stato attribuito a Ferruccio Soleri (2006), Ariane Mnouschkine (2007), Roger Assaf (2008), Irene Papas (2009), Thomas Ostermeier (2011), Luca Ronconi (2012), Romeo Castellucci (2013), Jan Lauwers (2014), Christoph Marthaler (2015), Declan Donnellan (2016), Katrin Brack (2017). Il Leone d’argento, dedicato alle promesse del teatro o a quelle istituzioni che si sono distinte nel far crescere nuovi talenti, è stato attribuito in passato a Rimini Protokoll (2011), Angélica Liddell (2013), Fabrice Murgia (2014), Agrupación Señor Serrano (2015), Babilonia Teatri (2016), Maja Kleczewska (2017).